Scampia, pneumatici fuori uso diventano campo da calcio intitolato ad Antonio Landieri

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Da rifiuto a risorsa per la comunità: così, a Scampia, tonnellate di gomma riciclata ricavate da pneumatici fuori uso abbandonati si sono trasformati in un campo di calcio dedicato ad Antonio Landieri, disabile venticinquenne ucciso nel 2004 dalla camorra.

Un segnale importante per i cittadini: i vecchi campetti in disuso situati nell’area in cui oggi sorge il moderno stadio, che vuole essere un simbolo di legalità, erano infatti diventati negli ultimi anni tappa abituale di giovani tossicodipendenti. I lavori di realizzazione del nuovo manto erboso del campo, erba sintetica di ultima generazione realizzata con 77mila chili di gomma riciclata da pneumatici fuori uso, sono iniziati a luglio e terminati ad ottobre. Il progetto è frutto di un protocollo d’intesa contro l’abbandono di pneumatici nella Terra dei Fuochi, siglato nel 2013 da Ministero dell’Ambiente, Prefetture, Comuni di Napoli e Caserta, il consorzio di gestione degli pneumatici fuori uso Ecopneus, l’incaricato del Ministro dell’Interno ed il Ministero dell’Ambiente stesso. Protocollo sulla cui attuazione ha vigilato un Comitato presieduto e coordinato sempre dal Ministero dell’Ambiente, nell’ambito delle attività svolte dalla Direzione per i Rifiuti e l’inquinamento.

L’inaugurazione dello stato Antonio Landieri – ha commentato il Ministro Gallettioltre a costituire un esempio di come i rifiuti possano trasformarsi in risorsa, è anche un modo per comunicare ai cittadini che rispetto dell’ambiente e legalità viaggiano di pari passo, e un segnale importante in un territorio segnato da indubbie difficoltà”.

Complessivamente, per l’attività di gestione degli pneumatici fuori uso abbandonati ed altre complementari come quelle informative della cittadinanza, il Protocollo ha messo a disposizione circa 4 milioni di euro. Dalla data di sottoscrizione al 31 agosto 2017, sono state raccolte circa 8.000 tonnellate di Pfu abbandonati per una spesa complessiva per la corretta gestione degli stessi di circa 1.400.000 €. Sempre nell’ambito della complessiva operazione di gestione di pneumatici fuori uso è stata condotta l’attività di svuotamento di Pfu di circa 6.000 tonnellate nel sito di via Gianturco in Napoli, di circa 10.000 tonnellate nel comune di Marcianise e di circa 8.000 tonnellate nella discarica di Scisciano. Parallelamente all’attività di prelievo degli Pfu dal territorio, è stata promossa e messa in atto la campagna contro l’abbandono dei pneumatici fuori uso dal titolo “Io scelgo la strada giusta” tramite la quale il Comitato conduce l’attività di sensibilizzazione della popolazione per dare impulso alle corrette pratiche di gestione degli pfu, anche da parte di ogni singolo cittadino, di cui il campo di Scampia rappresenta una delle massime espressioni. All’inaugurazione odierna, di fronte ad abitanti, studenti e associazioni del quartiere, sono intervenuti il Sindaco di Napoli Luigi de Magistris, il Consigliere del Ministro dell’ambiente Vittorio Sepe, il Vicesindaco di Napoli e Assessore all’ambiente Raffaele Del Giudice, il Prefetto incaricato dal Ministro dell’Interno per il contrasto ai roghi in Campania Michele Campanaro e Giovanni Corbetta, Direttore Generale di Ecopneus.

Fonte: ecodallecitta.it

Nelle terre confiscate alla camorra ora cresce la canapa

Campanapa è una cooperativa che unisce una trentina di aziende campane che stanno creando filiere ecologiche e locali di coltivazione e uso della canapa su terreni confiscati alla camorra. Grazie a protocolli d’intesa con addetti del settore, vuole diffondere l’utilizzo di questo materiale anche in ambiti come il tessile e l’edile.

La rivincita della canapa sta lentamente facendo il suo corso, tanto da trasformarsi in un messaggio di legalità. Grazie a un progetto di Campanapa, cooperativa di trenta soci che riunisce alcune aziende agricole del casertano e del beneventano insieme ad alcuni operatori nel settore sociale che si occupano del recupero dei beni confiscati alla camorra allo scopo di ampliare la produzione della canapa sul territorio, nei campi confiscati alla camorra oggi la pianta cresce e diventa testimone di un percorso di ritorno alla legalità.campanapa

