Wonder Bee, l’apiario costruito dalla comunità che fa bene ad api e persone

Nello splendido contesto di Grottole, un antico borgo protagonista di un progetto di rilancio e rivitalizzazione, sta nascendo Wonder Bee. La comunità si è attivata per costruire insieme un apiario integrato, una struttura in cui le api possano vivere e svolgere la loro attività e gli esseri umani possano trarre benefici fisici dal lavoro di questi animali, ma anche imparare a conoscerli e apprezzarli. Gli obiettivi? Realizzare un prototipo di apiario replicabile ovunque, diffondere l’importanza della biodiversità e cementare i legami sociali.

MateraBasilicata – C’è una società studiata e ammirata da tutti: matriarcale, monoginica e pluriannuale, formata da numerosi individui appartenenti a tre caste, tutte alate! Lavoratrici instancabili, le operaie di questa specie sono in grado di comunicare alle compagne l’esatta ubicazione di una nuova fonte di cibo attraverso una particolare “danza” che non solo indica il punto esatto dove andare a prelevare il cibo, ma anche quanto ne sia disponibile. Aggressivo solo quando percepisce una minaccia per sé oppure per il gruppo, ogni esemplare della specie è disposto a sacrificare perfino la propria vita per il bene collettivo! Da loro dipende la maggior parte della riproduzione delle piante e molti altri sono i benefici che portano a tutti gli esseri viventi: tutela della biodiversità, garanzia della sicurezza alimentare, promozione di un’agricoltura sostenibile, contrasto ai cambiamenti climatici, all’inquinamento degli agro ecosistemi, e promozione delle metodologie innovative per il monitoraggio ambientale. Eh sì, questo meraviglioso mondo, è il mondo delle api che il progetto Wonder Bee vuole sostenere. L’avventura di Andrea Paoletti e Mariella Stella, fondatori dell’Associazione Casa Netural, ha inizio nel 2013, quando arrivano a piedi a Grottole, piccolo paese della provincia di Matera. Andrea è un architetto piemontese di nascita, ma da dieci anni vive a Matera dove ha aperto Casanetural, uno spazio di coworking e coliving. Quando i due arrivano nel paesino e incontrano Silvio Donadio, nativo del paese e molto attivo già da anni per la riscoperta e la valorizzazione socio-culturale delle sue radici. Ed è subito amore: insieme Iniziano una relazione virtuosa e avviano numerosi progetti di innovazione sociale che confluiscono in Wonder Grottole.

«Wonder Grottole è una srl impresa sociale nata nel 2018 con l’obiettivo di riabitare e rigenerare il centro storico attraverso pratiche che valorizzino ciò che già esiste sul territorio sfruttando il sapere locale per dare nuova veste al nostro grande patrimonio materiale e immateriale. È un laboratorio di sperimentazione dove esplorare nuove pratiche legate all’innovazione sociale. L’oggetto sociale della nostra impresa, con un forte impatto sui territori, è quello di rigenerare il centro storico di Grottole e creare nuovi modelli per i piccoli borghi italiani».

Il loro scopo dunque è capire come certe pratiche possano avere un buon impatto sulle realtà rurali e più marginali, con visioni a lungo periodo e metodi ben strutturati: «Il nostro approccio era volto a fare innovazione nei piccoli borghi in una maniera disegnata a tavolino valorizzando tutto il patrimonio edilizio, agricolo, ma anche sociale e culturale in loco coniugandolo con il saper fare locale», spiegano. Per questo Wonder Grottole dà spazio a progetti nati sul territorio trovando persone che abbiano sogni e idee innovative e virtuose e offrendo loro supporto e strumenti per realizzarle al meglio. È a questo punto della favola che, nel 2020, entra in scena Rocco Filomeno, apicoltore e parrucchiere di Grottole che integra perfettamente le sue due vite per il bene comune. Il suo amore infinito per le api lo porta fare corsi di apicoltura e a vincere numerosi premi per il miglior miele italiano. Rocco, oltre a tagliare i capelli, fa l’apicoltore nomade, portando in giro le arnie per smielarle in quei campi dove c’è la migliore coltura, biologica e di qualità. Dall’unione di tutte queste sinergie, risorse e forze della natura di Grottole nasce il progetto Wonder Bee, ideato e progettato da Rocco con il supporto di tutto il team di Wonder Grottole. Qualche mese fa infatti, l’apicoltore comincia ad interessarsi agli apiari integrati: «Una sorta di baita in legno circondata da arnie. Così, mentre producono il miele, le api rilasciano in aria enzimi che fanno bene all’uomo. Quando si entra nella casetta si viene investiti da un aereosol naturale che fa bene alla salute!», ci spiega Andrea. Il progetto di Wonder Bee viene accolto da Wonder Grottole e, per supportarlo, vengono convocati Davide Tagliabue e Carlo Roccafiorita, progettisti specializzati nell’autocostruzione. I due non ci pensano due volte a realizzare e valorizzare l’idea di Rocco Filomeno. L’apiario integrato infatti va progettato con un desing innovativo, realizzato nella giusta forma in modo che la casetta di legno possa integrarsi al meglio con le arnie attorno che lo alimentano.

«La prossima estate, con gli abitanti di Grottole, costruiremo a mano la struttura, così che le persone prendano consapevolezza dell’identità e del valore del luogo arrivando a percepirlo come casa e come valore aggiunto per tutta la comunità», spiegano i promotori del progetto. Il loro obiettivo dunque è realizzare un primo prototipo di apiario integrato di comunità che serva come risorsa per il territorio di Grottole, ma che diventi anche un modello da realizzare e riprodurre in maniera scalare. Per farlo è stata lanciata una campagna di crowdfunding che ha come obiettivo raccogliere 10mila euro per costruire un sogno dal valore ben maggiore.

