VI Rapporto Anci-Conai: 12 comuni italiani premiati per incremento quantità di rifiuti avviati al riciclo

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Durante la presentazione del VI rapporto Anci-Conai, sono stati premiati ben 12 comuni che hanno sensibilmente migliorato la raccolta differenziata e diminuito le emissioni di CO2 .

Dei 3.549 Comuni che hanno raggiunto l’obiettivo del 50% di avvio a riciclo, in 12 hanno ricevuto oggi un riconoscimento come migliori novità del 2015, considerando non solo l’incremento delle quantità di rifiuti avviati al riciclo, ma anche quante emissioni di CO2 equivalenti sono state evitate: Scandicci, Saronno, Ostuni, Cava de’ Tirreni, Cuneo, Como, Bergamo, Salerno, Padova e le Città Metropolitane di Milano, Torino e Venezia. Le targhe sono state consegnate durante la presentazione del VI rapporto di Anci e Conai sull’andamento della raccolta differenziata in Italia.

Ecco l’elenco dei vincitori:

 

Scandicci – provincia di Firenze – 49.765 abitanti 

AR: 87,62%

RD : 88,91%

Emissioni evitate: 0,242 tCO2eq/t avviate a riciclo

Saronno – provincia di Varese – 38.598 abitanti 

AR: 73%

RD : 74,13%

Emissioni evitate: 0,173 tCO2eq/T avviate a riciclo

Ostuni – provincia di Brindisi – 31.860 abitanti 

AR: 79,96%

RD : 75,27%

Emissioni evitate: 0,173 tCO2eq/T avviate a riciclo

Cava de’ Tirreni – provincia di Salerno – 53.885 abitanti

AR: 79,94%%

RD : 82.29%

Emissioni evitate: 0,167 tCO2eq/T avviate a riciclo

Cuneo – 55.013 abitanti

AR: 69,62%

RD : 67,59%

Emissioni evitate: 0,198 tCO2eq/T avviate a riciclo

Como – 82.045 abitanti 

AR: 68,54%

RD : 68,44%

Emissioni evitate: 0,174 tCO2eq/T avviate a riciclo

Bergamo – 115.349 abitanti 

AR: 69,12%

RD : 67,27%

Emissioni evitate: 0,171 tCO2eq/T avviate a riciclo

Salerno – 132.608 abitanti 

AR: 52,67%

RD : 53,60%

Emissioni evitate: 0,142 tCO2eq/T avviate a riciclo

Padova – 206.192 abitanti 

AR: 51,29%

RD : 47,33%

Emissioni evitate: 0,221 tCO2eq/T avviate a riciclo

Città Metropolitane di Milano – 3.038.420 abitanti

AR: 58,26%

RD : 59,38%

Emissioni evitate: 0,168 tCO2eq/T avviate a riciclo

Venezia  – 846.962 abitanti

AR: 53,01%

RD : 53,47%

Emissioni evitate: 0,194 tCO2eq/T avviate a riciclo

Torino – 2.247.780 abitanti

AR:  51,74%

RD : 54,08%

Emissioni evitate: 0,189 tCO2eq/T avviate a riciclo

 

Fonte: ecodallecitta.it

Sfalci e potature: Fiper scrive al presidente Anci Fassino per l’impiego a scopi energetici

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Lettera aperta di Fiper (Federazione Italiana Produttori di Energia da Fonti Rinnovabili) al presidente dell’ANCI Piero Fassino per l’impiego di sfalci e potature da verde urbano a fini energetici in relazione al Collegato Agricoltura in discussione al Senato. On line il testo della lettera

 

Gentile presidente Fassino,

 

le scrivo a nome della Federazione dei Produttori di Energia da Fonti Rinnovabili-FIPER che rappresento in qualità di presidente riguardo la modifica all’art. 185 del Testo Unico Ambientale inserita nel collegato agricolo all’art. 41 del Ddl S 1328-B che prevede l’impiego delle potature del verde urbano a fini energetici che verrà discusso al Senato lunedì 20 giugno 2016.

FIPER da anni si batte per fare in modo che le potature del verde urbano non siano più considerate rifiuti, come avviene già in molti altri Paesi Europei e possano quindi essere utilizzate ai fini energetici. La modifica ora introdotta dal collegato Ambientale riprende la logica del parere rilasciato dal Ministero dell’Ambiente lo scorso 17 maggio 2015 sulla possibilità di classificare le potature del verde urbano quale sottoprodotto nel rispetto dei requisiti previsti dall’art.184 del Testo Unico Ambientale, posizione che, tra l’altro, era già la stessa introdotta da Cottarelli nel suo piano di Spending Review (Capitolo misure sotto i 100 milioni di euro: valorizzazione biomasse legnose).

