Baule Volante, una storia “bio” che dura da 30 anni

Baule Volante compie trent’anni. Nasce nel 1987 a Bologna come una piccola impresa familiare distributrice dei prodotti biologici tedeschi Rapunzel. Da quel giorno, però, di tempo ne è passato molto e, negli anni, quella che era una piccola azienda diventa un vero e proprio punto di riferimento nel settore del biologico in Italia.9523-10280

Oggi l’azienda conta più di 500 prodotti a proprio marchio: alimenti biologici freschi e confezionati, prodotti certificati per la cura della persona e per la pulizia della casa. Quella che rimane immutata nel tempo è la sua visione: prodotti genuini e di alta qualità provenienti non solo da produzioni biologiche ma il cui obiettivo irrinunciabile sia la tutela del terreno e della biodiversità, il rispetto per il benessere e per le esigenze specie-specifiche degli animali allevati, l’attenzione al lavoro dei piccoli produttori, la cura dell’ambiente e delle persone.baulevolante1

Tra le iniziative messe in pista dall’azienda per festeggiare i suoi trent’anni, il Baule Volante on Tour, un’occasione di incontro e di scambio tra negozianti, produttori e addetti del settore. Tra le tappe, Roma, il prossimo 2 aprile.

Abbiamo incontrato Francesca Delle Grottaglie dell’Ufficio Marketing di Baule Volante.

Qual è la vostra storia e perché questo nome?

Baule Volante nasce nel 1987 a Bologna. È una piccola impresa familiare che distribuisce in Italia il già affermato marchio di prodotti biologici Rapunzel. Ben presto, però, mostra i segni di un’azienda destinata a diventare un punto di riferimento per il settore bio in Italia. Un po’ per gratitudine nei confronti del marchio tedesco – oggi leader in Europa nel dettaglio specializzato -, un po’ per la stima e la sintonia d’intenti, è a Rapunzel che Baule Volante s’ispira per scegliere il proprio nome: si tratta di due fiabe, una dei fratelli Grimm, l’altra di Andersen. Negli anni Baule Volante continua a crescere e a rivoluzionarsi, rimanendo sempre ben salda nei valori e negli intenti. Oggi l’azienda conta più di 500 prodotti a proprio marchio: alimenti biologici freschi e confezionati, prodotti certificati per la cura della persona e per la pulizia della casa. Dal 2008 Baule Volante entra a far parte del gruppo EcorNaturaSì, azienda conosciuta a livello nazionale per i propri brand, le iniziative a favore del bio e dell’agricoltura, con la quale condivide missione e intenti.

Che cosa vi ha spinto a cominciare in un momento in cui ancora si sentiva parlare poco di biologico?

La volontà di offrire il migliore prodotto possibile, genuino, di alta qualità, creato in maniera biologica e sostenibile, è un modo per tutelare il terreno e la biodiversità, valorizzare il lavoro dei piccoli produttori, prendersi cura dell’ambiente e della salute delle persone, proteggere la vita ed il mondo. Ci ha spinto con forza la motivazione che l’agricoltura biologica sia l’unica via sostenibile per salvaguardare l’ambiente e la salute delle persone.

Come vi siete adattati nel tempo alla legislazione che cambiava?

Aggiornandoci costantemente e rispettando senza compromessi non solo la legislazione vigente, ma anche un irrinunciabile imperativo morale.

Come è cambiato il consumatore nel tempo e come avete risposto alle sue esigenze?

Di sicuro è diventato sempre più critico e consapevole: questo non ci ha mai spaventato, anzi! Ci dà l’opportunità, sempre di più, per essere trasparenti, fornendo informazioni utili e raccontando il prodotto, come nasce, come viene lavorato, qual è il rapporto che abbiamo con il nostro produttore. Il consumatore è cresciuto insieme a noi, che siamo anche consumatori. Le esigenze del consumatore di avere maggior varietà o innovazione sono state sempre il nostro obiettivo.

Cosa rappresentate oggi nel mercato del biologico?

Oggi, proprio in virtù dell’impegno che portiamo avanti da trent’anni in modo coerente e sincero, Baule Volante è sinonimo di prodotto genuino e quotidiano, di azienda affidabile e trasparente. Baule Volante è l’amico bio di sempre. Siamo un buon partner di riferimento per tutte le attività che commercializzano e trasformano prodotti biologici

In che modo scegliete i produttori?

