Manuela e la sua nuova vita da guida di forest bathing

Il forest bathing è una pratica sempre più diffusa anche in Italia, grazie anche a reti di professionisti che promuovono questa attività favorendo un approccio alla Natura consapevole e profondo, capace anche di apportare notevoli benefici tanto al corpo quanto allo spirito di chi vi si avvicina.

Trentino Alto Adige – Forest bathing si può tradurre dall’inglese con “bagno di foresta”. Questi due termini trasmettono una sensazione di immersione, avvolgimento e coinvolgimento totali. Armonia, scambio, osmosi e interazione. E questo fa bene a tutti: non solo alla persone che vive questa esperienza, ma anche alla Natura, che vede l’essere umano tornare fra le sue braccia come un figliol prodigo, in cerca di riconciliazione con il mondo a cui appartiene, anche se a volte sembra dimenticarselo.

Per svolgere questa attività c’è però bisogno di una guida. È anche per questo che il forest bathing si sta diffondendo velocemente, strutturandosi sempre di più e attirando l’interesse di persone intraprendenti che vogliono trasformare questa passione in un lavoro. Una di esse è Manuela, che da qualche anno ha rivoluzionato la propria vita dedicandosi a questa attività.

Manuela, raccontaci il tuo percorso di vita.

Ho 44 anni, sono divorziata con tre figli e vivo in Trentino. Dopo anni di crisi profonde e cambiamenti, ho deciso di prendere in mano la mia vita e di dedicarmi a ciò che più amo: la natura. Ho a cuore il suo benessere, ma anche quello delle persone. Con mille peripezie e sacrifici, sono diventata quindi Naturopata e Guida di forest bathing: porto le persone nel bosco a ritrovare una relazione con la natura e con se stessi, migliorando la qualità della loro vita. Da un po’ di tempo sono trainer e tutor di guide di forest bathing per l’istituto Forest Therapy Hub, che si occupa di formare professionisti in 40 paesi sparsi in tutto il mondo, diffondendo con serietà una pratica che promuove benessere e amore per la natura.

Dicci qualcosa di più sul forest bathing.

Il forest bathing è una pratica di benessere composta da diverse attività proposte in una sequenza attentamente progettata, incentrata sui sensi, che abbassa i livelli di stress, ripristina una connessione con la natura e, grazie alla risposta emozionale delle persone, sviluppa atteggiamenti pro ambientali. Ma ha anche altri effetti benefici: aumenta la concentrazione e la memoria, sostiene il buonumore, abbassa i livelli del cortisolo (ormone dello stress), aumenta la produzione dei linfociti NK e quindi aumenta le difese immunitarie, migliora le funzioni dell’apparato respiratorio.

In pratica, di cosa si tratta?

É una pratica che si sta diffondendo molto anche in Italia, in quanto consiste in attività semplici, adatte a tutti, e alcune di esse, una volta apprese, possono essere praticate anche in autonomia, negli spazi verdi a propria disposizione, in modo completamente gratuito. In questo modo le persone imparano a prendersi cura di loro stesse e a integrare pratiche sane nella loro vita quotidiana, migliorandola di molto. Come formatore, inoltre, creo nuove possibilità di lavoro in un momento di crisi globale in cui può essere utile avere l’opportunità di reinventarsi. Il forest bathing è una pratica sempre più conosciuta e richiesta perché le persone sentono sempre di più il bisogno di ritornare alla natura, di rallentare e di ritrovare spazi per loro stesse. Quindi la richiesta di professionisti in questo settore è sempre in aumento. Ovviamente, questa pratica si svolge all’aperto, dove si è liberi di respirare aria fresca e pulita. La guida di forest bathing non solo rende un servizio utile alla comunità, ma si trova egli stesso a vivere esperienze benessere ogni giorno, preservando così anche la propria salute.

Qual è il ruolo di una guida?

La guida di forest bathing è un operatore del benessere che ha come compito quello di creare un ambiente sicuro da un punto di vista sia fisico che psicologico, in modo da poter facilitare la connessione tra partecipanti e natura e permettere la libera espressione di questi. Così facendo la persona può, almeno per il tempo del forest bathing – circa due ore –, staccare dalla sua routine quotidiana e immergersi in un momento di pace e silenzio. Ciò favorisce inoltre l’introspezione e la consapevolezza favorendo la crescita personale. Il forest bathing si può praticare ovunque vi sia uno spazio verde, dai boschi alle coste marine, dai giardini ai parchi urbani. Quindi la guida di forest bathing può potenzialmente proporre la sua pratica a tutti, sia in città che in campagna, sia a famiglie che ad aziende, adulti e piccini. Si tratterà di scegliere la giusta location e le giuste attività da proporre. I settori dove questa pratica sta guadagnando spazio sono in particolare quello turistico, benessere outdoor, scuole, team building, eventi e ritiri. Ma si può trovare anche nei parchi di città o nei giardini botanici, dove piccoli gruppetti approfittano dello stacco dal lavoro per rigenerarsi un po’ di tempo nel verde.