«Dobbiamo costruire l’apiario e comprare gli sciami delle api. Ma soprattutto vogliamo realizzare una micro-architettura innovativa piena di funzioni e valore, che sia bella da vedere e bella da vivere: le persone che entreranno ne trarranno grande giovamento. Sarà un’oasi del benessere dove faremo terapia con le api.

Sarà un’attrazione turistica e una seconda casa per gli abitanti di Grottole. E sarà anche un’aula didattica per grandi e per bambini che potranno imparare a conoscere il meraviglioso mondo delle api ammirando come questi animali producono il miele e apprendendo l’importanza che questa specie ha per tutti gli esseri viventi e per il pianeta.

Prendiamo dunque esempio dalle api: diventiamo più laboriosi per il bene della comunità. Wonder Grottole e le sue api operaie di Wonder Bee lo stanno già facendo: sosteniamo il progetto di chi si adopera per costruire un mondo in cui il bene di uno sia il bene di tutti e per ristabilire l’equilibrio tra uomo e natura, proprio come fanno le api.

Fonte: https://www.italiachecambia.org/2021/11/wonder-bee-apiario/?utm_source=newsletter&utm_medium=email

Resa pubblica la mappa dei siti per il deposito di rifiuti radioattivi. Immediata la reazione dei territori

Sono 67 le aree candidate a ospitare il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi: é stata pubblicata la Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (Cnapi), il documento elaborato dalla Sogin. Immediata la reazione dei territori.

Sono 67 le aree candidate a ospitare il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi. E’ stata pubblicata la Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (Cnapi), il documento elaborato dalla Società gestione impianti nucleari (Sogin) che individua le zone dove localizzare in Italia il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e il Parco Tecnologico.

Sono cinque le macrozone individuate: Piemonte con 8 aree tra le province di Torino e Alessandria; Toscana-Lazio con 24 aree tra Siena, Grosseto e Viterbo; Basilicata-Puglia con 17 aree tra Potenza, Matera, Bari, Taranto; poi le Isole, con la Sardegna (14 aree) in provincia di Oristano e nel Sud Sardegna ; e la Sicilia, 4 aree nelle province di Trapani, Palermo, Caltanissetta.

QUI la mappa consultabile

Nei giorni scorsi era arrivato il nulla osta alla pubblicazione da parte dei ministeri Sviluppo economico e ambiente e ora si apre una fase di consultazione pubblica, in cui le Regioni, gli enti locali e tutti i soggetti portatori di interesse qualificati possono formulare osservazioni e proposte tecniche.

Il Deposito Nazionale è un’infrastruttura ambientale di superficie dove mettere i rifiuti radioattivi provenienti dalle centrali (di cui si completerà il decommissioning) e dalle attività di medicina nucleare, industriali e di ricerca.

Le reazioni contrarie e le alzate di scudi di territori e istituzioni non si sono fatte attendere.

“Apprendiamo a ‘cose fatte’ e a distanza di anni, dell’inclusione di alcuni comuni pugliesi e lucani tra i siti in cui stoccare residui radioattivi. E’ ferma e netta la contrarieta’ della Regione Puglia a questa opzione. I nostri sforzi verso un modello di sviluppo improntato sulla tutela dell’ambiente e della salute sono noti a livello internazionale. Non si puo’ imporre, ancora una volta, scelte che rimandano al passato piu’ buio, quello dell’assenza della partecipazione, dell’umiliazione delle comunita’, dell’oblio della storia e delle opportunita’”. A dichiararlo e’ il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano.

“La Carta nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee alla localizzazione del Deposito Nazionale dei Rifiuti Radioattivi include anche 22 siti nella provincia di Viterbo (..); il territorio del Lazio presenta gia’ un quadro fortemente impattante legato all’inquinamento nucleare di origine industriale e medica. Questa regione ospita le due ex centrali nucleari di Montalto di Castro, in provincia di Viterbo, e di Borgo Sabotino, in provincia di Latina, oltre al Centro Ricerche dell’Enea Casaccia, nel Comune di Roma, dove si svolgono anche attivita’ di studio e ricerca sulla medicina nucleare”. È quanto dichiara in una nota Massimiliano Valeriani, assessore al Ciclo dei Rifiuti della Regione Lazio, che aggiunge: «Il Lazio non può sostenere un ulteriore aggravio delle condizioni ambientali legate al sito unico dei rifiuti radioattivi».

“In tanti mi stanno contattando in queste ore per avere rassicurazioni e chiarimenti sulla scelta fatta anni fa a livello nazionale per individuare siti idonei per il deposito di rifiuti radioattivi. Ritengo che la Sicilia abbia gia’ dato tanto dal punto di vista ambientale e che individuare strutture del genere nell’Isola non sia per niente opportuno per tante motivazioni che faremo valere”. Cosi’ l’assessore all’Energia della Regione Siciliana, Alberto Pierobon, in un post Facebook.

Levata di scudi unanime in Sardegna contro l’ipotesi di un deposito di scorie nucleari nell’Isola. Alla dura presa di posizione del presidente della Regione, Christian Solinas, si uniscono i Sindaci rappresentati dall’Anci, che bocciano il piano della Sogin nel merito e nel metodo e chiedono “una mobilitazione generale di tutta la Sardegna per un’azione congiunta del Consiglio Regionale, della Giunta, dei parlamentari sardi, dei comuni della Sardegna, delle organizzazioni sindacali e datoriali, delle associazioni e dei comitati civici, della cittadinanza attiva”.

