La bici del futuro? Si chiama Denny

Una bicicletta per tutte le stagioni ed esigenze, nata dalla creatività di un gruppo di designer di Seattle. Al The Bike Design Project gli appassionati di biciclette hanno di che lustrarsi gli occhi. L’evento è un progetto curato da Levi’s Commuter che propone un contest fra designer di bici per l’utilizzo cittadino. Nell’ultimo decennio lo sviluppo di biciclette capaci di supportare le esigenze dell’intermodalità e della mobilità urbana è stato l’aspetto più stimolante dell’innovazione in campo ciclistico. Se nel settore corsa dieci anni fa si è superato il limite “fisico” dei sette chilogrammi (con telai in carbonio pesanti un chilo), per quanto riguarda le biciclette da città, la sperimentazione non è mai stata così vivace. La chiamata al voto per The Bike Design Project ha visto imporsi Denny, un prodotto realizzato da Teague in collaborazione con Sizemore. A ispirare il team di designer di Denny è stata la propria esperienza di pedalatori a Seattle, l’esigenza di una bicicletta capace di pedalare sulle salite, sotto la pioggia, ma anche di “rendersi utile” per la spesa. Una bici per tutte le stagioni ed esigenze con un look davvero accattivante.the-denny-bicicletta-620x390

Ma le preziosità sono nei dettagli, in tutte quelle funzioni che i designer hanno saputo abilmente dissimulare in una bicicletta essenziale al massimo. Il manubrio rettangolare è removibile e diventa un efficace antifurto da fissare a pali, cancelli e rastrelliere. Il cambio è automatico e quando la forza delle gambe non è sufficiente, si può integrare (o sostituire) la propulsione muscolare con l’ausilio del motorino elettrico. La batteria è removibile facilmente, ma Denny è insuperabile anche dal punto di vista della sicurezza: oltre alle luci che reagiscono autonomamente illuminandosi solo quando è necessario, il sistema è completo di indicatori di direzione, luci di stop e di sicurezza. Una bici davvero spettacolare: sicura e bella da vedere. Restano da fare le ultime pedalate, quelle per arrivare al mercato, ma di certo non mancheranno i cultori di un simile gioiellino.the-denny-manubrio-bicicletta-620x390

Fonte:  The Bike Design Project

Foto | Sizemore Bicycle

In Olanda una pista ciclabile pavimentata con pannelli solari

Il 12 novembre è stata inaugurata a Zaanstad una pista ciclabile pavimentata con pannelli solari.

Che l’Olanda rappresenti un faro nelle politiche per la ciclabilità lo abbiamo raccontato spesso su Ecoblog, ma la notizia di quest’oggi va davvero oltre. La città di Zaanstad, nell’hinterland di Amsterdam, si appresta a inaugurare una pista ciclabile interamente pavimentata con pannelli solari. Questo avveniristico progetto sviluppato dall’azienda olandese SolaRoad è costituito da pannelli solari che sono in grado di accumulare calore e produrre energia. Questo tipo di pavimentazione è resistente a qualsiasi condizione meteorologica e al passaggio di biciclette e pedoni. Il calore emesso dai raggi solari viene immagazzinato, trasformato e restituito sotto forma di energia. Il primo tratto della pista ciclabile solare sarà di 70 metri e l’energia prodotta dalle sue celle produrrà giornalmente l’energia necessaria per il fabbisogno di tre famiglie.Elementengelegd-620x462

SolaRoad si compone di moduli in calcestruzzo di 2,5 per 3,5 metri con uno strato superiore trasparente in vetro temperato che ha uno spessore di circa 1 centimetro. Le celle solari in silicio cristallino si trovano sotto il vetro: lo strato superiore dei moduli deve essere traslucido per assorbire la luce solare e deve sporcarsi il meno possibile. Ma la sfida tecnica più stimolante è quella della robustezza: i moduli non devono incrinarsi o scheggiarsi sotto il peso dei passanti. L’allestimento da parte di SolaRoad è anche piuttosto veloce visto che i lavori sono iniziati lo scorso 6 ottobre e termineranno entro il 12 novembre, data dell’inaugurazione, dopo la quale i ciclisti di Zaanstad potranno iniziare a usufruirne. Si tratta di un primo esperimento, dopo il quale gli ingegneri di SolaRoad valuteranno la fattibilità anche sulle normali strade urbane ed interurbane: per il momento si comincia con pedoni e ciclisti “light” e se tutto dovesse andare per il verso giusto sulle strade a pannelli solari potranno andarci anche auto, moto, camion e tir.

