Cooperativa Gemerello punta ad efficienza energetica

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2G Italia Srl, filiale italiana di uno dei maggiori produttori mondiali di impianti di cogenerazione per la generazione decentrata e fornitura di energia elettrica e calore, presenta la scelta efficiente della Società Agricola Cooperativa Gemerello, che ha adottato un cogeneratore agenitor 408 alimentato a biogas da 300 kW aumentando in maniera considerevole la potenza energetica a propria disposizione.

Cooperativa Gemerello sostiene l’ambiente

La Cooperativa Gemerello è nata grazie alla cooperazione tra l’Azienda Agricola La Maddalena, proprietaria delle strutture e dei bovini e il socio Magnano Corrado, che principalmente coltiva frutta, verdura e cereali.

Da quattro generazioni la famiglia Busso, proprietaria dell’Azienda Agricola La Maddalena di Cavour, in provincia di Torino, sceglie con cura particolare i bovini destinati all’ingrasso. Li alleva in grandi spazi e li alimenta con prodotti vegetali aziendali sotto il costante controllo dei migliori tecnici specializzati. Oltre quarant’anni di passione per l’allevamento dei bovini spesi nella costante ricerca della qualità e dell’eccellenza.

Cooperativa Gemerello punta ad efficienza energetica

La voglia di condividere direttamente con il consumatore i risultati di questa esperienza ha portato Marco Busso a dar vita alla sua azienda agricola che fa parte, insieme ad un’altra azienda, della Cooperativa Gemerello.

L’azienda alleva 6 razze di bovini (Piemontese, Blonde d’Aquitaine, Blu Belga, Limousine, Charolaise, Aubrac) ed effettua la vendita diretta del prodotto, supportata anche dal servizio di prenotazione e consegna a domicilio. La Maddalena ha il controllo diretto della qualità della materia prima, delle fasi di lavorazione, dei tagli e della preparazione dei pacchi, mirando costantemente alla soddisfazione dei consumatori sempre più attenti al rapporto qualità prezzo.

“Abbiamo identificato questa soluzione desiderando abbattere in maniera considerevole le emissioni di azoto della nostra azienda agricola e ricercando un efficientamento dei costi generali”, dichiara Marco Busso, titolare dell’azienda La Maddalena. “Visto l’elevato numero di capi presenti avevamo un naturale interesse per la produzione di energia da biogas e ci è parsa una scelta naturale quella di implementare e aumentare la potenza dell’impianto”.

Cooperativa Gemerello adotta generatore alimentato a biogas

La Cooperativa Gemerello ha adottato il cogeneratore 2G agenitor 408 alimentato a biogas. L’impianto, realizzato interamente da 2G, è andato a sostituire un motore esistente che aveva una potenza totale di 250 kW. L’impianto attuale possiede un rendimento elettrico di 300 kW e uno termico di 308 kW e tutte le caratteristiche proprie e innovative della serie agenitor. I prodotti della serie agenitor possiedono, infatti, una geometria della camera di combustione modificata che consente di ottimizzare l’intero ciclo termodinamico permettendo un raggiungimento di livelli di efficienza molto elevati con un valore complessivo di oltre l’83%.

“Stiamo da qualche tempo portando avanti un percorso di ristrutturazione aziendale che punta, oltre alla progettazione, installazione e manutenzione di impianti proprietari anche alla sostituzione di vecchi impianti realizzati da altre realtà”, dichiara Christian Manca, CEO di 2G Italia. “La nostra è un’azienda storica e di qualità che produce motori altamente performanti e che hanno prestazioni uguali, se non superiori, ai marchi più utilizzati globalmente”.

L’impianto è progettato come un modulo compatto chiavi in mano con un montaggio modulare che ne facilita l’installazione anche in luoghi poco accessibili. È molto affidabile nelle normali operazioni di avvio-arresto grazie alle componenti del motore altamente resistenti. Grazie all’alta affidabilità e alla robustezza che lo contraddistingue necessita di bassa manutenzione.

Aggiunge Busso: “Abbiamo scelto 2G in quanto ci ha offerto esattamente quello che stavamo cercando. Non abbiamo ancora la possibilità di indicare e quantificare i risultati raggiunti in quanto il motore è stato montato da poco più di un mese ma posso dire che, al momento, possiamo già contare su un considerevole aumento della produzione di acqua calda e di kWh e siamo pienamente soddisfatti della qualità del servizio e del supporto offerto”.

Con una potenza installata di oltre 10.000 kW la serie agenitor è uno dei prodotti di punta dell’azienda. Lo sviluppo, compreso il sistema di controllo, effettuato per intero da 2G, garantisce qualità e caratteristiche uniche sul mercato. Il rispetto del limite di emissioni permette di ottenere un aumento complessivo del rendimento elettrico. Pistoni in acciaio e non più in alluminio, teste a 4 valvole e non più a 2, una geometria del pistone brevettata e consumi dell’olio ridotti della metà contribuiscono ad ottenere un notevole risparmio economico

Conclude Manca: “Abbiamo fornito questo impianto chiavi in mano in collaborazione con un partner del luogo. Stiamo lavorando molto e pensiamo che collaborare, tramite partnership, con aziende – siano esse Esco o progettisti – possa dare un contributo di notevole sviluppo al nostro business”.

