Ebike a Torino: To Bike installerà 20 postazioni di ricarica per le bici a noleggio

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Lo scorso 2 luglio, in occasione del Bike Pride di Torino, To Bike ha annunciato venti nuove stazioni di ricarica per bici elettriche che saranno pronte entro la fine dell’estate: To Bike, il servizio di bici ed ebike a noleggio nel Comune di Torino, ha in verità in serbo ben tre novità per i 27.500 abbonati torinesi. La prima è proprio l’installazione delle nuove venti postazioni di ricarica, che faranno salire a 185 il totale delle postazioni presenti nel capoluogo piemontese e che si aggiungono alle dieci già installate dal Comune in città:

“La tabella di marcia prevede che entrino in funzione entro la fine dell’estate, in modo che a settembre, alla riapertura degli uffici e delle scuole, le postazioni siano pronte per l’uso”

ha dichiarato il direttore commerciale del ToBike, Gianluca Pin. La seconda novità sarà la messa in strada di nuove biciclette anti-vandalo, un nuovo modello più robusto e provvisto di catena, cestino e parafanghi interamente protetti. Una novità, ricorda Repubblica Torino, già annunciata dall’amministrazione ma ancora in attesa di vedere la luce e che pare sarà messa a bando entro il prossimo settembre. La terza novità di To Bike consiste in un rincaro dei costi del servizio, aumento che sarà finalizzato ad un miglioramento ed ampliamento del servizio di bike-sharing: la società che gestisce il To Bike sta infatti discutendo con il Comune sabaudo di innalzare la quota di iscrizione annuale, attualmente ferma a 25 euro, ad una cifra sui 30-35 euro, più in linea con il resto del panorama nazionale (a Milano, per esempio, il costo dell’abbonamento è di 36 euro).

“Nulla ancora è stato deciso ma crediamo che i nostri utenti, con i loro 8-10mila prelievi al giorno che fanno del bike sharing torinese il più utilizzato in Italia, possano essere disponibile a pagare qualcosa in più, a fronte di un sensibile miglioramento del servizio”

ha dichiarato Pin a Repubblica. La rete sarà estesa a Mirafiori, verso sud, a borgo San Paolo e Cenisia, verso ovest, e Barriera di Milano, verso nord. La mappa delle nuove stazioni: piazza Zara, corso Traiano e piazza Caio Mario, corso Tazzoli, via Filadelfia-Stadio comunale e piazza Santa Rita; e poi, via Moretta, piazza Sabotino, corso Tassoni, piazza Robilant e piazza Rivoli; nella zona nord, via Cigna, corso Umbria, via Orvieto, piazza Baldissera, piazza Crispi, corso Novara angolo corso Palermo, piazza Bottesini; e infine, in precollina, corso Belgio, piazza Pasini e corso Chieri.

Fonte: ecoblog.it

Cyclolenti in Grecia: dall’antica alla nuova capitale

In cammino verso Nafplio le condizioni sono ottimali: un bel sole, un bel panorama, niente traffico, strada piatta ed asfaltata, filiamo col vento in spalla a 25km/h senza il minimo sforzo. Incrociamo una coppia di cicloviaggiatori tedeschi che arrivano da direzione opposta lottando contro il vento. Sono carichi come degli asinelli! Peggio di noi, eh si, è possibile! Da 10 mesi viaggiano in Europa e tra due rientreranno in Germania. Dopo qualche scambio di consigli, su Atene per noi e sulla costa ovest greca per loro, continuiamo a pedalare. Nei campi intorno, la potatura delle vigne è iniziata, siamo nella regione della famosa uva di Corinto.1429795138

Lungo la strada uno strano cavallo attira la nostra attenzione. È un cavallo di Troia alto tre metri fatto interamente con oggetti di recupero. Ci invitano ad entrare nello spazio espositivo e laboratorio di Silo Art Factory. Stelios, colui che ha avviato il progetto, ci fa da guida. Delle vecchie persiane in legno diventano panche e poltrone, le vecchie porte dei tavoli… ogni mobile è un’opera d’arte. Ci invita a bere qualcosa al bar che ha costruito all’interno di un silo di grano, fa molto moda! Visitate il suo sito  internet, è una bella fonte d’ispirazione. Prossimamente vuole realizzare un cavallo di troia di 15mt, sempre con oggetti di recupero, nel quale sarà anche possibile entrare. Arriviamo a Nafplio, la prima capitale della Grecia indipendente dal 1829 al 1834. Molto turistica, ma abbastanza vuota in questa stagione. Dei cameraman e degli attori stanno girando una pubblicità con un pianoforte che va giù da un discesa. Devono rifare la scena più volte e risalire il pesante strumento musicale fino ad ottenere il giusto ciak! Ne hanno di pazienza! La sera passeggiamo lungo il mare e al castello. Per la felicità di Marco capitiamo di fronte ad una gelateria gestita da italiani…un buon gelato per cena questa sera, miam miam.  Si sale dolcemente fino all’antico teatro di Epidauros. Una meraviglia incastonata tra le montagne. E che acustica! Su consiglio di mia madre, venuta 19 anni fa, lascio cadere una monetina sulla pietra centrale e Marco, seduto sull’ultimo gradone in alto, sorpreso, sente perfettamente il tintinnio metallico. Restiamo a lungo a goderci questo luogo mentre vanno e vengono scolaresche da tutto il mondo. La giornata è splendida, ci concediamo un riposino al sole sui grandi scalini del teatro.9801940_orig-1024x682