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Fonte:  SolaRoad

Foto | SolaRoad

Aspettando Bike Pride 2014: “Torino verso l’intermodalità, andiamo avanti così!”

Bike Pride è tornata a sperimentare il trasporto di bici sulla metropolitana di Torino: “L’impressione è altamente positiva. Il sistema è semplice e agevole, ma non dimentichiamo la sicurezza delle strade”. E il 21 settembre torna la festosa parata di biciclette a chiedere una città a misura di persona, più sostenibile e più ricca379961

Ad una settimana dall’inizio della sperimentazione del trasporto bici sulla metropolitana di Torino, domenica 27 luglio i soci di Bike Pride sono tornati a provare il servizio utilizzando sia le stazioni principali, come Porta Nuova e Porta Susa, sia le stazioni più piccole. L’impressione è altamente positiva. Il sistema è semplice e agevole: utilizzando gli ascensori si arriva al piano dei tornelli e l’accesso dal passaggio disabili è comodo anche per bici di grandi dimensioni. Grazie ad un secondo ascensore si raggiunge il piano dei binari. Il carico e scarico dal treno è semplice anche in presenza di altri viaggiatori. “Il servizio di trasporto bici sulla metropolitana è utile e permette soprattutto a chi abita nelle periferie e nella prima cintura di raggiungere con il proprio mezzo il centro di Torino. È sicuramente un tassello in più per una città a misura di ciclista. Ma, come spesso Bike Pride ha avuto modo di ricordare, la sicurezza resta il prerequisito fondamentale”, dice Giuseppe Piras, presidente di Bike Pride – FIAB Torino.
“Il sopralluogo di domenica è stato positivo, tutto ha funzionato per il meglio e nessun passeggero era stranito nel vederci. Non abbiamo recato loro disagio, intralcio, né tanto meno problemi di sicurezza”, ribadisce Marilisa Bona, Coordinatrice FIAB Nord Ovest. “Condivido la scelta e ringrazio l’Assessore ai Trasporti Lubatti e la GTT per questa opportunità data ai ciclisti torinesi. In Europa è la normalità, ma anche in Italia abbiamo esempi positivi, come la metropolitana di Brescia, che da gennaio 2014 permette ai passeggeri di trasportare le bici a tutte le ore senza pagare nulla. Spero che questo spiraglio di apertura agevoli anche il dialogo con Trenitalia perché FIAB, Federazione Italiana Amici della Bicicletta, punta allo sviluppo dell’intermodalità dei mezzi di trasporto”.
Quando il servizio sarà a regime, cosa che Bike Pride si augura fortemente, bisognerà individuare gli orari più consoni che possano permettere effettivamente una buona fruizione da parte dei ciclisti garantendo il minimo disagio per i tutti viaggiatori. Allo stesso modo Bike Pride spera verrà anche rivisto il costo aggiuntivo per trasporto bici: il sovrapprezzo rappresenterebbe un deterrente e non sarebbe giustificato da costi aggiuntivi per l’Azienda, se si esclude la segnaletica.  Finalmente anche Torino comincia ad adeguarsi alle città del mondo investendo sull’intermodalità. Andiamo avanti così! E domenica 21 settembre 2014, in occasione della Settimana Europea della Mobilità, Bike Pride tornerà per le strade della città con la colorata parata di biciclette, proprio per ribadire la volontà di una città a misura di persona, più sostenibile e vivibile. Ma anche più ricca. Perché la bicicletta rappresenta anche il fulcro di un’economia virtuosa, efficiente e in costante ascesa, che può creare risparmio, ricchezza e lavoro.
Per informazioni e il programma sull’evento Bike Pride 2014
:www.bikepride.it/BikePride2014
L’hashtag per seguire la manifestazione su Twitter è #bikepride14 e per raccontare con un post i benefici della bicicletta l’hashtag è #pedalaremiarricchisce

 

Fonte: ecodallecittà.it

Bus e tram? Da agosto a Roma saliranno anche le biciclette

Dichiarazioni storiche per la mobilità di Roma Capitale. Il sindaco afferma che bus e tram accetteranno anche i ciclisti e in arrivo novità anche per le metropolitane379498