In Piemonte sono coinvolte aree nelle province di Torino ed Alessandria e il vice sindaco della citta’ metropolitana di Torino Marco Marocco ha convocato un incontro con i sindaci dei comuni interessati per esaminare la situazione. L’iniziativa e’ stata presa anche dai vertici della Provincia di Alessandria.

“Sono disposto a fare la guerra pur di non vedere nessun sito sul mio territorio”. E’ la presa di posizione di Luca Grisanti, sindaco di Campagnatico, una delle due realta’ della Toscana comprese nell’elenco delle aree italiane individuate come quelle che potranno potenzialmente ospitare il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi italiani. Grisanti, primo cittadino del paese della provincia di Grosseto di 2400 abitanti che si estende dal tratto terminale della Valle dell’Ombrone, fin quasi alla sua apertura meridionale verso la pianura della Maremma grossetana, si dice “allibito solo al pensiero”. “E per questo chiedero’ il coinvolgimento di tutti i ‘comitati del no’ esistenti al mondo e poi vediamo. La bellezza e la natura che ci circonda da millenni sarebbero uccise in un solo colpo”, ha aggiunto. Greenpeace in un comunicato sostiene di “non condividere la strategia scelta dall’Italia, basata sull’unica ipotesi di dotarsi di un solo Deposito Nazionale” delle scorie nucleari. Secondo Greenpeace “sarebbe stato più logico verificare più scenari e varianti di realizzazione del Programma, utilizzando i siti esistenti o parte di essi, e applicare a queste opzioni una procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS), in modo da evidenziare i pro e i contro delle diverse soluzioni”.

Fonte: ilcambiamento.it

Una scuola per tramandare saperi e mestieri della comunità

Mappare, custodire e tramandare la memoria delle comunità affinché il saper fare dei maestri artigiani non vada perduto ma, coniugato a creatività e innovazione, ispiri la rinascita dei territori e il futuro delle nuove generazioni. È questo l’obiettivo della Scuola dei Saperi di Comunità, nuovo progetto avviato a Matera da Casa Netural. Recuperare il saper fare del passato per offrire nuove opportunità di valorizzazione dei territori e delle comunità. È questa l’idea ispiratrice dell’ultimo progetto di Casa Netural, coworking e coliving di Matera che da anni propone iniziative volte alla rigenerazione e all’innovazione sociale dei luoghi. Ne abbiamo parlato con i responsabili, Andrea Paoletti e Samuele Biagioni.

Andrea Paoletti e Mariella Stella, fondatori di Casa Netural

Che cos’è la Scuola dei Saperi di Comunità?

La Scuola dei Saperi di Comunità è una scuola per tramandare e custodire saperi e mestieri di un’intera comunità. La Scuola ha l’obiettivo di creare un luogo fisico di conoscenza, scambio e crescita collettiva in cui nascano e si sviluppino nuove opportunità tra la comunità del quartiere San Pardo a Matera, i maestri artigiani locali e stranieri e i cittadini temporanei provenienti da tutto il mondo. È un progetto di comunità per la comunità e il territorio.

Come nasce l’idea e quali gli obiettivi?

La Scuola dei Saperi nasce dal lavoro svolto in questi anni da Casa Netural a Matera all’interno dei quartieri e dalla consapevolezza che ci sia un patrimonio di saperi ed esperienze destinato ad esaurirsi senza un passaggio di testimone. Nasce, perciò, dalla voglia di valorizzare, tramandandoli, tanti piccoli saperi e mestieri che nei quartieri sono ancora vivi, ma che rischiano di scomparire con il tempo. Innanzitutto si mapperanno questi saperi e gli interessi delle persone coinvolte e si “disegneranno” insieme percorsi di formazione orizzontale da attivare nello spazio. La Scuola avrà l’obiettivo di valorizzare il patrimonio della memoria custodito dagli anziani e il patrimonio di innovazione in mano ai giovani e ai nuovi cittadini per generare momenti di scambio di saperi. Grazie alla Scuola sarà possibile creare workshop esperienziali per viaggiatori e cittadini temporanei così da favorire la scoperta del prezioso patrimonio culturale immateriale presente nelle nostre comunità.

Dove verrà avviato il progetto?

La scuola avrà sede nel piano accessibile di Casa Netural, quello sul piano “quartiere” e utilizzerà alcune delle funzionalità della casa, che, proprio grazie al crowdfunding, potranno essere potenziate (renderemo accessibili gli ambienti, il bagno, acquisteremo macchinari per la produzione e materiali) .

A chi si rivolge e come sarà articolato?

La comunità da coinvolgere sarà multietnica e intergenerazionale, affinché l’idea di patrimonio di saperi e competenze sia ancora più allargato e universale. Si rivolge a cittadini di tutte le età da ogni parte del mondo, che potranno proporsi come allievi o docenti. Sarà articolata in workshop e incontri formativi che si svolgeranno nello spazio dedicato, ma anche in incontri più informali tra le persone, lo scambio di saperi e mestieri sarà innanzitutto un pretesto per socializzare e dar vita ad una nuova comunità.

Perché pensate sia importante per il futuro il recupero della memoria custodita dagli anziani?

