Italia che Cambia in collaborazione con la Fondazione Cariplo e le Comunità Montane della Valle Trompia e Sabbia presenta un documentario che vede protagonisti quei giovani che hanno deciso di tornare nella propria terra d’origine per avviare o riportare in vita un’attività imprenditoriale e costruire in quei luoghi il proprio futuro. Il Progetto Valli Resilienti ha per protagoniste le alte valli Trompia e Sabbia, in provincia di Brescia. È un progetto di rinascita delle prealpi bresciane promosso dalla Comunità Montana della Valle Trompia e dalla Comunità Montana della Valle Sabbia, cofinanziato dal programma AttivAree di Fondazione Cariplo, dedicato alle aree interne. Dallo scorso anno, Italia che Cambia ha deciso di raccontarvi alcune delle iniziative sostenute da questo progetto, dalla rinascita dei borghi passando per una nuova visione del turismo, che comprenda infrastrutture adeguate e servizi dedicati alla popolazione residente sul territorio. Oggi vi presentiamo un nuovo lavoro, sempre in collaborazione con Fondazione Cariplo e le Comunità Montane della Valle Trompia e Sabbia, dal titolo “Valli Resilienti: il coraggio di restare, tornare e abitare”. Qui di seguito potete trovare un breve trailer.
Si tratta di un documentario, della durata di quindici minuti circa, che racconta alcune storie di ragazzi giovani che, dopo un periodo di formazione e lavorativo passato fuori dalla propria terra di origine (In Italia o all’Estero), hanno deciso di tornare per riprendere in mano le attività imprenditoriali familiari, o per crearne di nuove, portando un nuovo apporto e una nuova visione imprenditoriale strettamente connessa alla sostenibilità umana e ambientale e che inoltre, nell’allevamento, metta al centro il benessere dell’animale per garantirgli una vita serena.
La “visione” di AttivAree – Valli Resilienti è creare infatti una rinnovata identità locale, attraverso la riappropriazione dell’alta Valle Trompia e alta Valle Sabbia da parte dei loro abitanti, in termini partecipativi e di comunità attiva.
L’obiettivo è dar vita ad un sistema locale integrato, attrattivo e capace di creare un ponte verso la città, in particolare nei confronti del limitrofo polo urbano di Brescia. Il risultato del processo innescato oggi è un prodotto turistico costruito su un racconto corale in grado di trasformare le singole esperienze in una vera e propria meta turistica.
Due le anime del progetto territoriale: una chiaramente turistica e l’altra valoriale più legata agli obiettivi di sviluppo locale sostenibile e responsabile che non può prescindere dallo scommettere sui legami di collaborazione presenti nelle comunità delle Valli.
Promuovere il turismo sostenibile tra la Valle Trompia, la Valle Sabbia e la città di Brescia valorizzando il paesaggio e offrendo opportunità di rilancio del territorio. Nasce con questo obiettivo la Greenway, una pista ciclabile sviluppata all’interno del Progetto Valli Resilienti sostenuto da Fondazione Cariplo nell’ambito del Programma AttivAree. Vi raccontiamo le caratteristiche di questo percorso. Una ciclabile che attraversa il cuore della montagna bresciana, un percorso di settanta chilometri composto da circa sessanta itinerari, adatti alle famiglie ma anche agli appassionati di mountain bike e di road bike, che unirà la città di Brescia con l’Alta Valle Trompia e l’Alta Valle Sabbia. Stiamo parlando della Greenway, una pista ciclabile sviluppata all’interno del Progetto Valli Reislienti sostenuto da Fondazione Cariplo nell’ambito del Programma AttivAree, che si pone l’obiettivo di sviluppare il cicloturismo tra le Valli Trompia e Sabbia e la città di Brescia.
“La ciclabile
‘slow bike’, dedicata alle famiglie e al turismo più dolce, permetterà di
godere del paesaggio di queste zone: nelle due Valli ci sono moltissimi musei,
legati alle Fucine e al passato minerario di questi luoghi” ci racconta Paola
Antonelli, Responsabile del progetto Greenway. “Inoltre questo percorso
valorizzerà anche il settore agricolo, perché sarà possibile raggiungere
diverse aziende agricole e degustare i prodotti tipici del territorio”.
