Iveco presenta l’autobus a metano con le bombole sul tetto

Il gruppo CNH Industrial ha lanciato il nuovo Iveco Crossway Low Entry Natural Power a metano: ha le bombole sul tetto per risparmiare spazio.http _media.ecoblog.it_e_e1c_iveco-presenta-lautobus-a-metano-con-le-bombole-sul-tetto1

Il nuovo Iveco Crossway Low Entry Natural Power è l’autobus interurbano a metano di nuova generazione del gruppo CNH Industrial. Presentato il mese scorso, questo bus per il trasporto di passeggeri è ingegnerizzato in modo da avere l’alimentazione a gas senza però incidere sullo spazio utile interno. Apparentemente è un normale Crossway Low Entry, cioè a pianale ribassato, ma il motore è alimentato al 100% a gas naturale (ed è compatibile con il biometano) per limitare le emissioni di CO2 rispetto al classico bus diesel, rispetto al quale perde solo leggermente in potenza: 360 cavalli invece di 400. Il peso, rispetto al modello diesel, è di circa 750 chili in più a causa delle bombole di gas compresso da 1.200 litri che, come detto, sono state piazzate dove non rubano spazio: sul tetto. Neanche l’altezza complessiva del mezzo è cambiata e risulta identica all’equivalente bus a gasolio. L’unica cosa che cambia realmente sono le emissioni, inferiori, di CO2 e particolato.

http _media.ecoblog.it_0_0b2_iveco-presenta-lautobus-a-metano-con-le-bombole-sul-tetto2

Se alimentato con biometano, poi, le emissioni equivalenti di CO2 sono inferiori del 95% rispetto al diesel. Questo autobus da 12 metri di lunghezza e a basse emissioni può trasportare fino a 45 passeggeri per 600 chilometri con un pieno di gas. Appena presentato, ha già vinto il primo premio: il Sustainable Bus Award 2018 nella categoria Intercity.

Fonte: ecoblog.it

I nuovi muletti di Toyota viaggiano a idrogeno

Nella fabbrica Toyota di Motomachi debuttano due nuovi muletti a idrogeno. Saranno 180 entro il 2020.muletti-a-idrogeno-toyota

Arrivano i primi muletti a idrogeno nella fabbrica Motomachi di Toyota. Dopo il lancio della Mirai, il colosso giapponese ha comunicato l’entrata in servizio di due carrelli elevatori equipaggiati con celle a combustibile nell’impianto Motomachi a Toyota City, nella Prefettura di Aichi. I muletti a idrogeno, realizzati dalla Toyota Industries Corporation, sopportano un carico di 2,5 tonnellate e sfruttano l’idrogeno per generare energia elettrica con tempi di ricarica previsti intorno ai tre minuti. Data la capacità di produrre energia elettrica, possono essere sfruttati come generatori in caso di emergenza o di black-out. Toyota si pone l’obiettivo di sostituire l’intera gamma di muletti convenzionali: arriveranno infatti altri 20 esemplari di muletti a idrogeno nel 2018 per arrivare a quota 170/180 unità entro il 2020. L’operazione è il risultato di un’iniziativa in collaborazione con il Ministero del Territorio, delle Infrastrutture, dei Trasporti e del Turismo giapponese ma soprattutto rappresenta un nuovo passo del Toyota Environmental Challenge 2050, il piano della casa per raggiungere un impatto zero di CO2 nei suoi impianti di produzione. L’adozione di muletti a idrogeno a Motomachi è solo l’ultimo tassello della politica di Toyota verso una mobilità a idrogeno. Recentemente la casa di Nagoya ha comunicato che nei primi mesi del 2017 darà inizio alle vendite di autobus a idrogeno in modo da utilizzarne 100 a pieno regime durante i Giochi Olimpici del 2020.