L’azienda agricola Cooperativa Gemerello ha in progetto di implementare il servizio con un contratto di manutenzione full service.

Fonte: http://www.dailygreen.it/32122-2/

 

X Forum Qualenergia, CIB: ‘Biogasfattobene è il punto di partenza per una nuova rivoluzione agricola ecosostenibile’

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Grazie alla pratica elaborata dal Consorzio Italiano del Biogas l’azienda agricola produce più cibo senza aumentare la superficie coltivabile e riduce le spese: non deve smaltire gli effluenti zootecnici, non deve comprare fertilizzanti chimici, non deve più acquistare carburante per i mezzi

“Stiamo vivendo una sfida epocale: nutrire un pianeta sempre più sovrappopolato, fornendo l’energia che serve per le infrastrutture, le abitazioni, i trasporti. Il tutto contribuendo a invertire la tendenza al surriscaldamento globale e migliorando la salute umana, sempre più a rischio a causa delle sostanze chimiche che, dal campo, arrivano sulla tavola di ciascuno”. Lo ha dichiarato, Piero Gattoni presidente di CIB Consorzio Italiano Biogas e Gassificazione, a margine del X Forum QualEnergia, tenutosi oggi nella Sala del Tempio di Adriano nella Camera di Commercio di Roma, dove interveniva  ai tavoli di discussione dedicati a “Efficienza Energetica per l’Agricoltura Biologica” e “Economia circolare ed energia”.

Noi del CIB – ha aggiunto Gattoni – crediamo che l’agricoltura sia il fattore essenziale di quest’equazione così complessa e pensiamo che la strada giusta sia quella del Biogasfattobene®, una piattaforma tecnologica esportabile su larga scala, per prima cosa nel Sud d’Italia dove potrebbe contribuire a un rilancio economico. Per imboccare con decisione questa strada c’è però bisogno di un quadro normativo chiaro: innanzitutto, va sbloccato il decreto interministeriale sul biometano”.

“A livello parlamentare – ha segnalato Gattoni – accogliamo con favore la risoluzione a risposta in commissione presentata dall’On. Oliverio e dal Gruppo PD che impegna il governo ad assumere iniziative per valorizzare la produzione di biogas in vista del raggiungimento degli obiettivi della SEN, ad adottare un nuovo regime di incentivazione o a prorogare l’attuale regime, a ridefinire le soglie d’accesso per gli incentivi e a favorire la creazione di collettività di energia locale in relazione alla localizzazione rurale degli impianti a biogas”.

Grazie alla pratica elaborata dal CIB del Biogasfattobene® – che unisce tecniche agricole avanzate e di minimo intervento, doppi raccolti, fertirrigazione e metodi di arricchimento naturale del terreno – l’azienda agricola ritorna al centro dello sviluppo economico, perché produce più cibo senza aumentare la superficie coltivabile (doppi raccolti) e riduce sensibilmente le spese: non deve, infatti, smaltire gli effluenti zootecnici (che diventano prezioso digestato), non deve comprare fertilizzanti chimici (utilizza solo biofertilizzanti autoprodotti), non deve più acquistare carburante per i propri mezzi (usa il biometano che raffina da sé). L’azienda agricola diventa, in questo modo, un’attività carbon negative, perché opera un sequestro attivo del carbonio (sottoforma di biomassa aggiuntiva coltivata) e uno stoccaggio dello stesso nel terreno grazie all’utilizzo del digestato come biofertilizzante. Il digestato si rivela, dunque, una risorsa preziosa perché contribuisce ad arricchire il suolo di elementi nutritivi, rendendolo più resiliente e più produttivo.

“A trarne giovamento è anche la salute di tutti noi, l’abbandono dei fertilizzanti di sintesi significa ovviamente avere prodotti più sani e naturali. A questo proposito – ha concluso Gattoni – CIB e Federbio hanno avviato nelle ultime settimane un tavolo di discussione per ragionare sull’uso del digestato anche nel contesto dell’agricoltura biologica”.

Fonte: ecodallecitta.it

Stati Generali del Biogas, CIC: “Definire in fretta regole tecniche per biometano”

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I rifiuti organici rappresentano una miniera per ottenere biometano per autotrazione. A ribadirlo è il Consorzio Italiano Compostatori, intervenendo a Roma nel corso degli Stati Generali del Biogas. “Le aziende italiane sono pronte a produrlo e commercializzarlo, ma mancano ancora le regole tecniche adeguate”, ha sottolineato il direttore del CIC Massimo Centemero.  “Il biometano è un prodotto innovativo, che le aziende italiane sono già pronte a produrre e commercializzare”. Così Massimo Centemero, direttore del Consorzio Italiano Compostatori (CIC) intervenendo a Roma nel corso degli Stati Generali del Biogas alla tavola rotonda dedicata a “Il ruolo fondamentale del biometano nella transizione energetica italiana”.