Qual è la differenza tra forest bathing e forest therapy?

La prima è una pratica di benessere che mira a promuovere la salute ed è adatta a perseguire finalità legate alla prevenzione. Composta da attività semplici, si può proporre a tutti. La seconda invece è un intervento che mira al supporto di pratiche convenzionali per migliorare la salute di persone con difficoltà specifiche. Generalmente l’operatore di forest therapy collabora con figure sanitarie come medici o psicologi. Non si può essere operatore di forest therapy senza essere prima guida di forest bathing.

Come si diventa guide di forest bathing?

Il lavoro dell’operatore del benessere, in Italia, viene regolamentato dalla legge nazionale 4/2013. Non è richiesta nessuna esperienza particolare pregressa, anche se è ben accetta. Occorre seguire un corso professionalizzante che include teoria e pratica e un periodo di tirocinio. L’istituto con cui collaboro, composto da un team di formatori con pluriennale esperienza, forma guide in tutto il mondo ed è possibile frequentare corsi in presenza oppure online. Il metodo che viene insegnato si basa su numerose ricerche scientifiche. Sul sito dell’istituto Forest Therapy Hub è inoltre possibile verificare il numero di guide certificate che ad oggi lavora in Italia e che regolarmente accompagna decine e decine di persone in natura, supportando il loro benessere e risvegliando l’amore per essa. In ultimo, il Forest Therapy Hub collabora con enti e istituzioni che si occupano di riforestazione e di protezione ambientale. Cambiare vita si può.

Fonte: https://www.italiachecambia.org/2021/12/manuela-guida-forest-bathing/?utm_source=newsletter&utm_medium=email

Asili per cani: ecco come scegliere quello che piace a lui, non a noi

Spesso scegliamo gli asili per cani in base al nostro gusto e a come si presentano le strutture. Ma siamo sicuri che in un posto bello e accogliente i nostri amici si debbano trovare bene per forza? Non è che loro hanno bisogno di altro? Ne parliamo in questa nuova puntata di “Col resto di due”.

Settembre generalmente è il mese in cui ripartono routine, abitudini e attività lasciate in sospeso per poter godere dell’estate e delle meritate vacanze. Durante il periodo estivo abbiamo vissuto ritmi diversi, magari in luoghi non abituali, abbiamo trascorso più tempo viaggiando, magari coi nostri cani. Adesso, tornando a ritmi più veloci e densi di impegni, è importante pensare a come facilitare i nostri compagni di vita a rientrare nella routine di giornate in cui spesso son costretti a trascorrere da soli diverse ore mentre la famiglia è impegnata. Per questo negli ultimi anni sono nati e moltiplicati gli Asili per Cani. Da precisare la distinzione tra Asilo e Pensione: nel primo i cani trascorrono il loro tempo con altri cani e con una o più figure di riferimento per alcune ore diurne, nella seconda abbiamo il trasferimento del cane in una struttura (può essere anche una casa) abilitata a ospitare il cane per più giorni consecutivi, includendo la permanenza notturna. È sugli asili per cani che vogliamo condividere le nostre riflessioni poiché è necessario fare una netta distinzione tra un asilo inteso come luogo in cui “parcheggiare” il cane e un Asilo inteso come luogo di benessere e crescita.

Parliamo di “parcheggio” quando è previsto di portare il cane durante la settimana, per diverse ore al giorno (magari per evitare che durante le ore di solitudine in casa abbai disturbando i vicini o rovini la mobilia) in un’area dedicata in cui può sgranchirsi le zampe, solo o insieme ad altri cani, sotto la supervisione di figure professionali.

Questo, bene o male, è quello che ciascun asilo a cui ci rivolgiamo offre. Ecco, questo genere di asilo non ci piace e vi assicuriamo: non piace nemmeno al vostro amico a quattro zampe. Ci sono asili per cani che puntano su una struttura nuova e accattivante dotata di ogni comfort, dalla piscinetta alle pulite e ordinate casette in fila l’una accanto all’altra, dagli spaziosi box al prato sempre verde e ben tagliato, magari pieno di giochi. Altri puntano sul gruppo: il cane è un essere sociale e sicuramente starà volentieri tra tanti altri cani (chi siano gli altri cani non è poi così essenziale sapere, basta che non si azzuffino!). Altri sul target: in alcune ore ospitano cani di piccola taglia, in altre cani di taglia grande, in altri solo cuccioli e così via, garantendo alle persone che così i loro cani si sentiranno più a loro agio. No, non sono questi gli asili che ci piacciono: l’Asilo come lo intendiamo noi prevede qualche passaggio in più. Se la funzionalità della struttura è molto importante, non lo è altrettanto l’estetica, che appaga solo l’occhio umano. Anche noi siamo esseri umani eppure scegliamo con cura con chi passiamo il nostro tempo, non ci basta non venire alle mani.

