Altravia, da Torino a Savona un viaggio lento per scoprire terre inesplorate

AltraVia è un progetto che nasce dal basso, dalla scommessa di due amici, Giovanni Amerio e Dario Corradino: insieme hanno dato vita a un percorso che si può compiere sia a piedi che in bicicletta che percorre due regioni, il Piemonte e la Liguria. Il sogno è diventare, assieme a tanti altri meravigliosi cammini italiani, un modo per tornare a vivere e far vivere i territori e le persone che li abitano.

Savona – “Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuovi orizzonti ma nell’avere nuovi occhi”, osservò Marcel Proust in un suo scritto. Da questa ispirazione e dalla scommessa di due amici nasce Altravia, un percorso che unisce Piemonte e Liguria, dove il cammino lento diventa il punto di arrivo e di partenza. Parliamo di Giovanni Amerio, che da sempre lavora in ambito sanitario, e Dario Corradino, giornalista. Compagni di avventure e viaggi che un giorno si sono chiesti: «Può esistere un altro modo di raggiungere il mar Ligure da un territorio di pianura come quello torinese?». Si badi bene. Come loro specificano, non un modo per forza migliore, ma diverso, altro. Così hanno materializzato il loro sognotracciare un’altra via. Una via che unisca, percorrendoli lentamente, territori eterogenei: grandi città e piccoli paesi, centri abitati e borghi sconosciuti, aree coltivate e rinomate a livello internazionale per le loro eccellenze e angoli di mondo selvaggi e impervi, poco noti persino a chi in quei luoghi ci abita da lunga data.

AltraVia è un progetto che nasce dal basso, dalla scommessa di due amici, Giovanni Amerio e Dario Corradino: insieme hanno dato vita a un percorso che si può compiere sia a piedi che in bicicletta che percorre due regioni, il Piemonte e la Liguria. Il sogno è diventare, assieme a tanti altri meravigliosi cammini italiani, un modo per tornare a vivere e far vivere i territori e le persone che li abitano.

Savona – “Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuovi orizzonti ma nell’avere nuovi occhi”, osservò Marcel Proust in un suo scritto. Da questa ispirazione e dalla scommessa di due amici nasce Altravia, un percorso che unisce Piemonte e Liguria, dove il cammino lento diventa il punto di arrivo e di partenza. Parliamo di Giovanni Amerio, che da sempre lavora in ambito sanitario, e Dario Corradino, giornalista. Compagni di avventure e viaggi che un giorno si sono chiesti: «Può esistere un altro modo di raggiungere il mar Ligure da un territorio di pianura come quello torinese?». Si badi bene. Come loro specificano, non un modo per forza migliore, ma diverso, altro. Così hanno materializzato il loro sognotracciare un’altra via. Una via che unisca, percorrendoli lentamente, territori eterogenei: grandi città e piccoli paesi, centri abitati e borghi sconosciuti, aree coltivate e rinomate a livello internazionale per le loro eccellenze e angoli di mondo selvaggi e impervi, poco noti persino a chi in quei luoghi ci abita da lunga data.

Come scrivono, «il turismo lento, sia esso praticato a piedi o sulle due ruote, solitamente privilegia località alpine oppure percorsi attraverso territori poco popolati. Si potevano trovare strade e sentieri fruibili e interessanti, che conducessero a scoprire aspetti e volti nuovi, inaspettati e sorprendenti, di un territorio all’apparenza conosciuto, per andare da Torino a Savona?».

Altravia, a oggi, è un itinerario non ancora ufficiale, bensì un progetto in fase di realizzazione che sta seguendo tutte le procedure affinché possa a breve divenirlo. Come spiegano Giovanni e Dario, si tratta di un percorso «pensato incoscientemente prima della pandemia, testato durante con tutte le inevitabili difficoltà e, speriamo, goduto in pieno dopo».

Sono numerosi coloro che ne hanno già percorso il tracciato e che, in una sezione dedicata sul sito, hanno lasciato le loro foto e testimonianze, contribuendo a creare un viaggio fatto a più voci. Quello di Altravia è un percorso che nasce come atto di speranza: «Vogliamo pensare che saremo nuovamente liberi. È un atto di amore verso terre uniche, dal cuore grande. Un atto a favore di tanti che credono nel proprio lavoro e lo svolgono con passione, ma rischiano di non farcela più».

Come scrivono, «il turismo lento, sia esso praticato a piedi o sulle due ruote, solitamente privilegia località alpine oppure percorsi attraverso territori poco popolati. Si potevano trovare strade e sentieri fruibili e interessanti, che conducessero a scoprire aspetti e volti nuovi, inaspettati e sorprendenti, di un territorio all’apparenza conosciuto, per andare da Torino a Savona?».

Altravia, a oggi, è un itinerario non ancora ufficiale, bensì un progetto in fase di realizzazione che sta seguendo tutte le procedure affinché possa a breve divenirlo. Come spiegano Giovanni e Dario, si tratta di un percorso «pensato incoscientemente prima della pandemia, testato durante con tutte le inevitabili difficoltà e, speriamo, goduto in pieno dopo».

Sono numerosi coloro che ne hanno già percorso il tracciato e che, in una sezione dedicata sul sito, hanno lasciato le loro foto e testimonianze, contribuendo a creare un viaggio fatto a più voci. Quello di Altravia è un percorso che nasce come atto di speranza: «Vogliamo pensare che saremo nuovamente liberi. È un atto di amore verso terre uniche, dal cuore grande. Un atto a favore di tanti che credono nel proprio lavoro e lo svolgono con passione, ma rischiano di non farcela più».

Nel pensare il percorso, inizialmente, il sistema più rapido sarebbe stato quello di seguire il tracciato autostradale della A6, ovvero l’Autostrada dei Fiori, quella che collega Torino a Savona. Invece, almeno fino a Ceva, ma anche nel tratto successivo, Dario e Giovanni hanno optato per una scelta completamente diversa: allungando di due tappe il percorso ipoteticamente più breve. Così hanno tracciato un itinerario assolutamente inedito, privo di tratti in pianura, che attraversa la collina di Torino, il Monferrato, il Roero, le Langhe, per affrontare poi in tre tappe finali le Alpi Liguri, che alla fine divengono Appennino.

Il sentiero di Altravia è stato pensato per essere percorso a piedi e, con opportune varianti, in bicicletta. Attualmente sono in fase di allestimento punti di appoggio e servizi, sono disponibili servizi cartografici oltre a una parziale segnaletica e alla pubblicazione delle tracce GPS, da considerarsi per ora indicative. Ma non solo: Dario e Giovanni hanno anche realizzato una guida dedicata che permetterà di conoscere e immergersi ancora più profondamente nelle realtà locali. Il non dover seguire un percorso prestabilito ha poi permesso di creare tappe sostanzialmente omogenee in termini di percorrenza e ricercando, ove possibile, strade bianche o sentieri, molto sovente ombreggiati.