La memoria degli anziani è un patrimonio inestimabile di vita ed esperienze ed è fondamentale che il futuro ne sia impregnato per essere solido nelle sue visioni e nelle sue azioni. Ci affascina, ad esempio, pensare che i giovani, con le competenze digitali di cui sono portatori, possano declinare al futuro i saperi trasmessi dagli anziani, e che questo passi anche da un approccio internazionale e multiculturale. A tal proposito abbiamo attivato una partnership con CNA Basilicata per creerà un ponte importante tra “mondi diversi” e coinvolgere gli artigiani pensionati, così da riattivare il loro “saper fare” e generare nuovi opportunità.

Fonte: https://www.italiachecambia.org/2020/09/una-scuola-per-tramandare-saperi-e-mestieri-della-comunita/?utm_source=newsletter&utm_medium=email

Artigianato: un bando per sostenere saperi e tradizioni del Sud

Dalla seta al mandolino, dalla lana ai carretti siciliani. Fondazione CON IL SUD in collaborazione con l’Osservatorio dei Mestieri d’Arte di Firenze (OMA) lancia un bando per sostenere la tradizione artigiana meridionale che oggi rischia di scomparire. La Fondazione CON IL SUD  intende sostenere alcune eccellenze della tradizione artigiana meridionale che stanno scomparendo. A questo scopo, in collaborazione con l’Osservatorio dei Mestieri d’Arte di Firenze (OMA), rivolge un invito alle organizzazioni del Terzo settore per progetti di valorizzazione di antiche produzioni e competenze in Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia, da realizzare anche in partenariato con enti pubblici o privati, profit o non profit. Le proposte dovranno essere presentate online entro il 17 ottobre 2018 tramite la piattaforma Chàiros.craftsmanship-2607408_960_720

Il sapere e la tradizione artigianale sono tra le cifre più caratteristiche della cultura e dell’economia italiana e rivestono un’importanza strategica anche sul piano sociale: il lavoro artigiano, grazie alla qualità dei manufatti, restituisce dignità alle persone, rendendole orgogliose e gratificate, e permette di rafforzare, quando non di ricostruire, il legame con il territorio.

“Uno dei più lampanti paradossi del nostro paese, famoso per i suoi prodotti di qualità e con un’altissima disoccupazione giovanile, è che scarseggiano sempre di più calzolai, vetrai, falegnami, sarti o scalpellini – scrive Fondazione CON IL SUD – Questo succede perché i nipoti non seguono le orme dei nonni e perché questi mestieri risultano poco redditizi su un mercato veloce e globalizzato. La sfida di Fondazione CON IL SUD e OMA è quella di riscoprire il saper fare tradizionale, immaginando nuovi campi di applicazione tecnologica e commerciale e trovando nuovi potenziali talenti anche nelle giovani generazioni e tra le persone più fragili”.hands-731241_960_720

Il bando interviene su settori artigianali particolarmente vulnerabili: dal ricamo tradizionale, come lo squadrato lucano, all’intreccio di fibre vegetali per realizzare cesti a Reggio Calabria o nasse e reti da pesca in Sardegna; dalla produzione di fili di seta a Catanzaro alla costruzione del mandolino napoletano e della chitarra battente cilentana; dalla costruzione di carretti siciliani alla tessitura con la tecnica del fiocco leccese o alla filatura della lana in Sardegna. Sono solo alcuni degli esempi di saperi antichi che rischiano realmente l’estinzione e che, inseriti in opportuni percorsi di innovazione e inclusione sociale, possono al contrario rappresentare opportunità per nuovi talenti e occasione per sperimentare approcci e modelli inediti di valorizzazione. Per la realizzazione delle singole iniziative, la Fondazione mette a disposizione complessivamente un contributo di 800 mila euro, in funzione della qualità delle proposte ricevute e della loro capacità di generare valore sociale ed economico sul territorio.

Vai al bando: clicca qui

 

Fonte: http://www.italiachecambia.org/2018/08/artigianato-bando-sostenere-saperi-tradizioni-sud/?utm_source=newsletter&utm_campaign=general&utm_medium=email&utm_content=relazioni

Wonder Grottole: la rinascita 4.0 di un borgo preistorico del sud Italia

Riqualificare due strutture abbandonate per farle divenire centro propulsore della rinascita di Grottole, un borgo a poca distanza da Matera che in passato è stato crocevia internazionale di persone e culture e che oggi rischia di divenire un paese fantasma. Andrea Paoletti ci parla del progetto “Wonder Grottole” e ci spiega come ognuno di noi può contribuire al ripopolamento di questo bellissimo paesino in cima alle colline lucane. Un borgo immerso nella natura del sud Italia sul pizzo di una collina e a soli 30 chilometri da Matera. Tradizione, cultura e storia: tutto questo è Grottole. Per questo borgo incantato, Andrea Paoletti – architetto e fondatore dell’Associazione Casa Netural  – ha deciso di promuovere un progetto di crowdfunding per la riqualificazione di due strutture abbandonate che diventino centro propulsore di attività culturali scongiurando lo spopolamento di questo magnifico paese.

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“Vogliamo raggiungere i 50 mila euro per acquistare due strutture abbandonate e farne residenze aperte a persone provenienti da tutto il mondo, con spazi di condivisione e incontro con la comunità locale – spiega Andrea – in questo modo vogliamo riportare Grottole alla sua vocazione storica di crocevia internazionale di persone e culture”.

