Case-igloo con gli pneumatici: la soluzione eco-friendly e antisismica

Alexandra Posada ha utilizzato 9000 pneumatici usati per edificare la sua abitazione ad igloo a Choachi, in Colombia. Alexandra Posada ha deciso di costruirsi una casa che più “green” non si può: niente mattoni, ma pneumatici riciclati, terra e ferro per lo scheletro. Gli edifici costruiti da Alexandra aChoachi, nella regione di Cundinamarca, non lontano da Bogotà si presentano come degli enormi igloo e grazie ai loro “mattoni” di gomma mantengono l’elasticità necessaria a far fronte ai numerosi terremoti che caratterizzano il Paese. Queste architetture postmoderne sostituiscono i mattoni con gli pneumatici: a completare la struttura ci sono anche le sbarre di ferro e anche il tetto viene realizzato con pneumatici opportunamente aperti e “allungati”. Tutta la struttura, insomma, è pensata per assorbire al meglio le vibrazioni delle scosse telluriche.

 

Case-igloo con pneumatici riciclati

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L’idea di Alexandra potrebbe trovare una sponda importante nell’amministrazione colombiana visto che ogni anno 5,3 milioni di copertoni, per un totale di 100mila tonnellate inquinanti di gomma, devono essere smaltiti, procurando gravi problemi logistici ed ecologici. Molto spesso si sceglie di bruciare gli pneumatici e dalla combustione vengono liberati fumi velenosi dannosi per la salute dei residenti.

Gli pneumatici sono un grande problema se non si cerca di riciclarli trovando nuove soluzioni,

sottolinea Francisco Gomez, portavoce del Ministero dell’ambiente colombiano. Per realizzare gli edifici di Choachi, Alexandra ha utilizzato 9000 copertoni, ma la sua invenzione potrebbe essere proposta su scala più ampia dando un importante contributo sia dal punto di vista ecologico e del riciclo che sotto il profilo della sicurezza nell’ambiente domestico. E se è vero che anche l’occhio vuole la sua parte, la fotogallery e il video in apertura dimostrano che gli igloo non hanno nulla da invidiare alle più disinvolte architetture post-moderne.

 

fonte: ecoblog,it

 

© Foto Getty Images

“Fermiamo il consumo di suolo”, l’appello di Legambiente al Parlamento

“Chiediamo al Parlamento di approvare al più presto una legge che fermi il consumo di suolo e punti sulla riqualificazione energetica e antisismica del patrimonio esistente”. Questo l’appello che Legambiente lancia al Presidente del Consiglio Enrico Letta.cementificazione_edilizia

È ora di dire basta al consumo di suolo e di iniziare quella strada del cambiamento che si chiama rigenerazione urbana, un nuovo modo di concepire e tutelare il territorio e gli spazi urbani in chiave sostenibile.