Nei giorni scorsi abbiamo appreso con stupore da un’agenzia di stampa che Filippo Bernocchi di Prato, vostro delegato ANCI a Energia e Rifiuti avrebbe appoggiato la mozione del presidente del Consorzio Italiano dei Compostatori, Alessandro Canovai e nonché presidente di ASM spa, municipalizzata che gestisce la raccolta rifiuti di Prato, affinché questa tipologia di residuo rimanga nella disciplina rifiuti.

Dal punto di vista economico, per l’amministratore pubblico, l’utilizzo del verde urbano trasforma la gestione di questa biomassa da costo di smaltimento a vendita sul mercato con relativo ricavo. È bene che ANCI sappia che, a livello nazionale, il quantitativo disponibile di potature del verde urbano si attesta dai nostri studi intorno ai 3-4 milioni di Tonnellate/anno con un costo di smaltimento di circa 180-240 milioni di Euro a fronte di un possibile ricavo, in caso di utilizzo energetico, di 80-120 milioni. Il beneficio economico complessivo per l’Amministrazione pubblica Italiana potrebbe aggirarsi quindi tra 240-360 milioni di Euro/anno.

Diversificare gli usi e aumentare la competitività dei “beni pubblici” ci sembra un interesse generale da perseguire, promuovere e salvaguardare. Tra l’altro non si capisce la preoccupazione del Presidente Canovai e del comparto che rappresenta dal momento che, la classificazione delle potature, fuori dal regime di gestione dei rifiuti, non vieterebbe ai compostatori di impiegare questo materiale quale strutturante della fabbricazione del compost come da loro indicato.

Chiaramente ci si misurerà sul mercato, nella logica della concorrenza nei diversi usi (compost – energia) ed è chiaro che i Comuni potranno sempre più beneficiare economicamente di questa competizione per l’acquisto delle potature di loro pertinenza.

Credo non sia invece sostenibile la tesi secondo cui se detta biomassa viene considerata rifiuto permetta alle amministrazioni comunali di raggiungere gli obiettivi previsti per la raccolta differenziata.

Quanto sopra premesso, le sarei grato di conoscere la posizione ufficiale di ANCI in merito alla questione potature, auspicando che ANCI voglia appoggiare la proposta inserita nel collegato agricolo, facendosi parte attiva affinché l’art. 41 non subisca ulteriori impedimenti ostativi.

Colgo l’occasione per porgerle cordiali saluti e rimango a disposizione per un eventuale confronto per meglio illustrarle le tematiche sopra trattate.

F.I.P.E.R.presidente
Walter Righini

Fonte: ecodallecitta.it

 

In bicicletta contromano: come potrebbe cambiare il codice della strada

È al vaglio del Ministero dei Trasporti una modifica del codice stradale che potrebbe legittimare, in alcune aree urbane, la possibilità di pedalare in senso contrario al traffico motorizzato. L’opinione di Fabio Zanchetta, organizzatore del Bike Pride

Il codice della strada potrebbe subire presto una modifica chiesta a gran voce dalle associazioni di ciclisti urbani e proposta dagli assessori alla mobilità di Torino, Milano e Firenze attraverso l’Anci: la possibilità, per le biciclette, di muoversi in senso contrario al traffico motorizzato. Si tratta di rendere legittimo un comportamento già diffuso e consolidato in molti Paesi Europei (dall’Olanda al Regno Unito dalla Danimarca alla Francia) e, naturalmente, circoscritto ad aree in cui questa nuova disciplina non sia pericolosa per l’utenza. Le vie nelle quali sarà possibile viaggiare in senso contrario alle auto dovranno rispettare cinque requisiti:

1) una carreggiata larga almeno 4 metri (non considerando le auto parcheggiate sul lato destro della strada),

2) l’assenza di parcheggio sul lato sinistro,

3) il divieto di transito per i mezzi pesanti,

4) un limite massimo di velocità di 30 km/h (zone 30),

5) l’opportuna segnaletica stradale.

In Italia qualche esperimento è già stato fatto nelle “zone 30” di Reggio EmiliaPesaro,Bolzano e Ferrara, ora la bozza proposta dall’Anci è al vaglio della Commissione del Ministero dei Trasporti. Sulla questione abbiamo interpellato Fabio Zanchetta, organizzatore del Bike Pride, la manifestazione dell’orgoglio ciclista che la scorsa primavera ha invaso le strade torinesi con un fiume di biciclette.

