Borracce e caffè in tazza, le Università aderiscono alla campagna contro la plastica monouso

Protocollo d’intesa tra Marevivo, Conisma e Crui, che prevede negli atenei dispenser d’acqua senza bicchieri di plastica, borracce personalizzate, macchine del caffè con bicchieri di carta o tazze personali. Previsti premi per chi abbandona la plastica monouso nella ristorazione. Da oggi (martedì 29 gennaio, ndr) anche le università italiane aderiscono alla campagna #StopSingleUsePlastic, lanciata da Marevivo, per diventare plastic free. Lo rende noto la stessa associazione, che da più di trent’anni si occupa di valorizzazione e difesa del patrimonio marino. Alla presenza di Salvatore Micillo, Sottosegretario di Stato al Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, è stato siglato l’accordo per rendere gli atenei italiani plastic free da Rosalba Giugni, Presidente di Marevivo, Sauro Longhi, Magnifico Rettore dell’Università Politecnica delle Marche, in rappresentanza della CRUI – Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, e da Antonio Mazzola, Presidente del CoNISMa– Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Scienze del Mare, in linea con le attuali posizioni del Parlamento europeo e della proposta legislativa della Strategia Europea sulla plastica che vieterà a partire dal 2021 la vendita di moltissimi articoli in plastica monouso.

Con il Protocollo d’intesa, MarevivoCoNISMa e CRUI si impegneranno a un reciproco rapporto di collaborazione in materia di sensibilizzazione ed educazione alla tutela dell’ambiente e a favorire l’eliminazione della plastica monouso nelle università. E’ prevista l’installazione di dispenser di acqua (senza bicchieri di plastica) nelle aree pubbliche, all’interno dei Dipartimenti e degli Uffici Centrali e la relativa distribuzione di borracce personalizzate; l’installazione di macchine del caffè con bicchieri di carta e con l’opzione “senza erogazione del bicchiere”, incentivando l’utilizzo di tazze personali. Inoltre saranno previsti criteri di premialità sulle future gare di appalto dei servizi di ristorazione universitaria per chi abbandona l’utilizzo di plastica monouso (posate, piatti, bicchieri), diminuendo così la produzione di rifiuti plastici negli Atenei.

«Con il lancio di #StopSingleUsePlastic – spiega Salvatore Micillo –  in tutti gli Atenei, con una sola grande campagna di sensibilizzazione portiamo all’attenzione degli studenti e del mondo universitario tre temi importanti su cui il Ministero dell’Ambiente sta lavorando dall’insediamento di questo Governo: la riduzione della plastica monouso, la salvaguardia del mare e l’educazione ambientale. Per ottenere risultati concreti nella tutela dell’ambiente è necessario il coinvolgimento e alla partecipazione di tutta la collettività. I giovani sono pieni di entusiasmo e imparano in fretta. Sono loro il nostro futuro».

«Oggi si aggiunge un altro anello alla catena del percorso “Mare Mostro un mare di plastica”, campagna partita nel 2016, che ha già ottenuto la legge per proibire le microplastiche nei cosmetici e dei cotton fioc non biodegradabili, e che adesso è impegnata ad accelerare il cammino della legge Salvamare di cui è stata ispiratrice. La campagna “Mare Mostro” ha coinvolto i palazzi della Politica, i ministeri, le regioni, i comuni, le isole minori, le scuole e adesso approda nel tempio della ricerca e della scienza, le nostre meravigliose università – dichiara Rosalba Giugni. La plastica è, e sarà, sempre di più un problema planetario se non viene affrontato con urgenza e determinazione, visto che questo materiale indistruttibile è ormai entrato nella catena alimentare con i rischi che ne possono conseguire per l’uomo».

«Questo progetto – nelle parole del Magnifico Rettore Sauro Longhi – è un’occasione importante per diffondere un messaggio urgente: quello di evitare plastiche monouso che inquinano i nostri mari. Le università oggi hanno il compito di educare e sensibilizzare i più giovani su questo tema, poiché avranno loro, domani, la responsabilità di “governare” e scegliere per il futuro di tutti».