Questo paese della Lucania ha infatti origini preistoriche e, costruito sopra le “grotticelle di tufo” lungo le sue pendici, è stato per secoli uno snodo fondamentale del sud Italia e un punto di passaggio della via Appia. Qui si teneva una delle fiere di bestiame più importanti della zona, la Fiera di San Luca e Giuliano, che durante il Regno di Napoli durava per l’intero mese di ottobre e riempiva le strade del paese di un’umanità variegata, da fachiri, giocolieri e maghi a commercianti e cabarettisti. Con la costruzione di un’arteria di collegamento a valle, Grottole ha perso gradualmente di importanza e ad oggi corre il rischio di diventare un paese fantasma, triste situazione comune a 5 mila paesi in Italia per un totale di circa 10 milioni di persone. “Quello che abbiamo in mente è un progetto di turismo 4.0  – aggiunge Andrea parlando del progetto “Wonder Grottole” – dove le persone che visitano il territorio non vivano passivamente il territorio ma portino il proprio sapere e le proprie conoscenze”.zrbucmthvrqg6gtrdnut

Le case da ristrutturare si trovano nel cuore della parte più antica di Grottole, nel cuore del Rione Amedeo, e sono ancora piene delle storie di chi le ha abitate fino a pochi anni fa. Le abitazioni saranno ristrutturate usando metodi e materiali naturali della tradizione ma con tutti i comfort di una casa contemporanea. L’idea è quella di rilanciare l’economia di questo borgo ripartendo dalle persone e dalle idee, da quanti hanno voglia e interesse di condividere cultura ed esperienza con la comunità locale e il fantastico territorio che la circonda. In cambio, un patrimonio immenso di tradizioni, storie, paesaggi, profumi, sapori.

Scopri subito come contribuire e entrare a far parte del progetto “Wonder Grottole”

Fonte: http://www.italiachecambia.org/2018/04/wonder-grottole-rinascita-4-0-borgo-preistorico-sud-italia/?utm_source=newsletter&utm_campaign=general&utm_medium=email&utm_content=relazioni

Basilicata, Ford Coppola: “Il governo paghi i lucani per il petrolio”

Il regista americano scettico sulle estrazioni petrolifere picca il governo: “Il governo lasci i soldi ai lucani”.

US film director Francis Ford Coppola sits inside Palazzo Margherita before the wedding of his daughter Sofia with French rock singer Thomas Mars on August 27, 2011 in Bernalda. The wedding will take place in Palazzo Margherita, the 19th-century villa that Coppola's legendary filmmaker father Francis Ford Coppola restructured in the town, La Stampa daily reported without citing a source. Sophia Coppola was previously married to director Spike Jonze, whom she divorced in 2003, four years after their wedding. She and Mars, the lead singer in the French rock band Phoenix, have two children and live in Paris. AFP PHOTO / ANDREA BALDO (Photo credit should read ANDREA BALDO/AFP/Getty Images)

US film director Francis Ford Coppola waves to onlookers as he arrives at Palazzo Margherita before the wedding of his daughter Sofia with French rock singer Thomas Mars on August 27, 2011 in Bernalda. The wedding will take place in Palazzo Margherita, the 19th-century villa that Coppola's legendary filmmaker father Francis Ford Coppola restructured in the town, La Stampa daily reported without citing a source. Sophia Coppola was previously married to director Spike Jonze, whom she divorced in 2003, four years after their wedding. She and Mars, the lead singer in the French rock band Phoenix, have two children and live in Paris. AFP PHOTO / ANDREA BALDO (Photo credit should read ANDREA BALDO/AFP/Getty Images)

Il regista americano scettico sulle estrazioni petrolifere picca il governo: “Il governo lasci i soldi ai lucani”. Francis Ford Coppola, regista statunitense di capolavori come “Il Padrino” e“Apocalypse now” avente origini italiane (anzi meridionali ama precisare lo stesso regista), è in questi giorni in visita in Italia, una terra che ama riscoprire dai primi anni ’60. Nel corso del suo intervento alla rassegna milanese Expo in Città, un incontro promosso dalla Regione Basilicata, il grande regista ha regalato ai tantissimi presenti ricordi, aneddoti ed attestati di puro amore per la terra materana, così come riflessioni e ipotesi di sviluppo. Nel suo lungo intervento il regista non ha mancato, con grande onestà intellettuale, di riconoscere alcuni aspetti critici legati al territorio lucano (ed al carattere reticente della popolazione):

“Mi intristisce l’abuso del Sud: quando ho saputo che c’era stata una grande scoperta di petrolio in Basilicata ho pensato fosse una cosa buona per investire in educazione, sanità, occupazione. Ho scoperto però che dei guadagni del petrolio alla Basilicata resta poco: il governo deve lasciare quei soldi ai lucani perché investano in educazione e occupazione”

La famiglia Coppola, originaria di Bernalda (provincia di Matera), cittadina dove la figlia del regista, Sofia, si è sposata in un ritorno alle origini (dal sapore molto italo-americano), possiede in Basilicata terreni e proprietà importanti: da parte del grande regista infatti, oramai da anni, il territorio lucano ha grande pubblicità e visibilità ma non solo. Coppola in Basilicata investe molti denari, nell’ottica di riscoperta, tutela ed attrazione del territorio lucano al quale si sente fortemente di appartenere.  Il segretario di Radicali Lucani Maurizio Bolognetti, da sempre una voce autorevole fuori e sopra il coro delle polemiche petrolifere, ha colto con favore le parole del regista, aggiungendovi una puntualizzazione doverosa per le lunghe battaglie fatte sul campo nel corso degli anni:

“Caro Francis, c’è solo una cosa da chiedere al governo, che la smetta con la sua politica di saccheggio, tesa a fare della Basilicata l’hub petrolifero d’Italia. Petrolio in Lucania fa rima con inquinamento di tutte le matrici ambientali e questo è un problema che non possiamo risolvere con la concessione di qualche altra elemosina. Il governo ha già pagato il suo piatto di lenticchie e abbiamo “pagato” anche noi”

Una sorta di “oil for food” italiano, spiega Bolognetti, che tuttavia di ricchezza non ne ha portata granchè (checchè ne possa scrivere Federico Pirro sul Foglio): basta dare un’occhiata ai dati sull’emigrazione giovanile.