Il pensiero, errato e limitante, di categorizzare i cani è quanto di più sciocco possa esserci. Inclusione, crescita, conoscenza, rispetto dell’altro indipendentemente da canoni fisici, dare valore alla diversità che è crescita, all’equilibrio, all’avventura: queste sono le opportunità da regalare ai nostri cani, senza fermarci ad appagare soltanto i nostri bisogni, molte volte di estrema e asettica sicurezza, basati esclusivamente sulle nostre paure o sui nostri sensi di colpa.

E allora cosa è importante quando cerchiamo un asilo per il nostro amato cane? Innanzitutto che il cane abbia modo di conoscere con calma e attraverso esperienze ricche e positive vissute col suo umano il luogo in cui passerà le ore senza la sua famiglia di riferimento. Il luogo in cui il cane si trova a vivere un’esperienza deve essere già familiare, un posto dove poter trovare punti di riferimento ambientali conosciuti. Questo anche al fine di comprendere quali necessità ambientali può avere ciascun soggetto e potergliele appagare. Ci sono cani che hanno nette preferenze per le zone ombreggiate, altri per quelle assolate indipendentemente dalla temperatura. Soggetti che preferiscono o necessitano di stare all’aperto e altri di alternare le ore tra l’esterno e l’interno di strutture chiuse o semichiuse. Soggetti che amano l’erba più alta, altri che ne sono diffidenti. Insomma, l’ambiente in cui il cane viene inserito deve essere per lui accogliente e non possiamo deciderlo noi a prescindere; occorre osservare come si relaziona il nostro cane, che è diverso da ogni altro cane, in e con quell’ambiente.

È fondamentale poi che il cane conosca eventuali altri individui della sua specie con cui condividerà spazi e tempi. E che tali individui siano sempre gli stessi, in modo che si formi un gruppo stabile di soggetti che si ritrovano. Un po’ come avviene nelle classi scolastiche umane, che differiscono dalle ludoteche proprio per organizzazione e gruppo, in cui si possono coltivare relazioni in maniera continuativa e approfondita e dove ci si può fidare del e affidare al gruppo sociale che si è formato. Una situazione dove, se necessario, si può discutere serenamente con gli altri cani del gruppo.

I cani appartenenti a un gruppo stabile non devono trovarsi in balia di continui nuovi inserimenti perché ci vuole tempo per capire chi hanno davanti, per farsi conoscere, per comprendere come condividere lo spazio e creare momenti condivisi di qualità. Questo non significa che non sarà possibile inserire un nuovo membro nel gruppo, ma che il gruppo – variegato, stabile ed equilibrato – avrà la possibilità di farlo sentire, accoglierlo e integrarlo nel migliore dei modi.

Un gruppo stabile offre la possibilità di conoscersi in maniera più approfondita, tirare fuori talenti e caratteristiche, condividerle creando rituali e abitudini. Viene a formarsi così una comune memoria esperienziale, arricchendo la vita di ogni soggetto.

L’Asilo deve essere un momento di qualità e di crescita sia per il cane che per l’umano, dove il cane possa avere la possibilità di vivere uno spazio proprio, un’esperienza che porta nutrimento fisico, emotivo e cognitivo e l’umano abbia la possibilità di osservare il suo compagno di vita fuori da dinamiche familiari prendendo ispirazione per creare nuove avventure. Di più. Sarà per entrambi un’occasione di crescita perché la conoscenza reciproca fa evolvere i singoli individui della coppia, ma anche e soprattutto la relazione. Per fare questo è necessario che venga preso in considerazione ogni punto di vista, ogni emozione. Sono necessarie anche pazienza, osservazione, il mettersi sempre in gioco uscendo dalla rassicurante abitudine di decidere noi ciò che è adatto e confortevole per qualcun altro. E allora, pensando al nostro cane, usciamo dalle nostre paure, dagli schemi e dalle apparenze e cerchiamo un asilo che non sia un parcheggio, ma che sia un’esperienza di vita. Per entrambi.

Buona scelta.