«Quella delle plastiche è in effetti una emergenza – spiega Antonio Mazzola, Presidente del CoNISMa –  poiché i risultati più recenti ottenuti dai progetti europei di ricerca hanno confermato gli impressionanti livelli di microplastiche già presenti negli oceani e che annualmente continuano ad aumentare. Si deve ancora fare molto per valutare gli effetti biologici delle microplastiche in mare, ma è evidente che le Università hanno un ruolo fondamentale anche nelle attività di immagine, formazione, di supporto alla politica e di sensibilizzazione dell’opinione pubblica su questa importante problematica

Fonte: ecodallecitta.it

6 repellenti naturali per allontanare le formiche

Quando in casa ci sono bambini o animali domestici, è importante limitare l’uso di prodotti chimici aggressivi perché potrebbero essere ingeriti accidentalmente. I prodotti naturali, in questo caso, sono anche più economici.

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Capita a tutti, anche a chi vive in appartamento, di dover affrontare almeno una volta un’invasione di formiche in cucina o in altri ambienti della casa. È un problema difficile da risolvere completamente, specialmente quando l’elemento che le attrae si trova dentro casa. Avanzi di cibo, alcune piante, il secchio della spazzatura sono le mete più ambite dalle formiche. Lasciando da parte le possibili cause, in questi casi è necessario sistemare in casa un prodotto repellente, altrimenti le formiche finiranno per invadere gli alimenti o danneggiare il giardino. Nonostante sia semplice comprare un pesticida chimico in qualunque supermercato, dovremmo pensare che questi prodotti fanno male alla nostra salute e all’ambiente. Per questo motivo vi proponiamo sei alternative ecologiche che vi aiuteranno ad allontanare questi ospiti indesiderati in modo naturale. 

  1. Limone

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Sapevate che un ingrediente tanto comune come il succo di limone è una buona alternativa ai repellenti chimici?

Gli acidi che contiene aiutano a tenere le formiche fuori dal vostro giardino o da casa.

Ingredienti:

  • un limone
  • ½ litro di acqua
  • un nebulizzatore

Preparazione:

  • Spremete il limone e mescolatene il succo a mezzo litro di acqua.
  • Versate il liquido in un flacone con nebulizzatore e spruzzate le zone della casa invase dalle formiche.
  • Potete ripetere l’operazione più volte al giorno se necessario.
  1. Fondi di caffè

È risaputo che la posa del caffè che resta nel filtro della caffettiera conserva ancora molte proprietà. Pertanto, non è sorprendente che possa essere riutilizzata per allontanare le formiche e altri insetti. L’effetto repellente è dovuto al suo odore pungente, che disturba e allontana gli insetti.

Ingredienti:

  • due cucchiai di fondi di caffè (20 g)
  • un litro di acqua

Preparazione:

  • Mescolate due cucchiai di fondi di caffè in un litro d’acqua; spruzzate le zone di casa interessate.
  • Ripetete l’operazione almeno tre volte a settimana.
  1. Menta

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Le foglie secche di menta o il suo olio essenziale sono delle alternative naturali interessanti per respingere gli insetti.

L’aroma della menta, che ci piace così tanto, da fastidio alle formiche e impedisce che entrino in casa.

Ingredienti:

  • due bustine di tè alla menta usate (4 g)
  • olio essenziale di menta (facoltativo)

Preparazione:

  • Dopo aver utilizzato le bustine di tè alla menta, apritele e cospargete le foglioline sui possibili punti di ingresso delle formiche o in giardino.
  • Potete, in alternativa, spruzzare un po’ di olio essenziale di menta piperita mescolato con acqua.
  1. Aceto di mele

L’odore dell’aceto è forte ed è molto efficace per allontanare le formiche: nel giro di poche ore scompariranno.

Ingredienti:

  • ½ tazza di aceto di mele (125 ml)
  • ½ tazza di acqua (125 ml)
  • un nebulizzatore

Preparazione:

  • Mescolate in parti uguali l’aceto di mele e l’acqua; versate la soluzione in una bottiglia con il nebulizzatore.
  • Spruzzate il liquido sul piano della cucina, il lavabo, le finestre e le altre zone interessate.
  • Per ottenere buoni risultati, ripetete l’operazione ogni giorno.
  1. Bicarbonato di sodio e zuccheroBicarbonato-di-sodio-1-500x331

Lo zucchero è un ingrediente che attrae molti tipi di insetti. Tuttavia, se mescolato con il bicarbonato di sodio, diventa letale per questi.

Ingredienti:

  • un cucchiaio di bicarbonato di sodio (9 gr)
  • un cucchiaio di zucchero (10 gr)

Preparazione:

  • Mescolate i due ingredienti in una ciotola e poi cospargete le aree di ingresso degli insetti.
  • Utilizzate la miscela almeno tre volte alla settimana.
  1. Farina di mais

La farina di mais ha molteplici usi in casa e uno dei più curiosi è quello di repellere le formiche.

