L’Europa guida la transizione verso i trasporti puliti

Il pacchetto mobilità pulita è l’ultima di una serie di proposte politiche mirate a rafforzare la leadership globale dell’Unione europea (UE) in materia di trasporti sostenibili. Per il commissario Miguel Arias Cañete, «la gara mondiale per lo sviluppo di auto pulite è stata avviata».

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Con l’entrata in vigore dell’accordo di Parigi, stiamo assistendo a una rinnovata volontà di procedere verso economie a ridotto tenore di carbonio a livello internazionale. Circa un quinto delle emissioni di gas a effetto serra prodotte nel vecchio continente deriva dai trasporti su strada: per questo, la mobilità pulita è una priorità per i legislatori dell’UE. La Commissione europea ha dunque avanzato una serie di proposte politiche per rendere più verdi i trasporti in Europa: l’ultima in ordine di tempo è quella relativa al pacchetto mobilità pulita.

“La gara mondiale per lo sviluppo di auto pulite è stata avviata. L’Europa deve però mettersi al passo se vuole condurre e guidare questo cambiamento globale.”

Miguel Arias Cañete, commissario europeo per l’Azione per il clima e l’energia

Si tratta del secondo pacchetto sulla mobilità presentato nel 2017: il primo, L’Europa in movimento, comprende una rosa di proposte in materia di sicurezza stradale, sistemi di pedaggio intelligenti, traffico, inquinamento atmosferico, emissioni di CO2 e condizioni di lavoro. I pacchetti sono stati elaborati sulla scia della strategia europea per una mobilità a basse emissioni, adottata nel giugno del 2016, che stabilisce una serie di azioni mirate ad aiutare l’Europa a rimanere competitiva nel settore e a rispondere alle crescenti esigenze di mobilità di persone e merci. In diverse regioni del mondo sono già in via di realizzazione investimenti e innovazioni nel campo della sostenibilità dei trasporti su strada, in particolare per quanto concerne i veicoli a basse o a zero emissioni: la Cina, ad esempio, ha introdotto quote di vendita obbligatorie a partire dal 2019, mentre la California e altri nove Stati americani hanno reso più rigorosi gli standard esistenti. L’UE rischia pertanto di perdere terreno in questa gara mondiale e non può permettersi di vestire i panni dell’inseguitrice.mobility-graph

Il pacchetto mobilità pulita comprende nuove norme in materia di emissioni di CO2 per auto e furgoni: rispetto ai livelli del 2021, nell’UE le emissioni medie dei nuovi veicoli rientranti in queste categorie dovranno essere tagliate del 15 % entro il 2025 e del 30 % entro il 2030. Al fine di stimolare i produttori a innovare, è inoltre previsto un meccanismo di incentivi flessibile e indipendente dalle tecnologie, che interesserà i veicoli a basse o zero emissioni.

Nel pacchetto sono poi inclusi una direttiva sui veicoli puliti, la revisione della direttiva sui trasporti combinati, una direttiva sui servizi di trasporto passeggeri effettuati con autobus e un piano d’azione, abbinato a soluzioni in materia di investimenti, per un’infrastruttura per i combustibili alternativi. Inoltre, una nuova iniziativa unionale intende sostenere la produzione di batterie in Europa, che riveste un’importanza strategica.

Le proposte mirano ad aiutare l’UE a centrare i suoi obiettivi in materia di clima ed energia, grazie a un’ingente riduzione delle spese sostenute per i combustibili e a un aumento significativo di competitività e occupazione. Tra i considerevoli benefici derivanti dalla loro applicazione sono da menzionare la riduzione di 170 milioni di tonnellate di CO2 (equivalenti al totale annuale di emissioni in Austria e Grecia) tra il 2020 e il 2030, il miglioramento della qualità dell’aria, il risparmio per i consumatori di circa 18 miliardi di euro l’anno sull’acquisto di combustibili, la possibile creazione di 70 000 posti di lavoro e la riduzione della spesa petrolifera annuale europea di circa 6 miliardi di euro.

In merito al pacchetto mobilità pulita, il commissario per l’Azione per il clima e l’energia, Miguel Arias Cañete, ha affermato: «La gara mondiale per lo sviluppo di auto pulite è stata avviata. L’Europa deve però mettersi al passo se vuole condurre e guidare questo cambiamento globale. Oggi investiamo nell’Europa e tagliamo l’inquinamento per rispettare l’impegno preso con l’accordo di Parigi di ridurre le emissioni di almeno il 40 % entro il 2030».

Fonte: ec.europa.eu/environment