Chloè è il cane più fedele dell’anno

Grazie alla sua intelligenza e determinazione è riuscita a salvare la vita alla padrona finita in un burrone-

Si chiama Chloè il cane che negli scorsi giorni si è aggiudicato il premio internazionale Fedeltà del cane 2014 riservato a cani distintisi per azioni coraggiose e salvataggi. Il premio viene tradizionalmente consegnato durante le celebrazioni del patrono di San Rocco di Camogli, protettore degli animali. A vincere è stata una pincher di due anni che ha salvato la vita della sua padrona nel maggio 2013. La sua padrona Victoria e Chloè e Biscuit, un altro cane, si erano allontanati dalla loro abitazione di Casperia per una camminata nei boschi, quando Biscuit è scivolato in un dirupo. Nel tentativo di trarlo in salvo Victoria è precipitata anch’essa nella scarpata compiendo un volo di 15 metri. Chloè, rimasta sulla strada, ha compiuto a ritroso l’itinerario fatto con la sua padrona e ha raggiunto il marito di Victoria. Una volta raggiuntolo ha iniziato ad abbaiare incessantemente convincendolo a seguirla. È stata Chloè a condurre l’uomo proprio sul luogo della caduta e questi, una volta scorta la giacca della moglie al fondo del dirupo, ha dato l’allarme. L’intervento dei Vigili del Fuoco ha permesso a Victoria di essere tratta in salvo dopo circa sei ore dalla caduta e di essere condotta al Policlinico Gemelli di Roma, dove le sono state riscontrate la frattura del pube e del coccige. Che cosa sarebbe potuto succedere senza l’intervento dell’intraprendente cagnolina? Tante le storie straordinarie del premio ligure vi sono quella di Dafne, tornata a casa diversi giorni dopo essere stata travolta dall’alluvione in Sardegna, quella di Erasmo, un labrador-bagnino di 6 anni che ha salvato un ragazzo che stava affogando in mare. Gloria anche perBangy, un pastore tedesco che ha sgominato uno spaccio di sostanze stupefacenti, e Figo, un jack russel che ha salvato il padrone dal morso di una vipera. E che dire dell’eroico Tito, un barboncino che ha difeso la proprietà facendo scappare i rapinatori che volevano assaltare l’abitazione dei suoi genitori? O di Briciola, un chihuahua di nove anni che ha salvato i padroni avvertendoli del rogo che stava invadendo la loro casa? Tutte storie incredibili ma vere, perché il coraggio non è mica una questione di taglia.Immagine-620x425

Fonte:  La Stampa

Foto | Youtube

Sconto sulla Tares per chi adotta un cane

Spetta ai singoli comuni decidere se applicare o no lo sconto per coloro che adottano un cane prelevandolo da un canile municipaleDogs And Owners Gather For 2012 Crufts Dog Show

Venerdì 24 gennaio è il termine ultimo per il pagamento della maggiorazione della Tares, la tassa dei rifiuti destinata a pagata da proprietari o occupanti di beni immobili che, per la loro destinazione ed uso, possono generare rifiuti. Fra gli sgravi e le esenzioni è spuntato uno sconto che farà piacere a molti amanti degli animali. I comuni italiani, infatti, potranno decidere se e in quale misura applicare uno sconto a tutti i contribuenti che preleveranno un cane da un canile municipale. Apparentemente l’agevolazione potrebbe sembrare incongruente (il proprietario di un cane produce indubbiamente più rifiuti di chi non ne possiede uno), ma non è così, poiché per grande che sia lo sgravio fiscale non sarà mai oneroso quanto il costo che un canile municipale sostiene per ospitare i cani abbandonati. Ogni ospite dei canali costa all’amministrazione una media di 4 euro al giorno, una quota che porta a 1500 euro la spesa complessiva annua. Ora spetterà ai comuni decidere se applicare le agevolazioni e quanti scontare dalla singole Tares dei contribuenti. I primi comuni ad adottare questo tipo di politica sono stati in Sicilia. Alcuni giorni fa  Franconfonte, in provincia di Siracusa, ha approvato un bonus fino a 450 euro. A Solarino, altro comune siciliano, ci sono state ben otto adozioni. Un plauso è giunto dall’Ente Nazionale Protezione Animali:

I Comuni hanno capito che per loro i cani sono un costo, e che se si vuol spingere ad adottarli un incentivo non fa male. Ovviamente servono controlli, per evitare che qualcuno aderisca solo per evadere le tasse.

Chi volesse fare il furbo adottando un cane, per poi abbandonarlo una volta ottenuti i benefici della sua adozione, può mettersi l’animo in pace: gli addetti della polizia municipale effettueranno dei controlli a domicilio per verificare che i cani siano ancora con i loro padroni e, soprattutto, che vengano trattati bene.

Fonte:  Il Sole 24 Ore

Chi adotta un bastardino farà una vita meno da cani

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Agevolare ed essere solidale. Con questa premessa la giunta di Avellino ha deliberato che chi adotta un cane presso il canile comunale (o convenzionato che sia) può ottenere fino a 700 euro l’anno come contributo per il pagamento della Tares. Come riporta il Giornale tutto nasce dal fatto che un cane abbandonato costa e quindi il comune irpino ha pensato di trovare una forma di risparmio che sia anche un atto nobile e generoso. L’assessore all’ambiente Giuseppe Ruberto, artefice dell’iniziativa, spiega: «Non si tratta soltanto di realizzare risparmi, ma anche di favorire iniziative di cittadinanza attiva indispensabili per la gestione dei servizi di pubblico interesse».