Non occorre mescolarla ad altri ingredienti e si può cospargere tutte le volte che reputate necessario.

Ingredienti:

  • Farina di mais

Preparazione:

  • Cospargete il prodotto in ambienti come il giardino, le porte e gli angoli della cucina.

 

Tutte queste soluzioni ecologiche aiutano a respingere le formiche senza danneggiare l’ambiente. Tuttavia, è importante notare che, essendo naturali, non sempre danno buoni risultati oppure possono essere necessarie diverse applicazioni prima di ottenere l’effetto desiderato.

Fonte: viverepiusani.it

Lavazza e Novamont presentano a Milano la prima capsula di caffè compostabile al 100%

Capsule in bioplastica compostabili, fatte in Mater-Bi® di terza generazione. Lavazza e Novamont le hanno presentate presso Cascina Cuccagna a Milano. Sarà sul mercato solo nel 2016, ma per EXPO Lavazza attuerà una raccolta differenziata dei fondi di caffè in collaborazione con AMSA382119

Sarà sul mercato nel 2016 la prima capsula di caffè compostabile al 100% di produzione italiana. L’hanno presentata presso la Cascina Cuccagna di Milano Lavazza e Novamont, a conclusione di un progetto di ricerca durato 5 anni.
Il problema del riciclo delle capsule di caffè è già stato affrontato, ma sinora le iniziative più virtuose si limitavano ad incentivare il riciclo delle capsule di alluminio,insieme alla plastica o al vetro, e la naturale destinazione dei fondi di caffè nell’umido (o rifiuto organico). Ora anche la capsula potrà finire nel rifiuto umido, in quanto al 100% compostabile. Novamont l’ha infatti realizzata in Mater-Bi® 3G, compatibile per ora con la sola macchina Lavazza Minù (e disponibile in due diverse miscele di caffè), ma in Lavazza promettono che l’esperimento sarà presto adottabile anche per altre macchine e, probabilmente, anche per la macchine da bar. La capsula – rigorosamente protetta all’evento di Cascina Cuccagna, probabilmente per non finire nelle mani dei concorrenti – sarà pronta nel secondo semestre 2015 e presente sul mercato nel 2016.  La terza generazione di bioplastiche, Mater-Bi® di terza generazione, il materiale della nuova plastica creato da Novamont, è una famiglia di materiali con una più alta percentuale di rinnovabilità, che usa sostanze vegetali anche da filiera agricola integrata, che si ricicla in compostaggio, in grado di biodegradare in ambienti naturali diversi e che garantisce una significativa riduzione delle emissioni di gas serra rispetto alle precedenti tecnologie. Una capsula che può essere raccolta con il rifiuto umido ed avviata al compostaggio industriale, dove capsula e caffè esausto vengono riciclati insieme in compost, concime naturale per i suoli. Lavazza ha dichiarato di avere voluto varare l’iniziativa “proprio nell’anno in cui l’azienda celebra i 120 anni, che coincidono con EXPO – dove Lavazza è caffè ufficiale di Padiglione Italia”. Per Novamont il progetto è significativo per “mostrare in concreto le potenzialità della bioeconomia, intesa come rigenerazione territoriale e non come semplice uso di materie prime rinnovabili”, ha spiega l’amministratore delegato dell’azienda Catia Bastioli.Il materiale di Novamont esce infatti da “bioraffinerie integrate nel territorio, dedicate ai prodotti ad alto valore aggiunto, quali biochemicals e bioplastiche. Il Mater-Bi® di terza generazione con cui verranno realizzate le capsule per caffè espresso Lavazza viene prodotto attraverso una filiera che coinvolge ben tre siti produttivi italiani (Terni, Patrica e Porto Torres)”. Dagli stabilimenti Novamont esce quindi anche l’acido azelaico, uno degli elementi che caratterizza il Mater-Bi® di terza generazione. Anche se la nuova capsula di caffè compostabile sarà sul mercato solo nel 2016, Lavazza ha dichiarato che, durante EXPO, sarà operativo un progetto “sostenibile” di tutti i fondi di caffè consumati: AMSA si occuperà infatti del ritiro dei fondi, che saranno poi dati in carico ad Associazioni e portati nei centri di raccolta gestiti dalle cooperative sociali, per essere utilizzati non solo come rifiuto umido, ma pure come substrato per funghi commestibili, pellet, inchiostri, semilavorati e molti altri prodotti.

