Vorrei una casetta in Canadà… ma che abbia un tetto-giardino!

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Gli architetti dello Studio Mu di Montreal hanno realizzato una meravigliosa residenza a Cap-à-l’Aigle, nella regione del Quebec di Charlevoix. Qui, in un luogo posizionato sul fianco roccioso di una montagna, si dimostra come possano unirsi efficienza energetica e uno stile elegante. Il progetto ha preso vita dall’idea di una casa moderna capace d’integrarsi con l’ambiente circostante. Nella residenza “Malbeie V – Le Phare” il legno naturale è onnipresente come elemento di connessione dai pavimenti ai soffitti. Il rivestimento esterno è in cedro rosso mentre il tetto è un vero giardino di vegetazione locale, che isola l’edificio in inverno, riduce l’accumulo di calore nella stagione estiva e permette un controllo del deflusso delle acque piovane. Le ampie finestre forniscono un’illuminazione naturale permanente degli interni, seguendo l’orientamento del sole e assicurano un’elevata efficienza energetica. La disposizione dell’edificio a sud – ovest permette, infatti, di catturare al massimo i raggi del sole. La residenza, nelle geometrie dei suoi volumi, s’inserisce nel paesaggio boscoso che la circonda, utilizzando materiali provenienti dalla zona di Charlevoix. Si presenta come un’architettura dalle forme sobrie e minimaliste, rispettosa della bellezza del paesaggio, dichiarato dall’Unesco riserva mondiale della biosfera. I due fondatori dello Studio Mu, Charles Cȏté e Jean – Sébastien Herr, descrivono la loro creazione “un gioco semplice e leggibile di forme cubiche, che s’incastrano e sembrano essere estrapolate dalla montagna“. I muri di sostegno del livello inferiore sono stati creati avvalendosi di grandi pietre rotonde trovate in loco, le finestre sono realizzate in alluminio del Quebec ed assemblate a Montreal, persino l’acciaio impiegato per la cucina, le sale da bagno e i rivestimenti sono opera di maestranze locali. Anche per le altre residenze, costruite dallo Studio Mu nella stessa zona e facenti parte di un unico grande progetto, sono stati scelti legno locale come cedro bianco e pino e granito del sud della provincia. Nell’abitazione “Le Phare” le quattro camere da letto sono situate al piano inferiore e disposte in modo lineare, mentre dall’ingresso si sviluppa uno spazio libero e privo di strutture.Malbaie-V-Mu-architecture-31

La prospettiva del corridoio viene accentuata dagli elementi in legno naturale. Il tetto – giardino rappresenta l’apice dell’integrazione fra la residenza e il paesaggio. Nell’ambito del progetto di costruzione complessivo “Les Terrasses”, avviato nel 2009 e di cui fa parte “Le Phare”,  i promotori dei lavori hanno concepito la realizzazione di architetture contemporanee, di alto livello qualitativo, integrate fra montagna e foresta. Vi è la volontà di sottolineare la creazione di un luogo di tranquillità dove l’ambiente possa giocare un ruolo primario.

Fonte: tuttogreen

 

 

Una boathouse eco-sostenibile galleggia sul lago Muskoka

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Una delle case galleggianti sul lago canadese Muskoka, a nord di Toronto, è stata trasformata in un’architettura sostenibile. L’artefice dell’ammodernamento della piccola struttura, diventata un edificio di 600m2, è il designer Christopher Simmonds. La boathouse, situata in un’insenatura che assicura discrezione e tranquillità, è progettata per essere riparata dai venti. La costruzione originaria è stata ampliata aggiungendo una stanza degli ospiti al secondo piano e un trasformando il tetto in un terrazzo. Il secondo piano è stato pensato per essere una zona abitativa autosufficiente: a questo scopo è stato attrezzato con una piccola cucina, un bagno e una zona soggiorno.

Il designer si è mosso nell’ottica di sposare i materiali rustici e locali con linee essenziali creando una visione d’insieme contemporanea e minimalista inserita armoniosamente nella natura. La copertura esterna è realizzata con panelli in cedro rosso, disposti orizzontalmente per il piano inferiore e verticalmente nel resto della struttura, creando un estetico incontro di linee che decora e distingue le due zone abitative. Per il rivestimento interno è stato scelto invece il legno d’abete, che, illuminato dalla luce naturale delle ampie finestre, crea una calda atmosfera.Muskoka-Boathouse-11-800x1058-774x1024

L’edificio consente un accesso nautico interno, anch’esso fortemente caratterizzato dall’abete. Con il nuovo progetto, Simmonds ha aggiunto anche una scala esterna che conduce al terrazzo sul tetto, punto focale dell’abitazione, ideato come principale spazio d’aggregazione.