Fonte: ecoblog.it

Basilicata: la Total porta i lucani al mare

L’iniziativa della multinazionale nei comuni di Guardia Perticara, Gorgoglione e Corleto Perticara. Bolognetti (Radicali Lucani): “Boicottare l’iniziativa”169650124

Dal 22 luglio al 31 agosto, nei tre comuni dell’area “Tempa Rossa” (la più ricca area petrolifera e di gas dell’Europa continentale) quali Guardia Perticara, Gorgoglione e Corleto Perticara, è stato attivato un servizio busnavetta che trasporterà quanti lo vorranno, previa prenotazione al rispettivo Comune, ai lidi di Scanzano Jonico. L’iniziativa è della multinazionale francese del petrolio Total, che sul progetto Tempa Rossa ha investito moltissimo di fatto ideando sin dal principio il progetto estrattivo. Non è la prima volta che la multinazionale francese fa “campagna elettorale” tra la popolazione dell’area: per compensare delle attività estrattive infatti i comuni di Corleto Perticara, Guardia Perticara e Gorgoglione otterranno la fornitura gratuita di gas. Anche in questo caso il servizio navetta-mare, completamente gratuito, rientra “nell’ambito delle attività di sviluppo sostenibile”promosse dalla Total sui territori della concessione petrolifera. Un progetto, quello di Tempa Rossa, molto poco dibattuto ma del quale invece bisognerebbe parlare di più, visto che è anche la legge a prevederlo (Convenzione di Aarhus). Un tema che Maurizio Bolognetti, segretario di Radicali Lucani, giornalista e da decenni attivo in Basilicata per denunciare la totale assenza di informazioni e le illegalità diffuse da parte degli estrattori. “Attenzione, popolazione, è asciut pazz o’ padrone! A quanto pare il sindaco di Corleto Perticara ha deciso, su invito di Total Italia, di vestire i panni che furono del “Pazzariello”. In data 21 luglio, infatti, l’ufficio del primo cittadino di Corleto ha reso noto di aver ricevuto da Total Italia l’invito a pubblicizzare “adeguatamente” il servizio navetta, che quest’ultima ha deciso di mettere a disposizione dei cittadini che vivono all’ombra della concessione di coltivazione idrocarburi Gorgoglione”

scrive oggi Bolognetti sul quotidiano La Nuova del Sud. In effetti sembra che i cittadini lucani siano sempre oggetto di una sorta di interscambio (sul modello “specchietti e perline” dei colonizzatori del Nuovo Continente) con le compagnie petrolifere: tra tornei di calcio e calcetto sponsorizzati da Eni e Total fino addirittura alle sagre di paese che durante l’estate imperversano in tutta la regione, ai concerti di capodanno a Matera, etc. Innumerevoli sono gli eventi sin qui finanziati dalle compagnie petrolifere, che tuttavia mai si erano spinte così avanti: mandare i lucani al mare è veramente un’idea tra il geniale ed il folle, che ingolosirà certamente qualcuno ma a noi, che di petrolio in Basilicata ci occupiamo (e preoccupiamo) da diverso tempo, ci scatena solo una grande domanda: perchè non investire nelle bonifiche di Corleto Perticara (ad esempio) piuttosto che nel mandare i suoi abitanti al mare a Policoro?

Fonte: ecoblog.it

Petrolio in Basilicata, l’operazione verità del governatore Pittella

Il Presidente della Regione Marcello Pittella attacca le inchieste ambientali sulla Basilicata e da il via all'”operazione verità”: “Sussulto di responsabilità per rilanciare la Basilicata”. La poltrona di governatore della Basilicata è di questi tempi una delle più scomode sulle quali in Italia si possa sedere: il presidente Marcello Pittella è infatti stato sfortunato perchè solo dopo la sua elezione la popolazione lucana ha cominciato a protestare davvero per chiedere lo stop alle trivellazioni (di terra e di mare) nel territorio lucano. Tutto è cominciato con la manifestazione organizzata da Mo Basta a Potenza nel novembre scorso, quando nel capoluogo ha sfilato una folla di decine di migliaia di persone (la più partecipata manifestazione che da queste parti si ricordi, in assoluto), ed è proseguito con una lunga serie di articoli giornalistici, servizi televisivi, inchieste e quant’altro, fino all’apice della puntata di Presa Diretta sullo Sblocca Italia. In quell’occasione la trasmissione di Rai3 intervistò il governatore Marcello Pittella, il quale il giorno dopo la messa in onda tuonò contro il pessimo “servizio pubblico”, parlando di non meglio precisate “bugie” che la Rai avrebbe trasmesso in prima serata: ad oggi non risultano querele pervenute alla redazione di Riccardo Iacona. Ieri mattina Pittella ha convocato una conferenza stampa nella quale ha contestato duramente le affermazioni ed il quadro tracciato dalla trasmissione (e in generale, a parte il quotidiano Il Foglio, dai media) lanciando un’“operazione verità” sul petrolio e le estrazioni petrolifere nella regione. Pittella ha parlato di un “sussulto di responsabilità” che possa aiutare la Regione ad affrontare e vincere le grandi sfide cui si trova davanti: diventare il polo di riferimento dell’automotive europea con il centro Fiat-Sata di Melfi, promuovere Matera 2019 Capitale europea della cultura, tutelare il patrimonio idrico della regione. Non ultimo, sgomberare il cielo di Basilicata dalle pesanti nubi che minacciano il patrimonio ambientale lucano, nubi che nel concreto sono una precisa attività industriale: le estrazioni petrolifere.New York City Mayor Bill de Blasio Visits His Grandmother's Town Grassano And Receives Honorary Citizenship

