La Vallescura: “Così produciamo una birra contadina sana e sostenibile”

La storia dell’azienda agricola “La Vallescura”, un’azienda a conduzione familiare con sede a Piozzano, nell’appennino piacentino, che si è dotata per prima in Italia di una malteria che ha permesso di realizzare una vera birra contadina di eccellenza, grazie anche alla coltivazione dell’orzo biologico nei propri campi. Un percorso che ha comportato anche una scelta coraggiosa di cambiamento di vita dei suoi fondatori. Una scelta che il tempo ha ampiamente ripagato e non solo in denaro. A Piozzano, nel cuore dell’appennino Piacentino, l’azienda agricola “Vallescura” è riuscita a chiudere la filiera agricola della birra artigianale, realizzando una birra contadina omonima, grazie al fatto di essere la prima azienda agricola italiana ad essersi dotata di una malteria.

La storia dell’azienda agricola inizia il 2 agosto del 1985. E’ il giorno in cui Mauro Lafranconi e sua moglie, originari della provincia di Lecco, decidono di lasciare i rispettivi lavori di perito elettrotecnico e di gestrice di un supermercato per realizzare il sogno di dar vita ad un’azienda agricola in un ambiente, quello di Piozzano, molto meno antropizzato e più legato ai cicli naturali: “mia moglie ha assecondato le mie pazzie” ci racconta Mauro “e abbiamo abbandonato il certo per l’incerto. L’unico modo razionale per tentare di realizzare quello che io chiamo il sogno lucido.”

La coppia dà vita ad un’azienda agricola che inizialmente si occupa soprattutto di cereali e zootecnia (allevamento di capre e pecore, con la produzione di un formaggio di qualità) per poi ampliare il suo interesse verso il mondo della birra artigianale. “E’ stato soprattutto grazie alla spinta dei miei tre figli, che lavorano insieme a noi in azienda. Nel 2008 abbiamo così scelto di realizzare una birra artigianale e agricola. In quegli anni quando in pochi ne parlavano, mentre oggi l’argomento è molto inflazionato e il settore in crescita. Noi volevamo che il nostro orzo biologico, che coltiviamo nei nostri terreni, diventasse materia prima per le nostre birre. Siamo stati in Germania a fare delle ricerche, che poi sono sfociate nella costruzione e nel brevetto di quella che è stata la prima micromalteria italiana.”

Nel 2009 arriva una prima grave battuta d’arresto: una frana colpisce duramente la casa della famiglia e una parte dell’azienda. Insieme al problema giunge però anche la soluzione: “nel 2010 la birra è diventata un prodotto agricolo, ma dopo la frana del 2009 abbiamo messo a disposizione la nostra malteria e i macchinari per altre aziende agricole e oggi realizziamo diverse birre a marchio per diverse aziende agricole. Questo perché, essendo noi sull’Appennino piacentino e non avendo una visione legata all’affarismo ma solamente alla passione per l’agricoltura sana, non abbiamo una grossa rete commerciale e lavoriamo moltissimo in conto lavorazione, il che ci permette di rendere sostenibile l’attività. Abbiamo identificato un luogo dove vivere e dove crescere la famiglia e la birra per noi è un modo che ci permette di vivere e sopravvivere.”img_2338

La birra Vallescura prodotta ha quattro nomi: Melodia, Armonia, Melania, Apami, Pociuo, ognuna è una diversa varietà di birra. Rifiutando la Grande Distribuzione e i circuiti più altisonanti, viene venduta principalmente attraverso i G.A.S. “ma stanno aumentando anche i consumatori sempre più consapevoli che la acquistano, anche perché noi cerchiamo di sensibilizzare le persone su cosa davvero significhi e comporti la qualità di un prodotto, che va di pari passo con la sua storia.”

Oggi due dei tre figli di Mauro, Daniele e Giacomo, e Mauro stesso lavorano a tempo pieno a questa attività: “io continuo anche a condurre un piccolo allevamento di maiali biologici” ci spiega Mauro “perché tutto lo scarto della produzione della birra come l’orzo, le trebbie di birra e i germogli essiccati vengono utilizzati nell’allevamento di questi maiali bradi. Invece di scappare all’estero, con sacrifici e abnegazione, i miei tre figli hanno deciso di rimanere qui e questo per me è un motivo di grande soddisfazione, oggi come nonno vedo le mie nipotine giocare nei prati e nel torrente, quindi non è solo un lavoro ma una scelta di vita e una condivisione di valori.”3

Concludiamo il nostro incontro con una considerazione di Mauro: “Per chiudere completamente la filiera bisogna avere una lucida follia e una grande grinta. Le normative privilegiano i grossi investimenti e i grossi agricoltori, un giovane che vuole realizzare una simile attività trova tantissime difficoltà, non ultime quelle burocratiche e amministrative. Deve sopperire una forza di volontà importante, ma le cose si possono fare grazie anche ad una lucidità di base che è indispensabile.”