Fonte: ecoblog.it

Autobus a idrogeno Toyota sul mercato dal 2017

I Toyota FC Bus saranno sul mercato giapponese nei primi mesi del 201720161021_01_01_s-1

20161021_01_02_s

Toyota Motor Corporation darà inizio alle vendite dei suoi autobus a idrogeno (gli FC buses) nei primi mesi del 2017. Esaurite con successo estensive sessioni di test che ne hanno confermato sia l’affidabilità che la fruibilità, il Bureau of Transportation del Tokyo Metropolitan Government ha deciso di utilizzare due unità del Toyota FC Bus sulla propria linea di trasporto urbano. Il primo ambizioso traguardo è fissato nel 2020: entro quella data, infatti, Toyota vuole introdurre 100 FC Bus in modo da poterli utilizzare a pieno regime durante i Giochi Olimpici e Paralimpici del 2020. Proprio per consentire agli utenti giapponesi di familiarizzare con questa forma di trasporto pubblico i bus inizieranno a essere utilizzati sin dai primi mesi del prossimo anno.  Il Toyota FC Bus è stato realizzato da Toyota in base al know how del brand acquisito al fianco della Hino Motors, Ltd. (Hino). Il Toyota Fuel Cell System (TFCS)1, sviluppato per l’FCV Mirai, è stato adottato per assicurare una maggiore efficienza energetica rispetto a quella offerta dai motori a combustione interna e per offrire una performance ambientale di gran lunga superiore, azzerando le emissioni di CO2 e qualsiasi composto organico semivolatile. L’autobus monta inoltre un sistema di approvvigionamento esterno ad elevata capacità: con una potenza di 9 kW2 e una capacità di 235 kWh3, l’FC bus può essere sfruttato in caso di calamità naturali, ad esempio per evacuare scuole e licei, oppure come alimentatore per fornire elettricità per l’utilizzo domestico. Toyota considera l’idrogeno come una risorsa energetica fondamentale per il futuro e ha lanciato la nuova Mirai lavorando al contempo allo sviluppo degli FC Bus, di carrelli elevatori a idrogeno e di pacchi di celle a combustibile per l’utilizzo domestico. Il brand nipponico si sta impegnando per accelerare lo sviluppo della tecnologia, puntando a realizzare una società basata sull’idrogeno.

Fonte: ecoblog.it

Giovani senza motore: si comincia dagli Stati Uniti?

Un nuovo studio USA fa scalpore: le ultime generazioni americane si stanno allontanando dall’automobile, che scende (per la prima volta) dell’1,5% tra le scelte di mobilità quotidiana. Un cambiamento importante, ma che non deve far perdere di vista i numeri: l’auto rimane un mezzo usato abitualmente dal 90% dei giovanissimi380714

Un recente studio americano, pubblicato ad ottobre 2014 da PossU.S. Pirg Education Fund e Frontier Group sta facendo discutere negli Stati Unitiper la prima volta l’automobile perde punti tra le ultime generazioni. Non solo in senso metaforico (l’auto non è più un mito per la maggior parte dei ragazzi nati attorno al 2000, i cosiddetti Millennials – più o meno dai 16 ai 24 anni – a differenza di quanto accaduto finora per tutte le generazioni del dopoguerra), ma anche a livello percentuale nel modal share. Ossia, tra i mezzi di trasporto usati quotidianamente, l’automobile ha subito la prima inversione di tendenza da decenni: – 1,5%.  La riduzione è limitata alla generazione 16-24, ma proprio per questo è rilevante: non si tratta di un calo generalizzato, motivato dalla crisi economica e dei consumi, ma di una vera e propria scelta generazionale. La generazione più giovane oltretutto, un elemento quanto mai promettente per il futuro.
A conferma dell’inversione di tendenza, crescono, rispetto alle scelte delle generazioni precedenti, anche l’abitudine ad usare la bicicletta, a muoversi a piedi e – con un’impennata notevole e significativa per le scelte di politica urbana- i mezzi di trasporto pubblici(Fig 1) I dati sono confortanti anche quando, invece del confronto tra le ultimissime generazioni, prendiamo in considerazione il decennio 2001 – 2009 (Fig. 2): l’America completamente auto-centrica a cui eravamo abituati sta cambiando faccia: rispetto al 2001, i giovani di età compresa tra i 16 e i 23 anni hanno aumentato i propri spostamenti in bicicletta del27%, a piedi del 16%, sui mezzi del 4% – proporzioni curiosamente invertite rispetto al confronto tra Millennials e generazione precedente – mentre quelli in automobile sono calati del 15%.
Ottime notizie, che non devono però far perdere di vista la realtà dei numeri. Nonostante l’inversione di tendenza in atto, anche per la generazione più giovane l’automobile resta il mezzo più diffuso. Il calo dell’1,5% si innesta comunque su una percentuale altissima: l’automobile è un mezzo di trasporto usato abitualmente (NB: da quotidianamente ad almeno una volta a settimana) dal 90% dei giovanissimi. I mezzi pubblici vengono usati abitualmente dal 20% di loro (era appena l’8% per la generazione prima), la bicicletta dal 19%, e i piedi – per spostamenti che prevedano di camminare per diversi isolati – da circa il 47%.