La conferenza stampa di ieri è stata convocata da Pittella proprio per fare il punto sui permessi di ricerca e coltivazione di idrocarburi, anche se il governatore sembrava più interessato a sgomberare il campo “da dati erronei”: “La situazione attuale è la seguente: 59 pozzi previsti nell’ambito dell’accordo con Eni del 1998, ridotti a 46 nel 2005 (di cui 40 realizzati, 27 in produzione, altri 4 in attesa di nulla osta da sovrintendenza e 2 pozzi di reiniezione previsti (solo 1 in esercizio); 6 pozzi già perforati a Tempa Rossa; 10 permessi di ricerca vigenti (7 con decorso temporale sospeso e 3 rigettati in seguito alla definizione della Via – Valutazione di impatto ambientale); 18 istanze di permessi di ricerca in terra ferma (i cui esiti sono tutti a vario titolo negativi, tranne una attualmente in Commissione idrocarburi e risorse minerarie); 20 concessioni di coltivazione rientranti nel programma di sviluppo concessione Val d’Agri del 1998; 1 permesso di ricerca a mare (parere contrario del Comitato tecnico). Il dipartimento, inoltre, sta portando avanti un programma di bonifica e ripristino ambientale dei pozzi chiusi minerariamente.”

Pittella, che era accompagnato dall’assessore all’Ambiente e Territorio Aldo Berlinguer e dal direttore generale del Dipartimento Carmen Santoro, ha quindi bollato come “false” le affermazioni della trasmissione Presa Diretta, che parlava di 300 pozzi (in atto e in potenza), oltre che spiegare che sull’articolo 38 del decreto Sblocca Italia “avevamo ragione noi”: “Grazie ad una faticosissima opera di interlocuzione avviata con il Governo siamo riusciti a far prevalere la nostra interpretazione della norma, ottenendo che fino alla definizione del piano delle aree rimanga tutto come prima, con le competenze in capo alle Regioni e non allo Stato”.

La verità, scritta sulla pietra sul sito del Ministero dello Sviluppo economico, da torto al governatore Pittella (come dato storico): da quando si è scoperto il petrolio in Basilicata si sono fatti complessivamente 482 buchi per terra. Tutto a posto dunque? Per niente, perchè il governatore non ha promesso altro: nessuna pubblicazione dell’anagrafe di tutti i siti contaminati, nessuna pubblicazione dell’anagrafe delle attività estrattive, nessuna trasparenza sostanziale nei confronti dei cittadini lucani. Solo una conferenza stampa, alla faccia del nuovo che avanza. Un’evidenza notata anche da Maurizio Bolognetti, che da anni chiede di applicare l’art. 251 del Codice dell’Ambiente e pubblicare l’elenco dei siti contaminati dalle attività di prospezione, ricerca, coltivazione e trasporto idrocarburi.

Una legge che da quasi un decennio attende di essere rispettata anche in Basilicata:

“Ciò che gioverà ripetere a futura memoria è quanto affermava nel 2000 la Commissione Bicamerale sul Ciclo dei Rifiuti: “Nel complesso l’indagine ha censito 890 siti inquinati, la metà dei quali connessi alle attività di prospezione ed estrazione petrolifera” […] Operazione verità, Presidente? Facciamola, ma fino in fondo e senza omissis.
Raccontiamola tutta la verità su questi lustri di attività minerarie senza controlli e senza monitoraggi. Spieghiamo ai lucani gli N.P. e gli N.D. che troppo spesso accompagnano i dati sulla qualità dell’aria in Val d’Agri. Raccontiamo delle preoccupazioni per l’impatto delle attività estrattive, che costantemente emergono da documenti ufficiali prodotti dalla Regione, ma – ahimè – ignoti ai più. Raccontiamo della costante sovrapposizione e commistione tra organi di controllo e controllati”.

scrive il segretario di Radicali Lucani in un comunicato stampa.

Fonte: ecoblog.it

Le strade incompiute in Basilicata: Bolognetti e i viaggi nel nulla lucano

Le opere pubbliche incompiute in Basilicata: cattedrali nel deserto che a qualcuno devono pur servire. Il nuovo reportage di Maurizio Bolognetti

Oramai quello di Maurizio Bolognetti, napoletano trapiantato nella splendida terra di Basilicata, è un nome noto ai lettori di Ecoblog: segretario di Radicali Lucani, giornalista, ambientalista pensante e da anni in prima linea nella difesa del territorio lucano, con centinaia di denunce prodotte e di battaglie portate avanti nel corso del tempo, Bolognetti produce una quantità incredibile di materiale sul dissesto ambientale, e politico, della Regione Basilicata. L’ultimo colpo “di teatro” del radicale è un reportage dal titolo “Storie di strade incompiute”girato nella splendida e martoriata Val d’Agri, che da nord a sud percorre quella che lo stesso Bolognetti definisce la “Basilicata saudita”, l’hub petrolifero d’Italia. Le immagini mostrano le campagne agricole di Corleto Perticara, paese (poco) famoso per essere teatro di uno degli scempi più gravi ed impuniti nella storia ambientale recente della Lucania: l’interramento di 2000m³ di fanghi petroliferi provenienti dal giacimento Tempa Rossa 2 di proprietà della compagnia petrolifera francese Total.strada-aliano-saurina-456x341