L’antico teatro di Epidauros

Lasciamo le montagne per scendere verso il canale di Corinto. Prendiamo la vecchia strada e sorpresa… non c’è nessun ponte! Tuttavia le auto aspettano dall’altro lato… guardiamo bene dappertutto, niente ponte! Non un ponte che gira o che si alzi… da dove uscirà? Ipotesi di Marco: dall’acqua! Delle barche passano il canale, poi udiamo degli ingranaggi che si muovono. Poco a poco vediamo uscire dall’acqua una strada fatta di metallo e assi di legno ancora coperte dalla sabbia. Lo attraversiamo. Resto colpita dalla profondità e da questo canale sia stretto nonostante colleghi lo Ionio con l’Egeo. Fino ad Atene la vecchia nazionale è poco larga: a destra il mare e a sinistra la montagna. I camion ci superano senza frenare e in curva… zone industriali e raffinerie ci accompagnano fino all’entrata dell’antica città. Marco ha le chiappe distrutte, gli fanno male solo a guardare la sella: il contachilometri segna più di 100km per un tempo effettivo di pedalata di 7h e 22min (senza pause). Stremati da questa strada difficile, Giorgos, un amico di Pantelis ci accoglie. Vuole sapere tutto del nostro viaggio, i materiali, le bici, l’itinerario… ha intenzione di raggiungerci per attraversare l’Iran! Ha più di 60 anni, ma va regolarmente a visitare sua figlia a Corfu in bici (più di 400km in due giorni!).4560840_orig-1024x682

L’Acropoli

Ovviamente non possiamo non andare all’Acropolis che domina tutta la città. Il Partenone, tempio principale dedicato alla dea Atena fu trasformato in chiesa, moschea, deposito per la polvere da sparo dei cannoni… e oggi è il luogo turistico n°1 d’Atene. Da qui abbiamo una vista a 360° sull’agglomerato urbano e il mare in lontananza. Stiamo per uscire dal sito archeologico quando accade l’inimmaginabile: Jonas, il ciclista tedesco della nave per Igoumenitsa e poi incontrato di nuovo per caso a Nefpaktos, è davanti a nostri occhi! Mai due senza tre. Per festeggiare gli proponiamo di pranzare insieme al ristorante iscritto alla rete Warmshower: il Kafeneion Ta Kanaria. Non possono ospitare i cicloviaggiatori, ma in cambio offrono un pasto al giorno. L’ambiente è caloroso, ordiniamo più piatti da condividere come fanno di solito i greci. Mangiamo molto bene e non ci possiamo credere che è gratuito. È così buono che i ragazzi, che hanno ancora fame, domandano di finire i piatti del tavolo affianco che i clienti hanno lasciato quasi intatti. Marco e Jonas si guardano: “ce ne freghiamo dei condizionamenti no?” e con nonchalance afferrano i piatti. Il cibo per i cicloviaggiatori è sacro, non si spreca! (Inizio a scoppiare a ridere vedendo la facce delle persone che ci guardano sorpresi. Ma siamo noi i pazzi? O gli altri che si ritrovano al ristorante a spendere 10/15€ per poi mangiare solo 2 bocconi di quello che hanno ordinato?  Trasferiamo il nostro “accampamento” nel vecchio appartamento di Christos e Flery, che gentilmente ci hanno prestato. Ciò ci permette di preparare il seguito del viaggio con più calma e di essere liberi di scegliere il programma dei nostri prossimi giorni: comprare le cartine della Turchia, Georgia, contattare gli eco-progetti in Turchia, scrivere e selezionare le nostre foto (eh si, tutto ciò prende molto tempo). Marco approfitta per fare una revisione generale della sua bici al negozio Podilato consigliatoci dalla coppia di cicloviaggiatori tedeschi incontrati sulla strada. Ne sanno molto sul viaggiare in bici.