Una giornata davvero importante per tutti i ciclisti della capitale quella di ieri, sabato 14 giugno.
Molti di loro sono sfrecciati per le vie romane grazie alle mille iniziative del #VeloLove, altri invece si sono ritrovati a Monte Ciocci dove il Sindaco Ingazio Marino e l’assessore all’Ambiente Estella Marino che hanno inaugurato una nuova pista ciclabile di 5 km. Si tratta di un percorso che sarà integrato con le strade a modalità tradizionale con circa 10 accessi, toccherà 4 stazioni e permetterà di raggiungere l’ospedale della Balduina a piedi in 10 minuti. Lungo il tracciato, realizzato sfruttando la linea FL3, ci saranno 3 aree giochi e una pista di pattinaggio, oltre 100 panchine e 10 fontane.
Un progetto non rivoluzionario per la mobilità ma che va a dare un po’ di respiro a tutti i ciclisti della capitale che ormai “protestano” quasi settimanalmente per la mancanza di qualunque tipo di infrastruttura per la mobilità dolce. Sempre ieri però sarebbero state aggiunte a margine dell’inaugurazione alcune dichiarazioni davvero importanti. Secondo quanto riportato da la Repubblica.it a partire da agosto sarà possibile portare le biciclette anche su 17 linee di superficie: 12 bus e 5 tram, in particolare le linee 83, 412, 673, 715, 7732, 983, 543, 232, 118, 120, 180, 2, 14, 5, 19, 8. Notizia per confermata solo parzialmente dal profilo Facebook del sindaco. Ancora più impegnative le altre dichiarazioni che non sono, allo stato attuale, suffragate da alcun comunicato stampa ufficiale e che andranno quindi prese con il beneficio del dubbio. Sempre da agosto infatti dovrebbe essere aperta, finalmente,una seconda finestra temporale per portare le proprie biciclette anche sulle linee A, B e B1 della metropolitana. Se prima era possibile salirvi solo dopo le 20.00, da agosto lo sarà anche dalle 10.00 alle 12.00. Novità anche per la Roma-Lido dove, in direzione Roma, nei feriali, sarà possibile salire bici muniti dalle 10.30 alle 13.00 e dalle 14.30 fino a fine servizio. In direzione Ostia invece si potrà salire da inizio servizio alle 12.30 e dalle 20 a fine servizio. Per tutto agosto, infine, sarà possibile salire in bici su Metro e Roma-Lido per tutta la durata del servizio. Non resta che augurarsi che queste dichiarazioni si trasformino presto in una reale modifica del regolamento Atac e che Roma possa diventare così un po’ di più una capitale europea.

Fonte: ecodallecitta.it/

Puglia, biciclette: da Casa Cantoniera a Casa dei Ciclisti

Da Casa Cantoniera a Casa dei Ciclisti: inaugurato l’Albergabici della Via Traiana, in Puglia, in territorio di Ostuni (Br). B&B con 20 posti letto e ciclofficina. Ora la gara per l’affidamento della gestione379267

Una ex casa cantoniera dell’ANAS, sulla ex SS 16 Ostuni-Fasano in corrispondenza del centro abitato di Montalbano, in territorio di Ostuni (Br), è stata trasformata nell’Albergabici della via Traiana. La struttura appena inaugurata, e già aderente al circuito nazionale degli Albergabici®, dispone di 20 posti letto e di una serie di sevizi per i ciclisti come un’officina per la riparazione e il lavaggio delle bici. Disponibile una cucina per la colazione continentale. “Un vero B&B attrezzato e destinato ad ospitare cicloturisti provenienti da ogni parte del mondo che si fermano per scoprire questo angolo di Puglia”, dichiara Gianfranco Ciola, direttore del Parco naturale regionale delle Dune Costiere. Link: http://www.parcodunecostiere.org/newsite/ita/index.php
L’immobile, al Km. 870 della SS. 16, è stato acquisito dal Comune di Ostuni e trasformato in struttura a supporto della mobilità ciclistica e del cicloturismo, all’interno del Parco naturale regionale delle Dune Costiere da Torre Canne a Torre San Leonardo. L’intervento è stato finanziato con 800 mila euro dalla Regione Puglia con fondi europei del Programma operativo FESR Puglia 2007/2013 (Azione 4.4.3, per i più tecnici).   Alla cerimonia di inaugurazione sono intervenuti l’Assessore regionale all’agricoltura, Fabrizio Nardoni, il Presidente del Parco delle Dune Costiere, Giulia Anglani, il coordinatore pugliese della FIAB, Vincenzo Povia, i sindaci di Fasano, Gianleo Moncalvo e di Ostuni, Domenico Tanzarella.