“Il biometano, combustibile rinnovabile che si ottiene raffinando il biogas generato dalla digestione anaerobica, rappresenta una nuova frontiera legata all’economia circolare, soprattutto nel settore dei trasporti. Il biometano si potrà affiancare al compost per completare il paradigma dell’economia circolare. Dobbiamo purtroppo rilevare che, nonostante gli impianti siano pronti e gli investimenti siano sulla linea di partenza,mancano le norme tecniche di attuazione per la produzione e l’utilizzo del biometano. Per questo – ha aggiunto Massimo Centemero – sollecitiamo nuovamente, dopo due anni e mezzo dall’emanazione della norma che regola l’immissione del biometano in rete, la creazione di codici di rete e le caratteristiche standard tecniche che definiscano la qualità del biometano, sia per l’immissione in rete sia per l’autotrazione”.  Proprio il biogas e le sue nuove prospettive di crescita e sviluppo nel mondo agricolo e nel resto del Pianeta, nel rispetto e in ottemperanza alle recenti direttive di Cop21, sono stati i temi al centro della seconda edizione di Biogas Italy, organizzato dal CIB – Consorzio Italiano Biogas. In particolare, nel corso degli Stati Generali del Biogas 2016 che si sono svolti nella giornata del 25 febbraio, sono stati coinvolti i massimi esperti nazionali ed internazionali in materia, tra cui il Consorzio Italiano Compostatori.  L’Italia, ha ricordato il CIC nel corso dell’intervento, è seconda in Europa dopo la Germania per rifiuti organici trattati e per la produzione di compost: l’Italia potrebbe primeggiare in Europa dopo la Cop21 per la decarbonizzazione nel settore trasporti con la produzione di biometano quale combustibile avanzato.

Chi è il Consorzio Italiano Compostatori

Il CIC (Consorzio Italiano Compostatori) è l’associazione italiana per la produzione di compost e biogas. Il Consorzio, che conta più di 130 soci, riunisce imprese e enti pubblici e privati produttori di fertilizzanti organici e altre organizzazioni che, pur non essendo produttori di compost, sono comunque interessate alle attività di compostaggio (produttori di macchine e attrezzature, di fertilizzanti, enti di ricerca, ecc.). Il CIC promuove la produzione di materiali compostati, tutelando e controllando le corrette metodologie e procedure. Promuove le iniziative per la commercializzazione e la corretta destinazione dei prodotti ottenuti dal compostaggio e svolge attività di ricerca, studio e divulgazione relative a metodologie e tecniche per la produzione e utilizzazione dei prodotti compostati.
Maggiori informazioni sul sito istituzionale: www.compost.it

Fonte: agenziapressplay.it

Ad Ecomondo “scende in piazza” il compost

Il Consorzio Italiano Compostatori torna ad Ecomondo, fiera dello sviluppo sostenibile che si terrà a Rimini dal 5 all’8 Novembre. I temi al centro degli appuntamenti che vedranno la partecipazione del CIC saranno il trattamento dell’organico, l’economia del riciclo dei rifiuti e il biogas380734