Fonte: tuttogreen

Fermato oleodotto in Canada, brutto colpo per le lobbies delle sabbie bituminose

Lo stop al Enbridge Northern Gateway rappresenta una battuta di arresto per le aziende petrolifere che stanno devastando la foresta canadese per estrarre petrolio di bassa qualità dalle sabbie bituminose: senza uno sbocco al mare per una veloce esportazione l’attività diventa sempre meno redditizia.

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Il governo della British Columbia ha bloccato il progetto di un oleodotto di oltre 1000 km che avrebbe dovuto trasportare il petrolio delle sabbie bituminose dell’Alberta verso il Pacifico e i mercati asiatici. Lo stop all’ Enbridge NorthernGateway rappresenta un brutto colpo per le brame di espansione dell’industria petrolifera ed è una bella vittoria degli ambientalisti. Il progetto è stato fermato perchè non presentava garanzie ambientali sufficienti in caso di perdite di greggio, nè un adeguato piano di risposta. Questa decisione rappresenta un fattore importante nella battaglia per fermare un altro e ben più devastante progetto, l’oleodotto Keystone XL, che dovrebbe trasportare il greggio canadese per 3500 km fino in Texas e che è fortemente contestato dalla popolazione americana. Non si tratta di uno stop definitivo, ma ora i costi del progetto lieviteranno, i piani di sviluppo verranno rallentati, mentre il prezzo del greggio canadese continua a scendere in mancanza di una via di esportazione affidabile.

L’industria delle sabbie bituminose è una delle più inquinanti del pianeta: per ricavare una tonnellata di petrolio occorre scavare 14,6 tonnellate di sabbie, spendere 0,21 t equivalenti di petrolio con l’emissione di 0,58 t di CO2. L’industria petrolifera dell’Alberta ha devastato 715 km² di foreste ed è responsabile dell’ 8% delle emissioni dell’intero Canada. Con una certa velleità secessionista, lo stato dell’Alberta si vanta di essere la terza “nazione” al mondo per riserve di petrolio, dopo Arabia Saudita e Venezuela, con 23 Gt sepolte nelle sabbie bituminose: non è vero, per due motivi:

·                                 la cifra di 23 Gt potrebbe essere gonfiata, visto che in un solo anno, tra il 1998 e il 1999, la valutazione delle riserve è curiosamente passata da 6 a 23 Gt .

·                                 spendendo 1t di greggio se ne ricavano 4,76 (è il concetto di EROEI), per cui soltanto il 79% dell’energia è di fatto disponibile, ovvero 18 Gt (l’EROEI del greggio saudita è pari a 10, cioè è disponibile al 90%).

Come giustamente fa notare il NY Times, lo stop agli oleodotti potrebbe mettere fine non solo alla devastazione ambientale del Canada, ma anche alla sua erosione democratica; il governo conservatore minoritario canadese ha la sua base elettorale proprio nell’Alberta e nell’appoggio delle lobbies petrolifere. Non è un caso che abbia ridotto i finanziamenti alla ricerca sul clima e stia trasformando il Canada in un petro-stato come il Texas. Speriamo che il 60% dei canadesi che non li hanno votati riescano presto a trovare un accordo.

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Fonte:ecoblog

Supermercati USA non venderanno il salmone OGM

Il salmone OGM Aquabounty dovrebbe crescere in metà tempo, ma diverse catene di supermercati non lo vogliono

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La compagnia biotecnologica Aquabounty sostiene di avere ingegnerizzato un super salmone OGM in grado di crescere nella metà del tempo. L’affermazione è contraddetta da un grafico della stessa azienda che mostra le curve di crescita: per giungere al peso commerciale minimo di 4 kg, il salmone naturale impiega 850 giorni e quello artificiale 600 (1). In omaggio alla globalizzazione, il pesce dall’inquietante nome di AquAdvantage®Salmon (ibrido di salmone, trota e tilapia), viene fatto nascere in Canada e poi portato a maturità lungo le coste di Panama. Sembra che i salmoni allevati siano tutte femmine, in modo che non possano riprodursi. (2) Diverse catene di supermercati negli USA ( Trader Joe’s, Aldi,Whole Foods, PCC natural markets) hanno comunque già dichiarato che boicotteranno il salmone OGM. “Crediamo che non sia sostenibile, né salutare” ha detto un loro portavoce. Dovrebbe essere chiaro a tutti che quando un pesce cresce in metà tempo, allora consuma risorse e inquina l’ambiente con il doppio della velocità. Gli Amici della Terra stanno facendo una campagna perché anche le catene maggiori come Wallmart rinuncino a vendere il salmone biotech. Questa mossa potrebbe avere un peso nella decisione della FDA di dare o meno il nulla osta al progetto. (1) Forse quelli di Aquabounty pensano che la maggior parte delle persone non sappiano leggere un grafico… (2) America Centrale? Solo femmine? Non vi ricorda qualcosa?…

Fonte: ecoblog

 

Per le sabbie bituminose del Canada 20 scienziati tedeschi ritirano i progetti di ricerca sostenibile

Venti scienziati tedeschi di un prestigiosi istituto di ricerca si ritirano dal progetto di studio sulla sostenibilità delle estrazioni di sabbi bituminose in Canada.