All’interno delle
realtà rurali e agricole della Valle Trompia, segnaliamo il Borgo di Rebecco, nel comune di Pezzaze, un borgo agricolo oggetto di
recupero sempre all’interno del progetto Valli Resilienti sostenuto da
Fondazione Cariplo. Il passaggio in Valle Sabbia della Greenway sarà
caratterizzato soprattutto dalle peculiarità di tipo paesaggistico: uno dei
passaggi più interessanti, una passerella su roccia costruita appositamente per
il percorso, in perfetta armonia con la natura circostante, permetterà il
collegamento tra il comune di Vestone e quello di Barghe in Valle Sabbia.
Proprio a Barghe la
ciclabile passerà nelle vicinanze della Centrale Idroelettrica, anch’essa oggetto di un importante intervento di
riqualificazione all’interno del Progetto Valli Resilienti, dove verrà
costruita una ciclofficina e un punto ristoro per i ciclisti che vorranno
approfittare di una pausa e di una merenda a chilometro zero.
“Per citare alcuni
numeri della Greenway: stiamo parlando di una mappatura di circa sessanta
itinerari in totale, suddivisi in due assi ciclabili equamente ripartiti”
ricorda Davide Toselli, Presidente di Bike3Lands, associazione del territorio
nata nel 2014 per sviluppare il cicloturismo nel Parco Alto Garda e in Valle
Sabbia. “Infatti sono presenti circa venti itinerari in mountain bike in Valle
Sabbia e venti in Valle Trompia, con infine un rimanente di venti tracciati per
bici da corsa che si accavallano tra le due valli”.
Uno dei percorsi
che sintetizza l’anima inclusiva della Greenway ce lo racconta infine
Alessandro Inverardi, responsabile della comunicazione di Bike3Lands: “Il
percorso di crinale è la peculiarità della Greenway: si tratta di un
percorso di circa settanta chilometri, che parte dal passo del Maniva e arriva
fino alla città di Brescia. E’ sviluppato quasi unicamente su sentieri boschivi
ed è davvero interessante per un range molto ampio di persone: permette di
poter ammirare le vette più alte del Maniva e allo stesso tempo di giungere
fino in Piazza Arnaldo, a Brescia, per fare un aperitivo: un percorso che
unisce due zone completamente diverse con interessi completamente diversi”.
“La Greenway quindi
come valorizzazione del paesaggio e opportunità di rilancio del territorio”,
conclude Noemi Canevarolo di Fondazione Cariplo. “Insieme al Circuito delle Valli Accoglienti e Solidali sviluppato sempre all’interno del progetto Valli
Resilienti, promosso nell’ambito di AttivAree, la Greenway è orientata alla
promozione di un turismo sostenibile e alla portata di tutti. Essa permetterà
inoltre di collegare l’alta Valle Trompia e l’alta Valle Sabbia con Brescia,
recuperando così il rapporto tra montagna e città”.
Dalla collaborazione fra Airbnb e Fondazione Cariplo è nato il progetto di Casa Maer, un luogo che accoglierà i visitatori che vorranno scoprire Lavenone, in Valle Sabbia, e altri borghi situati in aree interne e marginali. Sarà al tempo stesso uno strumento di promozione e un’opportunità di guadagno per la comunità locale. A Lavenone, paese di 555 abitanti nelle Prealpi bresciane, viene oggi inaugurata Casa Maer, la nuova casa d’Artista del progetto Borghi Italiani, promosso da Airbnb Italia. Un edificio storico di proprietà del Comune di Lavenone finora sottoutilizzato, da oggi è pronto ad accogliere viaggiatori da tutto il mondo in una veste completamente rinnovata, grazie ad un progetto architettonico cui hanno collaborato i principali brand di design italiano e ad un mosaico ispirato alla tradizione locale creato dall’illustratrice Olimpia Zagnoli.
Casa Maer rappresenta il primo risultato di un percorso che ha visto Airbnb lavorare fianco a fianco con Fondazione Cariplo, impegnata sul fronte della rinascita delle aree interne con il Programma “AttivAree”, che interviene in alta Valle Trompia e Sabbia in stretta collaborazione con le realtà locali promuovendo lo sviluppo di un circuito di offerta turistica accogliente e solidale. Situata al piano terra di uno degli storici edifici del borgo la casa, già sede dell’ostello locale , da oggi è prenotabile sul portale Airbnb, e permetterà agli ospiti di vivere a contatto con la comunità locale e godere delle tante risorse naturali, gastronomiche e culturali del territorio. Casa Maer sarà gestita dalla cooperativa sociale Co.Ge.S.S., che utilizzerà Il ricavato dei soggiorni turistici per finanziare progetti di inclusione sociale dedicati a persone con disabilità.