Fonte: https://www.italiachecambia.org/2021/09/asili-per-cani/?utm_source=newsletter&utm_medium=email

Il miglior reddito di cittadinanza è insegnare l’autonomia energetica e alimentare

La miglior politica per garantire il giusto benessere per tutti è educare i cittadini a risparmiare, autoprodurre e a liberarsi dei bisogni indotti dalla pubblicità. Allora sì, si può essere liberi e vivere dignitosamente senza essere schiavi di nessuno.

Si fa un gran parlare di reddito di cittadinanza, reddito universale o simili. Di per sé non è una idea sbagliata, infatti chi ha troppo poco deve avere di più e io aggiungo che chi ha troppo dovrebbe avere meno, anche perché quando si ha troppo lo si utilizza spesso male e sprecando. Comunque sia, tutto è sempre legato al reddito cioè ai soldi, che sono la pietra angolare di qualsiasi azione e ragionamento. Ma pensandoci bene, sono proprio i ragionamenti solo ed esclusivamente sui soldi che ci stanno portando all’autodistruzione. Quello che ieri era sufficiente per vivere dignitosamente,  oggi non lo è e domani lo sarà ancora meno; ma questo non accade solo perché i salari si contraggono e i prezzi crescono ma perché la pubblicità, ormai invasiva ovunque come mai lo è stata nella storia, crea costantemente bisogni indotti di cui magari nessuno prima sentiva l’esigenza. Poi, a forza di martellamenti, ci si convince che senza quegli oggetti si è poveri o non si è all’altezza. Se con i vari redditi elargiti dallo Stato l’obiettivo fosse veramente supportare quelli che hanno meno o sono in difficoltà, la prima cosa da fare sarebbe insegnare loro a ridurre le spese basilari, che sono il cibo e l’energia. Infatti, aumentando l’autonomia in queste direzioni si risparmiano tanti soldi e non si è in balìa di governi vari, che oggi fanno una cosa e domani faranno l’esatto contrario. Dare autonomia reale alle persone sarebbe esattamente come la famosa storiella che dice che è meglio insegnare a pescare a qualcuno piuttosto che dargli dei pesci. Quindi prima, durante o dopo il reddito di cittadinanza, si faccia formazione per aumentare l’autonomia delle persone. Però attenzione, perché se rendiamo più autonome le persone e di conseguenza più libere attraverso l’autoproduzione alimentare ed energetica, il prodotto interno lordo non aumenta (cioè non si “cresce”) e questo per la politica, che ancora crede all’impossibile crescita economica infinita in un mondo dalle risorse finite, è un grosso problema. Se bisogna sempre mostrare un segno più anche per sperare di poter essere rieletti, difficilmente si faranno azioni in tal senso. Eppure sarebbe una soluzione più duratura e utile per le persone, piuttosto dei vari redditi legati a questa o quella condizione. Essere poi più autosufficienti sia per gli alimenti che per l’energia potrebbe diventare anche un mestiere per chi usufruisse di questa specifica formazione.  Inoltre, visto che andiamo verso un futuro di scarsità di risorse e problemi di ogni tipo legati al loro sfruttamento indiscriminato, di continua produzione di rifiuti e aumento dell’effetto serra, sarà sicuramente importante avere maggiori opzioni su come sopravvivere di fronte ai prossimi grandi problemi. Sarebbe quindi assai utile stanziare una parte del reddito di cittadinanza per insegnare, a giovani e non, tecniche e metodologie preziose, cioè sostanzialmente fornire le “canne da pesca” o comunque strumenti per una maggiore autonomia. Ma chissà che non sia proprio l’autonomia che spaventa. Una persona autonoma pensa con la sua testa, non la si compra né la si ricatta facilmente, non si riesce a farle comprare tutte l’immondizia che propina la pubblicità e quindi diventa un potenziale disertore del consumismo, figura terribile e temutissima. Diventa una persona che intraprende una strada di libertà ed emancipazione, cioè la peggior figura per chi ci vede solo ed esclusivamente come consumatori pronti a spendere sempre di più, per cui i redditi di cittadinanza non basteranno mai e sarà sempre una corsa al rialzo a richiedere e dare più soldi; anche perché nel sistema attuale basato sulle disuguaglianze, i ricchi saranno sempre più ricchi, quindi per forza di cose sarebbe il caso di fermare la ruota.

