Authority dei trasporti: Torino la spunta

Il Senato ha dato via libera all’emendamento già approvato in Commissione lo scorso fine settimana375896

L’Authority dei Trasporti avrà sede a Torino. Il Senato ha dato via libera all’emendamento già approvato in Commissione lo scorso fine settimana. Il sindaco di Torino, Piero Fassino, e il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota, hanno espresso ”via soddisfazione”. ”E’ un’ottima notizia”. Commenti positivi e bipartisan dai senatori piemontesi di Pd, Pdl, Scelta Civica, Lega. (“Una grande vittoria dei senatori piemontesi e di tutto il sistema istituzionale ed economico locale – ha commentato il senatore PD Stefano Esposito – una battaglia niente affatto facile, piena di insidie e trappole. La nostra testardaggine, professionalita’ e capacita’ di costruire alleanze trasversali con i colleghi lombardi e liguri, ci ha permesso di superare e di raggiungere questo importante risultato”). Critico invece il Movimento 5 Stelle. Ricordiamo anche la posizione negativa dell’ADUC:

Secondo l’ADUC, l’associazione dei diritti degli utenti e dei consumatori, l’assegnazione dell’Autorità dei Trasporti a Torino sarebbe in palese contrasto con i principi della spending review che avrebbero dovuto orientare la scelta. “I costi di gestione lieviteranno – sostiene l’associazione – come si è visto per altre due Autorità che non hanno sede a Roma: l’Autorità delle Comunicazioni Agcom a Napoli, e l’Autorità per l’energia Aeeg a Milano. Va da sé che ci vuole comunque – anche in un contesto tendenzialmente informatico e mediatico della pubblica amministrazione- una rappresentanza a Roma, quindi trasferte, spostamenti e missioni del personale. Sembra proprio che la “spending review” esista solo per utenti, consumatori, lavoratori ma non per la gestione della cosa pubblica; un esempio che valorizza questa situazione è il balletto di rilanci e bocciature che sta avvenendo intorno all’abolizione delle Province. I due parlamentari che hanno proposto l’emendamento sono ovviamente piemontesi, a conferma che il ruolo di molti rappresentanti nelle massime istituzioni si svolge spesso a vantaggio esclusivo dei propri territori, anche se questo vantaggio deve essere pagato dall’intero Paese. E’ questo, a nostro avviso, uno dei motivi principali per cui nel nostro Paese le riforme non sono possibili: i particolarismi e il mantenimento degli specifici vantaggi -costi quel che costi- hanno sempre un posto in prima fila nel governo del Paese. Speriamo che il primo ministro Enrico Letta riesca ad evitare questa ennesima spesa, anche solo per dare un segnale ad un Paese che ne ha tanto bisogno”.

Fonte: eco dalle città

 