Un provvedimento simile era stato adottato dai comuni di Teramo e Lecce, stabilendo, per chi accoglie in casa un cane del canile, uno sconto sulla Tares, per il biennio 2014-2015 di 300 euro. A Solarino, nel siracusano, il contributo massimo annuo ammonta a 750 euro, mentre a Bondeno, nel ferrarese, chi adotta uno dei 23 cani ancora presenti nel rifugio gestito dalla Lega nazionale del cane, si vedrà esentato completamente dal pagamento della tassa sull’immondizia.

Fonte: buone notizie.it

Cane: molto più di un miglior amico

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Da almeno 11mila anni il cane è considerato il migliore amico dell’essere umano, anche grazie ad alcune modifiche genetiche che lo avrebbero reso più adatto a consumare i resti dei pasti dei propri padroni. Ma secondo uno studio, condotto dagli scienziati della University of Veterinary Medicine di Vienna e pubblicato su Plos One, questo legame potrebbe essere ancora più profondo, ovvero simile a quello che unisce i bambini ai loro genitori. Un aspetto molto importante da considerare nel rapporto tra essere umano e cane, spiegano i ricercatori, è quello che viene definito secure base effect. Si tratta di un effetto che si trova anche nelle relazioni tra genitori e figli: i bambini infatti, quando interagiscono con l’ambiente, usano la persona che si occupa di loro come una base sicura, un vero e proprio punto di riferimento. Fino ad ora, questo aspetto del legame cane-padrone non era mai stato esaminato con attenzione dagli scienziati. Proprio per questo Lisa Horn e il suo gruppo di ricercatori hanno deciso di indagare più da vicino il comportamento dell’animale domestico per eccellenza, e come esso cambi se le condizioni sono differenti. Per fare questo, il team ha osservato alcuni cani in tre diverse situazioni: “padrone assente”, “padrone silenzioso” e “padrone incoraggiante”. In tutti e tre i casi, gli animali potevano ottenere un premio in cibo manovrando un giocattolo interattivo. Sorprendentemente, essi si sono mostrati molto meno disposti a cercare di ottenere il cibo quando il loro padrone non era presente. Il fatto che fosse silenzioso o incoraggiante, invece, ha avuto solo una piccola influenza sulla motivazione dell’animale. In un esperimento successivo, i padroni sono stati sostituiti da persone sconosciute. Gli scienziati hanno osservato che, in generale, i cani hanno evitato di interagire con gli estranei, e non si sono mostrati particolarmente interessati a ottenere il cibo. Solo quando i loro padroni erano presenti, gli animali apparivano più motivati e sicuri di sé, e manifestavano attenzione nei confronti del giocattolo. Questo studio, secondo i ricercatori, prova come il secure base effect sia un aspetto fondamentale anche nel rapporto che lega il cane al suo padrone, e quindi come questo legame sia ancora più profondo di quello che si ipotizzava.

Riferimenti: PLOS ONE doi:10.1371/journal.pone.0065296

Fonte: galileonet.it

Se il cane è il migliore……

Se il cane è il migliore amico dell’uomo il merito è della rivoluzione agricola

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Il cane è, da sempre, considerato il migliore amico dell’uomo. I quesiti sulla nascita di questo durevole legame sembrano trovare risposta grazie a una ricerca recentemente pubblicata sull’autorevole rivista britannica Nature. Al termine di uno studio comparativo del genoma di sessanta cani di quattordici specie distinte e di dodici lupi provenienti da diverse parti del globo, Erik Axelsson, biologo dell’Università di Upssala, ha scoperto, insieme al suo staff, come il cane abbia imparato, nel corso del tempo, a digerire gli amidi, caratteristica che non appartiene al suo antenato carnivoro. Alcuni fossili di cani sono stati scoperti in Israele, in un tumulo risalente a 11-12mila anni fa, elemento che proverebbe l’addomesticamento dell’animale già in quella epoca. Se le prove fossili e la genetica dimostrano come l’addomesticamento dei cani risalga almeno all’ 9-8.000 a.C., le aree di addomesticamento dovrebbero essere state il Medio Oriente e il Sud-est asiatico.  Nello studio comparativo dell’Università di Upssala sono state identificate 36 regioni del genoma che hanno modificato il processo di addomesticamento e di adattamento evolutivo del cane: oltre la metà di queste regioni sono legate alle funzioni cerebrali e, dunque, allo sviluppo del sistema nervoso, il che spiegherebbe la sostanziale differenza di comportamento fra cane e lupo. La scoperta più rivoluzionaria, però, è quella di tre altri geni che svolgono un ruolo fondamentale nella digestione dell’amido: “I nostri risultati dimostrano che questi adattamenti hanno permesso agli antenati dei cani moderni di prosperare grazie a una nutrizione ricca di amido, (elemento che, ndr) comparativamente al regime carnivoro dei lupi, ha costituito una tappa cruciale nel loro addomesticamento” hanno scritto i ricercatori svedesi. Lo sviluppo dell’agricoltura ha avuto, dunque, la funzione di elemento catalizzatore nel processo di addomesticamento: offrendo ad alcuni lupi la possibilità di nutrirsi, senza sforzo, dei resti degli insediamenti umani, gli uomini li avrebbero progressivamente abituati alla convivenza e alla coabitazione in spazi comuni. La concomitanza fra l’alba della rivoluzione agricola e dell’amicizia fra l’uomo e il cane, dunque, non sarebbero una semplice coincidenza, ma la prima avrebbe contribuito, in maniera determinante, alla seconda. Mentre gli uomini imparavano a seminare, i cani adattavano il loro fisico ad “accettare” i nutrimenti di origine vegetale e, insieme, le due specie ponevano le basi di una convivenza che oggi diamo per scontata ma che è stata, invece, frutto di un processo durato secoli.

Fonte:ecoblog