“Siamo felici di proseguire il percorso che ci ha portato negli ultimi anni a contribuire alla promozione di oltre 40 borghi Italiani” commenta Matteo Frigerio, Country manager Airbnb Italia. “Teniamo in particolare al progetto di Lavenone perché rappresenta una sfida che unisce la volontà di promuovere un territorio ancora poco conosciuto a quella di sostenere un turismo sempre più inclusivo ”.
Una sfida condivisa anche dallo studio di architettura ELIGO Studio che nel progetto di interior design ha fatto proprie le esigenze della comunità e della cooperativa creando uno spazio multifunzionale e allo stesso tempo senza barriere architettoniche. “Oltre ai 200 annunci di case già presenti su Airbnb in Val Trompia e Val Sabbia, stiamo lavorando con la comunità locale per dare la possibilità a tutti gli abitanti di proporre sulla piattaforma anche delle Esperienze che facciano scoprire ai turisti le bellezze paesaggistiche e le tradizioni culturali locali. Uno strumento di promozione ma, al tempo stesso, anche un’opportunità di guadagno per la comunità e per le onlus locali” conclude Frigerio.
“La partnership con AirBnb, come l’essere parte del programma AttivAree di Fondazione Cariplo, sono delle opportunità che hanno permesso al mondo della cooperazione sociale delle due valli di acquisire maggiore consapevolezza sul ruolo che possiamo svolgere nel nostro territorio per uno sviluppo più sostenibile e inclusivo, nel settore turistico e non solo. Siamo quindi parte attiva per promuovere un’inversione di tendenza rispetto ai segnali di impoverimento e abbandono che hanno segnato questi territori negli ultimi anni” sostiene Alessandra Bruscolini, direttore del consorzio Laghi e della cooperativa sociale Co.GeS.S. La partnership con Fondazione Cariplo e il Programma AttivAree “La rinascita di territori marginali come le Valli Trompia e Sabbia passa anche per la capacità di cogliere occasioni di visibilità internazionali – come quelle offerte dalla piattaforma di Airbnb – per luoghi che rispondono alla sempre più crescente esigenza da parte dei turisti di vivere esperienze autentiche. Fondazione Cariplo, che nella partita della rinascita delle aree interne ha puntato fin da subito sull’attivazione di partneship strategiche finalizzate a promuovere i territori di AttivAree anche fuori dai loro confini, ha sostenuto questo incontro, che ha portato il borgo di Lavenone ad essere scelto dal progetto Borghi Italiani di Airbnb.” dichiara Sonia Cantoni consigliere d’amministrazione con delega all’ambiente di Fondazione Cariplo. Le autorità locali nella persona del Sindaco di Lavenone Claudio Zambelli e del Presidente della Comunità Montana di Valle Sabbia Giovanmaria Flocchini apriranno l’evento inaugurale portando i saluti istituzionali della comunità, a seguire sono previsti gli interventi di Matteo Frigerio Airbnb, Sonia Cantoni Fondazione Cariplo e di Federica Bacchetti host di Casa Maer. Ai ragazzi della cooperativa Co.Ge.S.S., spetterà il taglio del nastro. Qui il programma completo della giornata.
Abbiamo intervistato alcuni dei protagonisti della terza edizione di ReStartAlp, percorso formativo con un approccio teorico e pratico rivolto ai giovani aspiranti imprenditori di montagna. L’obiettivo è quello di facilitare la creazione di nuove imprese sulle Alpi, per valorizzare le aree montane e al contempo offrire ai ragazzi nuove opportunità lavorative nei principali settori dell’economia alpina. ReStartAlp è promosso e finanziato dalla Fondazione Garrone e la Fondazione Cariplo. Contribuire a trasformare un’idea o un sogno in un’attività imprenditoriale concreta e sostenibile che permetta ai giovani di costruire il proprio futuro in quelle zone di montagna piene di potenzialità ma spesso abbandonate e sottovalutate. Nasce con questo obiettivo il percorso formativo ReStartAlp, proposto da Fondazione Garrone e Fondazione Cariplo. Per Fondazione Garrone l’esperienza di ReStartAlp nasce come naturale estensione dei Campus ReStartApp, avviati per la prima volta nel 2014 per sostenere il rilancio dell’economia appenninica. Fondazione Cariplo ha scelto invece ReStartAlp come iniziativa da inserire all’interno di AttivAree, un programma intersettoriale mirato alla rinascita di due aree interne lombarde – la parte dell’Appennino dell’Oltrepo’ Pavese e le Prealpi delle bresciane valli Trompia e Sabbia – mediante progetti di riattivazione territoriale.