Leggi il rapporto: Millennials in Motion: Changing Travel Habits of Young Americans and the Implications for Public Policy

Fonte: ecodallecitta.it

Vai in bicicletta? Respiri meno smog

Una ricerca del King’s College di Londra dimostra che i ciclisti sono meno esposti all’inquinamento atmosferico delle nostre città rispetto agli automobilisti.massimo_nardi_bici

Il trasporto è la principale causa dell’inquinamento dell’aria delle nostre città e, a seconda del mezzo che scegliamo, possiamo contribuire o meno a rendere migliore l’aria. Poco tempo fa avevamo pubblicato una ricerca delle Nazioni Unite che svelava che l’utilizzo della bicicletta avrebbe portato alla creazione di 76.000 nuovi posti di lavoro e salvato la vita ad almeno 10.000 persone. Oggi pubblichiamo invece un esperimento fatto dal King’s College di Londra, in collaborazione con la Healthy Air Campaign e il Camden Council, che ha dimostrato che la “due ruote” è il mezzo di trasporto più salutare per l’uomo, non solo per l’attività fisica svolta ma anche perchè i ciclisti sono paradossalmente i meno esposti ai livelli di concentrazione degli agenti inquinanti nelle nostre città. Il test è stato effettuato su un campione di sei persone. Quattro di queste hanno percorso lo stesso tragitto alle stesse condizioni di traffico, ma con mezzi di trasporto diversi: a piedi,in biciclettain autobus e in macchina. Gli altri due invece, a piedi e in bicicletta, hanno percorso strade alternative più tranquille e meno trafficate. Ognuno di questi sei volontari, come si vede nel video alla fine dell’articolo, ha monitorato la loro esposizione all’inquinamento atmosferico del proprio percorso attraverso un particolare strumento, creato ad hoc, che ha registrato i livelli di balck carbon a cui sono stati esposti. I risultati sono stati sorprendenti.Air-pollution-video-cumulative-air-pollution

I più alti livelli di inquinamento atmosferico sono stati registrati dalla persona in macchina, seguita dalla persona in autobus. In particolare, l’automobilista è stato esposto a più del doppio della quantità di inquinamento rispetto al pedone, e quasi otto volte in più rispetto al ciclista. Le motivazioni sono molto semplici: l’automobilista ha viaggiato all’interno di una coda di traffico che ha prodotto un flusso di inquinamento dell’aria dai veicoli che lo precedevano. Gli agenti inquinanti sono penetrati nell’abitacolo attraverso i sistemi di ventilazione e sono rimasti intrappolati all’interno, con conseguente elevata concentrazione di livelli. Per quanto riguarda invece il pedone e il ciclista, hanno subìto una minore esposizione, il primo perchè ha camminato ai lati delle fonti di inquinamento, il secondo perchè, grazie alla bicicletta, ha evitato la coda, entrambi perchè l’aria intorno a loro era in grado di circolare liberamente. Ovviamente il minor inquinamento lo hanno fatto registrare i due volontari (pedone e ciclista) che hanno percorso strade più tranquille e meno trafficate, riducendo i livelli addirittura di un terzo per il pedone e di un 30% per il ciclista. Riassumendo, chi va in auto è maggiormente esposto agli inquinanti del 250% rispetto a chi utilizza l’autobus, del 350% rispetto a chi si muove a piedi e di oltre il 600% rispetto a chi utilizza la bicicletta. Morale della favola è che sempre più persone a piedi e in bicicletta non solo riducono l’inquinamento dell’aria, ma sono esposti loro stessi a minori percentuali di sostanze nocive.