Nel pensare il percorso, inizialmente, il sistema più rapido sarebbe stato quello di seguire il tracciato autostradale della A6, ovvero l’Autostrada dei Fiori, quella che collega Torino a Savona. Invece, almeno fino a Ceva, ma anche nel tratto successivo, Dario e Giovanni hanno optato per una scelta completamente diversa: allungando di due tappe il percorso ipoteticamente più breve. Così hanno tracciato un itinerario assolutamente inedito, privo di tratti in pianura, che attraversa la collina di Torino, il Monferrato, il Roero, le Langhe, per affrontare poi in tre tappe finali le Alpi Liguri, che alla fine divengono Appennino.

Il sentiero di Altravia è stato pensato per essere percorso a piedi e, con opportune varianti, in bicicletta. Attualmente sono in fase di allestimento punti di appoggio e servizi, sono disponibili servizi cartografici oltre a una parziale segnaletica e alla pubblicazione delle tracce GPS, da considerarsi per ora indicative. Ma non solo: Dario e Giovanni hanno anche realizzato una guida dedicata che permetterà di conoscere e immergersi ancora più profondamente nelle realtà locali. Il non dover seguire un percorso prestabilito ha poi permesso di creare tappe sostanzialmente omogenee in termini di percorrenza e ricercando, ove possibile, strade bianche o sentieri, molto sovente ombreggiati.

Quello che Giovanni e Dario propongono è un viaggio fuori dagli schemi che percorrerà più di 200 chilometri tra Piemonte e Liguria, attraversando 4 province e 49 comuni. In Piemonte, lungo Altravia «transiteremo attraverso città come Torino, Alba, Savona, borghi storici come San Damiano d’Asti e Millesimo, territori patrimoni dell’Unesco come il Monferrato e le Langhe, eppure per molti tratti sembrerà di entrare in un’altra dimensione, fatta di luoghi e di tempi remoti, inghiottiti da un paesaggio e da una natura che ci sorprenderà, perfino se siamo originari o frequentatori di queste terre».

In un’alternarsi tra città e campagna, soste e partenze, si giungerà in Liguria. «Una Liguria dove attraverseremo torrenti dal sapore alpino e in certi periodi dell’anno potremo essere bloccati da una nevicata. Ogni tappa sarà profondamente diversa dalla precedente, ricca di sorprese e scoperte. Scopriremo il rifugio di una principessa e del suo innamorato, usciremo dal centro di una città di un milione di abitanti fermandoci a un solo semaforo, conosceremo la storia di una mongolfiera arrivata dall’America» . Così, passo dopo passo Altravia attraversa le Alpi per giungere agli Appennini e infine raggiunge il mare.

Fonte: https://www.italiachecambia.org/2021/08/altravia-torino-savona/?utm_source=newsletter&utm_medium=email

È il momento di scommettere sulla bicicletta. Perché se non ora… quando?

Sono sempre più numerosi i cittadini che ogni giorno scelgono la bicicletta come mezzo sostenibile per spostarsi in città. E sono sempre più numerose le città che vedono nella ciclabilità la chiave di volta per affrontare quest’emergenza e per cambiare le nostre abitudini insostenibili. Perchè il futuro che ci aspetta pedala su due ruote. In che direzione vogliamo andare?

Ormai è chiaro, la bici potrebbe essere la regina indiscussa di quel cambiamento che abbiamo bisogno di vedere nelle nostre strade e che, nella gestione dell’emergenza da covid-19, è un indispensabile aiuto per muoversi in sicurezza durante la fase 2. Nelle nostre città, in questi due mesi di lockdown, abbiamo avuto una tregua dall’odore persistente dello smog e dal rumore assordante del traffico, come da tempo non ci ricordavamo. E ora non vogliamo rinunciare a quel miraggio che ci ha come risvegliati. Ed è questo il momento buono per avere il coraggio di modificare il nostro stile di vita, per mettere in atto quelle soluzioni che abbiamo posticipato per troppo tempo. Proprio come la mobilità sostenibile e l’utilizzo di mezzi alternativi all’auto, che rendono evidente che il futuro può andare in una sola direzione.

Partire dalla crisi per cambiare le proprie abitudini. C’è chi non crede sia possibile, chi ci spera, chi lo esige. E c’è chi in passato ci ha creduto e ne è uscito vincente, proprio come ci dimostra l’esperienza dei Paesi Bassi, che furono capaci di rialzarsi dalla crisi energetica che li colpì duramente nei primi anni ’70, quando le decisioni prese dall’Opec (Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio) condussero ad una impennata dei prezzi e a un’improvvisa interruzione del flusso dell’approvvigionamento di petrolio. In mancanza di carburante, la bicicletta è stata la soluzione su cui il Paese ha scommesso.

Ora, se guardiamo ai Paesi Bassi, rimaniamo meravigliati dalle centinaia e centinaia di biciclette che popolano le strade e le piazze. Sono il risultato positivo di un momento di difficoltà che ci mostra che cambiare si può, reagendo e sfruttando una situazione di crisi per ripensare ai propri sistemi di trasporto. Prendendo in riferimento l’esempio di Torino, città ai primi posti per inquinamento atmosferico, nei primi giorni della fase 2 i dati rilevati da 5T, azienda che gestisce la Centrale della Mobilità nell’area metropolitana torinese e del Piemonte, illustrano che le centraline hanno riportato un aumento del traffico veicolare del 35%, dovuto principalmente alla ripresa lavorativa,  mentre si denota che il traffico su piste ciclabili è aumentato di quasi 10 volte rispetto alle auto, con un aumento di 335%. Un risultato che fa ben sperare, perchè sono tante, tantissime le persone che credono fortemente in questo cambiamento.

Foto tratta da: Fiab – Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta

Tra le decisioni prese dalla giunta comunale, attualmente, c’è quella di adeguare i controviali della città ad un uso prevalentemente ciclabile, dove la velocità massima consentita alle auto sarà di 20 km/h. Parliamo di un totale di 80 km che si suddividono in 27 corsi, molti dei quali sono tra i più trafficati della città. La decisione è stata presa sulla base delle precedenti richieste dei comitati e delle associazioni ambientaliste locali che vedono nella ciclabilità la chiave di volta per cambiare le nostre abitudini insostenibili, con la consapevolezza che in questa crisi non possiamo non ripartire da qui. Specialmente se parliamo di Torino, dove la cultura dell’automobile ha imperato per decenni e dove reinventarsi mettendo al primo posto la sostenibilità ambientale è una sfida ancora più grande. Intanto il governo Conte ha approvato questa mattina il “Decreto Rilancio” dopo che, in questi giorni, si è alzata la voce dei vari Movimenti Cicloattivisti che hanno ricordato che le principali Città Metropolitane stanno procedendo speditamente alla costruzione della rete ciclabile d’emergenza ed è importante che lo Stato le supportiin fatto di mobilità sostenibile. Il decreto contiene attualmente nuove misure come il bonus per l’acquisto di bici classica, a pedalata assistita o a monopattini per i comuni superiori a 50.000 abitanti, ha introdotto la figura obbligatoria del mobility manager per realtà superiori a 100 dipendenti, la definizione di “corsia ciclabile” sulle carreggiate e la “casa avanzata”, una linea di arresto posizionata davanti alle automobili per tutelare i ciclisti. Non tutti i provvedimenti attesi sono stati inclusi nel decretocome ad esempio i soldi e le indicazioni da destinare ai Comuni per la realizzazione delle ciclabili di emergenza per la Fase 2 nonostante in molte città i lavori siano già iniziati.

