Libano: emergenza rifiuti a Beirut [foto]

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Il Libano ha una superficie di 10.452 kmq, un’area un poco più piccola dell’Abruzzo. In questo spazio vivono 4,5 milioni di persone, di cui circa 2 milioni sono rifugiati politici. Negli ultimi anni, l’improvviso aumento della popolazione e gli errori di valutazione fatti quando si è costruita la discarica di Naameh, alle porte di Beirut, hanno fatto scivolare il Paese in un’emergenza igienico-sanitaria di proporzioni colossali. Sei mesi fa la discarica principale di Beirut è stata chiusa e ora anche il luogo messo a disposizione dalla società privata che doveva gestire temporaneamente lo smaltimento della spazzatura è al completo. I sacchetti si accumulano per le vie della città e un fiume di rifiuti maleodoranti e pericolosi travolge le strade senza che sia stata trovata una valida soluzione. Nel mezzo della crisi – di cui si può comprendere l’entità nella fotogallery d’apertura – il ministro dell’Ambiente Mohammad Machnouk ha tirato in ballo il sito di Naameh, a sud di Beirut, la vecchia discarica chiusa a luglio, quando i residenti impedirono l’accesso ai camion della nettezza urbana. Inaugurata nel 1997, era stata progettata con una capacità di circa 2 milioni di tonnellate di rifiuti, ma ne ha poi raccolti più di 15 milioni. Dopo la sua chiusura i rifiuti sono stati bruciati e scaricati in tutto il Paese oppure stoccati in discariche temporanee che ora non possono più accogliere alcun rifiuto.

Fonte:  Rainews

 

Libano, a Beirut è emergenza rifiuti

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Quattro milioni di abitanti e un milione di profughi. Dall’inizio della crisi siriana il Libano è un paese nel pieno dell’emergenza e a quella dei rifugiati politici si è aggiunta negli ultimi mesi quella causata dalla saturazione della discarica di Karantina, situata nella parte settentrionale della capitale Beirut, non lontano dalle zone più glamour della città. Lo scenario è apocalittico: montagne di rifiuti imputridiscono al sole, dopo che la discarica principale della capitale libanese ha esaurito la sua capacità massima costringendo la compagnia privata di raccolta dei rifiuti a sospendere le attività nella capitale. I rifiuti hanno ricominciato ad ammucchiarsi nei quartieri residenziali di Beirut così come nelle periferie. Gli abitanti sono esasperati: “Le materie organiche fermentano, liberando odori nauseabondi e moltiplicando i batteri che si propagano in giro, causando infezioni intestinali”, spiega un addetto ai sistemi di riciclaggio. Anche i proprietari di attività commerciali sono stati penalizzati dall’odore nauseabondo provenienti dai mucchi d’immondizia e dagli insetti che prolificano. Nello scorso luglio violente proteste di piazza contro l’incapacità e la corruzione del governo avevano provocato decine di feriti a Beirut, minacciando la stabilità del governo, una fragile coalizione tra partiti sunniti e sciiti, paralizzata dalle rivalità interne anche a causa dal conflitto siriano. La polizia aveva dovuto fare ricorso a idranti e gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti che chiedevano al governo di trovare una soluzione al problema dei rifiuti abbandonati in strada da settimane a causa del mancato accordo relativo a nuove discariche di smaltimento.

Fonte:  Askanews