“Immersa tra oliveti secolari, l’Albergabici è parte integrante della Ciclovia Adriatica in Puglia, già individuata dall’Assessorato regionale alla Mobilità con il progetto di cooperazione internazionale Cyronmed (Cycle Route Network of the Mediterranean)” – spiega il direttore del Parco. “La ciclovia – prosegue Gianfranco Ciola – è l’itinerario di lunga percorrenza n. 6 della rete ciclabile nazionale Bicitalia, quello che da Venezia corre lungo tutto il litorale Adriatico fino al capo di Santa Maria di Leuca, e che è candidata per diventare percorso europeo della rete EuroVelo n. 9, che già collega Danzica a Trieste. Il tratto della Traiana compreso dell’area Parco è oggi attrezzato con aree di sosta e punti di informazione per cicloturisti”.  L’antico tratto della via Traiana collega la Casa Cantoniera, oggi “Albergabici” e la Casa del Parco, ubicata nell’ex Stazione di Fontevecchia già recuperata sei anni fa. Il tutto è connesso con la zona umida di Fiume Morelli dove si svolge una interessante attività di acquacoltura certificata con metodi biologici. “Tutte queste strutture – spiega Gianfranco Ciola – rappresentano delle buone pratiche per l’intero territorio regionale di riutilizzo di strutture esistenti. Sono siti di interesse storico, ristrutturate e riutilizzate per erogare servizi innovativi, che destano curiosità ed interesse nella comunità locale e nei numerosi visitatori e turisti che frequentano il le aree rurali di Puglia”.  La ristrutturazione di un immobile esistente per essere trasformato appositamente in uno specifico Albergabici, è il primo tipo di intervento specifico, di questo tipo, in Puglia ed è funzionale ad una rete escursionistica e di mobilità cicloturistica che interessa non solo il territorio del Parco – compreso tra i Comuni di Ostuni e Fasano – ma gran parte del comprensorio della Piana degli ulivi millenari tra le provincie di Bari e Brindisi e della Valle d’Itria.  “Le strategie del Parco delle dune costiere – conclude Gianfranco Ciola – sono quelle di puntare su modelli di mobilità ciclopedonale e sostenibile utilizzando appieno l’accordo tra Regione Puglia e Ferrovie dello Stato per il trasporto gratuito delle bici su tutti i treni regionali”.  L’Albergabici dista circa 3 km dalle stazioni di Cisternino-Pozzo Faceto e di Ostuni, snodi importanti per l’intermodalità treno+bici, e circa 2 km dall’attuale Casa del Parco (Centro Visite del Parco). La struttura, per la cui gestione ora il Comune di Ostuni deve provvedere a pubblicare un bando di gara affinchè sia usufruibile già da questa estate, con i suoi servizi specifici per ciclisti e cicloturisti di tutte le età, dal pernottamento alla prima colazione “rinforzata”, officina e servizi di assistenza e pulizia, rappresenta un luogo importante di valorizzazione del territorio e delle economie locali.
L’integrazione tra queste due strutture è peraltro unica nel suo genere in Puglia: una Casa Cantoniera ex ANAS ed una ex Stazione ferroviaria da essere state in passato a supporto della “mobilità pesante” sono oggi divenute strutture a servizio della “mobilità leggera”.

 

Fonte: ecodallecittà.it

Biciclette: il giro d’Italia in 80 librerie

“Una rete di piste e di strade lunga 2000 km avvolge lo stivale…” Due biciclette la percorreranno, da Nord a Sud, poi da Sud a Nord, isole incluse. Da settembre 2013 a luglio 2015 scrittori, editori, giornalisti, attori, cantautori, librai e bibliotecari si daranno il cambio in una staffetta senza precedenti378967

 

Una staffetta ciclistica, culturale e ambientale attraverso il Paese più bello del mondo; una rete di piste e di strade lunga 2000 km avvolge lo stivale. Due biciclette la percorreranno, da Nord a Sud, poi da Sud a Nord: isole incluse. Da settembre 2013 a luglio 2015 scrittori, editori, giornalisti, attori, cantautori, celebrità della cultura, librai e bibliotecari si daranno il cambio in una staffetta senza precedenti. Ogni tappa è collegata a uno o più eventi: in libreria, in piazza, in biblioteca, in un parco letterario, in spiaggia. Anima organizzativa delle tappe del Giro restano comunque le librerie e le biblioteche, anche quelle in postazione mobile. I protagonisti del giro saranno affiancati da chi ama la bicicletta: nelle grandi città, dove si svolgeranno ciclo-staffette, lungo le rive del mare, ai laghi, sulle isole, in collina, sulle strade del vino, nella meraviglia delle nostre cittadine. Con transiti e arrivi in mille diversi scenari. (NB: Le risorse energetiche utilizzate per il Giro, inclusi i mezzi al seguito, sono rinnovabili!) Dopo il riscaldamento sulle strade dei Mondiali di ciclismo in Toscana nell’anteprima di settembre, a maggio 2014 si inizia a far sul serio: dal Salone del Libro di Torino a Roma lungo la Via Francigena e a settembre la Bellinzona-Milano, che diventerà una classica del ciclismo culturale! Poi, nel 2015, Il giro d’Italia in 80 librerie partirà da Palermo alla conquista di Adriatico e Arco Alpino. Tutti gli aggiornamenti sul tour, tappa per tappa, su Letteratura Rinnovabile.