E’ fondamentale, in questo momento, incentivare l’uso della bici ma anche garantire la sicurezza e la salute dei cittadini e non lasciare isolate le amministrazioni locali ma promuovere una visione comune e sistemica. La cultura della bici la creiamo quando creiamo una cultura dell’uguaglianza e della convivenza. Una città dove le macchine in strada imparano a rispettare e a convivere con la sana “lentezza” delle biciclette è una città che ha imparato a dare valore al rispetto, dove i mezzi a due ruote smettono di essere un ostacolo o un ingombro ma diventano parte di uno stile di vita collettivo. Perchè il vero cambiamento lo facciamo insieme.

Fonte: https://www.italiachecambia.org/2020/05/momento-scommettere-bicicletta-perche-se-non-ora-quando/?utm_source=newsletter&utm_medium=email

La Greenway: una pista ciclabile nel cuore della montagna bresciana

Promuovere il turismo sostenibile tra la Valle Trompia, la Valle Sabbia e la città di Brescia valorizzando il paesaggio e offrendo opportunità di rilancio del territorio. Nasce con questo obiettivo la Greenway, una pista ciclabile sviluppata all’interno del Progetto Valli Resilienti sostenuto da Fondazione Cariplo nell’ambito del Programma AttivAree. Vi raccontiamo le caratteristiche di questo percorso. Una ciclabile che attraversa il cuore della montagna bresciana, un percorso di settanta chilometri composto da circa sessanta itinerari, adatti alle famiglie ma anche agli appassionati di mountain bike e di road bike, che unirà la città di Brescia con l’Alta Valle Trompia e l’Alta Valle Sabbia. Stiamo parlando della Greenway, una pista ciclabile sviluppata all’interno del Progetto Valli Reislienti sostenuto da Fondazione Cariplo nell’ambito del Programma AttivAree, che si pone l’obiettivo di sviluppare il cicloturismo tra le Valli Trompia e Sabbia e la città di Brescia.

“La ciclabile ‘slow bike’, dedicata alle famiglie e al turismo più dolce, permetterà di godere del paesaggio di queste zone: nelle due Valli ci sono moltissimi musei, legati alle Fucine e al passato minerario di questi luoghi” ci racconta Paola Antonelli, Responsabile del progetto Greenway. “Inoltre questo percorso valorizzerà anche il settore agricolo, perché sarà possibile raggiungere diverse aziende agricole e degustare i prodotti tipici del territorio”.

All’interno delle realtà rurali e agricole della Valle Trompia, segnaliamo il Borgo di Rebecco, nel comune di Pezzaze, un borgo agricolo oggetto di recupero sempre all’interno del progetto Valli Resilienti sostenuto da Fondazione Cariplo. Il passaggio in Valle Sabbia della Greenway sarà caratterizzato soprattutto dalle peculiarità di tipo paesaggistico: uno dei passaggi più interessanti, una passerella su roccia costruita appositamente per il percorso, in perfetta armonia con la natura circostante, permetterà il collegamento tra il comune di Vestone e quello di Barghe in Valle Sabbia.

Proprio a Barghe la ciclabile passerà nelle vicinanze della Centrale Idroelettrica, anch’essa oggetto di un importante intervento di riqualificazione all’interno del Progetto Valli Resilienti, dove verrà costruita una ciclofficina e un punto ristoro per i ciclisti che vorranno approfittare di una pausa e di una merenda a chilometro zero. 

“Per citare alcuni numeri della Greenway: stiamo parlando di una mappatura di circa sessanta itinerari in totale, suddivisi in due assi ciclabili equamente ripartiti” ricorda Davide Toselli, Presidente di Bike3Lands, associazione del territorio nata nel 2014 per sviluppare il cicloturismo nel Parco Alto Garda e in Valle Sabbia. “Infatti sono presenti circa venti itinerari in mountain bike in Valle Sabbia e venti in Valle Trompia, con infine un rimanente di venti tracciati per bici da corsa che si accavallano tra le due valli”. 

Uno dei percorsi che sintetizza l’anima inclusiva della Greenway ce lo racconta infine Alessandro Inverardi, responsabile della comunicazione di Bike3Lands: “Il percorso di crinale è la peculiarità della Greenway: si tratta di un percorso di circa settanta chilometri, che parte dal passo del Maniva e arriva fino alla città di Brescia. E’ sviluppato quasi unicamente su sentieri boschivi ed è davvero interessante per un range molto ampio di persone: permette di poter ammirare le vette più alte del Maniva e allo stesso tempo di giungere fino in Piazza Arnaldo, a Brescia, per fare un aperitivo: un percorso che unisce due zone completamente diverse con interessi completamente diversi”.

“La Greenway quindi come valorizzazione del paesaggio e opportunità di rilancio del territorio”, conclude Noemi Canevarolo di Fondazione Cariplo. “Insieme al Circuito delle Valli Accoglienti e Solidali sviluppato sempre all’interno del progetto Valli Resilienti, promosso nell’ambito di AttivAree, la Greenway è orientata alla promozione di un turismo sostenibile e alla portata di tutti. Essa permetterà inoltre di collegare l’alta Valle Trompia e l’alta Valle Sabbia con Brescia, recuperando così il rapporto tra montagna e città”.

Fonte: http://www.italiachecambia.org/2019/02/greenway-pista-ciclabile-cuore-montagna-bresciana/?utm_source=newsletter&utm_campaign=general&utm_medium=email&utm_content=relazioni

A Torino arrivano i FOOD PRIDErs, fattorini in bicicletta contro lo spreco alimentare

Con il progetto Food Pride, e grazie al contributo della Compagnia di San Paolo, nasce la rete di recupero del cibo invenduto nei negozi di prossimità trasportata con biciclette e cargo bike verso i punti di raccolta e distribuzione dislocati in Pozzo Strada, Borgo San Paolo, Porta Palazzo e Borgo Vittoria

In occasione della Giornata Nazionale di Prevenzione dello Spreco Alimentare di martedì 5 febbraio il progetto Food Pride entra nel vivo. Con i FOOD PRIDErs nasce la rete di recupero del cibo invenduto nei negozi di prossimità trasportata con biciclette e cargo bike verso i punti di raccolta e distribuzione dislocati in Pozzo Strada, Borgo San Paolo, Porta Palazzo e Borgo Vittoria.