Fonte:  ecodallecitta.it

Cambiamenti climatici: i cibi che rischiano di scomparire

Mais, fagioli, caffè, cioccolato e vino sono alcuni dei cibi che rischiano di scarseggiare qualora i cambiamenti climatici persistano con questa intensità. L’Arca del Gusto di Terra Madre ha portato all’attenzione del pubblico il problema della tutela dei cibi e dei piatti tipici a rischio di scomparsa. Ma i cambiamenti climatici stanno avendo pesanti conseguenze anche su cibi che vengono prodotti su vasta scala. Secondo David Lobell, direttore del Center on Food Security and the Environment alla Stanford University, sostiene che ci saranno colture che diventeranno impraticabili nonostante la possibilità di spostamento a differenti latitudini:

L’agricoltura è molto sensibile al clima, e gli effetti già evidenti. Se non è la fine del mondo è abbastanza per iniziare a pensarci.

Determinanti sono l’aumento della Co2, la scarsità d’acqua, le vertiginose oscillazioni delle temperature e una maggiore instabilità delle condizioni meteo: elementi che, per esempio, stanno creando notevoli problemi anche alla colture del nostro Paese, con effetti che incidono pesantemente sul prezzo della spesa. Ecco quali sono i principali alimenti che rischiano di scomparire.

Mais e animali che se ne nutrono

Il riscaldamento globale e la siccità sono i principali nemici della coltivazione del mais, cereale la cui crescita diminuisce del 7% per ogni grado di temperatura in più. E il mais è anche uno dei principali ingredienti dei mangimi per il bestiame, una sua carenza potrebbe far aumentare il costo della carne in maniera sensibile.

Caffè
Un fungo infestante soprannominato “ruggine del caffè” sta mettendo in pericolo le coltivazioni sudamericane e africane, con una probabile “migrazione” in Asia.

Cioccolato
Anche la coltivazione del cacao patisce i cambiamenti climatici e la materia prima potrebbe presto scarseggiare facendo lievitare i prezzi delle barrette.

Frutti di mare

Con l’aumento dell’anidride carbonica nelle acque marine, cresce l’acidità degli oceani e si indeboliscono i gusci delle ostriche e ai crostacei costretti a “migrazioni” forzate.

Sciroppo d’acero

In Canada è il dolce nazionale, ma gli aceri da zucchero patiscono la mancanza di gelate e sono seriamente a rischio.

Fagioli
Altamente proteici e diffusissimi in America Latina e in alcune zone dell’Africa i fagioli sono sensibilissimi ai cambiamenti climatici e a causa degli sbalzi di temperatura la resa dei raccolti può diminuire del 25%.

Ciliegie
Per molte persone questo frutto rappresenta una vera delizia, ma necessitano di notti fredde per crescere al meglio: se ciò non avviene e la fioritura è tardiva l’albero produce meno frutti.

Vino
La viticoltura soffre i cambiamenti climatici e attualmente l’area maggiormente colpita dal fenomeno sembra essere l’Australia: gli studiosi pensano che il 75% della terra attualmente coltivata potrebbe diventare inadatta alle coltivazioni entro il 2050. Idem per la California dove il calo potrebbe essere del 70%.159692455-586x391

Fonte:  Slow Food

© Foto Getty Images

Come riutilizzare i fondi di caffè : spunti e suggerimenti

Dal giardinaggio alla cosmesi, scoprite tutte le possibile modalità su come riutilizzare i fondi di caffè al meglio. Un’alternativa alla cosmesi tradizionale? Utilizziamo un prodotto “green” davvero sorprendente: i fondi del caffé.
Proprio così, i fondi di caffé non sono solo rifiuti organici da buttare nell’umido ma si prestano a molteplici utilizzi dal compostaggio alle creme anticellulite!caffe-fondi1-400x250