Fonte: ilcambiamento.it

I mercanti della paura: ecco chi vende (non)soluzioni per (non)problemi

Gli strateghi del market lo sanno bene: se la gente ha paura, è assai più propensa a spendere per comprarsi la “sicurezza”. La gamma è varia: ci sono le grandi paure, come quella dei terroristi, ma ci sono anche le paure “più piccole”, come quella di germi, malattie, i malesseri dei figli. Per ogni paura ci sono un prezzo, un mercato e un ricavo.mercantipaurabusiness

Ci sono le grandi paure,come quella dei terroristi, ma ci sono anche le paure “più piccole”, come quella di germi, malattie, i malesseri dei figli. Per ogni paura ci sono un prezzo, un mercato e un ricavo. E sono sostanzialmente due le ragioni per le quali la gente compra qualcosa: per ottenere ciò che vuole o per evitare ciò che non vuole. I mercanti della paura si focalizzano sulla seconda. E non hanno alcun interesse a stimolare il consumatore a ragionare su quanto il pericolo o la vulnerabilità percepiti siano reali. L’unico interesse è quello di far credere che ci sia una sola soluzione: «Compra il mio prodotto e sarai al sicuro, avrai risolto il problema».

Ma se in realtà il problema è un non-problema, allora la soluzione sarà una non-soluzione.

Qualche esempio?

I prodotti anti-invecchiamento

Stando a quanto ci viene costantemente ripetuto, invecchiare è quanto di più grave e tremendo ci possa capitare. Peccato che sia biologicamente naturale e per di più inevitabile. Ma noi non possiamo invecchiare! E per raggiungere lo scopo abbiamo bisogno di lozioni, creme, pillole, spray, ritocchi chirurgici e chi più ne ha più ne metta. E siamo disposti a pagare tutto ciò fior di quattrini. Peccato che l’inevitabile accadrà comunque. In Italia ilgiro di affari della cosmetica si aggira attorno ai 9-10 milioni di euro, secondo Cosmetica Italia, associazione nazionale imprese cosmetiche. Nel 2013 sono state praticate nel mondo oltre 23 milioni di operazioni di chirurgia estetica. Stati Uniti e Brasile ai primi posti, seguono Messico, Germania e Spagna. L’Italia è al settimo posto della Top 10 dei Paesi e degli interventi più praticati, lo dice la International society of aesthetic plastic surgery (ISAPS).

I prodotti antibatterici

Ci sentiamo ripetere continuamente che i germi ci fanno ammalare e che dobbiamo comprare prodotti che li uccidano e che ci proteggano. La verità è che i germi sono dovunque e non sono eradicabili e inoltre la grandissima maggioranza di essi è innocua per l’uomo. Anzi, molti batteri sono per noi benèfici, allenano opportunamente il nostro sistema immunitario perché la natura li ha creati per quello. L’uso indiscriminato di antibatterici ha portato alla comparsa di super-batteri resistenti a tutto che ora sono altamente pericolosi.

I prodotti per la sicurezza dei bambini

Anche in questo caso, ci sentiamo sempre ripetere che il mondo è pericoloso, che i bambini vanno protetti, si possono ammalare e fare male. E così ci vendono mille prodotti diversi che ci illudono di poter creare intorno ai nostri figli muri alti e spessi per proteggerli da un “tutto” che nemmeno sapremmo definire.

Big Pharma

Il messaggio? Potremmo essere malati e, se ancora non lo siamo, in qualsiasi momento potremmo ammalarci. Ma se non abbiamo sintomi? Potremmo esserlo lo stesso. E via con i costosi screening di massa (pagati con i soldi pubblici, quindi di tutti noi) che producono malati senza sintomi i quali andranno opportunamente “curati” con le opportune pillole. È il disease mongering: mentre un tempo si inventavano medicinali contro le malattie, ora si inventano malattie per generare nuovi mercati di potenziali pazienti. Ogni anno spendiamo 5,1 miliardi di euro in farmaci che non servono a curare vere patologie.

Benessere e fitness

Sembra proprio che al giorno d’oggi per star bene ed essere in forma non si possa fare a meno di sedute di palestra, integratori e trattamenti costosi, farmaci che prevengono tutto il prevenibile, che tengono basso il colesterolo e la pressione e la lista è ancora lunga. Per gli integratori l’Italia detiene addirittura il record di vendita in Europa occidentale: 147 milioni di confezioni l’anno per un fatturato che nel 2014 ha sfiorato i 2,2 miliardi di euro con più di 200 aziende e 54000 tipi di prodotti.

I media

Poi ci sono i media, che fanno la loro parte. Raccogliete per una settimana i titoli che trovate su giornali, tv e web. Poi contate quante volte trovate scritto o sentire dire: Allarme! Pericolo! … incombe…!Allerta! Minaccia! Eccetera. Allora, proviamo a cambiare paradigma. Non chiediamoci: cosa posso fare (o comprare) per risolvere il problema? Chiediamoci invece: ma quello che io credo essere un problema, lo è veramente? E se non lo è, non ho bisogno a tutti i costi di una soluzione.