Ma il progetto Food Pride non è solo questo. Alla base c’è l’esperienza di recupero e ridistribuzione del cibo nei mercati di Porta Palazzo, corso Racconigi, corso Brunelleschi e Borgo Vittoria che verrà estesa anche ai mercati di via Porpora, corso Taranto, Nichelino e altri comuni della prima cintura torinese superando di fatto i confini comunali per diffondere pratiche virtuose anche all’area metropolitana. Per tutto il 2019 verranno messe in campo una serie di attività di informazione e sensibilizzazione sullo spreco alimentare e sulla corretta alimentazione. Ad essere coinvolte saranno le scuole torinesi di tutti i gradi con lezioni ad hoc sul tema dello spreco alimentare e la corretta gestione dei rifiuti. Parte del cibo invenduto verrà utilizzato nei laboratori di cucina antispreco rivolti a persone che vivono in condizione di marginalità, e per coinvolgere il resto della cittadinanza sono previsti incontri con nutrizionisti, cene sociali, eventi nelle piazze e momenti di formazione sulla Legge Gadda. Insomma un ventaglio di attività per porre le basi di una vera cultura cittadina sull’uso consapevole delle risorse e il riutilizzo delle eccedenze alimentari, perché Food PRIDE significa Partecipare Recuperare Integrare Distribuire ed Educare: buone pratiche per ridare dignità agli scarti. Grazie al sostegno della Compagnia di San Paolo, enti e associazioni torinesi hanno unito le forze per dare una risposta concreta al problema dello spreco alimentare sul territorio della Città di Torino e non solo. Il progetto Food Pride nasce grazie dalla volontà di mettere a sistema le esperienze maturate dall’associazionismo torinese e per questo le associazioni EUFEMIA, ECO DALLE CITTA’, RE.TE. ONG, LEGAMBIENTE METROPOLITANO, COOPERATIVA SOCIALE AERIS, ASS. POPOLARE DANTE DI NANNI, SCS LA RONDINE, ASSOCIAZIONE MISTERIA, ASSOCIAZIONE COMMERCIANTI C.SO BRUNELLESCHI, PARROCCHIA SAN BERNARDINO, COOPERATIVA SOCIALE RAGGIO, il Comune di Torino e l’Asl Torino si sono messi in rete per proporre un’alternativa possibile.

Ogni anno nel mondo circa il 40% del cibo viene sprecato, diventando rifiuto senza nemmeno raggiungere la tavola. Lo spreco riguarda l’intera filiera della sua produzione, dal food waste delle prime fasi (semina, coltivazione) ai food losses dell’ultima fase (distribuzione, vendita e consumo) diviene, in virtù della sua ampia portata, uno dei più significativi fattori che impediscono l’accesso di tutti all’alimentazione quale diritto inalienabile. In Italia nonostante il contrasto allo spreco alimentare sia entrato da qualche anno nell’agenda politica nazionale e locale, le cose non vanno meglio. Secondo il Food Sustainability Index ogni italiano getta nella spazzatura non meno di 65kg di cibo buono all’anno. Non bisogna arrendersi, basta davvero poco per rimettere i nostri comportamenti su di un binario sostenibile. Basta un solo esempio per comprendere i risvolti positivi delle azioni di messe in campo da Food Pride: nel mercato di Porta Palazzo grazie al recupero quotidiano del cibo ancora edibile – nel solo 2018 – sono state recuperate e redistribuite quasi 60 tonnellate di prodotti ortofrutticoli che altrimenti sarebbero finite tra i rifiuti. Un solo gesto ha permesso a più di 200 persone di poter provvedere al sostentamento della propria famiglia e contemporaneamente è stato impedito l’incenerimento di 60 tonnellate di cibo i cui costi economici e ambientali sarebbero ricaduti sulla popolazione torinese. Food Pride è un progetto aperto! Tutti coloro che fossero interessati a saperne di più o che volessero aderire per diffondere le buone pratiche sul contrasto allo spreco di cibo possono contattarci all’indirizzo email paneincomune@eufemia.eu o direttamente sulla nostra pagina Facebook @Food Pride Torino.

Fonte: ecodallecitta.it

Domenica 6 maggio a Torino torna il Bike Pride, la festa in bicicletta più grande d’Italia

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La partenza della parata sarà alle ore 15.30 dal Parco del Valentino. Per tutta la giornata stand di attività bike friendly, associazioni con intrattenimento musicale e interventi sul tema della mobilità ciclistica e dello urban cycling. Quest’anno anche la V edizione della Brompton World Championship

Domenica 6 maggio 2018, al Parco del Valentino torna protagonista la bicicletta con due importanti eventi dedicati al mondo del ciclismo urbano: la IX edizione del “Bike Pride”, la tradizionale parata annuale di biciclette organizzata dall’Associazione Bike Pride Fiab Torino, e la V edizione della Brompton World Championship, un evento dedicato agli appassionati di Brompton, organizzato da Bike Id, negozio specializzato nella vendita di biciclette pieghevoli.

Dalle 10 alle 19.30, al Parco del Valentino verranno allestiti stand di attività bike friendly, associazioni con intrattenimento musicale e interventi sul tema della mobilità ciclistica e dello urban cycling.

Bike Pride 2018, costruiamo noi la strada: il crowdfunding

Il “Bike Pride” è uno dei più grandi eventi ciclistici d’Europa: dal 2010 hanno partecipato oltre 120 mila persone per rivendicare il diritto di tutti a utilizzare le strade in sicurezza e in libertà.

È una pedalata libera e aperta a tutti per le vie di Torino con l’obiettivo di ricordare alla Città e all’Amministrazione che si è in tanti a usare quotidianamente la bicicletta ogni giorno, per andare a lavoro, all’università, a scuola o uscire con gli amici. E proprio l’uso quotidiano della bicicletta come mezzo di trasporto in città è il focus dell’edizione 2018.

La partenza della parata sarà alle ore 15.30 dal Parco del Valentino. Il percorso si snoderà per le vie della città, chiuse al traffico a motore. La partecipazione alla parata è aperta a tutti, non serve iscrizione.

“Costruiamo noi la strada” è lo slogan per la IX edizione, per ribadire il futuro in mano alla mobilità sostenibile e la necessità di investire in infrastrutture adeguate che possano cambiare forma alle città.

Le più progredite e vivibili città europee hanno da tempo indicato la strada e messo la bicicletta al centro della progettazione degli spazi pubblici: le città possono e devono essere ritrasformate in luoghi di vita, di socialità, di commercio, di gioco con al centro la persona, non i mezzi di trasporto. “La strada è uno spazio pubblico e di vita, non esclusivamente un parcheggio o una pista per correre” commenta Fabio Zanchetta, presidente di Bike Pride Fiab Torino – e con questa edizione chiediamo ancora una volta all’Amministrazione di considerare il “ciclismo urbano” come uno strumento per valorizzare e rivoluzionare lo spazio urbano oltre, naturalmente, a rappresentare una valida soluzione all’inquinamento, alla congestione veicolare delle città alla sicurezza stradale”.