Tra i Festival culturali coinvolti: Salone del Libro di Torino, Caterraduno di Senigallia, Festivaletteratura di Mantova, Tocatì di Verona, Festival della Mente di Sarzana, Isola delle Storie a Gavoi, in Sardegna, Una marina di libri a Palermo, Babel a Bellinzona, e molti altri.

In collaborazione con FIABAssociazione Italiana Biblioteche, Associazione Librai ItalianiAssociazione Italiana EditoriSocietà Dante Alighieri, Parchi Letterari d’ItaliaRossignoliSalone del Libro di Torino.

Fonte: ecodallecitta.it

Biciclette, in futuro più flotte aziendali per incentivare i pendolari

A Fa’ la cosa giusta 2014 sono stati presentati i dati sul livello di mobilità in bici delle città italiane: in futuro avremo meno auto aziendali e più flotte di bici per i pendolari?.Cicli_Aziendali_slide-620x429

Ran autrice di Pinkblog ha partecipato a fa la costa giusta! 2014. Ecco il suo contributo per i lettori di ecoblog.it.

Come sarebbe più pulita, meno caotica e più ordinata una città se al posto delle auto ci fossero più biciclette e più gente a piedi? Inutile dirlo, si vivrebbe molto meglio sia dal punto di vista della salute personale e collettiva, sia da quello del portafogli, con meno spese di gestione del proprio mezzo motorizzato. E proprio sull’uso della bici per gli spostamenti su circuito urbano si è concentrata una ricerca di Legambiente, Rete Mobilità Nuova e bikeitalia.it che hanno presentato a Fa’ la cosa giusta 2014 il dossier l’A-bici della mobilità. L’obiettivo era ricercare dati esaustivi sui livelli di mobilità e ciclabilità dei comuni d’Italia. Per farlo è stato somministrato un questionario a tutti i capoluoghi di provincia italiani in cui veniva richiesto di indicare il modal share del proprio territorio (ossia la scelta da parte dei cittadini del veicolo più usato per gli spostamenti), più le informazioni sulle ciclabili presenti, sulle isole ciclopedonali, sulle strade a velocità moderata e sulle zone a traffico limitato. L’analisi dei dati ha fornito un risvolto particolarmente interessante, cioè che la presenza di piste non era necessariamente sinonimo di ciclabilità. Questo perché molti comuni virtuosi dal punto di vista dei km offerti in percorsi ciclabili, poi di fatto non vantavano il giusto corrispettivo numerico di ciclisti. Causa: la mancanza di infrastrutture e servizi adeguati per incentivare il cittadino ad abbandonare l’auto e salire in sella. Il tipo di lavoro ipotizzato, per ottenere dei risultati validi in tal senso, va verso la collaborazione fra governo centrale e comuni, come è accaduto a Bilbao o in alcune città ungheresi negli ultimi anni. Qui i governi hanno investito in piste ciclabili e cicloposteggi, mentre i rispettivi comuni si sono prodigati per scoraggiare l’accesso delle auto nelle aree centrali, aumentando i prezzi delle soste e riducendo i parcheggi.

  Che fare in Italia? La proposta di legge

Per avvicinarsi alle best practices su citate o all’ideale delle metropoli del Nord Europa, per cui la mobilità su bici o mezzi pubblici è il pane quotidiano, l’associazione Rete Mobilità Nuova ha elaborato una proposta di legge appena depositata alla Camera dei Deputati italiana. Il focus è l’abbassamento del limite di velocità nei centri urbani da 50Km/h a 30Km/h. In questo modo le città sarebbero più sicure, meno rumorose, meno inquinate e anche meno trafficate, in quanto la maggiore lentezza sarebbe la leva per incentivare modalità di spostamento alternative all’auto privata. La proposta di legge introduce anche degli obiettivi vincolanti di modal share per i comuni con più di 50mila abitanti: entro 2 anni dall’approvazione della legge la quota massima degli spostamenti motorizzati individuali con mezzi privati all’interno del territorio comunale dovrà essere sotto al 50% degli spostamenti totali. A partire dal secondo anno e al termine di ognuno degli anni successivi si stabilirà un’ulteriore riduzione, introducendo un meccanismo di bonus-malus che premia i comuni virtuosi e penalizza gli inadempienti.