Fonte: ilcambiamento.it

 

Il potere degli abbracci: benefici per la salute

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A chi non piacciono gli abbracci? Secondo noi gli abbracci sono favolosi e siamo convinti che la maggior parte dei nostri lettori condividono questa nostra idea. Tuttavia, perché ci piacciono tanto gli abbracci? Nell’articolo di oggi vi spieghiamo quali effetti straordinari a livello di salute producono in noi gli abbracci. Un abbraccio può venire da diverse persone, che sia un amico, un familiare, qualcuno che ci piace, il proprio partner o qualcuno che ha una simpatia verso di noi; l’abbraccio è considerato la principale dimostrazione d’affetto dell’essere umano. A seguire vi presentiamo i benefici degli abbracci per la salute.

Benefici emotivi degli abbracci

Studi scientifici affermano che un abbraccio può liberare endorfine provenienti dal cervello cosa che si traduce in poteri curativi. Dall’altro lato abbracciare è considerata una terapia che genera benessere, che può ridurre la pressione arteriosa e che nelle donne può ridurre il dolore mestruale; a parte questo, aiuta anche ad alleviare il mal di testa, a diminuire l’ansia, a ridurre lo stress e la depressione, a rafforzare l’autostima, ad allentare il nervosismo, a non sentirsi soli, a curare l’insonnia, a vincere la paura, a stimolare i sensi, a donare allegria, ad acquietare l’anima e, secondo quanto sostengono alcune fonti, a ritardare l’invecchiamento e a controllare l’appetito. Vi sembra poco?abbraccio

Abbracciare qualcuno apporta anche benefici fisiologici molto positivi. Uno di questi è il rilascio dell’ormone ossitocina: si tratta di un ormone conosciuto anche come ormone dell’amore e favorisce il modo di vivere di molte persone a prescindere dall’età biologica. I benefici degli abbracci sono così tanti che esistono trattamenti chiamati “abbraccio-terapia”che servono per trattare malattie depressive e altre ancora. Un abbraccio libera anche altri ormoni chiamati serotonina e dopamina che hanno un effetto sedativo, quindi producono una sensazione di calma, benessere e tranquillità. La cosa più interessante è che questi effetti non si ottengono solo quando ci si abbraccia, ma si prolungano molto anche dopo. È curioso, inoltre, che alcuni dati scientifici affermino che tanto gli abbracci quanto le carezze hanno un maggiore effetto sulle donne che sugli uomini, sebbene entrambi i sessi ne traggano beneficio. Prendendo in considerazione il libro di Katheleen Keating La terapia dell’abbraccio, possiamo affermare che gli abbracci non solo ci aiutano a sentirci bene, ma favoriscono anche il buono sviluppo dell’intelligenza nei bambini, aiutano a superare le paure e sono un fattore antinvecchiamento.

Il libro sostiene inoltre:

“Il contatto fisico non è solo qualcosa di piacevole, ma è anche necessario per il nostro benessere psicologico, emotivo e corporeo, e accresce l’allegria e la salute dell’individuo e della società. L’abbraccio è una forma molto speciale di toccare che fa sì che si accetti meglio sé stessi e che ci si senta meglio accettati dagli altri”.

Riassumendo, dunque, quali sono i benefici degli abbracci?

  • Protezione. In quanto esseri umani siamo fragili e abbiamo sempre il bisogno di sentirci protetti; non c’è niente di meglio che ottenerlo con un abbraccio.
  • Fiducia. Quando si è fiduciosi non si ha paura di affrontare le sfide che si presentano nella vita di tutti i giorni. Andate a cercare un bell’abbraccio in modo che nulla possa fermarvi.
  • Sicurezza. La sicurezza è essenziale nel vivere quotidiano. Si può dire che è un combustibile che produce fiducia in sé stessi per ottenere i risultati con maggiore efficacia.
  • Forza. Se avete forza, trasmetterete molta energiaa chi vi abbraccia e anche a chi vi circonda.

Per ultimo, ma non meno importante!

A prescindere dal significato dell’abbraccio, ogni persona sa che tipo di abbraccio dà e riceve. Questo varia a seconda della persona con cui ci stiamo abbracciando e, mentre i benefici fisiologici sono gli stessi, i benefici emotivi possono variare: se l’abbraccio viene da un amico, allora viene considerato amichevole e gioioso, ma se viene dal proprio partner può diventare un gesto scherzoso e allegro. Non negate mai un abbraccio!