Dal 5 all’8 novembre, la Fiera di Rimini sarà il centro nevralgico della green economy. In quei giorni, infatti, si svolgerà l’edizione 2014 di Ecomondo, la fiera internazionale del recupero di materia ed energia e dello sviluppo sostenibile. Il Consorzio Italiano Compostatori sarà presente all’evento con un programma ricco di iniziative. Al centro degli appuntamenti che vedranno la partecipazione del CIC, oltre al trattamento dell’organico, spazio all’economia del riciclo dei rifiuti, alla filiera del biogas e alle aziende che animeranno la “Piazza del Compost”.
L’evento d’inaugurazione della fiera, mercoledì 5 Novembre alle 10.30 saranno, come di consueto gli Stati Generali della Green Economy. Il tema scelto quest’anno dagli organizzatori riguarda lo “sviluppo delle imprese della green economy per uscire dalla crisi italiana”. Tra i settori cardine per vincere questa sfida c’è anche “l’economia del riciclo dei rifiuti” di cui affrontate dimensioni economiche, problematiche e proposte di sviluppo del settore. Il direttore del CIC, Massimo Centemero affronterà la tematica del riutilizzo della frazione organica.
Il 6 Novembre, alle 9.30 si svolgerà invece la XVI Conferenza nazionale su compostaggio e digestione anaerobica a cura di ISPRA e CIC. Ad aprire il dibattito, un intervento di ISPRA sull’evoluzione del settore dei rifiuti. A seguire, un aggiornamento sulla normativa europea sul compost da parte di CIC ed European Compost Network. Verrà presentato il ruolo chiave della filiera del rifiuto organico nel nuovo Programma regionale di gestione rifiuti della Lombardia, la più popolosa Regione d’Italia, quindi spazio ad alcuni casi di studio per confrontare a livello pratico come funziona la raccolta differenziata dell’umido nelle grandi città e nei piccoli centri urbani.
Il 7 Novembre, infine, si svolgerà il seminario “La filiera del biogas: un giacimento verde da esplorare”, promosso da CIC e Consorzio Italiano Biogas. Per la prima volta verranno messe a confronto le due “anime” della produzione di biogas, quella che fa capo al reimpiego degli scarti agricoli e quella dei rifiuti organici da raccolta differenziata. “In questo ottica, il CIC – fa sapere il direttore Centemero – si propone come piattaforma di discussione per valorizzare il digestato come fertilizzante organico utile alle filiere agricole, e il biogas come elemento innovativo per la produzione di biometano”.  Ma a caratterizzare Ecomondo non ci solamente i dibattiti. Il CIC darà anche modo di toccare con mano la nuova vita dei rifiuti. Presso il padigione D1, lo stand collettivo del Consorzio ospiterà la “Piazza del Compost”: qui i visitatori potranno conoscere il processo del compostaggio, toccare con mano il prodotto finale – il compost – e portarne a casa un campione per sperimentarne la sua utilità come fertilizzante. Ad animare la “Piazza del Compost”, oltre al CIC, ci saranno dieci aziende che fanno parte del Consorzio: ARS Ambiente, Bioman, Gaia e Acea Pinerolese, Green Methane, GTM, Montello, Progeva, Sesa e Sogesvi. “La Piazza del Compost sarà uno spazio di incontro e conoscenza” ha sottolineato Alessandro Canovai, presidente del CIC. “A disposizione dei visitatori ci saranno compost, palette e sacchetti in bioplastica. Chi lo desidera potrà infatti uscire dalla fiera e sperimentare a casa l’utilità del risultato del processo di compostaggio. A dimostrazione che separare l’organico dal resto dei rifiuti rappresenta un’azione virtuosa che permette alla materia organica di rinascere”.  Da segnalare, inoltre, la presenza del CIC ad altri appuntamenti di Ecomondo. Mercoledì 5 novembre ore 14 un appuntamento a cura di ATIA-ISWA dal titolo “Proposta metodologica: analisi dell’efficacia delle filiere di recupero di materia dai rifiuti”. Giovedì 6 novembre ore 14 una sessione sul “biorifiuto” a cura del Comitato Tecnico CIC. Venerdì 7 ore 16, infine, la tavola rotonda dal titolo “I nuovi obiettivi europei per la gestione dei rifiuti: verso un’economia circolare”.

Fonte:ecodallecitta.it

Ambiente Protetto, il decreto autorizza gli impianti a biogas con VIA postuma

#Ambiente protetto è il decreto legge è in vigore da oggi e tra le misure anche l’approvazione della VIA postuma agli impianti a biogas

#Ambienteproptetto è il decreto entrato in vigore oggi dopo essere stato cambiato in corso d’opera innumerevoli volte. Alla fine in questo provvedimento, al solito, ci si è infilato un po’ di tutto incluso le autorizzazioni postume alle VIA, ossia le Valutazioni di impatto ambientale, per gli impianti a biogas.

Il ministro Galletti ha così commentato:

Con questo pacchetto di misure vogliamo rendere più efficiente l’intero sistema ambientale, su cui è fondamentale investire per il rilancio del Paese. Lo facciamo con norme che servono a fermare gli scempi compiuti sul territorio nazionale alle spalle dei cittadini e con misure immediatamente operative per difendere il nostro ecosistema, risparmiare soldi e velocizzare le procedure senza recedere di un millimetro sulla tutela dell’Ambiente. Bisogna ‘correre’ verso un’Italia più sicura e sostenibile sotto il profilo ambientale: questo decreto fornisce gli strumenti giusti.

Il fatto è che nell’insieme di tutti i provvedimenti si autorizzano anche gli impianti a biogas che non sembrano essere impianti ecologici e sostenibili: spesso sono impianti da 999 kW che non producono energia sufficiente, bruciano tanto e incassano moltissimi incentivi.Germany Invests In Renewable Energy Sources

Giovanni Favia ex pentastellato e ora con Laboratorio Bologna, consigliere regionale in Emilia Romagna è intervenuto pesantemente in polemica con il CIB– Consorzio italiano biogas- a proposito dell’eccesso di aflatossine riscontrate nel parmigiano Reggiano, fatto che ha dato vita a un inchiesta condotta dai NAS di Parma e al sequestro di 2440 forme di formaggio.