E per sostenere concretamente questa azione, Bike Pride lancia un crowdfunding, per finanziare le attività dell’associazione, dall’organizzazione dell’evento annuale alle costanti attività di lobby, e per partecipare alla costruzione di infrastrutture per la nostra città.

“Troppe volte ci siamo sentiti rispondere dall’Amministrazione che mancano i soldi per le infrastrutture, ma gli interventi per la mobilità ciclistica possono essere anche low cost, come più volte abbiamo avuto modo di mostrare – spiega Fabio Zanchetta – Con questa raccolta fondi vogliamo quindi da un lato coinvolgere i cittadini nel cambiamento dello spazio pubblico e dall’altro finanziare la ciclabilità della nostra città”.

I soldi raccolti andranno per metà all’associazione e per metà a sostegno della continuazione della “via ciclabile universitaria” su corso Palermo con l’indicazione tramite segnaletica orizzontale del limite dei 30 km/h e del simbolo della bici per indicare la strada condivisa con le biciclette.

Il crowdfunding è su www.buonacausa.org/bike-pride-2018389230_2

Brompton World Championship – BWC

L’edizione italiana del campionato mondiale di Brompton si terrà per la prima volta a Torino, organizzato da Bike Id (www.bikeidentity.it), negozio specializzato in biciclette pieghevoli in collaborazione con Brompton Italia.

Il Brompton World Championship di Torino è un evento satellite del BWC Final che si tiene ogni estate a Londra e accende la fantasia di tutti gli amanti del brand inglese di bici pieghevoli. I vincitori parteciperanno di diritto alla finale mondiale sabato 28 luglio, durante il celebre Prudential Cycling Festival.

Sono 300 i partecipanti provenienti da tutta Italia attesi per la prima edizione torinese, che vedrà i “pieghevolisti” gareggiare su un circuito di 14 km intorno al Castello del Valentino, con partenza alle 12 di domenica 6 maggio. Chi preferisce prendersela comoda e puntare sullo stile potrà scegliere un percorso breve di 6,2 km.

I requisiti sono: partecipare con una bici Brompton e rispettare un dress code che impone camicia, giacca e cravatta (o il foulard per le signore) e che incentiva a dare spazio alla fantasia.

Il costo di iscrizione è di 35 euro se ci si iscrive online sul sito https://bwctorino2018.com e 40 euro se ci si iscrive durante il giorno dell’evento (informazioni: info@bikeidentity.it, tel. 011.0206297,dalle 9.30 alle 19.30 escluso domenica). Il costo di iscrizione include il pranzo e la medaglia di partecipazione.

Premi (per i partecipanti al percorso lungo):

  1. 1° uomo e 1ª donna: un biglietto aereo economy A/R + l’iscrizione gratuita per partecipare al BWC Final 2018 che si terrà in Inghilterra
  2. 2° e 3° classificato
  3. il migliore dei veterani (over 50)
  4. le prime squadre classificate (uomo e donna, sono escluse le squadre miste)

Premi (per tutti i partecipanti):

  • il miglior vestito uomo e la miglior vestita donna

Durante la giornata si terrà anche il “Folding Contest Italia”, la gara che premia il ciclista più rapido nel ripiegare la propria bici.

Fonte: ecodallecitta.it

Al lavoro camminando o in bicicletta: arriva Jojob Bici e Piedi per incentivare i dipendenti che lasciano a casa l’auto

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Anche in Italia i dipendenti delle aziende saranno incentivati ad andare al lavoro camminando o in bicicletta: Jojob lancia infatti la nuova funzione Jojob Bici e Piedi. Gli utenti potranno certificare i tragitti casa-lavoro e ricevere in cambio “Foglie Oro” da utilizzare per avere sconti e promozioni da parte della propria azienda.  Ogni viaggio percorso in bicicletta o a piedi genererà un risparmio in termini di CO2 pari a 130 g/km e un risparmio economico di 0,20€/km.

Anche in Italia le aziende potranno incentivare i dipendenti che percorrono il tragitto casa-lavoro camminando o in bicicletta: Jojob, il maggior player italiano di carpooling aziendale, lancia infatti Jojob Bici e Piedi, una nuova funzione integrativa dedicata alla mobilità 100% sostenibile. Per prima in Italia un’applicazione per smartphone permetterà di certificare sia le tratte casa-lavoro percorse in carpooling che quelle fatte a piedi e in bici.

Grazie alla funzione Jojob Bici e Piedi i dipendenti delle aziende aderenti potranno infatti certificare i propri tragitti casa-lavoro percorsi camminando o in bicicletta e calcolare il risparmio in termini ambientali ed economici: secondo le stime di Jojob, ogni viaggio percorso in bicicletta o a piedi genererà un risparmio in termini di CO2 pari a 130 g/km e contestualmente un risparmio economico per il dipendente pari a 0,20€* per ogni km percorso senza l’utilizzo dell’automobile.

Certificazione dei viaggi casa-lavoro e premi per i dipendenti

Scaricando la app su smartphone di Jojob e registrandosi, i dipendenti delle aziende aderenti troveranno nella sezione “certifica” dell’applicazione mobile due nuove modalità di viaggio, Bici e Piedi, che potranno attivare ogni qualvolta si troveranno a percorrere il tragitto casa-lavoro con queste modalità di spostamento, in modo da avviare il processo di certificazione. Durante tutto il viaggio, l’app traccerà  il percorso grazie al tracking GPS e il dipendente alla fine riceverà il proprio report di viaggio. I viaggi casa-lavoro percorsi in bici e a piedi consentiranno ai dipendenti di maturare dei punti, le cosiddette “Foglie Oro” di Jojob, per accedere a centinaia di promozioni: dagli sconti per gli impianti sciistici o i parchi divertimento, alle convenzioni con hotel e ristoranti, gli incentivi avranno lo scopo di diffondere la mobilità sostenibile a 360 gradi.

Bici e Piedi si integrano al carpooling aziendale

La funzione Jojob Bici e Piedi andrà ad integrarsi con quella del carpooling aziendale di Jojob, che certifica i viaggi condivisi tra colleghi e dipendenti di aziende limitrofe per raggiungere la sede aziendale in auto e che nel solo 2017 ha permesso di risparmiare 1.714.120 km e non emettere in atmosfera 222.835 Kg di CO2. Le aziende quindi, in un’ottica di smart working e welfare aziendale, potranno offrire al personale dipendente sempre più alternative di trasporto innovative ed ecologicamente sostenibili per raggiungere il posto di lavoro senza stress.