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Sulla nave in direzione di Amorgos

Atene è bella, ma è come Parigi, qualche giorno è sufficiente. 4 milioni di abitanti si sentono! Decidiamo di andarci a cercare un po’ di tranquillità sulle isole greche. Ma prima “vinciamo” un ultimo tour de force… visto che siamo in ritardo per prendere la nave, scegliamo il percorso più semplice per raggiungere il porto al Pireo… errore… ci ritroviamo nel bel mezzo di quattro corsie. Non era venuta ancora la nostra ora altrimenti non sarei qui a scrivervi oggi. Col cuore ancora in gola ci imbarchiamo per l’isola di Amorgos.

Fonte : italiachecambia.org

Cycolenti in Grecia: Re-green, fare impresa in modo sostenibile

Per arrivare a Re-green bisogna sudarsela : 18km di salita per raggiungere 760mt d’altitudine, punto di partenza : 0mt, siamo sul livello del mare. Mentre assaggiamo il primo tornante, la mente cerca di calcolare la pendenza media che ci aspetta per conquistare il piccolo paesino di montagna dove si trova il prossimo eco-progetto che visiteremo. All’improvviso una discesa… NOOOO !!! …gridano i muscoli e la mia mente.6636499_orig-1024x768

Il dislivello aumenta d’un colpo ! Visto che sappiamo fino a che punto dobbiamo salire, ogni discesa diventa una tortura. Consiglio ai cicloviaggiatori: avvolte è meglio non sapere cosa vi aspetta ! Per la pausa pranzo siamo contenti di avere con noi delle spanakotiropita (un rustico greco a pasta sfoglia ripieno di spinaci e formaggio), considerando che non saremo al prossimo villaggio così presto. A quota 600mt : neve e ghiaccio per la prima volta sulle nostre ruote ! In effetti avevano facce perplesse le persone a cui chiedevamo indicazioni all’inizio del nostro cammino: “Seliana ?!! In bici ??? Ma sapete che c’è la neve laggiù?”.

Ci inerpichiamo sempre più, cammino sulla soffice superficie bianca. Marco continua in bici e testa le sue prime scivolate per poi cambiare idea. Superiamo il cartello Seliana dopo 4h di intenso sforzo, ci sono forse 0°C ma non abbiamo per niente freddo ! Che spettacolo: davanti a noi le cime innevate, dietro di noi il mare, lontano, che luccica con questa bella giornata d’inverno. Maya, l’asino di Re-green, ci saluta dalla sua piccola casetta in legno, terra e paglia, Linda, il cane, ci accoglie con la sua famosa danza del ventre (ha la coda tagliata e agita tutto il suo corpo quando è contenta).8833300_orig-1024x768

Ecco che appaiono Flery e Christos i fondatori del progetto, ne avevano abbastanza della vita in città, hanno fatto i bagagli e si sono trasferiti in montagna. Poi poco a poco il cammino li ha condotti verso quello che oggi è diventato Re-Green : un progetto che da un lato sperimenta continuamente i principi della permacultura dall’altro una struttura ricettiva che accoglie seminari sulle buone pratiche, a cominciare da sè stessi fino alla propria casa e alla natura che ci circonda. Un altro esempio di una delle mille alternative possibili, un altro esempio di come si possa vivere in maniera semplice e allo stesso tempo fare impresa sostenibile. “Re-Green: re-use, re-built, re-cycle… re-green your life”.

Siamo appena arrivati e abbiamo già una stanza tutta per noi dove lasciare le nostre cose. Ci uniamo a loro nei preparativi del seminario di Yoga che comincia tra due giorni. Tra una cosa e l’altra scopriamo questo luogo stupendo dove ci sentiamo subito a nostro agio. Amici da ogni dove sono venuti a dare una mano : Kostantino, Hanna, Kristalia, Steven e Chenny….nei giorni a venire spacchiamo la legna per riscaldare le case e cominciamo a preparare i pasti per 30 persone. La chef, Hanna, ha previsto un menu con piatti vegetariani, vegani, crudisti : cracker multi-grani fatti in casa, zucca farcita, humus, hamburger vegetariani con pane fatto in casa, pizza al forno (Marco essendo italiano si occupa della gestione del fuoco)…tutto ciò preparato in un clima sereno e tranquillo. Imparo ad usare la pala per infornare e sfornare le pizze senza far cadere i condimenti…. il corso di yoga post pranzo non deve essere facile con tutte queste bontà. Flery e Christos ci propongono di partecipare al seminario di Yoga. Partecipo con piacere al mattino per un risveglio con dolcezza : esercizi di respirazione, meditazione, canti con l’armonica, stretching ed esercizi d’equilibrio, rilassamento, massaggini..uhaooo..come ci si sente bene dopo. Ciò non toglie che il giorno dopo sento tutti i muscoli, mi fa male ovunque !!! E non è la bici, ma i stiracchiamenti di yoga di ieri. Sono tutti super elastici o sono i che sono diventata rigida come un tronco bloccata nella posizione da ciclista?