Esempio della fruttuosa collaborazione di Campanapa con le realtà del territorio è quello relativo al progetto “La Terra dei Cuori”. A Casal di Principe e a Santa Maria La Fossa sono stati sequestrati alla camorra alcuni campi che sono stati affidati alla Cooperativa femminile “Nuova Terra Verde” e all’associazione “Nero e non solo”: tutto questo dopo un crowdfunding organizzato da alcuni ragazzi campani residenti a Londra, dove hanno parlato dei problemi legati alla terra dei fuochi e devolvendo poi l’intero ricavo di questa campagna per lo sviluppo di una piantagione di canapa su un terreno confiscato. La canapa, oltre a creare reddito in una regione votata alla sua coltivazione per tradizione, può essere utile per bonificare i terreni inquinati grazie alle sue proprietà fitodepurative. Campanapa ne ha parlato a marzo 2017 al Parlamento Europeo nel corso della conferenza “The Multiple Uses Of Hemp”. Su un potenziale di mille ettari di campi sequestrati alla camorra, la cooperativa sta intanto coltivando su una superficie iniziale e sperimentale di cinquanta ettari. Inoltre Campanapa ha chiuso un protocollo di intesa l’Associazione nazionale costruttori edili insieme alle università di Benevento e Napoli per sviluppare dei prodotti per il settore, così come sono in fase di sviluppo dei prodotti legali al tessile. Il percorso da fare è ancora lungo e per cercare di procedere a tappe spedite Campanapa è seguita da Confcooperative e lavora con la l’Associazione Provinciale Imprese Sannite. Scopo importante di Campanapa è anche quello di convertire la filiera campana del tabacco in una filiera della canapa, aumentando quanto possibile la sostenibilità economica dell’azienda agricola impegnata nella coltivazione della pianta. Gli associati controllano così tutta la filiera produttiva e sono interlocutori di know-how per coloro che vogliono affacciarsi da neofiti alla produzione della canapa in Campania, con l’obiettivo di creare una filiera completa in vari settori di applicazione della canapa come l’alimentare, il nutraceutico, il tessile, l’edile e l’industriale.

Fonte: http://www.italiachecambia.org/2017/09/terre-confiscate-camorra-cresce-la-canapa/?utm_source=newsletter&utm_campaign=general&utm_medium=email&utm_content=relazioni

 

Carmine Schiavone pentito dei Casalesi a Sky Tg24:”I rifiuti tossici uccideranno in basso Lazio”

Dice Schiavone: “Interravamo rifiuti tossici e fanghi nucleari a Latina e in Campania da ditte che venivano da Pisa, Milano, Germania, Austria e Francia”carmine-620x350

Carmine Schiavone,l’esperto di finanza del clan dei Casalesi, l’uomo che muoveva i miliardi degli affari illeciti dell’associazione camorristica si apre alle telecamere di Sky Tg24 e alla maniera sua avverte che ancora tanta gente è destinata a morire a causa dei rifiuti tossici che giacciono nel sottosuolo del basso Lazio e Campania, finanche nella loro stessa terra, Casal di Principe. Esce dal processo Spartacus dove come pentito ha svelato i movimenti economici dell’intero clan ma avverte pure che le mafie sopravvivranno e che nessuno sarà in grado di sconfiggerle (e sembra non sia una minaccia quanto una promessa). L’intervista dura 9 minuti e è agghiacciante per due motivi: per il messaggio che manda alle istituzioni, ovvero che non sono migliori della camorra e perché avverte che una bomba a orologeria di veleni e scorie nucleari è destinata a esplodere a breve nel basso Lazio a Latina dove nelle cave sono interrati fusti con rifiuti nucleari. Il che già ha scatenato le reazioni di tutti quei movimenti che da tempo lottano nella Terra dei Fuochi per essere ascoltati proprio da quelle istituzioni che Schiavone non esita a definire corresponsabili con la camorra.

E ne spiega il perché:

Ci sono forti interessi a livello economico a livello elettorale e noi spostavamo 70 mila 80 mila voti da un partito all’altro e questo faceva la differenza nelle elezioni. Ma si stanno a rendere conto che ci stanno 5 milioni di persone a morire? Abbiamo scelto basso Lazio e Campania perché facevano parte dei Casale. Era terra nostra.

Caso ha voluto che proprio il giorno prima su Avvenire don Maurizio Patriciello il prete di Caivano che si batte contro l’omertà e la strage nella Terra dei fuochi scrivesse:

Vedere morire i figli è qualcosa di orrendo, insopportabile. Soprattutto se si poteva evitare. Il popolo semplice non riesce a capire il motivo di tanti ritardi e omissioni, di questo lasciar mano libera a chi viola la legge, a chi uccide. E comincia a serpeggiare il pensiero che, in realtà, non si voglia proprio intervenire. Che sia in atto una strategia per non arrivare a soluzioni. Che si voglia nascondere qualcosa o qualcuno. Che questa situazione «faccia comodo» a tanti. Non ha tutti i torti, la povera gente. Si sente presa in giro. I verbi coniugati da chi comanda sono sempre al futuro: faremo, diremo, provvederemo. Calato il sipario dell’occasione pubblica, resta solo un silenzio angosciante. E la gente muore, di cancro. E la Campania ancora non ha un registro tumori. E il nuovo ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ancora non viene a vedere con i suoi occhi che cosa sta accadendo in questa regione bella e disgraziata. E si fanno illazioni… Qui si agonizza e si lotta tra fuochi e fumi assassini, e chi ci governa e ci rappresenta ancora pronuncia parole come fumo leggero. Queste morti sono sempre più dolorose e insopportabili. Si muore per motivi vergognosi ed evitabili. Per silenzi omertosi. Per denaro e per potere. Ma chi se non lo Stato, nel quale continuiamo caparbiamente a credere e a sperare, deve prendere di petto la situazione?

Come risponderanno, se risponderanno, politica e istituzioni?

Fonte: ecoblog