La frutta è un elisir: fa vivere tre anni in più

Una ricerca del Karolinska Institutet di Stoccolma, pubblicata sull’ American Journal of Clinical Nutrition, prova il rapporto di causalità fra consumo di frutta e verdura e longevità1407427431-586x369

La frutta allunga la vita. Dal Karolinska Institutet di Stoccolma alle pagine dell’American Journal of Clinical Nutrition, uno studio conferma quello che antichi proverbi già immaginavano, ma da un generico medico che si “leva di torno”, i ricercatori arrivano addirittura a fornire una cifra ben precisa: quella dei tre anni di vita in più garantita da una dieta ricca di frutta. Lo studio dell’Università svedese è stato curato da un team di ricercatori, guidato da Andrea  Bellavia dell’Istituto di Medicina Ambientale (IMM), che, per ben tredici anni, ha monitorato un campione di 71.706 volontari (38.221 uomini e 33.485 donne).

L’associazione tra consumo di frutta e verdura e mortalità è stato raramente analizzato da grandi studi. I risultati dei pochi studi disponibili sono incoerenti. L’obiettivo è stato quello di esaminare la relazione tra la dose di frutta e verdura consumata e la mortalità, sia in termini di tempo che di frequenza, in un ampio campione di uomini e donne svedesi

hanno spiegato i ricercatori nell’abstract dello studio. Nella fascia di età compresa fra i 45 e gli 83 anni, i più longevi sono risultati coloro che consumavano ingenti quantità di frutta e verdura. Anche fra chi non ne consumava proprio e chi ne consumava quantitativi minimi la differenza è risultata essere di un anno e mezzo. Fra i consumatori “forti”, quelli da 5 porzioni al giorno, e quelli a digiuno il tasso di mortalità era superiore del 53% nei secondi e la differenza nell’aspettativa di vita di 36 mesi. Per chi aveva consumato 3 porzioni al giorno il gap è stato di 32 mesi in più rispetto a chi se ne fosse privato. Lo studio ipotizza che nei momenti di maggiore stress, l’organismo richieda un quantitativo maggiore di frutta. Attualmente non ci sono dati in merito, così come lo studio non è stato in grado di chiarire se sia un salvavita più potente la frutta biologica o quella trattata, quella maturata sulla pianta o no.

Fònte:  American Journal of Clinical Nutrition

 

Cinque anni di vita in meno nella Cina del nord per inquinamento da Carbone

Per la prima volta uno studio collega il maggiore inquinamento del nord della Cina con una riduzione dell’ aspettativa di vita di ben cinque anniInquinamento-aria-Cina-586x389

Uno studio congiunto dell’università di Pechino, del MIT e di altri istituti, mostra per la prima volta una chiara evidenza dell’impatto dell’inquinamento da carbone sull’aspettativa di vita: oltre cinque anni di vita in meno per maggiore mortalità da malattie respiratorie nella Cina del nord. Per motivi climatici, i 500 milioni di cinesi che vivono a nord del fiume Huai hanno  in media un’esigenza di riscaldamento più che doppia rispetto agli abitanti del sud; da vari decenni, il governo fornisce loro gratuitamente il carbone per il riscaldamento. Questo “regalo avvelenato” ha prodotto livello di inquinamento sensibilmente più alti: 550microgrammi al metro cubo di particolato totale (quindi non solo PM10) al nord rispetto ai 350 del sud. Il livello di produzione industriale è analogo, per cui la differenza sta nell’inquinamento domestico da riscaldamento. Di conseguenza, la mortalità per malattie respiratorie è più alta del 38% e conduce ad un’ aspettativa di vita ridotta di ben 5 anni e mezzo. “Tutti sanno che non è piacevole vivere in un ambiente inquinato”, ha commentato uno degli autori dell’articolo, “ma essere in grado di dire con una certa precisione qual è il costo in salute e la perdita di aspettativa di vita fornisce un elemento in più nella ricerca di politiche che equilibrino la crescita economica con la qualità dell’ambiente.” Essendo l’autore un economista, non poteva certo spingersi molto più in là con le dichiarazioni, ma è come se avesse detto: ora non ci sono più scuse, perché sappiamo per certo che l’inquinamento uccide,

fonte: ecoblog