La Maloka dove si svolgono le attività, è un luogo magnifico. Struttura ottogonale con tetto reciproco, ogni muro è realizzato con una tecnica diversa d’eco-costruzione : super-adobe, terra e paglia con supporto in legno, mattoni in terra e sabbia,…dietro all’insegnante di yoga il muro è fatto di terra e grossi pezzi di tronchi d’albero, perfetti per concentrarsi su un punto per mantenere il proprio equilibrio. Sdraiati a pancia in sù si scopre l’armonia del tetto reciproco. La stanza è riscaldata da due rocket stove che si integrano perfettamente con l’arredamento.5657032_orig-1024x682

Nel weekend durante le pause, mi apparto con Marco per un momento di assoluta tranquillità ai confini del « vuoto », sopra ad un canyon, il suono del torrente che scorre in basso, il sole che ci riscalda, intorno le montagne innevate… che goduria, uhaoo…meraviglioso. In quest’angolo non si può fare a meno che pensare quanto la vita sia incredibile e bella. Respiriamo, ci rilassiamo. Anche il pianeta vive e un giorno questo posto sparirà, l’erosione mangia letteralmente la montagna (fatta di roccia friabile) e Seliana diventa più piccola anno dopo anno. Lunedi non restiamo che noi e la dozina di abitanti che animano il paesino, almeno fino al prossimo evento. La struttura ricettiva di Re-Green sta riscuotendo successo, tutti i weekend fino ad ottobre sono già prenotati : seminari di yoga, corsi di permacultura, apprendimento dell’uso delle erbe medicinali, eco-costruzioni, riti sciamanici…

Fonte : italiachecambia.org

In bici al lavoro, l’indagine di Fiab

L’associazione lancia un’indagine nazionale sul tema della mobilità casa-lavoro, dal nome “in bici al lavoro: come e perché”. Un modo per capire meglio quando, come e perché si sceglie si sceglie di usare la bici. I risultati verranno presentati al convegno internazionale Velocity Nantes 2015381800

In concomitanza con la partecipazione dell’associazione al progetto dell’Unione Europea Bike2Work, che nel biennio 2015-16 vedrà coinvolti più di 15.000 dipendenti di 35 tra aziende enti e istituzioni sul tema della mobilità casa-lavoro, Fiab lancia l’indagine nazionale “in bici al lavoro: come e perché”. Un’inchiesta, esclusivamente on-line, che si pone come fine quello di analizzare gli spostamenti degli italiani per recarsi al lavoro. “La mobilità casa-lavoro è una scelta fondamentale di spostamento individuale, uno dei fattori che più influiscono sui livelli di congestione del traffico e inquinamento atmosferico ed acustico e che rappresenta il principale stress quotidiano per il sistema dei trasporti di ogni società” – spiega la Fiab. Ecco perché partecipare all’indagine è importante, capire come, quando e perché gli italiani usano la bici per andare a lavoro sono dati utilissimi per la pianificazione ottimale delle politiche di mobilità degli enti locali. Inoltre i dati raccolti costituiranno il quadro informativo di riferimento per la parte italiana del progetto europeo Bike2Work, e verranno presentati al convegno internazionale Velocity Nantes 2015.  FIAB ha una consolidata esperienza di rilevazione e analisi di dati relativi alla mobilità ciclistica. Nel 2011 ha organizzato la prima Indagine Nazionale sui ciclisti italiani“Raccontaci come usi la bici“, con l’obiettivo di delineare per la prima volta in modo rappresentativo e attendibile l’identikit di chi va bici oggi nel nostro paese. Con notevole sforzo organizzativo sono state raccolte le opinioni di oltre 11.000 utilizzatori della bicicletta sparsi su tutta la penisola, mediante questionari “in diretta” a chi stava pedalando od online. Inoltre, nel 2013 FIAB ha svolto un sondaggio esplorativo (circa 4000 i partecipanti) per verificare la consistenza reale del problema del furto di biciclette, fenomeno che in molte grandi realtà urbane costituisce un concreto disincentivo alla mobilità in bici.
Ora lancia una nuova indagine nazionale, specifica sul tema della mobilità casa-lavoro: IN BICI AL LAVORO: COME E PERCHÈ.
Per partecipare all’indagine basta cliccare qui.