Dall’agricoltura alla gestione forestale, dall’allevamento all’agroalimentare, dall’artigianato al turismo e alla cultura. All’edizione 2018 – che per il terzo anno consecutivo si svolge a Premia, nella provincia di Verbano Cusio Ossola – partecipano 14 giovani aspiranti imprenditori che hanno idee di impresa innovative e sostenibili nelle filiere tipiche della montagna. Il Campus residenziale gratuito ha una durata di 10 settimane, dal 18 giugno al 28 settembre 2018, (con una pausa intermedia dal 30 luglio al 2 settembre). Il programma prevede attività di didattica, laboratorio di creazione e sviluppo d’impresa, esperienze in azienda, testimonianze e casi di successo, visite a realtà produttive virtuose e destinazioni montane. Finalizzato a sviluppare idee di impresa e avviare una start up, il percorso formativo di ReStartAlp prevede un’esperienza di una settimana presso realtà imprenditoriali del territorio montano per dare ai partecipanti al campus la possibilità di confrontarsi con titolari d’azienda e professionisti e vivere da vicino e in prima persona il lavoro e la gestione quotidiana di un’impresa. L’esperienza deve essere di supporto allo sviluppo dei progetti, pertanto il partecipante viene orientato verso un’azienda affine alla realtà imprenditoriale che egli intende avviare.
ReStartAlp: dalla teoria all’esperienza in azienda. Le voci dei protagonisti
“La mia partecipazione a ReStartAlp si sta rivelando molto utile per capire come rendere economicamente sostenibile il mio progetto, individuare i possibili sbocchi della mia attività, ridefinire e focalizzare la mia idea iniziale. Sono sicuro che questa esperienza mi indirizzerà verso la via giusta”, racconta Lorenzo Galliano, 22enne di Cuneo e aspirante imprenditore agricolo (il nome della sua azienda è “Arpijése”, a Niella Tanaro in provincia di Cuneo) che, come previsto dal percorso formativo, sta svolgendo la sua esperienza aziendale presso l’Azienda agricola Marco Bozzolo a Viola (CN).
“L’esperienza in azienda sta andando benissimo: il titolare, Marco Bozzolo, mi sta aiutando a capire come fare le cose e anche a livello umano mi sta trasmettendo preziosi insegnamenti. Credo che anche in futuro manterrò i rapporti con Marco e con l’azienda”.
Da parte sua anche Marco si dichiara soddisfatto: “Credo che la divulgazione sia molto bella e per questo abbiamo deciso di ospitare in azienda Lorenzo, che ci sta aiutando moltissimo. Ritengo che l’esperienza in azienda di un ragazzo giovane sia molto utile e io stesso avrei voluto partecipare ad un percorso simile prima di cominciare la mia attività”.
Tra le partecipanti a questa edizione di ReStartAlp vi è anche Nora Piccini, giovane di Venezia che ha deciso di lasciare la città e trasferirsi tra le montagne friulane dove sta avviando un’azienda agricola improntata sull’allevamento di pecore da latte di una razza autoctona friulana in via d’estinzione. Il nome del suo progetto è “L’ama”, a Lama di Som, nel comune di Caneva.
“Porto avanti questo progetto da circa due anni e mezzo ma ho ancora bisogno di competenze soprattutto sul piano economico, organizzativo e di marketing. ReStartAlp riesce a fornire molto bene questo tipo di formazione, ti fa conoscere posti e persone che possono aiutarti nel cammino di progettazione e realizzazione della tua idea imprenditoriale. Credo poi che un grande punto di forza di questo progetto sia rappresentato dal fatto che il campus permette di creare una rete di imprenditori di zone diverse, favorendo uno scambio di idee e anche momenti piacevoli extra formazione”.