Sostanzialmente, ricostruisce Favia, il formaggio simbolo del Made in Italy risulta contaminato da aflatossine a causa del latte proveniente da mucche alimentate con foraggi raccolti in terreni su cui era stata applicata la cura del digestato. Il digestato è un materiale derivato dalla digestione di sostanze organiche. Cosa è successo dunque? Come scrive sgonfia il biogas:

Tutto deriva dall’operazione di commercializzazione del mais contaminato da aflatossine attuata nel 2012 grazie all”interessamento’ molto irrituale dagli assessori all’agricoltura di Lombardia, Veneto, ed Emilia-Romagna. L’operazione che ha portato il mais contaminato dai magazzini ai biodigestori è stata probabilmente un passo falso senza basi legali. In ogni caso ha rappresentato un palese caso di ‘smaltimento’ di alimenti contaminati – che avrebbero dovuto uscire dal circuito alimentare – nelle centrali a biogas. D’ora in avanti comitati, cittadini, comuni sanno che le biogas sono un potenziale canale di smaltimento di ‘porcherie’. Ci si dovrebbe chiedere che cosa è stato poi dei digestati delle centrali che hanno utilizzato il mais contaminato. Per quanto i biogassisti sostengano che durante la digestione anaerobica le aflatossine sono degradate, essi (e i loro accoliti) omettono di ricordare che questa degradazione è solo parziale e che nel digestato le aflatossine ci sono ancora, eccome.

Giovanni Favia dunque è intervenuto beccandosi la minaccia di querela da parte del CIB. Nelle Marche con questo decreto hanno ottenuto la VIA, la Valutazione di impatto ambientale, che si presenta prima della costruzione di un impianto e non si ottiene dopo che lo stesso sia entrato in esercizio, circa 40 impianti a biogas. A evidenziare la situazione Patrizia Terzoni (M5S) che in una lettera inviata alla stampa scrive:

Da parlamentare marchigiana, conoscendo la situazione alquanto burrascosa che va avanti da tantissimo tempo sul mio territorio, ho fatto una risoluzione in Commissione Ambiente a carattere Nazionale, partendo appunto dalla sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato la Legge regionale n.3 della Regione Marche. Nella nostra risoluzione chiedevamo l’applicazione dell’articolo 120 della costituzione proprio per i problemi che tempo fa avevamo intravisto sulla mal applicazione della VIA (valutazione di impatto ambientale) di alcune Regioni. E con gli ultimi fatti successi nelle Marche viene confermata il nostro dubbio e la necessita di un intervento del Governo. Questa risoluzione ha avuto un percorso particolare in quanto è da ottobre che è iniziata la discussione, con continui pareri contrari del Governo e quindi rimandiamo sempre la votazione finale. Ma la cosa buffa è la risposta del Governo, che non dice che è sbagliata, ma che è“>complicata l’applicazione dell’articolo 120 quindi il parere è contrario.

La scappatoia dunque è stata trovata.

Fonte:  Pontiniaecologiasgonfia il biogas

© Foto Getty Images –

Le fonti rinnovabili possono dare energia stabile, lo dicono Siemens e Fraunhofer Institute

Nel test Kombikraftwerk 2 80 MW di eolico, fotovoltaico e biogas sono gestiti in una smart grid per assicurare energia stabile agli utenti. Gli eccessi di produzione sono immagazzinati mediante pompaggi nei bacini idroelettrici.Kombikraftwerke2

Le fonti rinnovabili possono fornire energia in modo stabile e affidabile. Lo afferma uno studio compiuto da due grandi realtà della ricerca e della tecnologia quali Siemens e il Fraunhofer Institute che hanno dato vita al progetto Kombikraftwerk2, per la gestione intelligente delle fonti rinnovabili. Il test ha coinvolto un parco rinnovabile da 80 MW composto da generatori eolici on shore e off shore, impianti fotovoltaici e a biogas. Il surplus di produzione elettrica viene immagazzinato mediante pompaggi in bacini idroelettrici per l’uso nelle ore notturne o  poco ventose. In futuro l’energia extra potrà anche essere trasformata in e-gas, che andrà ad alimentare la rete del metano. Rispetto al test Kombikraftwerk 1 di cinque anni fa è stata aumentata la scala del progetto da 20 a 80 MW ed è stata presa in considerazione non solo la stabilità dell’offerta elettrica, ma anche la stabilità della differenza di potenziale e della frequenza di output, che devono naturalmente mantenersi a 220 volt e  50 Hz per poter garantire il funzionamento di tutte nostre apparecchiature dalle più piccole alle più grandi. Gli impianti a biogas possono modulare la loro produzione per fare fronte ai picchi di domanda. Il video qui sotto (in inglese) mostra la visione di una Germania  (e perchè no? anche un Europa) che potrà funzionare al 100% con energia rinnovabile intorno alla metà del secolo. E’ la visione di un mondo sostenibile e in gran parte elettrico, con poca combustione e zero emissioni di CO2. Probabilmente è l’ultima utopia che ci è rimasta; a differenza di altre visioni del passato, questa è però fondata su solide basi scientifiche.