  Un buon esperimento di mobilità su bici: Cicli Aziendali

Sempre in seno alla fiera Fa’ la cosa giusta 2014, sono stati presentati i risultati di un progetto durato sei mesi dal nome Ibike2work, vincitore del bando 2012 per la Responsabilità Sociale d’Impresa della Regione Lombardia. Le attività connesse a tale progetto sono state denominate Cicli Aziendali e hanno riguardato una serie di programmi di incentivazione all’utilizzo della bici per gli spostamenti casa-lavoro. Il progetto è stato portato avanti seguendo due binari, uno per le alle aziende e l’altro per i rispettivi dipendenti. In poche parole le aziende si sono accollate l’onere dell’acquisto di una flotta aziendale ciclistica, con bici di ogni tipologia per soddisfare le esigenze individuali dei propri dipendenti, mentre a questi ultimi è stato anche messo a disposizione un portale web dove registrare il proprio profilo di ciclista. Da qui ogni utente ha potuto controllare i chilometri effettuati, con il conteggio delle calorie bruciate e la CO2 risparmiata per i propri spostamenti su bici anziché su mezzo motorizzato. In più, come in una sorta di programma a premi, alcuni esercizi commerciali hanno messo a disposizione dei piccoli sconti per gli utenti con un certo numero di miglia accumulate, in cambio di visibilità sul portale cicliaziendali.it. Il portale è stato congegnato per non trascurare neppure l’ambito social, permettendo un alto grado di interazione e confronto fra colleghi circa le proprie esperienze di mobilità. Il tutto accompagnato da comode aree news e tutorial vari relativi ad aspetti più pratici del muoversi in bici, come le modalità per cambiare correttamente una gomma bucata o l’abbigliamento più comodo per la pedalata in città. La casa editrice Terre di Mezzo, alla base dell’organizzazione della fiera Fa’ la cosa giusta, è stata fra le aziende “cavia” di questo esperimento e Fausto Trucillo, Digital Project Manager dell’azienda, ha commentato positivamente l’esperienza. Ciò che è stato notato nei sei mesi di progetto è che i dipendenti di Terre di Mezzo hanno migliorato la propria attività aziendale, si sono assentati di meno per malattia e hanno visto cambiare in positivo anche il proprio umore. In più l’esperienza è stata commisurata sulle varie esigenze di mobilità degli utenti, permettendo a ciascuno di scegliere il proprio mezzo:

È stato importante poter contare sul taglio delle biciclette, scegliendo i modelli più adatti alle esigenze del singolo dipendente.

E questo ha fatto sciogliere ogni riserva di adesione anche a chi proveniva da zone molto distanti dal luogo di lavoro: con la bici pieghevole i dipendenti più lontani hanno pedalato sicuri sulle strade urbane e poi hanno ridotto l’ingombro del mezzo a bordo di treni e altri mezzi pubblici.

Fonte: ecoblog.it

A Parigi inquinamento da smog oltre soglia: biciclette e car sharing gratis per tutti

A Parigi i livelli i PM10 sono oltre la soglia massima e l’amministrazione ha deciso come misura di urgenza di rendere gratuiti i servizi di car sharing e bike sharing in città ai residenti

Dopo alcuni giorni in cui i livelli di PM10 nella capitale francese sono stati registrati oltre la soglia di sicurezza l’amministrazione parigina ha deciso di intervenire drasticamente e piuttosto che ricorrere al provvedimenti quali le targhe alterne ha deciso per una soluzione innovativa. Infatti i residenti potranno usufruire gratuitamente per tutto il periodo necessario dell’uso delle biciclette del bike sharing e delle vetture del car sharing ovvero del Vélib e Autolib a iniziare da giovedì 13 marzo.