È una selezione fatta in sinergia con ufficio acquisti e ufficio qualità: c’è una prima selezione “sulla carta” di fornitori possibili. Un audit condotto da buyer e collega della qualità insieme, consente di approfondire l’affidabilità del produttore e del processo produttivo. I prodotti vengono poi selezionati attraverso campionature, studio della ricetta, test con assaggio. Lo standard qualitativo che i produttori devono superare è altissimo e l’azienda predilige quelli bio al 100%.

In che modo ottenete le certificazioni e da chi?

Un prodotto biologico – che provenga da coltivazioni, allevamento o trasformazione – porta con sé la garanzia del controllo e della certificazione di organismi espressamente autorizzati, per l’Italia, dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. In Europa, infatti, ogni Stato membro incarica autorità pubbliche e organismi di controllo privati di eseguire rigorose ispezioni, operando sotto la supervisione o in stretta collaborazione con le autorità centrali. Lo Stato membro attribuisce a ogni ente addetto al monitoraggio un codice identificativo diverso, che viene poi riportato sull’etichetta di ciò che compriamo. Il codice indica che il prodotto acquistato proviene da un’azienda ispezionata da un organismo di controllo, che garantisce il rispetto della regolamentazione per i prodotti biologici. Come previsto dalla normativa europea (in particolare i regolamenti CE n.834/07 e 889/2008, che specificano in dettaglio gli aspetti tecnici della produzione, dell’etichettatura, del controllo e che valgono anche per i prodotti importati), la certificazione biologica copre tutti i livelli della filiera produttiva. A tutela del consumatore, non solo chi produce, ma anche chiunque venda prodotti marchiati come biologici (freschi o confezionati, in campagna, all’ingrosso o al dettaglio), infatti, deve essere sottoposto al controllo, con ispezioni in loco.

Che cosa significa scegliere biologico?

Scegliere un prodotto biologico vuol dire scegliere un cibo buono, genuino, frutto di un processo di produzione che rispetta le persone e l’ambiente. È una scelta che ci aiuta a proteggere la nostra salute e quella del nostro pianeta. Sempre di più il metodo biologico si è dimostrato efficace, perché garantisce un prodotto che non contiene residui di fitofarmaci o altri prodotti di sintesi. I terreni vengono tutelati dall’inquinamento, dimostrandosi, soprattutto nei periodi di siccità, più fertili e in salute rispetto a quelli coltivati in modo convenzionale. L’agricoltura convenzionale, a causa del vasto impiego di erbicidi, insetticidi, fungicidi e fertilizzanti chimici, ha creato danni ambientali spesso irreversibili in molte zone del mondo. Scegliere biologico vuol dire futuro, salute e bellezza del paesaggio.

Come coniugate il biologico con l’etico?

Il metodo biologico rende le coltivazioni più resistenti alle erbe infestanti e protegge la salute dei contadini, che non entrano in contatto con prodotti nocivi; garantisce posti di lavoro e sostiene il settore agricolo, che mantiene un ruolo importante per l’economia nazionale. Concretizza i principi del commercio equo e solidale, e il motto pensare globale, agire locale. Salvaguarda il paesaggio, la flora e la fauna locali, la biodiversità naturale, così fondamentale per la vita del nostro pianeta e la salute delle persone alle quali garantisce un’alimentazione sana. Baule Volante cerca di dare concretezza a questi valori e di rispondere alle esigenze dei consumatori che conoscono il bio ma anche di quelli che non lo conoscono (o non lo scelgono) ancora. È una questione di responsabilità, quella che abbiamo nei confronti della Terra.

Conoscete gli allevamenti da cui provengono le carni che vendete? Come li selezionate?

Certo, sono sottoposti a selezione e controllo come gli altri produttori, a cura del team Assicurazione e Qualità.

L’ultimo prodotto che avete presentato?