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A fare marcia indietro sulla ricerca di soluzioni sostenibili contro l’inquinamento provocato dall’estrazione di sabbie bituminose in Canada sono stati 20 scienziati del prestigioso istituto di ricerca tedesco Hermann von Helmholtz (UFZ Helmholtz) che ha sospeso tutte le collaborazioni con Helmholtz Alberta Initiative (HAI) dopo la dichiarazione di moratoria il mese scorso. Ha spiegato la decisione a Euractiv il professore Frank Messner capo del personale dell’ UFZ Helmholtz:

E stato percepito come un rischio per la nostra reputazione. In qualità di centro di ricerca in materia di ambiente e che svolge un ruolo indipendente di onesto mediatore portare avanti una ricerca del genere in questo contesto avrebbe potuto danneggiare la nostra reputazione, tanto più che il Canada si ritirato dal protocollo di Kyoto.

In pratica lo HAI era stato chiamato a trovare soluzioni sostenibili per avere il minor inquinamento possibile dalle vasche di decantazione veri e propri laghi tossici che coprono al momento 176 Km quadrati di Alberta. Ma dopo la moratoria è arrivata la sospensione della collaborazione. La sospensione della collaborazione in materia di ricerca arriva dopo un intenso dibattito all’interno della comunità scientifica e politica in Germania e non passerà inosservata a Ottawa.

Ha detto Messner:

Questo è un chiaro segnale che la comunità internazionale, in particolare la Germania, non accetta la politica del Canada in materia di energia e clima.

Dopo il Venezuela e l’Arabia Saudita, il Canada ha le riserve di petrolio più grandi al mondo principalmente sotto forma di sabbie bituminose ma la loro estrazione richiede grandi quantità di solventi, energia, acqua e prodotti chimici peraltro con enormi emissioni di CO2. Secondo James Hansen, direttore dell’Istituto Goddard per gli studi spaziali NASA:

Le sabbie bituminose canadesi depositi contengono il doppio della CO2 di tutto il totale delle emissioni emesse globalmente nella storia dell’umanità.

La conclusione di questa vicenda dunque appare lontana e probabilmente sarà oggetto di molti rapporti che vorranno dimostrare da una parte e dall’altra le tesi a favore o contro l’estrazione delle sabbie bituminose. Nel mentre si estrarranno e nel mentre le emissioni di CO2 e l’inquinamento ambientale aumenterà considerevolmente.

Fonte:  Euractiv

 

Gli OGM fanno registrare +6% di superficie coltivata nel mondo nel 2012

Aumentano le superfici coltivate a OGM nel mondo e nel 2012 sono cresciute del 6%

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Secondo il rapporto pubblicato dall’ISAAA International Service for the Acquisition of Agri-biotech Applications nel mondo dal 1996 al 2012 si è passati da 1,7 milioni di ettari coltivati con OGM a 170 milioni di ettari nel 2012. Una crescita di 100 volte. Sono 28 i paesi in cui si coltivano piante geneticamente modificate e 20 tra quelli in via di sviluppo mentre sono 8 i paesi industrializzati.

Nel 2012 si sono aggiunti due nuovi Paesi che hanno iniziato a coltivare OGM e sono il Sudan (cotone Bt) e Cuba (mais Bt). Il Sudan è diventato il quarto paese in Africa, dopo il Sud Africa, Burkina Faso ed Egitto, per la commercializzazione di una coltura biotech per un totale di 20.000 ettari. A Cuba invece sono stati seminati 3000 ettari di mais Bt ibrido con una “commercializzazione regolamentata” e l’ iniziativa fa parte di un programma per le colture eco-sostenibili con ibridi di mais biotech e additivi micorrizici. Il mais Bt è stato sviluppato dall’Istituto per Ingegneria Genetica e Biotecnologia (CIGB) de l’Avana. Il mais NK603, MON810, MON1445 et Bt11 e la soia GTS sono i più coltivati e il paese che ha più colture OGM sono gli Stati Uniti seguito dal Brasile, mentre in Canada cresce la superficie coltiva a canola mentre in Europa si coltiva in Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania.
Fonte: Actu-Environment, ISAAA, Business daily Africa