“Dalla Francia all’Olanda, dal Belgio alla Nuova Zelanda: in Europa e nel resto del mondo sono sempre di più le realtà aziendali che si attivano per incentivare i propri dipendenti a muoversi senza l’utilizzo dell’auto privata, per ridurre traffico ed emissioni di CO2 e allo stesso tempo per promuovere il Welfare Aziendale dal punto di vista della mobilità”, spiega Gerard Albertengo, founder e CEO di Jojob. “Per questo motivo, dopo aver promosso l’utilizzo del carpooling aziendale in tutta Italia e aver coinvolto oltre 140.000 utenti e più di 1.700 aziende italiane, abbiamo scelto di fare un passo ulteriore e dare la possibilità alle aziende di promuovere modalità di trasporto sempre più ecologiche, orientate anche al miglioramento della salute e del benessere dei dipendenti. La promozione di strumenti come Jojob Bici e Piedi – conclude Albertengo – ci auguriamo spinga le stesse aziende a dotarsi di strutture e servizi, come parcheggi per biciclette e spogliatoi, elementi  di welfare aziendale già messi in campo in altri paesi e che aiutano ad incrementare esponenzialmente il ‘bike to work’ e la qualità della vita dei dipendenti”.

* I dati del risparmio sono stati calcolati a partire dal costo medio per ogni km percorso senza carpooling che è pari a 0,20€ (costo scelto come standard, ricavato da tabelle ACI, che tiene conto del carburante e dell’usura del veicolo).unnamed1

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Chi è Jojob

Il servizio JOJOB di Bringme è un innovativo servizio di car pooling aziendale, nato con l’obiettivo di agevolare gli spostamenti casa-lavoro dei dipendenti di aziende limitrofe. JOJOB è costituito da una piattaforma web e da un’applicazione mobile. Ogni utente, dopo essersi registrato su www.jojob.it, potrà visualizzare su una mappa la posizione di partenza dei propri colleghi e dei dipendenti di aziende limitrofe alla propria, mettersi in contatto e condividere l’auto nel tragitto casa-lavoro. Con l’applicazione mobile, l’unica in grado di quantificare la reale CO2 risparmiata dopo ogni tragitto percorso in car pooling, ogni passeggero potrà certificare il tragitto effettuato, ottenendo punti trasformabili in sconti da utilizzare in locali, ristoranti, bar e palestre convenzionate, sia a livello nazionale che locale.

Fonte: agenziapressplay.it

Dalla Puglia al Veneto in bicicletta: il 12 aprile parte ‘Keep Clean and Ride’, evento centrale del Let’s Clean Up Italy

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La manifestazione -finora conosciuta con il nome di “Keep Clean and Run” (KCR)- per il 2018 diventa Keep Clean and Ride, in quanto quest’anno si svolgerà in bicicletta. A compiere l’impresa sarà sempre il “rifiutologo” e divulgatore ambientale Roberto Cavallo, accompagnato dal triatleta Roberto Menicucci

Dopo tre anni di eco-trail contro l’abbandono dei rifiuti(littering), l’evento centrale italiano della campagna “Let’s Clean Up Europe!” resta fedele al connubio ambiente-sport, ma si evolve. La manifestazione -finora conosciuta con il nome di “Keep Clean and Run” (KCR)- per il 2018 diventa infatti Keep Clean and Ride, in quanto quest’anno si svolgerà in bicicletta. A compiere l’impresa sarà sempre il “rifiutologo” e divulgatore ambientaleRoberto Cavallo, accompagnato lungo il percorso dal triatleta Roberto Menicucci.

Invariato il messaggio che la manifestazione vuole lanciare: il littering, che uccide i nostri mari, va contrastato nei suoi luoghi d’origine, ovvero nell’entroterra. E tutti possono fare due semplici gesti per combatterlo: evitare di abbandonare i propri rifiuti e chinarsi per raccogliere quanto sta già inquinando l’ambiente.

Dopo aver anticipato l’ormai diffuso fenomeno che abbina corsa e rimozione del littering -recentemente ribattezzato plogging– oggi KCR punta ad allargare la platea degli sportivi che abbinano l’attività fisica a quella di rimozione degli abbandoni in natura.

La corsa

Keep Clean and Ride prenderà il via giovedì 12 aprile 2018 da Bari, per concludersi una settimana dopo a Chioggia (VE). Gli eco-atleti, in otto tappe, risaliranno pertanto lo Stivale attraversando sette Regioni del versante adriatico: Puglia, Abruzzo, Marche, Umbria, Toscana, Emilia Romagna e Veneto.

Il percorso prevede un totale di 969 chilometri da percorrere in bici (e, in piccola parte, di corsa, come “omaggio” alle precedenti edizioni), per un dislivello positivo totale di oltre 18 mila metri.

La corsa, promossa da AICA – Associazione Internazionale per la Comunicazione Ambientale in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, è stata presentata lo scorso 16 marzo a Roma, alla presenza di una rappresentanza del Ministero guidata dalla Sottosegretario di Stato on. Barbara Degani, dei Comuni sede di tappa e degli sponsor. La testimonial Lucia Cuffaro, volto noto della trasmissione Rai “Uno Mattina In Famiglia”, ha fatto da “madrina” dell’evento e per il quarto anno consecutivo ha garantito la sua partecipazione.

Le tappe e gli eventi

Keep Clean and Ride partirà da Bari giovedì 12 aprile e si concluderà giovedì 19 aprile a Chioggia, in un’ideale chiusura del percorso mare-entroterra-mare, seguendo le “rotte” tracciate dai rifiuti. Per otto giorni, Cavallo e Menicucci raccoglieranno i rifiuti abbandonati che troveranno lungo il percorso, fotografando e mappando quelli che non sarà possibile portare con sé. Queste, nell’ordine, le città sede di tappa: Bari, Manfredonia (FG), Vasto (CH), Penne (PE), Teramo, Osimo (AN), Assisi (PG), Città di Castello (PG), Meldola (FC), Parco del Delta del Po (FE), Padova e Chioggia (VE).

Previste, inoltre, numerose tappe intermedie, dove la popolazione –a partire da scuole, famiglie e associazioni del territorio– sarà invitata a partecipare a eventi di pulizia del territorio e/o incontri, durante i quali verranno presentate le finalità dell’iniziativa e la campagna europea, concentrandosi poi sui dati legati all’azione di contrasto all’abbandono dei rifiuti.

Il messaggio

L’iniziativa vuole sensibilizzare la popolazione e i media sul fenomeno del littering, ponendo l’attenzione sull’origine di tali rifiuti. La scelta di incentrare l’evento sportivo negli eco-sistemi montano e marino, infatti, nasce dalla consapevolezza che oltre il 70% dell’inquinamento dei mari ha origine nell’entroterra.

Oltre alla pulizia del territorio in senso stretto, saranno anche messe in risalto le esperienze e le filiere virtuose di gestione e trattamento dei rifiuti.