Fonte:  viverepiusani.com

 

La dieta vegetale fa bene alla salute e dimezza le emissioni di CO2

Lo abbiamo sempre sostenuto: la dieta a base vegetale, meglio vegana, fa bene alla salute e all’ambiente perché fa risparmiare emissioni di gas CO2. Oggi, grazie a una ricerca inglese sappiamo anche quante emissioni risparmiamo

Il consumo di carne è dannoso sia per l’ambiente sia per la salute: mangiare troppa carne rossapuò creare problemi alla salute e tutto ciò era noto. Ciò che invece non conoscevamo era la stima relativa ai gas serra associati alla produzione dei vari alimenti. A risultare meno inquinanti per l’ambiente i prodotti vegetali legati ai menù sia vegani sia vegetariani.

Spiega Ilaria Ferri direttore scientifico dell’ENPA:

Per soddisfare la richiesta giornaliera di chi consuma carne in grande quantità vengono prodotti ben 7,2 chilogrammi di anidride carbonica a persona, pari al doppio di quelli necessari per la dieta vegan (appena 2,9 chilogrammi) e vegetariana (3,8 chilogrammi).460297605-536x350

Lo studio Dietary greenhouse gas emissions of meat-eaters, fish-eaters, vegetarians and vegans in the UK dunque mette a confronto quattro grandi gruppi di consumatori: di carne, pesce, vegetariani e vegani. Gli alimenti più dispendiosi sono legati alla produzione della carne bovina per cui 1 kg di polpa lo paghiamo 68,8 chilogrammi CO2; seguono la carne ovina (64,2 kg) e le interiora (35,9 kg). Si capovolge la stima se si guarda alle emissioni prodotte per ottenere 1 kg di mais appena 0,7 kg di anidride carbonica; 0,8 per un chilo di fagioli e 0,4 per un chilogrammo di patate.

Nella prefazione allo studio si legge:

In conclusione, le emissioni di gas serra per i consumatori di carne sono due volte circa superiore a quelle dei vegani. E ‘probabile che la riduzione dei consumi di carne possa portare alla riduzione delle emissioni di gas serra derivati dalla produzione alimentare.

La dieta vegetariana (che include latte e uova) e la dieta vegana (priva di alimenti di origine animale), dunque, grazie al loro contenuto di vegetali si attestano sempre più per essere lo stile alimentare più sano. Ricordo che in una dieta equilibrata devono essere inclusi legumi, cereali e verdure di stagione in almeno 5 porzioni al giorno.

Fonte:  ENPA

© Foto Getty Images

Nasce l’ambulatorio gratis per chi non può permetterselo

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Lucca si cura in modo solidale: è nato un ambulatorio gratuito per tutti coloro che non hanno il medico di base, soprattutto per le persone immigrate, in alcuni casi senza documenti e privi di assistenza sociosanitaria. L’iniziativa è stata promossa dall’Associazione medici cattolici, dal Rotary Club di Lucca e dall’Arciconfraternita di Misericordia, in collaborazione con la Caritas e con l’Usl 2 di Lucca. Lo sportello, attivo da metà gennaio 2014 , sarà una struttura gratuita di medicina generale e specialistica a tutti gli effetti, e avrà anche una sezione di mediazione culturale.

«L’iniziativa nasce per venire incontro a tutte quelle persone che non possono rivolgersi al medico di base – spiega Sergio Mura, presidente Misericordia Lucca al quotidiano il Tirreno – e che anche per interventi ambulatoriali o per assistenza medica generale (un’influenza, un dolore ecc) sono costretti ad andare al pronto soccorso. La funzione di questo ambulatorio è proprio quella di decongestionare, almeno in parte, i servizi di pronto soccorso, a cui si rivolgono spesso (anche per problematiche non urgenti) immigrati sprovvisti di medico e di iscrizione al servizio sanitario nazionale».

L’ambulatorio funzionerà una volta alla settimana e, all’interno, opereranno medici volontari e infermieri: verranno erogate prestazioni gratuite e potrà offrire anche servizi di pronto soccorso per casi non gravi.
«Abbiamo aderito immediatamente al progetto – spiega sempre al quotidiano il direttore dell’Asl 2 di Lucca, Antonio D’Urso – perché crediamo nel diritto di ogni cittadino ad essere assistito e curato. È bene precisare che il servizio non ha una valenza sostitutiva di quelli svolti dall’Asl, ma ha valore integrativo. Ecco perché è molto importante che anche l’amministrazione comunale sia coinvolta in questo percorso».