“Grazie all’esperienza presso la Cascina Finocchio Verde – aggiunge Nora – sto conoscendo da vicino il mondo delle pecore e ho imparato a preparare dei formaggi tipici di questo luogo. É bellissimo imparare a realizzare un prodotto di cui, se non fossi venuta qui, non avrei neanche scoperto l’esistenza. Inoltre, dopo l’esperienza qui ho rivalutato il modo in cui vorrei progettare il caseificio che ho in programma di avviare”.
E Cristian Lauer, titolare della Cascina, afferma: “E’ un piacere trasmettere quello so a Nora”.
Aprire un’Osteria artistica resiliente in Valtellina, ovvero un luogo di condivisione, buon cibo e tanta cultura. È questo invece il sogno di Simone Picco, 32 enne di Vimercate (MB). “Ho avuto questa idea e, stanco del mio lavoro in ufficio, ho deciso di mandare la mia richiesta a ReStartAlp… ed ora eccomi qui”, racconta Simone.
“Credo che questo campus possa dare un prezioso aiuto per realizzare un’idea che si ha in testa da un po’ ma che non si è ancora concretizzata per mancanza di risorse o esperienze. Durante questo percorso abbiamo la possibilità di conoscere i giovani che hanno partecipato alle edizioni precedenti, ma anche imprenditori affermati, agricoltori e ristoratori che riportano la loro testimonianza. Se qualcuno ce l’ha fatta vuol dire che è possibile farlo: ascoltare la loro storia rende più concreto il sogno di tutti”, conclude Simone che per la sua esperienza in azienda ha scelto la realtà “Reis cibo libero di montagna”.
Fare imprenditoria in montagna: un’opportunità per i giovani e il territorio
Nora era stanca della vita di città, Simone del suo lavoro in ufficio e del traffico. Tra i giovani partecipanti alla terza edizione di ReStartAlp c’è chi ha scelto di intraprendere questo percorso perché mosso dal desiderio di cambiare vita e di instaurare un rapporto più stretto con la montagna, la natura e le tradizioni autentiche.
“In questi territori – afferma Marco Bozzolo, titolare dell’azienda agricola che porta il suo nome – abbiamo un enorme bisogno di giovani che tornino all’agricoltura e al turismo ed è bello vedere che i giovani tornano qui perché credo che questi posti abbiano potenzialità enormi. Ritengo che oggi sia più semplice avviare un’attività in montagna rispetto ad altre zone perché ci sono molti aiuti ed essendoci stato prima un completo abbandono oggi c’è la possibilità di avere delle terre a buon prezzo. Con un approccio innovativo si possono fare moltissime cose”.
Un elemento è però essenziale: “Chi vuole vivere e lavorare in montagna – afferma Juri Chiotti, titolare di “Reis cibo libero di montagna” – deve aver ben chiaro che oggi è fondamentale avere un’attenzione particolare per il territorio e un profondo rispetto per l’ambiente. È necessario far vivere o rivivere un luogo nella maniera più sostenibile possibile. Per questo quando una persona decide di avviare un progetto è importante che scelga un luogo che le si addice: in tal modo sarà più propensa a prendersene cura”.
Elena Jachia ci racconta gli ultimi passi del percorso di AttivAree, il programma che ha l’obiettivo di far rivivere il tessuto sociale ed economico di due aree marginali italiane: Oltrepò Pavese e la parte più alta delle Valli Trompia e Sabbia.. La fiera milanese Falacosagiusta! ha portato importanti novità. Esiste un’Italia bella, solidale, innovativa ma sconosciuta, a volte dimenticata. È l’Italia delle aree interne, spesso rurali o raccolte intorno a piccoli borghi, custodi di tradizioni e saperi che l’industrializzazione e la conseguente urbanizzazione hanno relegato in secondo piano. Oggi che il modello industriale sta mostrando evidenti limiti, è necessario riattivare il tessuto sociale ed economico di queste zone. È proprio questo l’obiettivo di AttivAree, il programma che Fondazione Cariplo porta avanti e che all’ultima edizione della fiera milanese della sostenibilità, Falacosagiusta!, ha chiamato a raccolta i protagonisti di questo bellissimo progetto. La coordinatrice Elena Jachia ci ha raccontato com’è andata.
Il bilancio di questi giorni di fiera è positivo?
