Auto: dieci consigli su come inquinare di meno

Dall’Anci dieci buoni consigli su come usare meno l’auto e usarla meglio in un video, realizzato nell’ambito del piano aria integrato regionale dell’Emilia-Romagna.9560-10322

L’Anci, Associazione nazionale dei Comuni italiani, ha messo insieme un breve vademecum con dieci consigli per ridurre l’impatto che il nostro utilizzo dell’automobile ha sull’ambiente. E ha proposto questo vademecum con un video d’animazione. Dovremo organizzarci tutti, con il massimo del’impegno, per non utilizzare le automobili e dovremmo anche fare in modo di muoverci il più possibile con mezzi collettivi con basso impatto ambientale. In alcuni casi però, se ciò non è ancora possibile, è importante imparare a usare meglio questo mezzo per ridurre il suo impatto sull’aria e l’ambiente e di conseguenza anche sulla salute di tutti noi. Naturalmente si tratta di accorgimenti che non devono in nessun modo “lavarci la coscienza” e sdoganare il traffico veicolare laddove invece è possibile individuare un’alternativa. Soprattutto in città questa alternativa è veramente alla portata di tutti, tra mezzi pubblici e biciclette.

Fonte: ilcambiamento.it

Giovani senza motore: si comincia dagli Stati Uniti?

Un nuovo studio USA fa scalpore: le ultime generazioni americane si stanno allontanando dall’automobile, che scende (per la prima volta) dell’1,5% tra le scelte di mobilità quotidiana. Un cambiamento importante, ma che non deve far perdere di vista i numeri: l’auto rimane un mezzo usato abitualmente dal 90% dei giovanissimi380714

Un recente studio americano, pubblicato ad ottobre 2014 da PossU.S. Pirg Education Fund e Frontier Group sta facendo discutere negli Stati Unitiper la prima volta l’automobile perde punti tra le ultime generazioni. Non solo in senso metaforico (l’auto non è più un mito per la maggior parte dei ragazzi nati attorno al 2000, i cosiddetti Millennials – più o meno dai 16 ai 24 anni – a differenza di quanto accaduto finora per tutte le generazioni del dopoguerra), ma anche a livello percentuale nel modal share. Ossia, tra i mezzi di trasporto usati quotidianamente, l’automobile ha subito la prima inversione di tendenza da decenni: – 1,5%.  La riduzione è limitata alla generazione 16-24, ma proprio per questo è rilevante: non si tratta di un calo generalizzato, motivato dalla crisi economica e dei consumi, ma di una vera e propria scelta generazionale. La generazione più giovane oltretutto, un elemento quanto mai promettente per il futuro.
A conferma dell’inversione di tendenza, crescono, rispetto alle scelte delle generazioni precedenti, anche l’abitudine ad usare la bicicletta, a muoversi a piedi e – con un’impennata notevole e significativa per le scelte di politica urbana- i mezzi di trasporto pubblici(Fig 1) I dati sono confortanti anche quando, invece del confronto tra le ultimissime generazioni, prendiamo in considerazione il decennio 2001 – 2009 (Fig. 2): l’America completamente auto-centrica a cui eravamo abituati sta cambiando faccia: rispetto al 2001, i giovani di età compresa tra i 16 e i 23 anni hanno aumentato i propri spostamenti in bicicletta del27%, a piedi del 16%, sui mezzi del 4% – proporzioni curiosamente invertite rispetto al confronto tra Millennials e generazione precedente – mentre quelli in automobile sono calati del 15%.
Ottime notizie, che non devono però far perdere di vista la realtà dei numeri. Nonostante l’inversione di tendenza in atto, anche per la generazione più giovane l’automobile resta il mezzo più diffuso. Il calo dell’1,5% si innesta comunque su una percentuale altissima: l’automobile è un mezzo di trasporto usato abitualmente (NB: da quotidianamente ad almeno una volta a settimana) dal 90% dei giovanissimi. I mezzi pubblici vengono usati abitualmente dal 20% di loro (era appena l’8% per la generazione prima), la bicicletta dal 19%, e i piedi – per spostamenti che prevedano di camminare per diversi isolati – da circa il 47%.