Consigliamo vivamente la lettura di approfondimento di Giuliana Cassizzi sulla storia dell’azienda agricola “La Vallescura”, e cogliamo l’occasione per ringraziarla per la concessione del materiale fotografico e delle immagini video relative alla malteria.

Fonte: http://www.italiachecambia.org/2017/10/io-faccio-cosi-186-la-vallescura-birra-contadina-sana-sostenibile/?utm_source=newsletter&utm_campaign=general&utm_medium=email&utm_content=relazioni

La lotta biologica nell’orto di maggio

Una guida sostenibile per la lotta biologica nell’orto di maggio. La guida pratica per combattere lumache rosse e grillo talpa con trappole, rimedi e dosaggi.

L’orto di maggio è un mese impegnativo: bisognerà sarchiare per eliminare le erbe infestanti, si potrà seminare in piena terra coltivazioni quali carote, zucche, peperoni, peperoncini, insalate e aromatiche e seminare in semenzaio all’aperto cavolo, porro e sedano; maggio è anche il mese dei trapianti, in particolare modo, solanacee cucurbitacee. Quest’ultima operazione colturale è molto delicata, pertanto, si dovrà prediligere il sistema con il pane di terra che garantisce una minore mortalità delle piante messe a dimora e un attecchimento e un accrescimento uniforme e regolare. A maggio, poi, in previsione dell’arrivo del caldo estivo, si dovrà pacciamare alcune colture per mantenere un buon grado di umidità del terreno e per limitare le sarchiature. Ancora, in questo mese in cui le nostre coltivazioni crescono e si fanno più rigogliose, è bene pensare ai sostegni e iniziare a raccogliere aglio e cipolle.
LE MALATTIE

Maggio è anche un mese in cui le nostre coltivazioni sono minacciate da attacchi parassitari quali la dorifora della patata, gli afidi, le lumache e il grillotalpa. Ricordarsi di controllare settimanalmente le nostre coltivazioni rimane il migliore metodo per controllare e contenere gli eventuali attacchi parassitari.

LE LUMACHE

Le lumache appartengono alla classe dei gasteropodi e si dividono in chiocciole se presentano il guscio, e in limacce se non lo hanno. Le prime possono essere utili perché si cibano anche di uova di limacce, mentre queste ultime sono molto dannose per le colture e per le specie ornamentali poiché si nutrono di fiori, di foglie e di porzioni verdi di pianta, compromettendo, in alcuni casi, la vita stessa della pianta defogliata. Le lumache prediligono le ore serali, le temperature miti e l’umidità.

LA PACCIAMATURA CONTRO LE LUMACHE

Uno dei rimedi più semplici e utili contro le limacce è la segatura, la cui consistenza asciutta e ruvida risulta poco invitante per le lumache. Spargere la segatura o il truciolato sul terreno, e quindi pacciamare, allontana le lumache, trattiene l’umidità del terreno e contribuisce al controllo delle malerbe.coccinelle

TRAPPOLE DI BIRRA CONTRO LE LUMACHE

Altro rimedio contro le lumache sono le trappole di birra, da cui le lumache sono attratte: interrate un vasetto contenente birra e sostituitelo ogni due giorni. L’odore attirerà le lumache, che moriranno per annegamento.
I LUMACHICIDI BIOLOGICI

In commercio esistono anche dei lumachicidi biologici a base di ossido di ferro, che si spargono uniformemente tra le piante o si distribuiscono sul perimetro interessato e che, oltre a catturare le lumache, arricchiscono il terreno di microelementi. Il dosaggio consigliato è di 5 g ogni mq, da applicare fino a 4 volte nell’arco dell’intero ciclo vegetativo, preferibilmente durante le prime ore serali. Unico neo: il costo non proprio contenuto.
LA RACCOLTA MANUALE. UTILE PER NUTRIRE I NOSTRI ANIMALI DA CORTILE

Un’efficace tecnica di lotta alle lumache è rappresentata dalla raccolta manuale durante le ore serali e se avete polli e anatre ricordate che questi, come tutti gli avicoli, sono ghiotti di limacce.
ALTRI RIMEDI CONTRO LE LUMACHE

Salvia, timo e assenzio, invece, sono ottimi repellenti naturali contro le lumache. Un altro metodo per scoraggiare le lumache è dato dalla dispersione nell’orto di polveri che potrebbero attaccarsi al corpo umido di questi voraci molluschi di terra, disidratandolo. Fondi di caffè, cenere di legna e gusci d’uovo polverizzati, come i nastri adesivi coperti di sale, hanno però la controindicazione di essere lavati dalle piogge e dall’umidità. Recenti studi, infine, confermano che la presenza di lombrichi e la biodiversità del nostro orto farebbero diminuire gli attacchi delle lumache quasi del 60%.
IL GRILLOTALPA

Il grillotalpa è un insetto polifago di colore bruno dell’ordine degli Ortotteri, è lungo tra i 3 e 5 cm, ha un diametro di 2 cm e si presenta con due zampe robuste con le quali scava gallerie nel terreno, tranciando le radici delle piante. Il grillo talpa predilige terreni umidi e di bonifica ed è un insetto infestante e notturno. Buchi nel terreno, piante secche, tuberi e foglie rosicchiate sono i segni della presenza del grillotalpa, spesso attratto nel nostro orto da residui vegetali di carote, peperoni e pomodori.