FRANCE-FEATURE

L’inquinamento da PM10 o polveri sottili è temuto dalle amministrazioni locali poiché è dimostrato essere la causa di malattie respiratorie e cardiovascolari ed è stato classificato come cancerogeno dall’OMS. La formula gratuita prevede che per le biciclette sia effettivamente senza spesa il ticket da 1 giorno; le autovetture saranno gratuite per la prima ora per tutti gli abbonati. L’amministrazione invita a non usare le auto se non per motivi strettamente necessari tranne che per le vetture elettriche. Nel frattempo saranno diffusi messaggi che invitano all’autodisciplina e applicati maggiori e più stringenti controlli sulle vetture in circolazione. Per tutto il periodo dell’inquinamento si invitano bambini e persone anziane a restare a casa quando non è necessario uscire.

Fonte: Bio Addict

Bici senza frontiere: a Bologna, l’8 febbraio 2014 assieme a Salvaiciclisti

L’8 febbraio 2012 nasceva con l’hashtag #salvaiciclisti. Due anni dopo, l’appuntamento del movimento Salvaiciclisti è a Bologna, per incontrarsi, festeggiare i risultati ottenuti, giocare assieme e confrontarsi su come proseguire insieme verso un obiettivo comune: rendere ciclabile l’Italia377647

Salvaiciclisti: L’8 febbraio 2012 nasceva con l’hashtag#salvaiciclisti la campagna che ha visto muovere migliaia di persone in tutta italia. Dopo nemmeno 3 mesi, il 28 aprile dello stesso anno 50.000 persone si sono ritrovate a Roma per chiedere ai sindaci misure di sicurezza a favore dei ciclisti. Da lì sono nati gruppi di attivisti, discussioni e una nuova coscienza: andare in bici non è solo un modo di spostarsi, ma un modo di vivere e concepire gli spazi abitati. Dopo due anni, molte delle nostre richieste per la vivibilità delle città sono state disattese, ma sono ormai percepite da tutti come prioritarie. Sono cambiate abitudini e percentuali delle persone che si spostano quotidianamente in bicicletta. Per questo si annuncia un nuovo appuntamento ai ciclisti urbani di tutta Italia: 8 e 9 febbraio 2014, a Bologna, BICI SENZA FRONTIERE. Un momento per chi pensa che sia tempo di incontrarsi, festeggiare la nostra esistenza, giocare insieme e confrontarsi su come proseguire insieme verso un obiettivo comune: rendere ciclabile l’Italia.

Bici senza frontiere. Programma:

8 febbraio 2014 – Piazza Maggiore, Bologna

Cos’è:

Bici senza frontiere è un gioco urbano nella piazza centrale. Ogni città è invitata a formare una squadra per misurarsi in prove di abilità ciclistica a tuttotondo. Le squadre, una per ogni città/comune, si sfideranno su un terreno di gioco su cui sono allestiti dei percorsi urbani. Ogni città può dare sfoggio dei suoi migliori pedalatori con ogni tipo di ciclista quotidiano, da 0 a 99 anni.

Prove:

BIKE TO WORK: la bici è il mezzo più veloce per andare al lavoro, a meno che qualche imprevisto non vi faccia trovare appiedati. Vince la squadra che timbra prima il cartellino.

Chi gioca: un bravo ciclomeccanico + aiutanti (min 1 max 3)

BIKE TO SCHOOL: quanti bambini si possono portare a scuola sulla tua cargo-bike? Dipende dalla gamba del genitore, ma anche dal traffico. Fa vincere la sua squadre il genitore che porta a scuola più bambini.

Chi gioca: un esperto cargo-biker + aiutanti (min 1 max 3)

BIKE IN PROGRESS: cosa hanno ottenuto in questi due anni i gruppi attivi nelle città italiane per favorire l’uso della bicicletta? La città più informata sulle ultime novità in materia di mobilità ciclistica vince la sfida. Ma attenzione, per rispondere bisogna prenotarsi: ovviamente con una sprint race.

Chi gioca: un cicloattivista su bici a scatto-fisso + suggeritori a piacere

BIKE TO SKY: una volata verso il cielo, gioco a sorpresa.

Chi gioca: tutta la squadra, comprese le mascotte.

Come parteciparecompilando il form di iscrizione.

Tutti coloro che non entreranno nel terreno di gioco saranno comunque utili alla loro squadra: la città con il maggior numero di sostenitori riceverà un bonus speciale.

*Un consiglio: portatevi la bici, a Bologna ci si gira bene, e dopo la proclamazione della città vincitrice si potrebbe festeggiare con una bella massa critica.