«Al di là dell’impresa sportiva, Keep Clean and Ride ha un grande potenziale di sensibilizzazione della popolazione, come conferma anche il successo delle prime tre edizioni -dichiara Barbara Degani, Sottosegretario all’Ambiente- Per questo, come Ministero, abbiamo deciso di aderire anche quest’anno, perché siamo convinti che solo sporcandosi le mani e spendendosi in prima persona sia possibile capire realmente la portata e la gravità del fenomeno dell’abbandono. Quante più persone e territori vengono coinvolti, tanto più il nostro atteggiamento da cittadini viene responsabilizzato, aiutandoci così a raggiungere il nostro obiettivo di prevenzione».

Il sostegno

All’iniziativa 2018 hanno già aderito a vario titolo diverse personalità del mondo dello sport (tra cui la medaglia d’argento nell’handbike alle Paralimpiadi di Londra 2012, Francesca Fenocchio; il campione del mondo di ciclismo su strada del 2008 Alessandro Ballan, ecc.) dello spettacolo (Lucia Cuffaro, Mario Tozzi, Giuseppe Cederna, l’Orchestra Casadei; ecc.) della società civile (lo scrittore Leonardo Palmisano; don Josh Kureethadamdell’Università Pontificia, collaboratore di Papa Francesco alla stesura dell’enciclica Laudato Si, ecc.) e dell’ambiente (come il Goldman Environmental Prize Anna Giordano, l’economista Andrea Segré e il meteorologo Luca Mercalli).

Keep Clean and Ride ha i patrocini nazionali del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, dal Senato della Repubblica e dalla FIAB – Federazione Italiana Amici della Bicicletta.

È resa possibile grazie al sostegno del main sponsor Greentire e di Go Rent, Eso – Eso Sport Bike, Mercatino, Fise Assoambiente, Assobioplastiche (in collaborazione con Polycart e Umbraplast), Eurosintex, Comieco, Ricrea, Corepla, Coreve, Gruppo Veritas ed E.R.I.C.A. Soc. Coop. oltre ai partner tecnici Cicli Mattio, Montura, Alba Fisio e Bike Therapy e con il supporto del Comitato promotore nazionale della SERR (Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti) composto da Comitato UNESCO, ANCI, Utilitalia, Legambiente e Città Metropolitane di Roma Capitale e di Torino. Tv ufficiale dell’evento è Ricicla Tv.

Maggior informazioni e dettagli sono disponibili su menorifiuti.org, il blog della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti in Italia a cura di eHabitat.it. Seguite e partecipate all’eco-evento. L’hashtag è #KCR18.

Fonte: ecodallecitta.it

Percorso casa-lavoro, in Francia si pensa di rendere obbligatoria l’Indemnité Kilométrique Vélo

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Uno studio promosso da associazioni, Ong e think tank guidate da Matthieu Orphelin mette in evidenza i vantaggi dell’obbligatorietà dell’indennità chilometrica per tutti i cittadini che si recano a lavoro in bici. La bicicletta rappresenta solo il 3% della quota modale del pendolarismo in Francia. Tuttavia, con le questioni relative alla riduzione del gas serra, oltralpe c’è tutto l’interesse a promuoverne l’uso grazie al dibattito pubblico che si sta creando attorno alla Indemnité Kilométrique Vélo (IKV), l’indennità prevista dalla legislazione francese, grazie alla legge sulla transizione energetica, che prevede una remunerazione di 25cent/km per tutti i dipendenti di aziende private che utilizzano la bicicletta per andare a lavoro. Ad oggi solo 85 aziende private hanno promosso questa iniziativa per i loro dipendenti, ma a fine dicembre un gruppo di associazioni legate al mondo della bicicletta, ONG e think tank, guidate da Matthieu Orphelin hanno presentato alla Ministra dei Trasporti Élisabeth Borne un dossier nel quale si mettono in mostra tutti i benefici dell’estensione obbligatoria della IKV a tutte le aziende, sia pubbliche che private. Un dossier subito sostenuto dalla ministra che ha già annunciato novità nella prima parte del 2018 con un annuncio fatto in seguito alla pubblicazione dei dati relativi agli incidenti avvenuti sulle strade francesi nel 2017.388928_2

Misure incentivanti

Tuttavia, una misura che assegna al dipendente fino a 35 € al mese gli consentirebbe di rendere redditizio l’acquisto della bici e le riparazioni relative ad un uso quotidiano, nonché il costo delle attrezzature. D’altra parte, metterebbe la bici su un piano di parità con altri mezzi di trasporto come l’auto personale soggetta a un’indennità chilometrica e il trasporto pubblico rimborsato fino al 50% dal datore di lavoro. Nelle aziende che hanno attuato la IKV, i risultati sono promettenti, come sottolinea l’Ademe (l’Agenzia pubblica per il controllo dell’ambiente e dell’energia) dopo il feedback ottenuto dalle aziende che lo hanno sperimentato: “nelle aziende è stato registrato un aumento della quota di biciclette rispetto alle altre modalità di trasporto del 50% dopo alcuni mesi e del 125% dopo un anno“.

In pratica se l’IKV fosse generalizzato e reso obbligatorio in tutta la Francia, raddoppierebbe il numero di utenti giornalieri della bici, da 700.000 a 1.4 milioni. “Non c’è nulla di impossibile – dice Matthieu Orphelin – dal momento che il 75% dei percorsi casa lavoro sono a meno di 5 km e il 70% di questi viaggi vengono effettuati in auto“,

Vantaggi per il dipendente e il datore di lavoro

Oltre ai benefici riconosciuti di un’attività sportiva sulla salute (aiuta a prevenire l’obesità, il diabete, il cancro e gli infarti), il ciclismo sembra avere un impatto positivo sull’assenteismo, quest’ultimo ridotto del 15% tra i dipendenti delle aziende che hanno introdotto l’indennità. Così le aziende aumentano la loro produttiva e i costi della IKV vengono ammortizzati rapidamente. Tralasciando la potenziale riduzione delle emissioni di gas serra che si otterrebbe con l’obbligatorietà delle Indemnité Kilométrique Vélo, i ciclisti vorrebbero ancora vedere aumentare la loro sicurezza, il numero di servizi (in particolare i parcheggi di interscambio vicino alle stazioni) e una migliore dissociazione delle piste ciclabili dalle carreggiate dedicate al solo traffico veicolare. Obiettivi questi più lunghi da realizzare a causa della costruzione di nuove infrastrutture, ma con l’estensione della Ikv sembra più facile e veloce far lasciare l’auto a casa per gli spostamenti verso i luoghi di lavoro.

Fonte: ecodallecitta.it

Il rilancio della bicicletta: passa la legge alla Camera

Approvata alla Camera la legge sulla mobilità ciclistica che, tra le altre cose, prevede la messa in rete di circa seimila chilometri di percorsi ciclabili e politiche di agevolazione per cambiare il paradigma della mobilità. Ora si attende il passaggio al Senato; ma ci sarà prima della fine della legislatura?9693-10468

L’approvazione alla Camera della legge sulla mobilità ciclistica presentata nel 2014, che già aveva avuto una battura d’arresto, si è guadagnata il plauso delle associazioni che in Italia coltivano la passione delle due ruote. Ora però si dovrà attendere la votazione al Senato. «Con l’approvazione, lo Stato assume pienamente la pianificazione della mobilità ciclistica, insieme alle Regioni – spiega la Fiab – Esattamente come il sistema autostradale o il sistema ferroviario, con questa legge la ciclabilità fa parte di una strategia di mobilità che diventa prioritaria nei centri urbani e per lo sviluppo del turismo nel Paese».

