Asciugatrice a energia solare

All’IFA 2013 è stata presentata l’asciugatrice a energia solaremiele-620x350

All’IFA 2013 che si è tenuto a Berlino, è stata presentata anche l’asciugatrice Mìele sviluppata con Solvis che sfrutta l’energia solare per asciugare il bucato e che usa l’80% in meno di energia elettrica rispetto a un’asciugatrice convenzionale. Dovrebbe costare circa 500 euro e i costi potrebbero essere ammortizzati da una famiglia di 4 persone in 7 anni circa. L’asciugatrice è nata come concept nel 2011 e già da maggio di quest’anno è in commercio con il nome di T 8881 S EcoComfort; si è aggiudicata il premio GreenTecAwards a Berlino per la categoria Abitazione. Non sembri un gadget o un elettrodomestico inutile poiché nel clima del Nord Europa l’asciugatrice è ritenuta necessaria nelle famiglie al pari della lavatrice. Il che però porta a usare energia elettrica con conseguenti emissioni di CO2. Per Mìele dunque c’è stata la sfida di progettare un elettrodomestico che utilizzasse l’energia solare e che dunque avesse, nella sua necessità, il minor impatto possibile sull’ambiente. L’asciugatrice solare lavora in tandem con il sistema di riscaldamento centralizzato della casa, collegato ad un serbatoio di stoccaggio con quattro linee. Miele ha spiegato che la prima linea trasferisce l’acqua riscaldata da un pannello solare termico all’asciugatrice, dove uno scambiatore di calore lo trasforma in aria calda. Successivamente, l’acqua raffreddata viene restituita al serbatoio attraverso il secondo condotto; la terza linea poi fornisce acqua fredda dal serbatoio all’asciugatrice per ridurre il calore del aria e nella quarta linea un secondo canale scambiatore di calore estrae l’umidità dalla biancheria.

Miele ha dichiarato:

Grazie a questo circuito chiuso le perdite di calore sono trascurabili e il calore estratto per asciugare la biancheria viene reintrodotto nel serbatoio di stoccaggio attraverso il processo di condensazione. L’idea ora è di replicare questo sistema su altri elettrodomestici come lavastoviglie e lavatrici. Per quanto riguarda, invece, la disponibilità di energia solare durante la stagione invernale, Mìele ha spiegato che l’acqua nel serbatoio di stoccaggio potrebbe essere riscaldata sia attraverso un impianto geotermico sia da biomasse, anche se non sono stati poi di fatto forniti ulteriori dettagli.

Fonte:  Eco-Business

 

Solar vortex: rotori ad asse verticale mossi dall’aria calda che sale

L’aria calda che sale per la spinta di Archimede può produrre 50 kW di potenza in un rotore ad asse verticale. La nuova tecnologia è in sviluppo presso il Georgia Institute of Technology

Solar-vortex-586x352

L’aria a contatto con il terreno si riscalda e viene mossa verso l’alto dalla spinta di Archimede dell’aria più fredda (1): tra qualche anno sarà possibile sfruttare l’energia cinetica dell’aria convogliata in un apposito rotore ad asse verticale, il Solar Vortex. La rotazione sarà garantita dalle alette che convoglieranno all’interno del rotore l’aria con la giusta direzione e dal piccolo cono centrale. Una turbina di 10 m di diametro potrebbe produrre una potenza di 50 kW. (2) Un reticolo di 320 turbine disposte su un km² di territorio desertico (3) fornirebbe una potenza di 16MW; per confronto i generatori eolici convenzionali possono garantire da 3 a 6 MW/km², naturalmente solo in siti ventosi. Il progetto ha ricevuto un finanziamento di 3,7 milioni di $ dal dipartimento USA dell’energia. Il primo prototipo ridotto da 10 kW dovrebbe entrare in funzione nel 2015

(1) Capita a volte di sentire dire che l’aria calda “tende” ad andare in alto, oppure che sale perchè è “leggera”. Purtroppo dopo duemila anni, l’aristotelismo non è ancora morto…

(2) Come si vede dallo schema a sinistra, il vortice all’interno ha un diametro più piccolo, circa 5 m, con velocità tangenziali e assiali dell’aria rispettivamente di 8 e 11 m/s. Come insegna la cinematica, la turbina avrebbe una frequenza di rotazione di poco più di un giro al secondo.

(3) Le turbine distano tra loro circa 50 m per ottimizzare l’afflusso d’aria, in modo che l’occupazione effettiva di suolo sarebbe pari solo al 2,5%.

fonte: ecoblog