Domenica 9 febbraio – luogo da definire, Bologna

Il giorno successivo ai giochi si terrà una riunione nazionale per discutere sulle esperienze di cicloattivismo fatte in questi due anni nelle realtà locali e per programmare un nuovo periodo d’impegno per il cambiamento che aspettiamo. A breve le informazioni per iscriversi alla riunione.

Per info: salvaiciclistibologna@gmail.com

 

 

 

Fonte: ecodallecittà

Le 5 cose che fanno funzionare un sistema di bike sharing

Lo rivela “The Bike Share Planning Guide” pubblicata in Usa82663689-586x390

Tutte le grandi città hanno provato, o stanno provando, a sviluppare sistemi di bike sharing, al mondo ce ne sono attualmente più di 600 e ne nascono ancora di nuovi. Il bike sharing aiuta a risolvere i problemi di traffico e inquinamento, e quello del cosiddetto “ultimo miglio”, ovvero l’ultimo tratto da percorrere per chi va al lavoro, o a scuola, dopo essere sceso dai mezzi pubblici. Eppure i risultati non sempre sono ottimali – basti pensare all’esperienza di Roma, risoltasi con un mezzo flop – perché per funzionare, un sistema di bike sharing deve avere determinate caratteristiche.

A illustrarle, ci pensa ora The Bike Share Planning Guide, uno studio pubblicato dall’ITDP (Institute for Trasportation & Development Policy) di New York, che ha preso in esame 440 sistemi di bike sharing e stabilito le 7 città con i servizi. Neanche a dirlo, nessuna di queste è italiana.

Si tratta di:

Barcellona, 10.8 viaggi per bici e 67,9 viaggi ogni 1.000 residenti;
Lione, 8,3 viaggi per bici e 5511 viaggi per 1.000 residenti;
Città del Messico, 5,5 viaggi per bici e 158,2 ogni 1.000 residenti;
Montreal, 6,8 viaggi per bici 113,8 viaggi ogni 1.000 residenti;
New York City, 8,3 viaggi per bici e 42,7 viaggi ogni 1.000 residenti;
Parigi, 6,7 viaggi per bici e 38,4 viaggi ogni 1.000 residenti;
Rio de Janeiro, 6,9 viaggi per bici e 44,2 viaggi ogni 1.000 residenti.

Ma quali sono i fattori che fanno funzionare un sistema di bike sharing? L’ITDP ha stabilito cinque parametri, visibili anche in questa infografica. Scopriamoli.

Densità di stazioni1795647401-586x390

Un bike sharing degno di questo nome deve poter contare di un numero tra le 10 e le 16 stazioni per ogni chilometro quadrato, con circa 300 metri di distanza media tra una stazione e l’altra. Le stazioni devono poi essere posizionate a una distanza adeguata dai punti di interesse vicini, distanza che possa essere facilmente percorsa a piedi. Una densità minore di stazioni abbassa il numero di utenti.

Rapporto tra numero di bici e residenti451022429-586x390

Ogni 1000 residenti nell’area coperta dal servizio, devono esserci dalle 10 alle 30 biciclette. Il numero va incrementato se si parla di aree metropolitane e con un gran numero di pendolari, perché in quel caso le bici devono servire sia ai residenti che ai pendolari. Se le bici non sono sufficienti, soprattutto nei periodi di punta, cala l’affidabilità percepita del servizio, e quindi il numero di utenti.

Area coperta dal servizio170330866-586x403

Un buon servizio di bike sharing dovrebbe coprire un’area di almeno 10 chilometri quadrati, tale da contenere un numero ragionevole di punti di partenza e di arrivo presunti per chi dovrà utilizzare il servizio. Aree urbane più piccole possono avere un’area di copertura minore.

Qualità delle bici173723777-586x383

Le bici fornite dal servizio devono essere di buona qualità, belle a vedersi, devono durare nel tempo, e venire incontro alle necessità dell’utente. Quindi è consigliabile dotarle di un cestino anteriore per mettere buste o borse. Devono essere dotate di un buon sistema antifurto, e nel design bisogna inserire delle caratteristiche uniche che ne scoraggino il furto e la ricettazione.

Facilità di utilizzo delle stazioni169629056-586x390

Su questo punto cade la maggior parte dei sistemi analizzati. Il ritiro e il rilascio delle biciclette nelle stazioni deve essere semplice e veloce. Il sistema di pagamento deve essere automatico e avere un’interfaccia di immediata comprensione. Inoltre è consigliabile un sistema di bloccaggio automatico delle bici, e un monitoraggio in tempo reale, in modo da vedere immediatamente se occorrono altre bici in una determinata stazione.

Fonte: ecoblog