 

Bolognetti ci porta direttamente ai viadotti mai completati che dovrebbero collegare la valle del Saudo alla città di Potenza, mai completati e utilizzati oggi per la protezione del foraggio agricolo dalle intemperie:

“Nella Basilicata delle opere progettate e mai realizzate, di quelle iniziate e mai completate, i viadotti della Saurina si materializzano come miraggi nel deserto davanti ai nostri occhi. Incuneati nei boschi, nascosti dagli alberi, protesi verso una meta mai raggiunta essi si ergono come moderne piramidi: un coito interrotto prodotto dall’onanismo partitocratico. Promesse spacciate in decine di campagne elettorali e mai mantenute.”

scrive Bolognetti nella presentazione del reportage, pubblicato dall’immancabile Radio Radicale: le telecamere del giornalista “adottato” dalla Basilicata mostrano un patente sperpero di danaro pubblico, nascosto agli occhi di tutti solo dalla vegetazione rigogliosa e dall’aspra morfologia del territorio: i viadotti della Saurina, la strada che non esiste, sono il monumento lucano allo spreco, all’inefficienza, all’esercizio del potere fine a se stesso.

“Il mio Caronte, nel traghettarmi negli angoli nascosti di una delle petrolizzate valli lucane, azzarda un ossimoro e dice: “Qua c’è una dittatura democratica”. Sorrido e penso: “caro amico non sai quanto sia vero. E’ il settantennio partitocratico che produce corruzione, nega diritto e diritti e ha fatto strame della stessa Costituzione repubblicana.”

racconta Bolognetti nel reportage. Se non si trattasse di Basilicata, la regione forse più dimenticata d’Italia fino all’avvento di Matera 2019, sono scempi che sarebbero già assurti agli onori delle cronache da anni, forse qualcuno avrebbe addirittura già proposto il loro abbattimento: nella regione del “che vuoi farci” quei monumenti restano lì, a far da monito all’incauto visitatore: “polvere eravamo e polvere torneremo” ma non prima di avere distrutto la nostra eredità più importante, l’ambiente.

Fonte: ecoblog.it

In Basilicata approvata la più grande discarica per idrocarburi d’Europa

La Regione Basilicata ha approvato un nuovo progetto per una discarica per idrocarburi nel Comune di Guardia Perticara. La Regione Basilicata ha approvato la realizzazione della discarica Semataf, destinata ai rifiuti speciali tra cui idrocarburi da costruirsi nel comune di Giardia Perticara in provincia di Potenza che volume sarà la più grande in Europa. Proprio qualche giorno fa i comuni di Corleto Perticara, Guardia Perticara e Gorgoglione per l’impianto estrattivo Tempa Rossa hanno fatto richiesta per avere gratuitamente il gas quale forma di compensazione (ma sarebbe meglio dire risarcimento) per:

la perdita dell’uso del territorio e per compensazione per la reintegrazione dell’equilibrio ambientale e territoriale

Ma subito dopo ecco l’approvazione della grande discarica che come fa notare Ola Organizzazione Lucana ambientalista:

La discarica per rifiuti speciali di Guardia Perticara già smaltisce fanghi petroliferi, amianto ed altri rifiuti speciali solidi provenienti dal giacimento petrolifero considerato il più grande in Europa in terrà ferma, mentre i reflui petroliferi prodotti vengono smaltiti in Val Basento.

Ola ricorda che Guardia Perticara è un piccolo borgo forse tra i più belli d’Italiae che a breve ospiterà la discarica per rifiuti petroliferi più grande d’Europa. Infatti la Regione Basilicata ha approvato il progetto:

la sezione di trattamento, disidratazione ed inertizzazione, con l’aggiunta di nuovi codici di rifiuti da destinare a trattamento o recupero, indicati nelle appendici n. 2, 3 e 4 del Rapporto Istruttorio A.I.A.; l’installazione di un nuovo impianto di lavaggio; l’ampliamento del piazzale da destinare ad attività di deposito preliminare e messa in riserva; la costruzione del IV lotto di discarica, per una volumetria complessiva pari ad ulteriori 340.000 mc. che si aggiungeranno ai 150mila m3 già autorizzati per un totale complessivo di mezzo milione circa di mc di rifiuti, con una capacità di trattamento autorizzata pari a 110mila tonnellate/anno. Complessivamente la nuova piattaforma, ad ultimazione degli interventi, occuperà una nuova superficie di 13 ettari mentre sono 25 gli ettari totali impegnati.Progetto-discarica-Semataf-620x644

La situazione è destinata a peggiorare poiché le estrazioni di idrocarburi sono destinate a raddoppiare in tutta la Basilicata per effetto della revisione al Titolo V della Costituzione. Quella di Guardia Perticara, il paese più piccolo della Basilicata e borgo tra i più belli d’Italia, può a breve essere considerata la mega discarica per rifiuti petroliferi più grande d’Europa, considerata l’entità dei giacimenti onshore nelle valli del Sauro e Agri, anche in vista del previsto raddoppio delle estrazioni di idrocarburi ed i barili estraibili sull’intero territorio lucano derivanti dalla revisione del Titolo V della Costituzione.

Spiega Ola:

Le compagnie petrolifere si apprestano ad un ulteriore incremento delle attività di ricerca e perforazione sull’intero territorio regionale predisponendo i siti per lo smaltimento dei rifiuti chimici prodotti, mettendo così a più grave rischio l’ambiente e la salute dei cittadini, in una regione considerata dalle compagnie petrolifera “servitù petrolifera”.

Fonte:  Ola