I fondi di caffé sono ottimi come fertilizzanti naturali perché sono ricchi di sostanze nutritive ma si può anche preparare un’ottimo esfoliante per la pelle. Basta applicarli sulla pelle umida mentre si fa la doccia e poi massaggiare energicamente e risciacquare bene. Come impacco, rendono i capelli scuri più luminosi. Basta applicare il caffè avanzato sui capelli prima dell’ultimo risciacquo ed il risultato è davvero meraviglioso! Aiutano a combattere la cellulite. Ecco una ricetta per combattere la cellulite con il caffé. Ma i modi di impiego sono tantissimi e possono, senz’altro, contribuire a tenere pulito l’ambiente. Eccone alcuni esempi. Si possono eliminare i cattivi odori, spargendo la polvere sul fondo del bidone della spazzatura così come ne lfrigo, se ci avete messo un cibo un pò puzzolente, una ciotolina con i fondi li spazzerà via. Inoltre si possono tenere lontani formiche e altri animaletti, lasciando una “traccia” di caffé nei buchini dove si pensa che si annidino. Ne hanno paura perché “annegano” dentro la polvere finissima. Per distogliere i gatti dall’orinare nei vasi di fiori, spolverizzare la terra con il caffé. Non ne sopportano l’odore pungente. Come anti-macchia sono molto efficaci, basta cospargere il punto dove c’è lo sporco e strofinare. Se poi avete un bel mobile in legno scuro che si è graffiato, il fondo ridotto ad una pasta se mescolato ad una crema, servirà a coprire i segni. Senza contare le virtù dei fondi di caffè per rendere più acido il terreno per le piante di tipo acidofilo (ideale come additivo per esempio per chi ha le rose sul balcone o in giardino). Ma non finisce qui. Da alcune ricerche è emersa la possibilità di utilizzo per la produzione di un bio-combustibile e la possibilità di realizzare dispositivi per la rimozione dei metalli pesanti da acque contaminate. Anche il design però vuol dire la sua: è il caso dell’olandese Matthijs Vogels, uno studente dell’Accademia di Design di Eindhoven, dai fondi di caffé ricava persino le tazzine ed i piattini (vedi immagine sotto). I piattini e le tazzine sono ovviamente compostabili.

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Infine, l’azienda londinese Re-worked ha sperimentato un metodo per trasformare i fondi di caffé in oggetto di arredamento come tavoli e sedie. Il materiale ecologico, inventato dal gruppo di designer dell’azienda, si chiama Curface, ottenuto mescolando al caffé la plastica riciclata. Insomma, i fondi di caffé sono un materiale davvero eclettico e sono certa che, dopo avere letto queste poche righe su alcune sorprendenti modalità di riuso, non li vedrete più come rifiuto, ma come vera risorsa!

Fonte: tuttogreen.it

Caffè, un fungo minaccia la produzione messicana

Cafeteros messicani in allarme per l’Hemileia vastatrix, un fungo che sta distruggendo le piantagioni di caffè Immagine

Si chiama Hemileia vastatrix il fungo che sta devastando le piantagioni di caffè del Centro America. I cafeteros lo chiamano la “ruggine arancione” o la “ruggine del caffè” e la sua diffusione sta preoccupando i coltivatori per la velocità con la quale si sta allargando a macchia d’olio nelle piantagioni dell’America Centrale. Dopo Colombia e Brasile, infatti, il Messico è il terzo produttore mondiale di caffè. Le macchie giallognole hanno iniziato a comparire nell’agosto 2012, un focolaio trasportato dal vento che ha colto di sorpresa i coltivatori costringendolo a eliminare la metà delle piante. L’altitudine contribuisce a limitare i danni, ma l’aumento della temperatura e le alterazioni nelle stagioni delle piogge hanno favorito la diffusione di questo fungo che prolifera con il caldo e l’umidità. Nel 2012 la malattia ha causato un danno del 30% e, a un mese dalla stagione del raccolto, i coltivatori di caffè messicani temono che l’incidenza possa essere ancora maggiore quest’anno. Si calcola che in tutto il Paese siano stati colpiti 60mila ettari di coltivato: dal Chiapas agli stati di Veracruz e Puebla. Nel vicino Guatemala, da dove la “peste” del caffè sembra giungere in Messico, le perdite sono state nell’ordine di 270 milioni di dollari. In Costa Rica, Panama, Nicaragua, Repubblica Dominicana, El Salvador, Honduras, Giamaica e Perù si è perso sino al 40% del raccolto. Amecafe stima che in Messico si sia perso il 10%, ma a preoccupare maggiormente è l’impatto dell’Hemileia vastatrix sul raccolto 2012-2013. La “ruggine del caffè” ha un impatto devastante anche a livello sociale, privando i piccoli agricoltori dell’80% del loro reddito e costringendo i grandi produttori ad assumere meno lavoratori per la stagione dei raccolti. Perdite che hanno un impatto di non poco conto sull’economia nazionale.