Alcune misure coinvolgono anche i livelli locali di governo: è previsto infatti che tutti i comuni, anche quelli al di fuori delle città metropolitane, predispongano dei Piani urbani della mobilità ciclistica.

Qui trovate la proposta di legge; qui il resoconto dei lavori.

Nel settembre scorso, però, le cose erano andate diversamente. Era stata ritirata dalla discussione in Parlamento a causa di un parere non positivo ricevuto dalla commissione del Ministero dell’Economia e Finanze (MEF). A essere messa in dubbio era stata la copertura economica della legge. Commenta Giulietta Pagliaccio, presidente Fiab: “E’ un grande traguardo quello raggiunto oggi con l’approvazione della Legge sulla mobilità ciclistica. E’ un premiare le tante città che stanno faticosamente portando avanti politiche per la mobilità sostenibile e che oggi possono avere il supporto di una politica nazionale. Sappiamo che c’è ancora molta strada da fare per portare la mobilità ciclistica ad un livello dei migliori paesi europei, ma oggi ci piace vedere un po’ di luce in fondo al tunnel. Ci piace sapere che il tanto lavoro fatto da FIAB Onlus in questi anni sta portando dei frutti, ci piace pensare che questo passaggio possa essere l’inizio di un percorso verso un nuovo modello di sviluppo della nostra economia, ci piace credere che possiamo dare ai nostri bambine e bambini città nuove e più vivibili e se lo sono per loro lo sono per tutti. Un grazie di cuore, mio personale e a nome di FIAB Onlus, va a Paolo Gandolfi che so che ci ha messo non solo la sua esperienza di amministratore pubblico, competenza tecnica e tenacia per portare a casa questo risultato, ma ci ha messo soprattutto il cuore».

«Il via libera della Camera alla legge sulla mobilità ciclistica dota finalmente il nostro Paese di uno strumento importante per lo sviluppo della ciclomobilità», ha detto il presidente nazionale di Legambiente, Rossella Muroni. Legambiente sottolinea come «a questo risultato si sia arrivati con un grande lavoro di squadra, grazie alla tenacia di Paolo Gandolfi e Antonio Decaro, rispettivamente relatore e primo firmatario e della legge, cui sono state abbinate anche altre proposte, tra cui quella per la tutela e lo sviluppo della mobilità in bicicletta di Ermete Realacci, nonché il contributo e il sostegno delle associazioni nazionali».

Legambiente ha stimato che «già oggi il PIB, il Prodotto Interno Bici del nostro Paese, è pari a 6 miliardi, 206 milioni e 587.766 euro».

«Questo patrimonio – somma della produzione di bici e accessori, delle ciclovacanze e dell’insieme delle esternalità positive generate dai biker (come risparmio di carburante, benefit sanitari o riduzione di emissioni nocive) – appare ancora più rilevante soprattutto in considerazione del carattere adolescenziale della ciclabilità in molte parti d’Italia, sia per gli aspetti relativi alla mobilità (usa sistematicamente la bici per i propri spostamenti appena il 3,6% della popolazione), sia per quello che riguarda il turismo su due ruote».

Fonte: ilcambiamento.it

Torino BikeTOwork 2017: andare al lavoro in bicicletta diventa una gara

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Fino al 31 dicembre una sfida a colpi di pedale tra enti e aziende

Mettere in sella il maggior numero possibile di dipendenti e di studenti in una divertente sfida tra luoghi di lavoro e tra poli universitari: è questo l’obiettivo della campagna Torino BikeTOwork 2017, partita lunedì 6 novembre. Fino al 31 dicembre, grazie alla piattaforma messa a disposizione dal progetto, tutte le organizzazioni pubbliche e private possono iscriversi alla competizione, e  invitare i loro dipendenti a registrarsi e a scaricare l’app “Seta Tracking” .

Il concorso, avviato nel 2016 con la partecipazione di Fiab, è finanziato quest’anno nell’ambito del progetto Seta – programma Horizon2020 – di cui è partner la Città di Torino, ed è sostenuto da Regione Piemonte, Città metropolitana di Torino, Università di Torino, Politecnico di Torino, 5T srl e Fondazione Torino Wireless. Seta è un progetto di ricerca che mira a creare una tecnologia e una metodologia per una mobilità intelligente e sostenibile nelle aree metropolitane, basata su dati raccolti in tempo reale su larga scala. L’obiettivo è quello di fornire servizi ottimali ai cittadini e alle imprese per supportare una mobilità sicura, efficace e sostenibile. Il progetto può vantare una ricca partnership con protagonisti tre istituti di ricerca, un’azienda, cinque piccole e medie imprese e tre città pilota (Torino, Birmingham, Santander).

Per le amministrazioni, è l’occasione per una migliore comprensione dei bisogni dei cittadini e per studiare le abitudini di mobilità, sperimentare azioni migliorative e ri-pianificare la mobilità a partire da dati aggiornati e reali. Trattandosi di un progetto di ricerca, la cooperazione dei cittadini e il monitoraggio in tempo reale degli spostamenti saranno fondamentali per arrivare, attraverso passaggi successivi, alla definizione stabile di strumenti utili per le pubbliche amministrazioni, e per la partecipazione dei cittadini stessi alla costruzione di servizi di mobilità. L’app registrerà, attraverso lo smartphone, i minuti totalizzati per spostamento per mezzo, le calorie “bruciate” e tutti i tracciati compiuti da ogni singolo partecipante, che abbiano una durata di almenocinque minuti continuativi, in qualunque giorno della settimana, in qualunque luogo. Ci si potrà iscrivere anche a sfida iniziata, fino al 30 dicembre. Enti e aziende saranno divisi in sei categorie a seconda del numero di dipendenti, e vinceranno le prime classificate in ogni categoria, sulla base della partecipazione innescata (la maggior percentuale di dipendenti pedalatori coinvolti, studenti nel caso dei poli universitari) e del numero di minuti totalizzati negli spostamenti in bicicletta casa-lavoro o casa-scuola.

“La Città metropolitana è entusiasta di partecipare nuovamente a BikeTOwork” commenta la consigliera delegata all’ambiente di Palazzo Cisterna Elisa Pirro. “È un’iniziativa che sosteniamo incondizionatamente perché ha solo aspetti positivi: promuove i comportamenti sostenibili, il benessere e la salute, favorisce la socialità e aiuta a ridurre i problemi di parcheggio e di congestione stradale”.

Fonte: ecodallecitta.it