La tre giorni di AttivAree a Fa la cosa giusta è stata entusiasmante. Il fitto palinsesto di incontri organizzato in Piazza Territori Resistenti ha fatto diventare quel luogo sinonimo di riflessione sulle “aree interne” e crocevia di scambi di esperienze e buone pratiche per la loro valorizzazione e rilancio. Abbiamo avuto oltre 40 ospiti in qualità di relatori e circa 150 persone tra il pubblico, nonché 4000 visualizzazioni delle dirette realizzate attraverso la pagina Facebook di AttivAree. Ci sembra quindi che il tema della rinascita delle aree marginali sia stato in grado di suscitare interesse anche all’interno di un grande evento come Fa la cosa giusta, che quest’anno ha raggiunto il record di 91.000 presenze. In particolare, venerdì 23 e sabato 24 marzo gli appuntamenti sono stati dedicati alle azioni dei due progetti Oltrepò(Bio)diverso e Valli Resilienti, realizzati rispettivamente con il coordinamento di Fondazione Sviluppo Oltrepò Pavese e delle Comunità Montane di Valle Trompia e Valle Sabbia.
Particolarmente significativo è stato il coinvolgimento del team di supporto al Comitato Nazionale per le Aree Interne. Qual è la situazione dei territori marginali italiani e di cosa hanno bisogno per essere riattivati?
Agli incontri hanno partecipato anche Filippo Tantillo, coordinatore scientifico del team di supporto alla Strategia nazionale Aree interne, e altri rappresentanti di territori marginali italiani. Da tutti gli interventi emerge una necessità di attenzione da parte della politica, affinché il tema della rinascita delle aree fragili diventi una priorità e siano previsti strumenti meno parcellizzati a loro sostegno.
Avete incontrato anche membri delle filiere locali: qual è stato il messaggio che hanno portato e di cosa hanno bisogno?
Le filiere locali vivono un momento di potenziale rilancio, derivante anche dall’utilizzo del web come strumento di diffusione delle informazioni e di commercializzazione. Per questo impostare la relazione con i centri urbani con un approccio di reciprocità è fondamentale. Ma per farlo è necessaria una maggiore formazione del capitale umano delle aree interne, che porti a una maggiore consapevolezza delle ricchezze del territorio e a una maggiore capacità di farle percepire e comprendere attraverso la loro storia e la loro genuinità. Per questo nei progetti AttivAree trovano spazio iniziative come la Scuola di Narrazione Territoriale (che vedrà l’avvio in Oltrepò Pavese a metà aprile) e come la formazione sui temi del turismo esperienziale.
Quali sono le partnership strategiche di Attivaree a cui avete dato spazio a Milano?
Domenica 25 marzo è stata dedicata alla presentazione delle partnership strategiche del Programma – Airbnb, Fondazione Garrone e Giffoni Experience -, ma abbiamo anche colto l’occasione per condividere alcune esperienze presentate al recente XII Convegno di Rovigo sulle Aree Fragili, appuntamento annuale ormai consolidato e ricco di riflessioni su questi temi. Airbnb sosterrà attraverso il programma Italian Villages anche il borgo di Lavenone (Val Sabbia), dove AttivAree sta sostenendo il rilancio di un ostello e di un bar gestiti da una cooperativa che impiega persone svantaggiate, al fine di diffondere un modello di accoglienza solidale e locale che vuole essere un tratto distintivo della valle. Fondazione Garrone e Fondazione Cariplo dal 2015 sostengono RestartAlp, campus estivo destinato a 15 giovani under 35 che vogliano realizzare un’idea imprenditoriale nelle zone alpine: un’iniziativa che ha già aiutato diverse decine di giovani a raggiungere l’obiettivo fornendo loro solide basi tecniche, gestionali ed economiche. La partnership con Giffoni Experience invece sta portando 300 ragazzi dei due territori AttivAree a confrontarsi con lo strumento video, utilizzandolo per mostrare a sé stessi e agli altri la bellezza dei propri territori. Alcuni dei ragazzi parteciperanno alle giurie del Festival di Giffoni, piccolo centro della provincia di Salerno che ha saputo ridisegnare il proprio sviluppo in base a un obiettivo culturale, il cinema per i giovani.
Cosa diresti a cittadini, imprenditori e amministratori per invitarli a riscoprire e sostenere le aree marginali?
Suggerirei di essere curiosi, ambiziosi e creativi: le aree marginali sono naturalmente ricche di bellezza, storie e tradizioni e a volte basta un cambio di prospettiva per scoprire o far scoprire quanto si cela in un borgo remoto, dentro un piccolo museo o lungo una pista cicloturistica.