Fonte:  El Pais

Per combattere la cellulite bastano 1 kg di frutta e verdura al giorno

Ecco la dieta perfetta per eliminare la cellulite: 1 kg di frutta e verdura al giorno.veggie1-620x350

Per combattere la cellulite e i suoi inestetismi come la pelle a buccia d’arancia, avevo suggerito, nel post precedente una dieta sana che includesse acqua, frutta e verdura, esercizio fisico e trattamenti naturali e fai da te. Ebbene secondo i dati esposti a La salute nel piatto, convegno che si è tenuto a Roma, la cellulite si inizia a contrastare proprio a tavola, cambiando stile di vita e alimentazione. I cibi che si prestano meglio a contrastare la cellulite sono le verdure, la frutta e i legumi. Infatti questi alimenti hanno proprietà antinfiammatorie ideali per contrastare, appunto, la cellulite causata proprio da processi infiammatori dovuti a una serie di circostanze tra cui la situazione ormonale, lo stile di vita e la familiarità. Una dieta sana, dunque, che prevede almeno 1 Kg di verdura e frutta al giorno ripartita per 5 porzioni e per 4 mesi assicura il miglioramento se non l’eliminazione della cellulite che si concentra sopratutto su fianchi, cosce, addome e glutei. Da evitare però anche gli insaccati, i cibi eccessivamente salati o dolci, le bevande zuccherate e la troppa carne rossa. Spiega Pier Antonio Bacci docente di medicina estetica all’università di Siena: L’ideale è alternarle o meglio ancora, per comodità, unirle in una macedonia, in cui siano presenti contemporaneamente. Per raggiungere prima la sazietà è bene iniziare i pasti principali con verdure. Seguendo questi consigli già nei primi dieci giorni si possono vedere i primi effetti apprezzabili, nei seguenti trenta il miglioramento diviene evidente. Se la guerra deve essere totale è necessario attivare altre precauzioni a livello alimentare e non solo. La rinuncia al caffè e alle sigarette è obbligatoria. Naturalmente se ci si aggiunge un po’ di esercizio fisico come usare la bicicletta tutti i giorni, o camminare a piedi, o per le più sportive pattinare, allora il gioco è fatto. Ovviamente questi consigli relativi al cambiamento dello stile di vita non devono riguardare solo la parentesi estiva, ma coinvolgere appieno tutta la vita per avere il massimo dei benefici in termini salutari e non solo estetici.

Fonte: ItaliaFruit

Curare la cellulite con tanti rimedi naturali fai da te

Con l’arrivo dell’estate ecco la prova bikini che scoraggia praticamente tutte. Per rimediare ai gonfiori e inestetismi di gambe, pancia e fianchi ecco alcune ricette per una crema anticellulite fai da te.crema1-620x350

La cellulite non è solo un inestetismo ma un vero problema per le donne che ne soffrono, ovvero la maggior parte. A volte è fastidiosa e la zona di pelle colpita spesso ha la caratteristica forma a buccia d’arancia, o è gonfia e dolorante e anche più fredda. Le cause sono varie e connesse tra di loro: si va dagli ormoni alla familiarità. Certamente ciò che conta davvero e rivedere il proprio stile di vita e preferire una dieta che contenga acqua, frutta e verdura in abbondanza; poi va anche fatto un po’ di sport, come andare in bicicletta, camminare a piedi, fare le scale e anche pattinare. Anche un po’ di interventi esterni possono aiutare e dunque ecco qui a consigliare una crema anticellulite a base di ingredienti naturali da preparare in casa e che possiamo trovare in cucina.

Impacchi con sale marino e olio evo. I principi attivi sono semplicissimi da trovare nella nostra cucina: sale marino grosso e olio extra vergine d’oliva. Per il sale meglio preferire quello integrale e non sbiancato più ricco dei principi attivi marini. Il trattamento è semplice: si mescolano 4 cucchiai di olio EVO e mezza tazza di sale marino integrale e grosso e con il composto si inizia a massaggiare delicatamente la zona interessata dalla cellulite. Il massaggio, che dura circa 5 minuti, deve essere circolare e molto delicato essendo il sale un potente esfoliante. Avvolgere la parte trattata in un asciugamano e proseguire. Al termine del trattamento stendersi nella vasca da bagno senza acqua e lasciar trascorrere circa 10-15 minuti in totale relax. Risciacquare le parti senza usare il sapone.