 

Fonte: ecoblog

No inceneritori, biomasse e biogas in Umbria: 11 maggio manifestazione a Terni

Decine di impianti a biomasse, biodigestori e in generale impianti a combustione già attivi o previsti in tutta la regione senza il coinvolgimento della popolazione locale nel processo decisionale. Comitati e associazioni di cittadini dell’Umbria scenderanno in piazza l’11 maggio a Terni per denunciare questo atteggiamento delle amministrazioni e riaffermare il diritto a lottare in difesa dei territori, della salute e di un futuro sostenibile.impianto_biogas

I comitati e le associazioni di cittadini firmatari, attivi in diversi comuni della regione Umbria denunciano la condizione di emergenza che i nostri territori stanno sopportando a seguito della costruzione di decine di impianti a biomasse, bio digestori e in generale a combustione già in produzione e/o previsti in tutta la regione. Alla data di oggi infatti se ne contano circa trenta. In nessuno di questi casi la popolazione locale è stata coinvolta nel processo decisionale dalle amministrazioni, ma solo ex post messa di fronte al fatto compiuto, spesso con l’impianto in avanzato stato di costruzione. Del resto la stessa legislazione vigente permette ciò, non recependo l’importanza della decisione condivisa in merito a impianti che hanno una ricaduta consistente in termini di accumulo di inquinanti. Valga come esempio la situazione della conca Ternana, già pesantemente colpita da emissioni di origine industriale, alle quali si sommano, malgrado la ferma opposizione dei cittadini e le stesse caratteristiche orografiche, un impianto di incenerimento di rifiuti da 10 Mw a cui presto si sommerà una seconda centrale a biomasse e linoleum da 4 Mw. L’Umbria, conosciuta anche come ‘polmone verde’ d’Italia, è già punteggiata da centinaia  di ettari di impianti fotovoltaici a terra, progetti eolici e metanodotti sui crinali. Inoltre la vocazione agricola della nostra regione volta alla salvaguardia dell’ambiente e delle biodiversità è altamente compromessa dal proliferare di queste decine di centrali a biomasse e bio digestori, poiché il loro approvvigionamento di combustibile rende  necessarie anche le coltivazioni dedicate, le quali, oltre all’inquinamento dei terreni e la loro degradazione nel corso di un solo decennio per l’uso massiccio di concimi e diserbanti, mettono a repentaglio la sovranità alimentare di intere popolazioni più o meno vicine e causano di fatto l’estinzione delle piccole produzioni agricole già duramente provate dalle normative vigenti in materia. Note sono le società, per le quali l’Italia vanta un triste primato numerico, che su tali fenomeni speculano e non può che spaventare il loro ingresso sul nostro territorio. Riteniamo che ciò sia possibile esclusivamente grazie ad una incentivazione alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e assimilate che non ha alcuna rispondenza con una strategia di reale efficienza energetica, ma che per ora di contro alimenta solo circuiti speculativi; tale inefficienza è stata reinterpretata anche dal Piano Energetico Regionale che peraltro ha fissato una percentuale obbiettivo di energia da fonti rinnovabili già ampiamente superata. Risulta poi foriero di dubbi e sospetti, e ne chiediamo conto anche alla Presedente Marini, il fatto che l’attuale Assessore Regionale all’Ambiente Silvano Rometti, di cui sono già state chieste le dimissioni, continui a ricoprire l’incarico malgrado il suo personale conflitto di interessi. Allo stesso modo chiediamo la sospensione del Direttore dell’ARPA di Terni fin quando non siano chiarite le sue responsabilità oggi oggetto di indagini giudiziarie.

Comuni, Province e Regione hanno dimostrato di non essere in grado di rappresentare un interlocutore serio per le popolazioni. Riteniamo indispensabile denunciare questo atteggiamento e di contro riaffermare il nostro diritto a lottare in difesa dei territori, della salute e di un futuro di vera sostenibilità. Per questo invitiamo alla manifestazione regionale dell’11 maggio a Terni, ore 16 Piazzale della Rivoluzione Francese al lato della stazione.

Comitato No Inceneritori Terni, Italia Nostra Terni, WWF Terni, Comitato Salviamo la Valnerina, Comitato No Biomasse Avigliano, Coordinamento regionale Terre Nostre, Coordinamento Regionale Rifiuti Zero, Comitato tutela patrimonio ambientale Acquasparta, Italia Nostra Regionale, Italia Nostra Valnerina, Coordinamento regionale Fonti Energie Rinnovabili, Comitato Colle Umberto, Comitato Aria Pulita Massa Martana, Comitato Inceneritori Zero, No Biogas Narni, Movimento contadino Genuino Clandestino Umbria.