Non è l’ultimo, perché ogni bimestre lanciamo prodotti nuovi. Ma ci piace parlare del prodotto lanciato a settembre scorso, che ha meritato il premio SANA novità 2016. Sono i Granomela, frollini senza zuccheri aggiunti (contengono naturalmente zuccheri, derivati dalla sola presenza di pezzettini di mela essiccata), unici sul mercato. Infatti, come mostra la ricerca Nielsen, Totale Italia, 11/2013, contengono il 50% di zuccheri in meno rispetto alla media dei frollini più venduti. Nascono dal desiderio di offrire un prodotto buono, sì, ma che possa incoraggiare un’alimentazione attenta alla salute delle persone, e sono frutto di una lunga ricerca che Baule Volante ha condotto con cura e pazienza insieme con i suoi produttori di fiducia. Ultimissimi lanci: Preparati per burger, falafel e polpette vegetali, Pane bauletto di farina di farro, tipo 2 e Kamut®, Preparati per budini senza glutine.

I vostri prodotti dove vengono venduti soprattutto?

Nella catena di supermercati biologici NaturaSì, nei negozi specializzati bio, erboristerie, profumerie, parafarmacie.

Quanto è cresciuto il consumo di biologico durante la vostra storia?

Da zero al 3% dei consumi alimentari.

Tre caratteristiche che distinguono la vostra azienda?

Prodotti innovativi, affidabilità, sincerità. Relazioni.

Progetti per il futuro?

Il futuro… è una storia bio (come dichiara il nostro payoff)!

Fonte: ilcambiamento.it

Mele troppo lucide per essere bio? Un po’ di chiarezza sulle cere usate per proteggere la frutta

Mele ricoperte di cera, gommalacca o altro prodotto: naturale o artificiale? Il video sotto ci fa riflettere su come spesso paranoie individuali se condivise in in rete si prestino a diventare virali e a trasformare un mezzo di libertà in un mezzo di disinformazione.

Siamo alla paranoia, step che segue la bufala: ci si immagina chissà quali delitti e quali reati per cui si usa la rete senza un briciolo di criticità diventando pure virali ma diffondendo mala informazione. Il video in alto è forse uno dei tanti esempi di come la libertà di espressione del libero pensiero sforni cazzate a velocità impressionanti. E’ solo un esempio, sia chiaro: in rete ne circolano tanti altri e anche in lingue diverse. Se avete voglia di divertirvi cercate su youtube filmati più o meno recenti, in inglese e spagnolo in cui gli autori fanno tutti il medesimo esperimento: grattano con un coltellino la buccia di una mela ricavandone una sostanza che somiglia a cera bianca, che vanno poi a bruciare. Nessuno, si è preoccupato di raccogliere la sostanza simile a cera e richiedere analisi di laboratorio o di andare anche a chiedere spiegazioni a un agronomo. Ebbene le mele con la cera sono assolutamente normali e anzi possono essere addirittura naturali. In genere le cere naturali sono usate per rivestire le mele o altra frutta come gli agrumi con lo scopo di proteggere il frutto da muffe e funghi e di farlo durare, così, più a lungo grazie alla pellicola protettiva che riveste la buccia. In etichetta troviamo specificato se la frutta che andiamo a acquistare sia stata trattata con le cere e se la sua buccia sia commestibile o meno.  Ma si badi bene: le cere commestibili possono ricoprire non solo le mele, gli agrumi e frutta in genere, ossia prodotti freschi, ma anche caramelle, farmaci e finanche la cioccolata. Ne scriveva molti anni fa Trashfood ricordandoci che la cera che riveste molti prodotti alimentari è nota come gommalacca o additivo E904. La gommalacca è ricavata da insetti, i Tachardia laccae è dunque un polimero naturale che viene rifiutato per motivi etici, ad esempio, dai vegani. La gommalacca non riveste solo la frutta a scopo protettivo, creando una barriera verso funghi e muffe, e a scopo estetico donando un aspetto lucido al frutto, ma viene impiegata per proteggere pillole e capsule, caramelle e cioccolata. La gommalacca può essere ingerita e è sostanzialmente innocua anche se sembra possa essere causa di allergie.Baskets Of Just-Picked Apples

