“Brindisi come una bomba”, la lettera di PeaceLink al Commissario europeo Vella

PeaceLink scrive al commissario europeo per l’ambiente Karmenu Vella per difendere il diritto alla salute dei cittadini. “Alcuni inquinanti superano di milioni di volte la soglia di legge consentita”381081

Nuova iniziativa di PeaceLink presso la Commissione Europea, questa volta per difendere il diritto alla salute e all’ambiente dei cittadini di Brindisi. La richiesta è di esaminare la situazione della città alla luce della Direttiva Europea sulle Emissioni Industriali 2010/75/EU, ed è rivolta al nuovo Commissario europeo per l’ambiente, gli affari marittimi e la pesca, il maltese Karmenu Vella. Ecco il testo della lettera:

Brindisi è una bomba. Si può trovare nel suo ambiente ogni tipo di agente inquinante e l’impatto sulla popolazione è estremamente importante, come riportato nel Report BMC Pregnancy and Childbirth sulle malformazioni neonatali di bambini nati da madri che vivono a Brindisi. Nella discarica brindisina di Micorosa, ad esempio, sono stati trovati – ne ha dato informazione l’Espresso – importanti quantità di agenti inquinanti: cloruro di vinile in quantità di 7,7 milioni volte oltre il limite; 1,1 dicloretilene 198 milioni di volte superiori al limite; benzene 50.000 volte oltre il limite, diossina 40 volte oltre il limite. Con questa lettera, intendiamo inoltre portare all’attenzione della Commissione Europea il fatto che Brindisi sia sede di una serie di grandi impianti industriali, i cui effetti sulla popolazione sono critici e potenzialmente molto pericolosi”.
In allegato trovate la lettera originale in inglese e la traduzione in italiano.

IL TESTO DELLA LETTERA IN ITALIANO

Marco Alvisi, Salute Pubblica

Antonia Battaglia, Peacelink

Alessandro Marescotti, Presidente nazionale di Peacelink

Maurizio Portaluri, Oncologo nel Servizio Pubblico Nazionale

Ornella Tarullo, Peacelink


19 novembre 2014 – Redazione Peacelink

La centrale di brindisi

Autore: noalcarbonebrindisi.blogspot.com
Fonte: noalcarbonebrindisi.blogspot.com

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Lettera Brindisi indirizzata al commissario Vella – italiano [0,07 MB]

 

 

Lettera Brindisi indirizzata al commissario Vella – inglese [0,06 MB]

 

 

 

Fonte: ecodallecitta.it

Cina, allarme fosfogessi: i concimi sono una “bomba ad orologeria”

Non passa giorno senza che in Cina emerga un nuovo scandalo ambientale: l’ultimo in ordine cronologico è emerso grazie a Greenpeace, che accusa il colosso asiatico di rappresentare una “bomba ad orologeria” a causa dell’enorme produzione di fosfogessi, scarti di lavorazione delle industrie di concimi fosfatici, altamente inquinanti.

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Il colosso asiatico infatti ha notevolmente incrementato (+40%) la propria produzione di concimi fosfatici dal 2001, divenendo leader nel settore: una medaglia che, se da un lato fa risplendere il lato economico di questa industria dall’altro rende oscuro il destino ambientale legato alla produzione di fosfogessi, sottoprodotti di lavorazione altamente inquinanti che oggi ammontano a diverse centinaia di milioni di tonnellate in tutta la Cina.

Ha spiegato Lang Xiyu, autore del rapporto sul tema dal titolo“Vivere in pericolo” pubblicato da Greenpeace (potete leggerlo cliccando qui):

La Cina ha accumulato ormai almeno 300 milioni di tonnellate di fosfogesso, più di 200 kg per ciascun abitante. E la cosa più grave è che il fosfogesso contiene una serie di sostanze estremamente nocive.

Un problema, quello dello stoccaggio dei fosfogessi, tipici scarti di lavorazione di fertilizzanti e detergenti, che purtroppo conosciamo bene anche in Italia: a Tito Scalo, nel materano, è stoccata un’enorme quantità di fosfogessi sottoforma di

un enorme ed abusiva discarica di fanghi industriali, come denuncia da tempo il segretario di Radicali Lucani Maurizio Bolognetti. La pericolosità di questi scarti è legato in particolar modo ai radionuclidi contenuti nei fosfogessi, Th232, Ra226, U238, anch’essi fortemente pericolosi per la salute umana ed ambientale; i risultati delle indagini condotte da Greenpeace in Cina sono allarmanti. A partire da maggio 2012 l’associazione ambientalista ha effettuato dei controlli di campionamento ed analisi sui fosfogessi smaltiti da alcune imprese nella provincia del Sichuan, ottenendo risultati decisamente preoccupanti: più di un terzo dei campioni sono stati classificati come rifiuti pericolosi solidi per gli altissimi livelli di fluoro riscontrati; lo smaltimento dei cumuli di scorie contenenti fosfogessi inoltre è risultato decisamente al di sotto degli standard nazionali cinesi (che pure non possono certamente essere definiti stringenti).

Il risultato è una “bomba ad orologeria” che non si sa quando esploderà: i rilievi infatti sarebbero solo

indicativi di più ampi problemi ambientali in tutta la Cina […] di fosfogessi gettati in mezzo al verde e, sopratutto, in prossimità di villaggi locali.

scrive Greenpeace, che spiega come la reazione di alcuni abitanti, esasperati dalla situazione ormai insostenibile, sia stato il semplice noleggio di un escavatrice per la rimozione dei rifiuti stessi. Un rimedio che, nell’ignoranza in cui viene mantenuta la popolazione cinese delle aree rurali, è peggiore del male, ma che è emblematico del un punto di non ritorno, del messaggio di sfida lanciato dalle popolazioni alle autorità. L’uso dei fertilizzanti agricoli è fortemente incentivato dalla propaganda cinese, che spinge il settore sempre più ad un uso intensivo delle aree agricole: il “grande balzo in avanti” della rivoluzione maoista sta però facendo schiantare il colosso cinese sul muro dei veleni, dell’inquinamento che ormai attanaglia e soffoca un intero paese, a partire dalla sua capitale.

Fonte:  Greenpeace