Fonte: ecodallecitta.it

Fiera del Levante gratis per chi ci arriva in bicicletta

Nella manifestazione fieristica di scena a Bari dal 20 al 22 febbraio ingresso gratuito per chi arriva in bicicletta. Bici in Puglia è l’appuntamento pensato per favorire e diffondere la cultura della bicicletta nella regione del Mezzogiorno che verrà ospitato, dal 20 al 22 febbraio alla Fiera del Levante di Bari. All’interno della manifestazione fieristica si svolgerà anche la Borsa del Ciclo che avrà il compito di promuovere l’incontro fra i vari operatori professionali. Proprio in virtù di questi eventi bike friendly , la BIP EXPO 2015 ha ottenuto, tra gli altri, il patrocinio della FIAB-onlus (Federazione Italiana Amici della Bicicletta) che sarà anche presente con un suo stand (padiglione 20) per illustrare le iniziative che da circa 30 anni promuove in favore della mobilità sostenibile e ciclabile in particolare. Nello9 stand di Fiab sarà disponibile materiale illustrativo delle attività svolte sia a livello nazionale dalla FIAB che a livello locale dalle 145 associazioni aderenti in tutta Italia, delle quali già 15 in Puglia. La BIP EXPO sarà visitabile ininterrottamente dalle 10 alla 19 di tutti i giorni e prevede un biglietto d’ingresso di € 5, ma non per chi arriverà in bici. Per chi arriverà in sella alla propria bicicletta l’ingresso sarà gratuito, un atto concreto per dimostrare lo spirito bike friendly della manifestazione. Fiab Bari, per promuovere il ciclo-escursionismo ed evidenziare le grandi possibilità offerte dalla sinergia con il trasporto ferroviario (in Puglia la bicicletta viaggia gratis) ha in programma un’escursione treno+bici con meta Mola di Bari per la giornata di domenica 22 febbraio.114573349-586x289

Fonte:  Fiab

© Foto Getty Images

La bici del futuro? Si chiama Denny

Una bicicletta per tutte le stagioni ed esigenze, nata dalla creatività di un gruppo di designer di Seattle. Al The Bike Design Project gli appassionati di biciclette hanno di che lustrarsi gli occhi. L’evento è un progetto curato da Levi’s Commuter che propone un contest fra designer di bici per l’utilizzo cittadino. Nell’ultimo decennio lo sviluppo di biciclette capaci di supportare le esigenze dell’intermodalità e della mobilità urbana è stato l’aspetto più stimolante dell’innovazione in campo ciclistico. Se nel settore corsa dieci anni fa si è superato il limite “fisico” dei sette chilogrammi (con telai in carbonio pesanti un chilo), per quanto riguarda le biciclette da città, la sperimentazione non è mai stata così vivace. La chiamata al voto per The Bike Design Project ha visto imporsi Denny, un prodotto realizzato da Teague in collaborazione con Sizemore. A ispirare il team di designer di Denny è stata la propria esperienza di pedalatori a Seattle, l’esigenza di una bicicletta capace di pedalare sulle salite, sotto la pioggia, ma anche di “rendersi utile” per la spesa. Una bici per tutte le stagioni ed esigenze con un look davvero accattivante.the-denny-bicicletta-620x390

Ma le preziosità sono nei dettagli, in tutte quelle funzioni che i designer hanno saputo abilmente dissimulare in una bicicletta essenziale al massimo. Il manubrio rettangolare è removibile e diventa un efficace antifurto da fissare a pali, cancelli e rastrelliere. Il cambio è automatico e quando la forza delle gambe non è sufficiente, si può integrare (o sostituire) la propulsione muscolare con l’ausilio del motorino elettrico. La batteria è removibile facilmente, ma Denny è insuperabile anche dal punto di vista della sicurezza: oltre alle luci che reagiscono autonomamente illuminandosi solo quando è necessario, il sistema è completo di indicatori di direzione, luci di stop e di sicurezza. Una bici davvero spettacolare: sicura e bella da vedere. Restano da fare le ultime pedalate, quelle per arrivare al mercato, ma di certo non mancheranno i cultori di un simile gioiellino.the-denny-manubrio-bicicletta-620x390

Fonte:  The Bike Design Project

Foto | Sizemore Bicycle

“Ride With Us”, in bici da Venezia a Copenaghen per i cambiamenti climatici

“Del cambiamento climatico si è discusso molto, ora bisogna iniziare a pedalare”. Con questa convinzione daniele Pernigotti e Claudio Bonato sono partiti da Venezia per un lungo viaggio in bicicletta fino a Copenaghen, dove il 31 ottobre verrà presentato il Rapporto di sintesi del 5AR dell’IPCC, il noto gruppo di scienziati che fa sintesi della scienza del clima380624