Veniamo alle mele oggetto del video, mele biologiche. Il Regolamento(CE) N. 889/2008 della Commissione del 5 settembre 2008 elenca nell’allegato VIII gli additivi ammessi per le colture biologiche che sono: Carbone vegetale E 153; Annatto, bissina, norbissina E160b; Carbonato di calcio E170; Metabisolfito di potassio E224; Metabisolfito di sodio E223; Nitrito di Sodio E250; Nitrito di Potassio E252; Acido lattico E270; biossido di carbonio E290; Acido malico E296; Acido Ascorbico E300; Ascorbato di sodio E301; Estratto ricco in tocoferolo E306; Lecitine E322; Acido ascorbico E330; Citrati di sodio E331; Citrati di calcio E333; Acido tartarico E334; Tartrati di sodio E335; Tartrati di potassio E336; Fosfati monocalcico E3341; Estratti di rosmarino (da colture biologiche) E392; Acido Alginico E400; Alginato di sodio E401; Alginato di potassio E402; agar-agar E406; Carragenina E407; Farina di semi di carrube (da colture biologiche) E410; Gomma di guar E412 (da colture biologiche); Gomma arabica E414 (da colture biologiche); Gomma di xantano E415; Glicerolo E422; Pectina E440 (da colture biologiche); Idrossipropilmetil-cellulosa E464; Carbonati di sodio E500; Carbonati di potassio E501; Carbonati di ammonio E503; carbonati di magnesio E505; Cloruro di calcio E509; Solfato di calcio E515; Idrossido di sodio E524; Biossido di silicio E551; talco E553b; Argon E938; Elio E939; Azoto E941; Ossigeno E948. Tra le cere ammesse nei prodotti biologici troviamo la cera d’api e la cera carnauba E903, un polimero naturale che si ricava da una palma, la Copernicia prunifera, usata su molti prodotti commestibili industriali (caramelle, gomme da masticare, medicinali ecc.). Detto ciò, dall’etichetta mostrata nel video nei pochi frame disponibili, non si evince alcuna indicazione in merito a cere usate per la conservazione delle mele, il che farebbe supporre (ma non disponiamo di analisi di laboratorio) che la cera presente sulla buccia della mela possa essere quella naturalmente prodotta dal frutto stesso. Infatti, come ci ricorda Melabio:

La buccia della mela contiene delle cere naturali. Il frutto le produce per proteggere la sua epidermide da tutti gli agenti atmosferici che nei suoi lunghi mesi di permanenza sulla pianta deve sopportare. Dai freddi primaverili al forte sole estivo, al freddo autunnale prima del raccolto. Quando viene strofinata su una superficie morbida, come qualsiasi cera… si lucida.

Dunque, tante risposte e tutte naturali che coinvolgono anche le mele biologiche.

© Foto Getty Images

Fonte: ecoblog.it

Pappa reale, miele e propoli bio stranieri spacciati per italiani: sequestrati dalla Forestale

I Forestali di Bari hanno sequestrato un ingente quantitativo di pappa reale biologica cinese venduta come biologica italiana, miele di origine serba commercializzato come miele biologico italiano e propoli con denominazione illecita Propoli D.O.C..forestale1-620x622

Ingenti quantitativi di miele serbo ma venduto come biologico italiano, propoli Doc e pappa reale bio ma proveniente dalla Cina su cui erano state apposte etichette Made in Italy sono stati sequestrati dai Forestali del Nucleo Tutela Regolamenti Comunitari e della Sezione di Analisi Criminale di Bari in collaborazione col personale dei Comandi Provinciali di Ancona e Milano, per le indagini in corso sulla sicurezza a tutela del “Made in Italy”. La frode consiste nell’aver messo in vendita prodotti stranieri spacciandoli per Made in Italy, ingannando il consumatore così circa la reale origine del miele, propoli e pappa reale. Al momento risulta una persona segnalata alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trani che peraltro ha anche ha emesso un provvedimento di sequestro probatorio dei prodotti su tutto il territorio italiano. Il traffico illegale di prodotti esteri con etichetta italiana si realizzava nel Nord Italia a opera di due aziende che importavano i prodotti e che provvedevano poi a trasferirli in una terza azienda ma in Puglia. Qui avveniva l’etichettatura falsa con enorme guadagno: la pappa reale veniva acquistata a 100 Euro al chilo e rivenduta all’ingrosso a 700-800 euro al chilo, per essere poi commercializzata dalle migliori erboristerie a 12-14 euro ogni 10 grammi. Le indagini sono partite dopo le denunce inoltrate da una associazione di produttori nazionali che hanno subito gravi danni dal commercio fraudolento poiché i prodotti stranieri, spesso di basso valore commerciale e di difficile tracciabilità, entravano in concorrenza sleale con i prodotti delle aziende degli apicoltori nazionali che subiscono maggiori costi e controlli. E infatti le indagini dei Forestali proseguono ora con le analisi sui prodotti sequestrati al fine di valutare la presenza di metalli pesanti o altri contaminanti pericolosi per la salute.