Leggi il rapporto: Millennials in Motion: Changing Travel Habits of Young Americans and the Implications for Public Policy

Fonte: ecodallecitta.it

La scarsa mobilità e autonomia dei bambini italiani. Lo studio in italiano

Dopo i precedenti interventi, pubblichiamo “La mobilità autonoma dei bambini in Italia”, la ricerca condotta da Alfredo Alietti, Daniela Renzi, Monica Vercesi e Antonella Prisco dell’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione (ISTC) del CNR. Emerge un cambiamento generazionale epocale perché quasi tutti i genitori di oggi, all’età dei loro figli, si recavano a scuola a piedi. Lo studio ha promosso il gruppo internazionale “La città dei bambini” che lavora per incentivare la mobilità autonoma dei bambini.

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Negli scorsi giorni Eco dalle Città ha pubblicato alcuni interventi sul problema della scarsa autonomia e mobilità dei bambini italiani, confrontata con i “colleghi” inglesi e tedeschi, la cui mobilità si è pure fortemente ridotta negli ultimi decenni, per vari motivi. La ricerca che pubblichiamo è stata coordinata dal Laboratorio di Psicologia della Partecipazione infantile dell’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del Consiglio Nazionale delle Ricerche e realizzata grazie al finanziamento della Provincia di Roma e della Provincia di Monza e Brianza, con il patrocinio di COMIECO (Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo Imballaggi a base Cellulosica) e di FIAB (Federazione Italiana Amici della Bicicletta). Anche se dai dati emerge che la mobilità autonoma dei bambini aumenta con un significativo incremento in corrispondenza del passaggio dalla scuola primaria alla secondaria (11 anni), permane il fatto che in Italia il mezzo prevalente per accompagnare i figli a scuola sia l’auto. Il confronto tra le esperienze dei genitori e quelle dei figli evidenzia infatti un cambiamento per certi versi epocale. Quasi tutti i genitori all’età dei loro figli si recava a scuola a piedi, facendo lo stesso percorso dei loro figli e indipendentemente dall’età e dalla distanza dalla scuola. Oltre all’eccezionale dipendenza dall’automobile, dallo studio emergono altre peculiarità italiane:
– in Italia la scuola ha l’obbligo di consegnare il bambino che frequenta la scuola primaria al genitore e non permette che questo torni a casa da solo.

– un Paese con pochi bambini e tante auto: la popolazione italiana è innanzitutto caratterizzata da una percentuale molto contenuta di minori (17% della popolazione totale), da un tasso di fertilità tra i più bassi in Europa (1,3 figli per donna) e di conseguenza da un’elevata presenza di figli unici: il 46,5% delle coppie con figli ne ha uno solo, mentre il 43% ne ha due;

– il parco veicolare italiano (Automobile Club Italiano, 2009), in continua crescita dagli anni ’60,
è di 48.000.000 di mezzi, di cui circa 36.340.00 auto, con una media nazionale di 1,66 abitanti
per ogni auto.
 La stragrande maggioranza delle famiglie indagate ne possiede almeno 1 e una percentuale pari a più del 40% ne possiede due o più. Questo dato ci colloca nettamente al di sopra della media europea.
– riguardo il mezzo utilizzato per andare a scuola, il dominio dell’automobile rispetto alle altre modalità appare ancora più “preoccupante” se consideriamo che in Italia la distanza tra abitazioni e scuole primarie è nella stragrande maggioranza dei casi inferiore a 1 km.

– riguardo l’autonomia, l’Italia è al primo posto in Europa anche per numero di cellulari in rapporto alla popolazione, con una media di 1,5 cellulari per abitante. Nella fascia tra i 7 e gli 11 anni la percentuale di coloro che ne posseggono uno è del 62,4%.  Il gruppo internazionale dell’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del CNR“La città
dei bambini”,
 nato a Fano (PU) nel 1991, ha assunto la promozione dell’autonomia dei bambini come uno degli obiettivi. Per avviare questo processo, il CNR propone da oltre un decennio l’iniziativa “A scuola ci andiamo da soli” che invita i bambini della scuola primaria ad andare a scuola e tornare a casa con i loro compagni e senza l’accompagnamento dei genitori. L’andare a scuola senza essere accompagnati dagli adulti deve essere solo l’inizio di un programma di restituzione della città ai bambini, che dovrebbero avere la possibilità di muoversi autonomamente nel loro quartiere.

Per maggiori informazioni: www.istc.cnr.it/group/ppi e www.lacittadeibambini.org

 La mobilità autonoma dei bambini in Italia [0,26 MB]

Fonte. Eco dalle città