Il viaggio di Daniele Pernigotti da Venezia a Compenaghen è iniziato. Sono quasi 2000 i chilometri che il giornalista ambientale percorrerà in bicicletta dall’ Italia alla Danimarca, dove il 31 ottobre l’IPCC, il gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico dell’Onu, presenterà l’ultimo volume del suo atteso rapporto.  Pernigotti e il suo compagno di viaggio, Claudio Bonato, sono montati in sella martedì 14 ottobre per la prima di 17 tappe, che li porteranno ad attraversare quattro diversi paesi europei. Ogni tappa giornaliera proporrà dei momenti di incontro su scala locale in cuidiscutere di cambiamento climatico sia in termini di analisi scientifica che di possibili percorsi di intervento, “a partire dagli incentivi alle fonti rinnovabili, per passare agli strumenti disponibili di carbon management per le aziende, fino all’efficienza energetica negli edifici”. Le pedalate sono aperte a chiunque voglia unirsi. Il nome dell’iniziativa Ride With Us evidenzia infatti “la volontà di aprire la partecipazione a tutti i ciclisti interessati a dimostrare di condividere le finalità del progetto, pedalando anche per pochi km delle lunghe tratte giornaliere”. Numerose le amministrazioni pubbliche che patrocinano il progetto, dai Comuni delle tappe italiane,
Venezia, Schio, Rovereto e Bolzano, a quello di Norimberga, fino al Ministero dell’Ambiente italiano.Inoltre le associazione degli amanti della bicicletta dei quattro paesi toccati dal viaggio, a partire dalla FIAB in Italia, promettono la partecipazione di numerosi associati lungo il percorso. Ogni tappa avrà le sue peculiarità. In Alto Adige, ad esempio, si discuterà di efficienza energetica degli edifici, con la partecipazione di CasaClima. A Schio, Girolibero parlerà di turismo in bicicletta ai ragazzi delle scuole superiori. A Rovereto, nella sede di Progetto Manifattura, vi sarà un corso sul Carbon Management aperto alle aziende della zona, mentre la serata prima dell’avvio del tour, a Marghera, si dibatterà di incentivi alle fonti fossili e rinnovabili e di ciclabilità. Il prologo, da Venezia a Marghera, ha visto la partecipazione sui pedali di politici locali e nazionali, personalità del mondo della bicicletta e di uno dei più importanti climatologi italiani, Filippo Giorgi. L’elenco dei tracciati giornalieri e degli eventi serali è disponibile nel sito www.ridewithus.eu, dove dal 14 ottobre è possibile seguire in tempo reale anche il procedere puntuale dei due ciclisti geolocalizzati, per individuare il punto migliore in cui unirsi in una delle tappe del tour del clima.

Fonte: ecodallecitta.it

Biciclette controsenso: l’intervista a Giulietta Pagliaccio Presidente FIAB: “Le strade sono di tutti”

Giulietta Pagliaccio Presidente FIAB spiega a Ecoblog.it le ragioni della necessità del controsenso per le biciclette e del perché sia una questione di sicurezza per tutti coloro che sono su strada.

Dopo un iter durato dal 2012 si è infranta pochi giorni fa la proposta di modifica al Codice della Strada per rendere effettivo il controsenso ciclabile o senso unico eccetto bici. L’emendamento che ha cancellato il controsenso ciclabile è stato approvato in Commissione Trasporti della Camera dei Deputati su proposta di Scelta Civica. In sostanza si dava la possibilità ai ciclisti:

di procedere nel senso inverso a quello delle auto in strade ben specifiche – aree 30 km/h su vie a senso unico sufficientemente larghe e sempre a discrezione del sindaco, in funzione alle esigenze del traffico locale.

Delle conseguenze di questa scelta politica ne ho discusso con Giulietta Pagliaccio, Presidente della Fiab Federazione Italiana Amici della Bicicletta associazione che accorpa oltre 20 mila iscritti.giulietta-620x350

D.: Qual è la differenza tra controsenso ciclabile e contromano?

R.: Il controsenso ciclabile è un flusso diverso della circolazione peraltro già contemplato nel Codice della Strada, dove in taluni casi viene previsto un senso unico per le vetture e un controsenso per i mezzi pubblici, ad esempio. Il contromano è una infrazione.

D.: Ricordo che da ragazzina quando frequentavo gli Scout, la prima cosa che mi dissero fu di camminare controsenso lungo le strade frequentate da veicoli e ciò per metterci nella condizione di massima visibilità con gli automobilisti. Vale anche per le biciclette?