Fonte/ Foto : Corpo Forestale

Da T-Riciclo l’uovo di Pasqua al cioccolato solidale bio con giocattoli riciclati.

A Roma torna RICIoCcoLATO l’uovo di Pasqua al cioccolato biologico e solidale della cooperativa T-Riciclo. Il progetto prevede che le uova al cioccolato siano accompagnate da peluches e giocattoli recuperati e riciclati.

Come spiegano le componenti della cooperativa T-Riciclo che ha lanciato il progetto giunto al decimo anno di vita:

La campagna ha molteplici scopi: primo fra tutti quello virtuoso del riuso degli oggetti e poi l’autofinanziamento attraverso il quale retribuire anche collaboratori/trici che provengono dalla disabilità e dal disagio sociale e infine per scopi no profit, il sostegno alla Associazione Kamar, a cui sono destinati parte dei proventi di vendita.

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T-Riciclo è impegnata proprio nel recuperare oggetti da riusare e riciclare e dunque la promozione delle uova di Pasqua in cioccolato bio è solo una delle possibilità di seconda vita offerta agli oggetti recuperati. Tra le iniziative di T-Riciclo anche le proposte di consumo consapevole ossia di imparare ad acquistare in maniera etica. Nel 2011 il progetto si è ulteriormente ampliato con il sostegno della Provincia di Roma ed è nato Alterequo, ossia commercio solidale al femminile. Tutti i rifiuti, come bottiglie di plastica, piccoli giochi e peluche grazie alle mani delle donne ritornano a nuova vita. Infatti Alterequo è un sito di e-commerce dove è possibile trovare tutti i prodotti artigiani dell’upcyle o riciclo creativo e include sia bojoutteria di alta moda, sia abbigliamento e sia oggettistica per la casa.

Fonte:  Comunicato stampa

CIBO BIO ALTRO CHE CRISI: nel 2012 + 7.3% in Italia


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Nel 2012 la crisi ha indotto gli italiani a drastici tagli della spesa alimentare, una sforbiciata che, per la prima volta dopo vent’anni  ha visto il peso medio degli italiani in diminuzione rispetto all’anno precedente. Anche il cibo di qualità ha avuto una battuta d’arresto con un -3,4% di spesa per il pesce fresco e un -1,9% per la frutta. Al cospetto di questa contrazione c’è una nicchia che non solo ha tenuto, ma ha addirittura aumentato il giro d’affari: quella del cibo biologico. In controtendenza rispetto all’andamento generale del mercato la spesa per i prodotti biologici è aumentata del 7,3% dopo il notevole +9% del 2011.

Se per biscotti, dolciumi e merendine (+22,9%) e bevande analcoliche (+16,5%) si può parlare di un vero e proprio boom, l’aumento è superiore alla media generale del settore anche per pasta, riso e sostituti del pane (+8,9%) e frutta e ortaggi (+7,8%). I prodotti bio lattiero-caseari registrano un +4,5%, mentre per quanto riguarda le uova i dati sono in calo di un -1,9%. Proprio le uova, nonostante il segno meno del 2012, restano il prodotto bio più gettonato con una quota del 12,5% sulla spesa complessiva; confetture e marmellate bio rappresentano l’8,8% del mercato bio, mentre il latte è all’8,6%.

Geograficamente il Paese è spezzato in tre con il 70,8% della spesa nelle regioni del Nord Italia, il 22,3% in quelle del Centro e 6,9% in quelle del Sud. Tra esportazioni e consumi interni il giro d’affari del biologico, secondo i dati FIBL-IFOAM, ammonterebbe a 3 miliardi di euro, un fatturato che fa del nostro Paese il quarto in Europa dopo Germania, Francia e Regno Unito e il sesto a livello mondiale.

Fonte: ecoblog