È questo l’appello che Legambiente lancia al Presidente del Consiglio Enrico Letta per chiedere a Parlamento e Governo una corsia preferenziale per discutere e approvare finalmente in questa legislatura una legge che fermi il consumo di suolo e premi, invece, la riqualificazione edilizia, energetica e antisismica del patrimonio edilizio esistente. Scelte nell’interesse dei cittadini in grado di rilanciare il settore delle costruzioni e l’economia del Paese e che l’associazione ambientalista spiega in “Fermare il consumo di suolo, rigenerare le città”. Un documento, inviato alle Commissioni parlamentari e al Governo, dove oltre ad analizzare il Disegno di Legge approvato dal Governo il 15 Giugno 2013 in materia di “Contenimento del consumo di suolo e riuso del suolo edificato”, Legambiente propone integrazioni e modifiche normative per rafforzare l’efficacia dei controlli e spostare l’attenzione sulla rigenerazione urbana. “Le nostre idee e proposte – spiega Edoardo Zanchini, vice-presidente di Legambiente – vogliono tenere insieme gli obiettivi di tutela e di riqualificazione del territorio ed incrociare alcune questioni come la grave crisi che sta vivendo il settore delle costruzioni. È indispensabile lanciare un segnale chiaro al mondo dell’edilizia attraverso una Legge che sposti l’attenzione sulla rigenerazione urbana”. Nel documento Legambiente pone in particolare l’attenzione sulla necessità di un efficace monitoraggio del consumo di suolo, di limiti e controlli nei confronti dell’occupazione di suoli agricoli, di riuso del patrimonio non utilizzato e degradato, in modo da creare condizioni di vantaggio per una diffusa riqualificazione con obiettivi ambientali, energetici e antisismici e chiudere così il ciclo dell’espansione edilizia. “Il suolo è un bene comune e una risorsa limitata e non rinnovabile – ha commentato Damiano Di Simine, responsabile suolo di Legambiente – Una legge che voglia fermare il consumo di suolo deve agire sulle cause che lo determinano, che sono legate alla formazione della rendita immobiliare. Se vogliamo fermare il consumo di suolo, è obbligatorio favorire la rigenerazione urbana: occorre sviluppare un nuovo equilibrio tra fiscalità e incentivi che renda attraente, efficace e più semplice l’investimento nella città, impedendo che i capitali in fuga dalla città producono anonime urbanizzazioni e piastre commerciali ai danni di campagne, coste e spazi aperti”. L’associazione ambientalista propone in particolare di introdurre un contributo per il consumo di suolo e spostare le risorse sulla rigenerazione urbana, prendendo come punto di riferimento la normativa tedesca. Occorre inoltre fermare la speculazione sulla proprietà e edificabilità dei suoli, stabilendo che i piani urbanistici debbano avere un ruolo di solo indirizzo, spostando ai piani attuativi la definizione dei diritti edificatori. Ma per cambiare le nostre città, spostando l’attenzione degli imprenditori edili verso la rigenerazione urbana, occorre semplificare e incentivare gli interventi nelle periferie per trasformarle in quartieri con parchi e spazi pubblici degni di questo nome, abitazioni a prezzi accessibili.

Fonte:il cambiamento

Gli Ecobonus diventano strutturali

Efficienza energetica, antisismica, sicurezza, depurazione delle acque, sostituzione delle coperture in amianto verranno incentivati dai nuovi Ecobonus 534745721-586x388

Dalla Camera arriva una svolta importante per l’ambiente e per un’economia più attenta alle imprese “green”: gli Ecobonus diventano strutturali e permanenti. Si tratta della principale novità sugli sgravi fiscali: le detrazioni fiscali per l’efficienza energetica degli immobili dovranno essere stabilizzate dal 2014. Il pacchetto con le misure su edilizia e ambiente ha ottenuto 480 voti favorevoli alla Camera, compresi quelli del Movimento 5 Stelle. Per quanto riguarda la stabilizzazione degli sgravi sarà la legge di Stabilità, il prossimo ottobre, a definire la normativa, l’entità delle detrazioni e le relative coperture finanziarie. Le misure e gli incentivi di carattere strutturale riguarderanno: 1) l’efficienza energetica e idrica, 2) il sismico, 3) la messa in sicurezza degli edifici, 4) la depurazione delle acque inquinate da arsenico, 5) la sostituzione delle coperture di amianto. Il decreto recepisce una direttiva europea per il miglioramento energetico degli edifici. A giugno la mancanza di buone pratiche in materia è costata all’Italia una condanna dalla corte di giustizia Ue. L’aumento degli “sconti” dal 55 al 65% potrebbe portare, secondo le stime, a 100mila nuovi posti di lavoro. E il miglioramento dell’efficienza energetica delle case potrebbe farci risparmiare parecchi milioni di euro di riscaldamento all’anno. Ma gli sgravi alle ristrutturazioni e all’edilizia conservativa sono un importante passo contro il dissennato consumo di suolo che erode terreno agricolo a un Paese che ha sempre più bisogno di un’agricoltura di prossimità.

Anche il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando sembra avere le idee chiare sulla questione:

Gli ecobonus possono essere un volano per la ripresa dell’economia e credo che lo saranno ancora di più se verrà approvata la legge che è stata già varata dal consiglio dei ministri che impedisce il consumo di nuovo suolo. Dobbiamo orientare l’attività edilizia nella direzione del riuso, del recupero.

Fonte: Ansa