Fonte: buonenotizie.it

8. Sana motivazione e relax

18:00 – SPORT10

Quasi il 60% della popolazione pratica dello sport almeno una volta la settimana, mentre molti europei ricaricano le proprie energie con dei trattamenti di benessere. Un’illuminazione appropriata assicura un senso di benessere – anche la notte, quando numerosi atleti amatoriali amano allenarsi o rilassarsi. L’illuminazione artificiale deve essere progettata con cura e considerare la natura dello sport, la velocità di movimento e la localizzazione di atleti e spettatori. Lo sport rappresenta una forma di intrattenimento popolare anche coloro che non lo praticano. Un numero sempre maggiore di eventi sportivi sono trasmessi in televisione, richiedendo livelli di luce altamente direzionali con basso riflesso e privi di emissioni di luce fastidiose.

Gli effetti più significativi dell’illuminazione sono:

> Orientamento degli apparecchi di illuminazione ed indirizzamento della luce per consentire un’attività sportiva ed una trasmissione televisiva adeguate

> Livelli di luce e colore appropriati anche per gli sport più veloci

> Illuminazione d’atmosfera in grado di motivare e di rilassare

Fonte: CELMA-ELC

 

5.Migliorare la produttività

13:30 – IN FABBRICA4

L’8% della popolazione è impiegato in lavori industriali. Spesso, il lavoro richiede dei compiti visivi molto complessi. Gli errori possono portare a perdite economiche ed a minori profitti per l’azienda. È di cruciale importanza che l’illuminazione supporti i lavoratori per evitare errori ed ottenere il livello di prestazioni richiesto nel corso dell’intero orario lavorativo. Una buona illuminazione migliora la sicurezza e l’affidabilità. Inoltre, supporta la visibilità di forme e funzioni e crea spazi flessibili adattabili agli incarichi da svolgere. Le recenti ricerche dimostrano che l’illuminazione dinamica fornisce un ulteriore supporto al benessere del lavoratore e crea condizioni migliori nel corso della giornata lavorativa, oltre ad aiutare a mantenere la produttività.

Gli effetti più significativi dell’illuminazione sono:

> Illuminamento ed uniformità appropriati per i compiti visivi

> Supporto del contrasto e della resa cromatica

> Illuminazione regolabile per le esigenze più specifiche

Fonte: CELMA-ELC

Mission Possible, la bio-economia spiegata ai bambini in mostra a Museo dei Bambini di Roma dal 12 aprile 2013

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Non sempre conosciamo il significato corretto dei termini che utilizziamo e “bioeconomia” è sicuramente uno fra questi. Ricercatori ed esperti di musei e science centre europei – Austria, Estonia, Germania, Italia e Gran Bretagna – hanno collaborato al progetto “Mission Possible”: una mostra, finanziata dalla Commissione Europea, ad Explora, il museo dei bambini di Roma per 6 mesi.

L’iniziativa parte dalla considerazione che la bio-economia ci riguarda molto più di quel che immaginiamo, soprattutto in vista della Strategia Europa 2020: l’UE, infatti, si propone di diventare un’economia intelligente, sostenibile e solidale e auspica che ognuno di noi diventi un attore consapevole di questo indispensabile cambiamento. Mission Possibile, attraverso workshop scientifici e attività interattive, mostrerà a grandi e piccini come la bio-economia potrà venirci in soccorso per rendere più vivibile il nostro futuro, partendo dal presente.

Agricoltura e Pesca‚ Alimentazione e Benessere‚ Biotecnologie e Scienze della Vita, sono le tre grandi  aree tematiche in cui si articola  la mostra. La parola chiave di questo progetto è “partecipare” e non solo osservare: gli operatori condurranno le attività laboratoriali per i bambini, mentre degli info-terminali con link, immagini e video, consentiranno di approfondire e osservare le conseguenze delle scelte applicate.

Ecco alcuni degli interessanti laboratori che attendono bambini dai 7 anni in su.

  • Agricoltura e Pesca: “la vita di una goccia d’acqua” per far scoprire il bambini al mondo delle scienze naturali con particolare attenzione ad alcune fasi del ciclo dell’acqua.
  • Alimentazione e Benessere: “misuriamoci” – Partendo dall’indagine sul proprio corpo i bambini saranno stimolati a fare un parallelo con lo stato di salute della terra di cui sono protagonisti.
  • Biotecnologie e Scienze della Vita:“lemon light”- Come creare, utilizzare e sperimentare delle bio-batterie per entrare in contatto diretto con il tema delle energie rinnovabili.

Al termine, i visitatori sono invitati a lasciare un proprio feedback e potranno tornare alla loro vita quotidiana, con la speranza che questa esperienza sia servita a risvegliare la loro coscienza ambientale e si siano resi conto che anche i piccoli gesti contribuiscono a migliorare il mondo intero.

Per maggiori info: https://www.mdbr.it/it/component/k2/item/177-mission-possible-%E2%80%93-la-bioeconomia-salver%C3%A0-il-mondo?.html

 

Fonte:tuttogreen