R.: Il controsenso ciclabile in strade ben specifiche con velocità massima di 30 km/h, individuate dall’amministrazione locale e ritenute idonee rende la strada più sicura per tutti, per ciclisti, automobilisti e pedoni. Posso portare dati alla mano l’esempio di Bruxelles per cui i ciclisti godono dell’85% delle strade con senso unico ciclabile, ossia per 400 Km di percorso. Ebbene sono stati analizzati gli incidenti avvenuti sulle strade a percorrenza tradizionale e a percorrenza con regime di senso unico eccetto bici e la maggior parte degli incidenti, il 95% si è verificato sulle strade con traffico tradizionale mentre appena il 5% degli incidenti è avvenuto sulle strade in regime di controsenso ciclabile. Non conosciamo i dati e le motivazioni che hanno indotto la Commissione a ritenere l’emendamento una proposta non valida

D.: E allora, secondo Lei da dove nasce l’esigenza di cancellare un emendamento così utile?

R.: C’è un problema di fondo che sta dietro le modifiche del Codice della Strada e in cui l’auto viene considerata come il mezzo principale della mobilità. Le strade delle città si sono evolute e si affacciano nuovi utenti e dunque il CdS non è più attuale, tant’è che si chiede al pedone di prestare attenzione agli automezzi e non viceversa. Oggi ci si muove a piedi, in bicicletta o con altri mezzi e chi si muove in auto deve prestare molta attenzione. Ma ci aspettiamo tutti che le strade siano libere da impicci. Secondo me si è fatta una tempesta in un bicchiere d’acqua poiché gli automobilisti temono di perdere dei privilegi, ma la strada è di tutti.

D.: Si potrebbe risolvere la mobilità per ciclisti con un aumento delle piste ciclabili?

R.: Sicuramente le piste ciclabili sono utili in alcune situazioni: in una strada a grande scorrimento, ad esempio; nei entri cittadini ci può però essere una pacifica convivenza con le zone a velocità limitata 30 km/h, alla presenza di segnaletica adeguata e al controsenso ciclabile.

D.: A coloro che sostengono che allora i ciclisti dovrebbero pagare le tasse per avere il diritto alla strada cosa risponde?

R.: Generalmente un ciclista ha anche un automobile e mediamente è un cittadino che paga le tasse. La mobilità è un diritto di tutti e tutti devono muoversi in sicurezza. Per ciò proponiamo strade o aree in cui il traffico sia limitato ai 30 km/h e dunque la bassa velocità con il senso unico che rende il ciclista bel visibile eleva lo standard di sicurezza.

D.: Come pensate allora di recuperare l’emendamento perduto?

R.: Mi auguro che l’emendamento non sia passato per una svista. A settembre torneremo alla carica con attività di lobby e con l’On.Paolo Gandolfi il proponente dell’emendamento. Il popolo dei ciclisti è sempre più numeroso e sempre più rispettoso delle regole.

Foto | Fiab

Fonte: ecoblog.it

Vacanze in bicicletta: le proposte dell’estate 2014 in Italia

Accanto alle proposte dei tour operator Due Ruote nel Vento, Funactive, Girolibero, Jonas, Verde Natura e Zeppelin, crescono le proposte delle aziende del turismo per scoprire le bellezze del territorio in sella a una bicicletta