Fonte: il cambiamento

 

Giornata della Terra 2013: la difesa dell’agricoltura e la scommessa delle agro-energie in Italia

L’Earth Day 2013 è l’occasione per riflettere sulla salvaguardia del suolo agricolo e sullo sviluppo dell’energia da biomasse 1584987361-594x350

La Giornata mondiale della Terra 2013 è stata l’occasione per ricordare a tutti il rispetto che si deve alla medesima, specialmente a noi occidentali e sedicenti Paesi sviluppati che abbiamo ribaltato il concetto di appartenenza delle (sagge) religioni primitive, per le quali è l’uomo ad appartenere alla Terra e non il contrario. L’agricoltura è un settore strategico, Carlin Petrini, anima di Slow Food, lo ha ribadito per l’ennesima volta in un suo intervento su Repubblica di qualche giorno fa:

Ovunque si vada, la terra oggi è un problema. Risorsa di cui c’è gran fame. Su cui ci si scontra per come usarla: spremerla come un limone o farla fruttare in maniera rispettosa. Anche in Italia è elemento critico: gli affitti sono sempre più cari per la grande domanda da parte dell’agro-industria, un giovane che voglia tornare alla terra fa una fatica immane a permetterselo, tra prezzi insostenibili, poca disponibilità di terreni liberi, trafile burocratiche al limite del kafkiano.

La cementificazione, in Italia, nonostante la crisi, viaggia a 8 mq al secondo, con scelte che sono irreversibili: dove viene posato il cemento il terreno sarà infertile per mille anni. La fame crescente di terra si scontra con l’aumento degli affitti e i labirinti della burocrazia che ostacolano l’iniziativa di chi vuole coltivarla. Secondo Petrini:

La Terra produce, per questo fa gola. Ma non produce soltanto cibo. Per restare in Italia, o se volete in Europa, produce bellezza, esistenze felici, paesaggi con un immenso potenziale turistico e produttivo. Diamo fiducia a chi vuole tornare a coltivarla, curarla, amarla in virtù di un rapporto più stretto e simbiotico di quello che ha la media di ognuno di noi. Sì, perché è inaudito che si continui a fare finta di nulla di fronte allo scempio che sta subendo il nostro Paese. Accade a un ritmo esponenziale, folle, si consuma suolo fertile, si cementifica, si deturpa il paesaggio e si pregiudicano tutti i valori, materiali e immateriali di cui la terra, bene comune, è portatrice.

I frutti della terra e le attrattive turistiche non sono l’unica ricchezza della Terra. Secondo la Confederazione Italiana Agricoltori(CIA) se verranno rispettati gli obiettivi europei, entro il 2020 il 45% delle rinnovabili verrà dalla rivalutazione energetica degli scarti di campi e stalle. Le biomasse e i biogas sono un’opportunità per riconvertire i rifiuti in energia. Il vantaggio sarebbe doppio: 20 miliardi di euro annui in meno di costi e 240 milioni di tonnellate in meno di Co2 nell’aria. Utopia? Pare proprio di no: materiali che andrebbero smaltiti con pesanti oneri economici e non pochi problemi logistici diventano una risorsa. Dal 2008 a oggi la produzione di energia da biomasse agroforestali è cresciuta del 60% all’anno. Un esempio? La potatura degli uliveti pugliesi è in grado di fornire 700mila tonnellate all’anno di biomassa da trasformare in cippato e pellet, fonti di energia termica con una resa altissima. È bene rifletterci su: tutto l’anno e non soltanto il 22 aprile.

Fonte:  Slow Food | CIA

Bari, finanziato l’impianto di compostaggio. Dal biogas si produrrà energia elettrica

Il Ministero dello Sviluppo economico stanzia 11 milioni (su 18 totali) per l’impianto di digestione anaerobica della frazione organica dei rifiuti urbani. Grazie al recupero del biogas si produrrà energia elettrica per un megawatt l’anno. Il “digestato” infine verrà avviato alla produzione di compost di qualità

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Il progetto, predisposto dalla direzione aziendale, è stato presentato lo scorso mese di luglio, e ha ottenuto un finanziamento dal Ministero dello Sviluppo economico, nell’ambito del Programma operativo interregionale “Energie Rinnovabili e risparmio energetico” (POI Energie), di 11 milioni di euro (di cui 2,2 per impianti e 8,8 di finanziamento agevolato) a fronte di un valore complessivo dell’opera stimata in 18 milioni di euro. Sarà così realizzato un impianto di digestione anaerobica della frazione organica dei rifiuti urbani con recupero del biogas per la produzione di energia elettrica per un megawatt, e successivo avviamento del “digestato” alla produzione di compost di qualità. Per la sezione di digestione anaerobica è stata ipotizzata una tecnologia innovativa ad umido che assicura un minore impatto sull’ambiente circostante, una maggiore resa di conversione per il biogas e un’ottima qualità del compost prodotto. L’impianto sarà realizzato nella sede AMIU di Bari: “Grazie alla nuova struttura – commenta il presidente di AMIU Gianfranco Grandaliano – sarà possibile sviluppare pienamente il recupero della frazione umida e raggiungere percentuali di raccolta differenziata molto maggiori delle attuali, fino a oltre il 65%. La frazione umida potrà così essere utilizzata in un impianto di proprietà comunale che si avvale di tecnologie di ultima generazione e consente la produzione di energia rinnovabile e fertilizzante organico di qualità che sarà reso disponibile agli operatori agricoli locali. Per la città è un risultato molto importante ottenuto anche grazie al sostegno del sindaco e dell’assessore Giannini”. “Si tratta di una notizia che attendevamo da tempo – dichiara il sindaco di Bari Michele Emiliano – e che rientra nella strategia aziendale che dal 2004 ha consentito di attuare una serie di importanti investimenti concretizzatisi negli impianti di tritovagliatura, e biostabilizzazione, e nel potenziamento e rinnovo del parco mezzi e dei depositi aziendali. Con la realizzazione dell’impianto di compostaggio l’AMIU farà un salto di qualità nella gestione del ciclo dei rifiuti riducendo sensibilmente la quantità dei flussi da destinare in discarica. Il che significa spingere sulla raccolta differenziata dell’umido, conseguire un netto vantaggio in termini ambientali e ridurre progressivamente i costi di gestione del servizio di igiene urbana, a tutto vantaggio dei cittadini”.