Fonte: ilcambiamento.it

Biglietti Atac in cambio di bottiglie? Ecco la proposta

Compattatori nelle scuole e nelle stazioni che in cambio di bottiglie o lattine diano biglietti dell’autobus. Questa la proposta della commissione ambiente di Roma380191

Una proposta che potrà di certo interessare chiunque utilizzi di frequente il trasporto pubblico romano.
Nello specifico si propone di rifarsi a quello che già accade in Cina dove è possibile riciclare e ricevere in cambio dei biglietti per autobus o metro. Iniziative simili sono già diffuse in tutta europa e stanno prendendo piede in Italia dove, sia a Roma che in altre città, è già possibile ricevere buoni spesa in cambio di lattine contenitori di plastica.
Diverso però sarebbe ottenere in cambio dei biglietti del bus. Così facendo infatti si incentiverebbe sia il riciclo dei materiali sia l’utilizzo dei trasporti pubblici.  A proporlo è il consigliere Athos de Luca, presidente della commissione ambiente che starebbe già lavorando con Atac per distribuire questi compattatori nelle scuole e nelle stazioni degli autobus.

 

Fonte: ecodallecita.it

Magnalonga a Roma per un città a prova di bici

Il 18 maggio arriva a Roma la 5° edizione della Magnalonga: tra bici, prodotti tipici locali e assaggi biologici, la città rilancia il tema dell’intermobilità urbana e di una mobilità più sostenibile374941

La città si può vivere anche in bicicletta: con questa convinzione parte il 18 maggio a Roma la 5° edizione della Magnalonga, l’evento promosso dal circolo Legambiente Mondi Possibili e l’associazione sociale Tavola Rotonda in collaborazione con Fiab Roma NaturAmici. Nata nel 2009 con l’obiettivo di promuovere la mobilità dolce lungo le vie e i parchi romani, la Magnalonga è diventata negli anni un appuntamento sempre più atteso e partecipato. La particolarità dell’iniziativa è il connubio tra la passeggiata cittadina su due ruote e la possibilità, lungo il tragitto, di assaporare prodotti tipici locali e provenienti da agricoltura biologica. Il percorso di 25-30 km all’interno della città è infatti diviso in 5 tappe durante le quali, sostando in aree prestabilite, vengono offerte degustazioni messe a disposizione da produttori e da associazioni che danno il proprio supporto. E per raggiungere la tappa e il punto di raccolta successivo, basta montare in bici e pedalare con altri centinaia di ciclisti tra le caotiche vie di Roma. L’ultima tappa coincide con la festa durante la quale i ciclisti urbani potranno riposarsi e festeggiare con giochi e musica. Tra i temi al centro di questa edizione ci sarà l’intermodalità urbana, ovvero la possibilità di integrare la bicicletta ai mezzi pubblici, quali treni o autobus, ma anche mezzi di bike e car sharing, l’unica vera alternativa per una città più sostenibile.
Per informazioni sul percorso e per iscriversi in lista di attesa visitate il sito www.magnalonga.net

Fonte: eco dalle città

Trasporti in Regione Piemonte, a rischio il 50% delle corse

L’Assessore regionale Bonino: “O il governo stanzia i fondi che mancano all’appello per finanziare il trasporto pubblico oppure l’alternativa sarà lo smantellamento della rete. Impossibili, a questo punto, razionalizzazioni ed efficientamenti: ci sarà solo da tagliare”