Authority e GdF: al via il nuovo piano di controlli

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L’Autorità per l’energia elettrica e il gas e il Nucleo Speciale Tutela Mercati della Guardia di Finanza hanno dato il via a un nuovo Piano di controlli e vigilanza a beneficio dei consumatori nei mercati dell’energia elettrica, del gas e, per la prima volta anche dei servizi idrici, dopo l’affidamento delle competenze in materia all’Autorità stessa.
L’Autorità per l’energia elettrica e il gas e il Nucleo Speciale Tutela Mercati della Guardia di Finanza hanno dato il via a un nuovo Piano di controlli e vigilanza a beneficio dei consumatori nei mercati dell’energia elettrica, del gas e, per la prima volta anche dei servizi idrici, dopo l’affidamento delle competenze in materia all’Autorità stessa.
Il nuovo Piano, presentato oggi a Roma dal Presidente dell’Autorità, Guido Bortoni e dal Comandante dei Reparti Speciali Gen. C.A. Giorgio Toschi, prevede specifici controlli sulla corretta applicazione della normativa in materia di sicurezza e qualità del servizio elettrico e gas e del servizio di connessione alla rete elettrica degli impianti di produzione.
Fra le attività svolte in collaborazione, anche le verifiche sul divieto di traslazione sui prezzi al consumo della maggiorazione Ires, la cosiddetta “Robin Hood Tax”.
La collaborazione fra l’Autorità e la Guardia di Finanza, intrapresa sin dal 2001 a seguito della stipula di un Protocollo d’Intesa rinnovato ed esteso in data 19.12.2005, prevede anche la prosecuzione di accertamenti in alcuni settori particolarmente sensibili, già al centro di verifiche ispettive negli anni precedenti quali, ad esempio, il rispetto degli obblighi nel servizio di pronto intervento gas; le verifiche sulla qualità del gas (potere calorifico, pressione e odorizzazione); la corretta registrazione delle interruzioni del servizio elettrico; gli impianti incentivati di produzione di energia elettrica; le integrazioni tariffarie alle Imprese elettriche minori.
Con il piano operativo del 2013 è, altresì, previsto il rafforzamento di forme di collaborazione strutturata con l’interscambio di dati e notizie utili al perseguimento delle reciproche finalità istituzionali, inclusa la verifica degli investimenti nel settore della distribuzione gas.
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Con il piano operativo del 2013 è, altresì, previsto il rafforzamento di forme di collaborazione strutturata con l’interscambio di dati e notizie utili al perseguimento delle reciproche finalità istituzionali, inclusa la verifica degli investimenti nel settore della distribuzione gas.

Fonte: voltimum

La Robin Tax pagata dai consumatori di energia e gas: i sospetti dell’Authority

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Non ne escono bene i gestori dell’energia e del gas dalla Relazione al parlamento sulla Robin Tax messa a punto dall’Autorità per l’Energia. Segnalati 199 casi su 476 controlli per un totale di 1,6 miliardi di euro di incremento di provenienza diretta dalle bollette, ovvero pagati tutti dai consumatori. Ma lo Stato non ci ha perso avendo incassato nel 2011 con la Robin Tax 1,457 miliardi di euro: da Snam 104 milioni di euro, da Terna 81 milioni di euro e da Enel solo con la Distribuzione 312 milioni di euro. E evidentemente non ci hanno perso neanche i gestori considerato l’1,6 miliardi recuperati. L’Autorità sa, segnala ma non può farci nulla.
La legge voluta da Tremonti nel 2008, ossia l’addizionale Ires per le imprese energetiche prevede che non si possa traslare la tassa sui consumi attraverso le bollette e proprio l’Autorità deve controllare. E segnalare. Ma il suo ruolo si ferma qui.
Sostanzialmente come si legge nel documento:
Nell’ambito della vigilanza, la variazione positiva del margine attribuibile all’effetto prezzo costituisce un indicatore utile ad individuare quei soggetti che con maggior probabilità hanno posto in essere condotte traslative; quindi, è ragionevole supporre che, a seguito dell’introduzione dell’addizionale IRES, gli operatori recuperino la redditività sottratta dal maggior onere fiscale, aumentando il differenziale tra i prezzi di acquisto e i pezzi di vendita
Nel 2010 l’Autorità ha segnalato 199 operatori sui 476 controllati; 105 sono del settore energia e gas mentre 94 del settore petrolifero. Scrive perciò l’Autorità: quindi, è ragionevole supporre che, a seguito dell’introduzione dell’addizionale IRES, gli operatori recuperino la redditività sottratta dal maggior onere fiscale, aumentando il differenziale tra i prezzi di acquisto e i pezzi di vendita.
e prosegue ammettendo lo svantaggio riversato sui clienti:
Pertanto, è possibile affermare che anche per il 2010 una parte significativa dei soggetti vigilati appartenenti al settore energia elettrica e gas, a seguito dell’introduzione del divieto di traslazione, ha adottato politiche di prezzo che hanno incrementato il margine di contribuzione dovuto all’effetto prezzo, determinando uno svantaggio per i consumatori finali.
Fonte: ecoblog