Fonte: eco dalle città

 

Raccolta umido, il 24 giugno parte nella seconda area di Milano

AMSA presenta a Palazzo Marino la “Fase 2” della nuova raccolta dell’organico iniziata il 26 novembre scorso e che coprirà Milano sud-est, con partenza il 24 giugno. Dal 18 marzo è iniziata la distribuzione di 170.000 nuovi kit a 9.000 numeri civici. Raccolta differenziata complessiva nell’area sud-ovest vicina al 50%

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L’assessore Maran e la presidente AMSA Cantoni hanno presentato alla stampa il 19 marzo la partenza della raccolta umido nel secondo quarto di città e i dati dei primi due mesi del 2013 nell’area sud-est che, complessivamente, portano Milano al 47% di raccolta differenziata in alcune zone. La media annuale di Milano nel 2012 è stata del 36,7%.
Lunedì 18 marzo è partita la seconda fase della raccolta dell’umido con la distribuzione dei kit e dei cassonetti a 170.000 famiglie della zona sud est di Milano, l’intera zona 4 e parte delle zone 1, 3 e 5: Corvetto, Ticinese, Rogoredo, Ponte Lambro, Gratosoglio tra i quartieri coinvolti, dove la raccolta della frazione umida presso le utenze domestiche partirà lunedì 24 giugno. L’assessore Pierfrancesco Maran ha sottolineato “l’ottimo risultato raggiunto con la prima fase della raccolta dell’umido, tra le principali azioni in corso per trasformare sempre più Milano in una città sostenibile, anche in vista dell’Expo”. Maran ha ricordato che Milano si colloca come leader tra le città italiane sopra i 200.000 abitanti nella raccolta differenziata e che il dato del 47% complessivo in alcune zone è un record per le grandi città di oltre 1 milione di abitanti.  La presidente Sonia Cantoni ha illustrato le fasi dell’estensione della raccolta umido alla zona sud-ovest, che porterà così a coprire il 50% di Milano (con l’obiettivo del 100% nel 2014) coinvolgendo 170 mila famiglie (circa 350.000 cittadini), oltre 9.000 numeri civici e 887 vie. 12.000 i cassonetti marroni che saranno distribuiti ai condomini. I 170.000 kit per le famiglie comprendono un cestello aerato da 10 litri e una fornitura gratuita di sacchetti compostabili realizzati in Mater-Bi, grazie ad un accordo tra il Comune di Milano e la società Novamont. I cestelli areati favoriscono l’evaporazione, limitando così la formazione di liquidi e cattivi odori nell’organico raccolto. Sonia Cantoni ha poi ricordato che “i risultati registrati nella zona sud ovest della città, dove il servizio è stato attivato lo scorso 26 novembre, sono molto buoni: da gennaio ad oggi il quantitativo medio di rifiuto umido raccolto, fra le utenze domestiche e le grandi utenze, si è attestato a circa 1,8 kg per abitante a settimana, un dato quantitativo superiore a quello stimato in fase di progetto, che porta a circa 90 kg di rifiuto annuo recuperato per abitante”.
L’analisi della qualità del rifiuto organico raccolto – di cui Eco ha già parlato – affidata alla Scuola Agraria del Parco di Monza, ha evidenziato un rifiuto di buona qualità e purezza. 8 campioni sui 9 esaminati si collocano, per percentuale di materiale non compostabile presente, nella migliori classi di qualità, con una presenza di frazioni estranee inferiori al 5% (per 6 campioni la percentuale è sotto il 2,5%). AMSA ha confermato che anche l’umido raccolto nel secondo quarto di Milano sarà trattato dall’impianto di digestione anaerobica di Montello (BG) per la produzione di energia da biogas e di fertilizzanti. Il Gruppo A2A sta preparando però le fasi di una nuova gara per la creazione di un futuro impianto di smaltimento umido di proprietà AMSA.

Fonte. Eco dalle città