374346

Seicentotre milioni di euro: è il fabbisogno stimato per il trasporto pubblico locale del Piemonte, contro un Fondo nazionale che ne ha assegnati 485. un taglio che per l’Assessore regionale ai trasporti, appena riconfermata, Barbara Bonino “non è sostenibile per la Regione, che non è in grado di stanziare ulteriori risorse”. Che la salute del trasporto pubblico locale in Piemonte non fosse buona non è una novità: dodici linee ferroviarie tagliate in un anno (i cosiddetti rami secchi) non sono bastate a risanare i conti, e i tagli sono piovuti a cascata su Provincia Comune, che tra riorganizzazioni delle linee e ricorsi al Tar cercano faticosamente di mantenere in piedi la rete. (Vedi Tpl, la Provincia di Torino spalma i tagli su quattro anni e contiene quelli del 2012 al 5% e Torino, cala dal 12 settembre la frequenza delle corse GTT). Ma ora potrebbero non bastare: il debito accumulato nell’ultimo biennio è salito a 340 milioni di euro. “O il Governo stanzia i fondi che mancano all’appello per finanziare il trasporto pubblico – ha dichiarato l’Assessore durante il consiglio regionale straordinario convocato per discutere l’emergenza – oppure l’alternativa sarà lo smantellamento della rete. Impossibili, a questo punto, razionalizzazioni ed efficientamenti: ci sarà solo da tagliare”.
E parecchio. Si parla del 50% delle corse sulle linee degli autobus e del 34% per il trasporto ferroviario, probabilmente già a giugno. Per l’Assessore l’unica soluzione è che la Regione faccia sistema e intervenga presso il prossimo Governo perché incrementi i fondi a disposizione. “Fondi a cui si dovrà comunque accompagnare una nuova riorganizzazione del servizio. Il Piemonte ha già attuato politiche innovative e di efficientamento, attivando l’Sfm, il sistema ferroviario metropolitano, elaborando una programmazione integrata ferro-gomma, attuando la bigliettazione elettronica con il Bip e investendo risorse ingenti per rinnovare il parco autobus. Lo stato delle finanze regionali ci impedisce di contrarre nuovi mutui”. I pendolari si attrezzeranno con mezzi privati…Pesanti anche le ricadute ambientali: “I pendolari dovranno attrezzarsi con mezzi propri – sottolinea il Gruppo Consiliare del PD in Regione – Una situazione evidentemente ingiusta e insostenibile. La Giunta Cota è totalmente indifferente al trasporto pubblico, tanto che Cota ha dichiarato pubblicamente che non è compito della Regione garantire il diritto di mobilità dei cittadini. Questi tagli comporteranno il fallimento di tutte le imprese piemontesi di Tpl ed una valanga di licenziamenti di autoferrotranvieri”.
La Rete per la #MobilitàNuova sabato 4 maggio a Milano “Governo e opposizione uniti lamentano di non vedere soluzione -osserva Beppe Piras della Rete Mobilità Nuova– chiudendo gli occhi di fronte ad un’enorme ovvietà: la politica nazionale sui trasporti sta paralizzando la nazione. Come ricordato dalle associazioni ambientaliste all’incontro con Pierluigi Bersani, il Primo programma delle infrastrutture strategiche, costituisce (con le sue 390 opere in elenco per 375 miliardi di euro) un’ipoteca per il futuro economico-finanziario e ambientale del Paese. “Sabato 4 maggio -annuncia Piras- manifesteremo a Milano per testimoniare la necessità del cambiamento e imporre ai decisori politici una rivoluzione della mobilità che parta dal riequilibrio delle risorse pubbliche destinate al settore dei trasporti; contro quelle opere pubbliche stradali, autostradali e ferroviarie inutili e dannose per il Paese”.

Fonte: eco dalle città