TRAPPOLE DI BIRRA NELLA LOTTA CONTRO IL GRILLOTALPA

Anche in questo caso le trappole di birra rappresentano un ottimo alleato nella lotta biologica. Sarà sufficiente interrare una bottiglia di plastica tagliata a metà, riempita di birra e residui di ortaggi, per attirare il grillotalpa. Bruciare gli insetti catturati e spargerne la cenere sul terreno rappresenta, invece, un ottimo repellente contro possibili futuri attacchi. E’ consigliabile procedere quando l’adulto esce per accoppiarsi, tra aprile e tutto maggio.
I NEMATODI NELLA LOTTA CONTRO IL GRILLOTALPA

L’applicazione del nematode si effettua previa dispersione in acqua, distribuendolo poi al suolo con un mezzo a doccia. I nematodi entomopatogeni di tipo Steinernema Carpocapsae sono parassiti utili nella lotta biologica contro le larve di grillotalpa. Una volta penetrati nelle aperture naturali di quest’ultimo, ne causano lentamente la morte.
DOSI, MODALITA’ E AVVERTENZE NELL’UTILIZZO DEI NEMATODI NELLA LOTTA CONTRO IL GRILLOTALPA

Il dosaggio è di 50 milioni di larve per 100 m2, è consigliabile acquistare il prodotto in prossimità dell’utilizzo, conservarlo al fresco e agire tra maggio e settembre. Lo Steinernema Carpocapsae è un parassita innocuo per coltivazioni e animali ma non è un prodotto selettivo, pertanto, potrebbe essere sconsigliabile il suo utilizzo in agricoltura.
LAVORAZIONI DEL TERRENO CHE SCORAGGIANO LA PRESENZA DEL GRILLOTALPA

Come abbiamo visto, l’habitat ideale del grillotalpa è rappresentato dai terreni umidi, un buon drenaggio del terreno, dunque, contribuisce a prevenire la presenza di questo dannoso insetto.

Fonte: stilenaturale.com

 

L’acqua che mangiamo ci farà soffrire la sete dal 2025

L’acqua dolce è poca e ce ne servirà sempre di più in futuro. I beni e le merci per essere prodotte hanno bisogno di acqua e di qui al 2025 almeno i 2/3 della popolazione mondiale potrebbero soffrire la sete.

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L’acqua potabile è una delle risorse più scarse sul nostro Pianeta ma sembriamo non accorgercene e neanche sembra ci interessi. La maggior parte di noi è nato con l’acqua potabile in casa, sia calda sia fredda; acquistiamo merci prodotte con acqua ma non realizziamo questo uso continuo e costante che ne viene fatto e compriamo come assetati, pur non avendone bisogno. L’acqua si mangia e noi ne mangiamo tanta: almeno 3800 chilometri cubi di acqua dolce sono prelevati ogni anno in tutto il Pianeta e se nel 20125 avremo un miliardo di bocche da sfamare in più allora serviranno ancora altri 1000 chilometri cubi di acqua dolce all’anno pari a 20 fiumi come il Nilo. Su Mareeonline l’intervista a Francesca Greco e Marta Antonelli che hanno scritto L’acqua che mangiamo (ed. Edizioni Ambiente euro 25) in vendita dal 22 marzo, giornata mondiale dell’acqua, che presenta appunto i costi ambientali e economici di quell’acqua virtuale che viene consumata per produrre merci ma che non viene mai conteggiata.

Spiega Francesca Greco:

I consumatori non sono sempre al corrente di cosa ci sia dietro quello che consumano, in particolar modo riguardo all’acqua che viene usata per la produzione dei beni. Per questo motivo ogni consumatore dovrebbe iniziare a conoscere la filiera alimentare dei prodotti che compra e con quale acqua è irrigato. Alcune aziende private stanno cercando di attuare una tutela idrica e già alcune organizzazioni internazionali, una su tutte le Nazioni Unite, applicano questo tipo di tutela soprattutto nel settore alimentare.

In ogni caso se volete sapere quanta acqua si consuma per produrre merci sappiate che, come riporta waterfootprint:

  • con 300 litri di acqua si ottiene 1 litro di birra
  • con 1000 litri di acqua si ottiene 1 litro di latte
  • 2500 litri di acqua per avere 1 KG di riso
  • 15400 litri di acqua per avere 1 KG di carne di manzo
  • 10000 litri di acqua ci danno 1 KG di cotone
  • 1600 litri di acqua per avere 1 kg di pane di grano

Certamente le industrie dell’agroalimentare e l’agricoltura dovranno iniziare a porsi il problema e anche noi consumatori iniziando a premiare quelle aziende e imprese che sul serio applicano progetti e programmi per ridurre l’uso e non solo lo spreco dell’acqua.

Fonte: Mareeonline