Chi ha provato la vacanza in bicicletta sa come questa sia un’esperienza di viaggio davvero unica: la migliore soluzione per chi non si voglia sentire vincolato alla schiavitù imposta dai mezzi motorizzati e per chi vuole trovare il giusto ritmo per approcciare un territorio. In Italia ci sono ben sei tour operator dedicati ai viaggi in bicicletta: Due Ruote nel Vento,FunactiveGiroliberoJonasVerde Natura e Zeppelin. Uno sguardo ai loro siti Internet può essere utile per farsi un’idea della vasta gamma di proposte per l’estate 2014. Nell’ultimo decennio sono cresciute, in numero e qualitativamente, le iniziative degli enti del turismo che propongono itinerari e pacchetti vacanza per scoprire i propri territori di competenza. La Provincia di Rimini invita a scoprire le bellezze dell’entroterra in sella a una bicicletta. In Liguria non ‘è che l’imbarazzo della scelta: si può pedalare sul lungomare con la splendida pista ciclabile che unisce San Lorenzo al Mare a Ospedaletti, oppure si può pedalare sulle montagne: il Bormida Tour è uno spettacolare itinerario per bike che si snoda a una ventina di chilometri dalla costa e che supera i 1000 metri slm. La Libereria nella Bottega del Romeo di Ispra invita a scoprire la zona dei laghi del varesotto, con degustazioni di prodotti tipici, visite a centri benessere, birdwatching e gite culturali. Per chi ama gli spazi selvaggi e la natura incontaminata i Monti Sibillini sono un vero e proprio “must”: nove sono i percorsi per scoprire questo territorio in sella a una bici. Anche il Piemonte, sulle montagne olimpiche, ha ottime proposte per i biker, come, per esempio, il pacchetto Mountain Bike Vacanza a 450 euro a settimana. Si può anche pedalare su strada in compagnia di Claudio Chiappucci con la stesa cifra. Una delle province italiane che offre il maggior numero di possibilità ai cicloturisti è quella di Cuneo che spazia dalla pianura con le città d’arte alle colline delle Langhe per finire con le grandi montagne al confine con la Francia. La rete di hotel a misura di ciclista è molto ampia. In Puglia ci si può affidare a Salento Bici Tour, mentre in Sicilia c’è Crilù Travel. Il pacchetto diVerde Natura per chi vuole conoscere a fondo la Toscana, con partenza a Firenze, arrivo a Pisa e tappe a Passo dei Pecorai, Radda in Chianti, Siena, Colle Val d’Elsa e Volterra, costa 687 euro a persona con vitto e alloggio. Il Trentino Alto Adige è regione ad alta ciclabilità. Fra un paio di settimane, domenica 22 giugno, i colli GardenaPordoiSella e Campolongo verranno chiusi al traffico per favorire le pedalate dei ciclisti. Al Sella Ronda Bike Day farà seguito la chiusura del 14 settembre, in occasione di Eco Dolomites. Anche il Passo della Mendola verrà chiuso al traffico sabato 20 settembre. Chiudiamo con il Veneto che propone lo splendido itinerario lungo il fiume Sile e un itinerario molto simile sull’Anello Fluviale Padova-Limena-Stra.FIAB_Rete_Bicitalia-620x464

Foto | Fiab

Fonte: ecoblog.it

Parigi-Londra in bici con la superciclabile europea (e la Manica in battello)

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Viaggiare da Parigi a Londra in bici? Ora è possibile. E’ stata infatti realizzata una pista ciclabile di 400 km, che attraversa le regioni della Francia del Nord e l’Inghilterra meridionale, sfruttando vecchie ferrovie abbandonate, stradine di campagna e, appunto, vere e proprie piste ciclabili. Il percorso, denominato Avenue Verte, parte dalla cattedrale di Notre Dame e arriva al Westminster Bridge,passando in caratteristici villaggi in cui il tempo sembra essersi fermato, dispersi nella campagna normanna e inglese ma anche mulini a vento, colline e boschi rigogliosi. In Inghilterra le ferrovie riconvertite in percorsi ciclabili sono la Worth Way (da Crawley Grinstead), la Forest Way(da East Grinstead a Groombridge) e la Cuckoo Trail (daHeathfield a Polegate). In Francia da Dieppe a Forges-les-Eaux e da Gisors a Bray. Il percorso in Francia lungo la Senna offre scorci pittoreschi, gli stessi catturati dal pennello di Monet e Renoir oltre un secolo fa. In totale il percorso in bici che attraversa l’Inghilterra va Londra, dalla chiesa di Saint Paul, a Newhaven, ed è di circa 160 km. Il tratto francese invece si snoda per 240 km partendo da Gisors, mentre il percorso alternativo, via Beauvais, è di 70 km più lungo, entrambi sfociano proprio davanti alla cattedrale parigina di Notre Dame. Il percorso in genere è percorribile in 4 – 7 giorni, a seconda del grado di allenamento del ciclista, dalla durata delle soste e dal peso che ognuno si porta dietro durante l’attraversata. La bici ideale è una road bike con copertoni di diametro 23 millimetri ma andranno bene anche una mountain bike o una bici ibrida per procedere sui tratti sterrati. La lunghezza può variare: 408 km se si sceglie di pedalare in Francia nella valle dell’Epte, passando dunque per Giverny (dove c’é il magnifico giardino di Claude Monet), mentre si allunga a 474 km se si viaggia per la regione di Beauvais. Naturalmente il tratto sulla Manica è fattibile attraverso il ferry boat, che impiega circa 4 ore. Per chi volesse sostare lungo la costa ci sono soluzioni low cost come campeggi e ostelli in entrambi i Paesi. ‘E’ solo l’inizio, il tragitto sarà migliorato con nuove corsie e strade riservate ai ciclisti‘ spiegano le autorità del tratto francese. Un’idea straordinaria dunque, che in Italia difficilmente vedremo, visto che già risulta difficile realizzare nelle nostre caotiche città una pista ciclabile lunga qualche decina di km…

Fonte: tuttogreen