Impacchi con fondi del caffé e alghe. Un altra ricetta, questa americana, ci consiglia di usare i fondi del caffè ben caldi da stendere sulle parti colpite e di avvolgere con alghe, le laminarie in questo caso, ricche di iodio e magnesio. Sigillare l’area con asciugamani e attendere una mezz’ora. Risciacquare con acqua tiepida e senza sapone.

Impacchi con il succo di pompelmo. mescolare una tazza di olio di mais con mezza tazza di succo di pompelmo e 2 cucchiai di timo secco o fresco. massaggiare fianchi, cosce e pancia e coprire le parti con asciugamani. Risciacquare dopo mezz’ora.

Aceto di mele e olio. Ecco infine ancora una ricetta con ingredienti naturali come aceto di mele e olio. Dovete mescolare circa tre parti di aceto di mele con una parte di olio per creare una soluzione efficace per la riduzione della cellulite. Applicare, massaggiando, una o due volte al giorno per ottenere la massima efficacia. Risciacquare con acqua tiepida.

Fonte: In Erboristeria, SpaBoutique, Ehow

La ricetta del tiramisù vegan senza uova e mascarpone

La ricetta del tiramisù vegan senza mascarpone e uova è un grande esempio di come la pasticceria può venire incontro alle necessità alimentari di chi per etica o per salute rinuncia ai derivati animali come latte, uova e mascarpone.tiramisù-620x350

Preparare il tiramisù vegan senza mascarpone e uova non è una sfida da poco. Ma perché farlo? e perché deformare una ricetta perfetta usando ingredienti diversi? I motivi sono sue, uno di tipo etico, ovvero la scelta di chi ha preferito una dieta vegana priva di alimenti di origine animale e una salutistica. Ci sono moltissime persone intolleranti al lattosio o alle uova oppure che devono contenere il consumo di alimenti ricchi di colesterolo e che dunque devono stare alla larga proprio da latte, uova e mascarpone. Peraltro la versione vegan del tiramisù è così leggera che si presta ad essere consumato anche da chi è a dieta. Il criterio con cui è realizzato questo fantastico dolce, il Tiramisù, è noto: a strati di biscotti savoiardi inzuppati nel caffè, si alterna una crema zabaione a freddo con mascarpone. Chiude gli strati una spolverata di cacao amaro. Ora per la versione del tiramisù vegan che vi propongo di confezionare in monoporzioni in coppette calcolate che vi occorrono 5/6 biscotti a testa. I biscotti devono essere del tipo secchi e senza uova, burro o latte e ve ne sono di diversi tipi in commercio. Ma nulla vieta sua si farseli da soli mescolando farine varie tra e latte di soia con un po’ di bicarbonato e lasciar cuocere in forno. Ingredienti per 2 persone: 12 biscotti secchi di media grandezza; caffè ottenuto da una macchinetta moka per 3 persone; 2 cucchiai di zucchero di canna; 125 gr di panna vegetale possibilmente di soia; 125 gr. di yogurt di soia; cacao in polvere, granella di nocciole o mandorle. Questo il procedimento per assemblare il tiramisù nelle coppette da conservare poi al fresco. Montare la panna di soia ben soda. Conservarne un paio di cucchiaio per la decorazione finale. Aggiungere alla panna nella ciotola lo yogurt di soia delicatamente senza smontarla. Bagnare i biscotti nella ciotola in cui abbiamo messo il caffè zuccherato. Disporre i biscotti nelle coppette formando un primo strato su cui andremo a adagiare un paio di cucchiai di crema di panna di soia e yogurt di soia. Aggiungiamo la granella di nocciole o di mandorle, ma vanno bene anche granella o cioccolato grattugiato. Alterniamo gli strati nelle due coppette sino la termine degli ingredienti. Sulla sommità del dolce spolverizziamo un po’ di cacao amaro e decoriamo con il ciuffo della panna di soia conservata a parte e con granella di nocciola, o mandorla o del cioccolato; ma va bene anche una scorzetta di arancia candita oppure una ciliegia sciroppata, una fragola fresca. Insomma fate voi. Il dolce si conserva un paio di ore al fresco, poi inevitabilmente si smonta, quindi da consumare il prima possibile.

Fonte. Ecoblog