Incentivi rinnovabili: cosa cambia con le nuove linee guida europee

energie-rinnovabili-300x336

Lo scorso 9 aprile, l’unione Europea ha adottato le nuove linee guida in materia di aiuti pubblici per i progetti inseriti nel campo della protezione ambientale e dell’energia pulita. Le nuove direttive andranno in vigore il prossimo 1° luglio, ma vediamo insieme quali saranno i cambiamenti che le 27 nazioni dovranno adottare quest’estate. Le linee guida, secondo l’Unione Europea, avranno innanzitutto il compito di sostenere gli Stati membri nel raggiungimento degli obiettivi climatici fissati per il 2020, tenendo conto delle distorsioni di mercato derivanti dalle sovvenzioni concesse alle rinnovabili. Secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, si stima che i sussidi alle rinnovabili costino in media 42 miliardi di euro l’anno, oltre 11 miliardi nella sola Italia. In particolare, continua il quotidiano economico, secondo l’Ue, questa mole di incentivi costituisce un onere molto elevato per quelle aziende ad alta intensità energetica appartenenti a settori esposti a una forte concorrenza internazionale. Per aumentare l’efficacia dei costi e limitare le distorsioni, quindi, le nuove linee guidaprevedono la progressiva introduzione di processi concorsuali per l’assegnazione di aiuti pubblici.

Per fare ciò è prevista una fase pilota di due anni, 2015-2016, che consentirà di testare tali procedure di assegnazione, come le aste pubbliche ad esempio, che avranno il fine di tenere sotto controllo la spesa, premiando i miglioramenti tecnologici. L’idea di base delle nuove linee guida, infatti, è che il sostegno debba esserci solo quando necessario. Le nuove direttive prevedono anche la sostituzione graduale delle tariffe feed-in con dei premi o certificati. Le misure non sono retroattive. Sono comunque esclusi dalle aste i piccoli impianti, inferiori a 3 MW per l’eolico e a 500 kW per le altre fonti, che potranno continuare a beneficiare di qualsiasi sostegno, incluse le tariffe in conto energia. Potranno godere di esenzioni nella fase iniziale di sviluppo gli impianti con potenze inferiori a 6 MW per l’eolico e a 1 MW per le altre fonti. Un’altra novità introdotta sarà autorizzare gli aiuti per favorire una corretta produzione di elettricità. Gli Stati membri, infatti, potranno introdurre i cosiddetti “meccanismi di capacità”, per incoraggiare per esempio i produttori o premiare gli utenti che riducono il consumo di energia elettrica nelle ore di punta. Un altro punto chiave, questo abbastanza contestato, è l’introduzione dei meccanismi di capacity payment. Le commissioni applicate per il sostegno delle rinnovabili costituiscono una quota crescente nella bolletta energetica dell’industria, un onere elevato per alcune aziende ad alta intensità. Per promuovere la competitività dell’industria, si è deciso quindi che le nuove linee guida prevedano la possibilità di ridurre tali oneri per alcune aziende energivore. Si tratta in pratica di sconti applicati ad alcune imprese appartenenti a determinati settori, che saranno esentate parzialmente dal pagare il sostegno alle rinnovabili. Le nuove indicazioni, come accennato precedentemente, non saranno retroattive, quindi i regimi di incentivazione varati in passato continueranno a essere validi fino alla loro scadenza naturale. L’obiettivo del provvedimento, secondo la Commissione, è consentire che l’Europa raggiunga i suoi obiettivi energetici e climatici al minor costo possibile. Prossimamente saranno semplificate anche alcune procedure per attuare misure di aiuto nei settori ambiente ed energia, permettendo agli Enti pubblici di agire più facilmente e più rapidamente.

Fonte: ambientebio.it

Energia e rinnovabili: arriva il capacity payment aiutino alle lobby del carbone e del petrolio

Con un emendamento alla Legge di stabilità il governo italiano fornisce un sostanzioso aiuto alle lobby del petrolio e del carbone mettendo in ginocchio le rinnovabiligoverno-letta-594x350

Secondo il nostro governo, l’Italia deve sostenere la produzione di beni e merci con energia proveniente dalle centrali termoelettriche. Infatti dimostrazione di questa politica che va esclusivamente a favore delle lobby del petrolio e del carbone è l’approvazione dell’ emendamento 99 al DdL Stabilità in cui compare il sistema di capacity payment messo in atto per sostenere le centrali termoelettriche con cicli combinati a gas oramai in crisi a causa della concorrenza del fotovoltaico. Chi pagherà l’incentivo? Le rinnovabili e saltano anche gli ecobonus previsti per il 2015. Oggi il ministro Andrea Orlando è atteso proprio al VI Forum di Qualenergia a cui prendono parte i produttori di rinnovabili e associazioni ambientaliste (Kyoto Club e Legambiente) che chiederanno che il voto definitivo alla Camera sia di altro orientamento e che annulli quanto approvato ieri in Senato. Infatti, con l’emendamento 99 il capacity payment viene adottato con tre anni d’anticipo ossia a partire dal 2014 rispetto alla data prevista al 2017; inoltre non essendo un finanziamento previsto in bolletta darà finanziato dalle rinnovabili che pagheranno alle centrali elettriche con fonti fossili l’energia che non producono. I fautori dell’emendamento sono i senatori Giorgio Santini (Pd) e Antonio D’Alì (ex PdL ora Ncd) per cui saranno premiate quelle centrali elettriche flessibili, ossia che includono i cicli combinati a gas, sostenute economicamente per la potenza che hanno e non per l’effettiva produzione di energia che mettono in rete. Il capacity payment è una di quelle soluzioni che è chiaramente a favore delle centrali termoelettriche, sostanzialmente piuttosto che far crollare il mercato dell’energia a causa della super produzione delle rinnovabili sopratutto fotovoltaico, abbassando i costi delle bollette per gli utenti, si preferisce dopare il mercato. Quindi una centrale termoelettrica anche se vecchia e altamente inquinante viene preferita a un sistema di produzione di energie pulite. Qual è stato il problema? L’inversione dei flussi, ossia l’energia prodotta dalle rinnovabili ha flussi variabili non prevedibili e ciò perché la rete italiana è vetusta e incapace gestire questi flussi. Lo spiega Massimo Gianfreda cross manager per Siemens al VI Forum organizzato Qualenergia. Le smart grid potrebbero sviluppare capacità di governo tra produzione di energia e gestione dei flussi di energia, migliorando in genere la fruizione del servizio elettrico.

fonte:  GreenBiz, Qualenergia