L’intervento non è così facile. Le restrizioni proposte sono fortemente vincolanti e a Torino, per esempio, potrebbero rientrare nella modifica del codice solamente le vie del Quadrilatero (una zona del centro cittadino, ndr). Fa sorridere l’idea che con queste restrizioni si possa mettere in atto una rivoluzione della viabilità più leggera,

spiega Zanchetta.

Insomma, cinque vincoli sono troppi e strade con una larghezza di 4 metri, al netto della auto parcheggiate, difficilmente vengono incluse nelle “zone 30”. I vincoli della bozza Aci rischiano di cannibalizzarsi l’uno con l’altro.

Ciò non toglie che, in linea generale, questa proposta vada nella direzione giusta: le statistiche sui benefici di simili politiche della viabilità all’estero parlano chiaro. In Francia esperienze del genere sono vecchie di trent’anni e in Italia arriveremmo comunque in ritardo,

continua Zanchetta che spiega come una simile modifica rovesci la gerarchia delle strade di quartiere, mettendo al primo posto il pedone, al secondo il ciclista, al terzo l’automobilista:

L’automobilista sa di non avere la priorità e impara ad andare piano. È una questione di abitudine. In 17 Paesi europei la cosa ha funzionato ed è diventata una norma del codice della strada.

Fonte: ecoblog

Rapporto Anci-Conai 2012: in Italia solo sette regioni oltre il 50% nel riciclo dei rifiuti

Tra i Comuni con più di 50mila abitanti solo 25 riciclano più del 50% dei rifiuti.FRANCE-ENVIRONMENT-WASTE-RECYCLING-THEME

Il Rapporto sulla raccolta differenziata e il riciclo, nato dalla collaborazione tra Anci (Associazione nazionale dei Comuni italiani), Conai (Consorzio nazionale imballaggi) e alcuni stakholders del settore e redatto con la collaborazione di Ancitel Energia e Ambiente, giunge alla sua terza edizione, infatti pochi giorni fa è stato presentato quello con i dati relativi al 2012. Ebbene, dal nuovo rapporto emerge che in Italia, a livello nazionale, c’è una percentuale di raccolta differenziata dei rifiuti del 39,9%, mentre quella del riciclo è del 38,6%. Il Codice dell’ambiente (decreto legislativo n. 152 del 2006) prevede di raggiungere entro il 2020 una percentuale del 50% in termini di peso, ma per ora, purtroppo, questo obiettivo sembra abbastanza lontano. Il dato positivo è che comunque la percentuale di avvio al riciclo e quella della raccolta differenziata sono in aumento, rispettivamente dell’1,3% e del 4,4%. Per quanto riguarda i dati a livello regionale, dal Rapporto emerge che in tutta Italia solo Valle d’Aosta, Lombardia, Piemonte, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Veneto e Sardegna superano la soglia del 50% del riciclo, con una evidente assenza di regioni del Sud e del Centro. Anche a livello comunale i dati sono negativi, perché tra i comuni che hanno più di 50mila abitanti soltanto 25 in tutta Italia superano il fatidico 50% di riciclo. Ricordiamo che il Rapporto sulla raccolta differenziata e il riciclo si basa sulla banca dati che è nata dagli accordi tra Anci, Conai, Centro di coordinamento Raee, Centro di coordinamento nazionale pile e accumulatori e Consorzio nazionale abiti usati.

Fonte: Anci.it

 

Ciafani, Legambiente: «Ancorare il ciclo integrato dei rifiuti a una gerarchia economica»

«Il comune di Roma e di Genova, o tutti i comuni della Sicilia o della Puglia – ha detto il vicepresidente di Legambiente – continuano a smaltire in discarica a prezzi ridicoli. La politica deve effettuare una rimodulazione del sistema in modo da ancorare il ciclo integrato dei rifiuti a una gerarchia economica». Appello ai parlamentari: «Occorre eliminare il tetto massimo dell’ecotassa che ammonta a 25 euro»375724

Intervenuto alla conferenza stampa di presentazione dei Associazione dei Comuni Virtuosi “Accordo quadro ANCI – CONAI: riscriviamolo da protagonisti”, il vicepresidente di Legambiente Stefano Ciafani, spiega i problemi italiani legati allo smaltimento dei rifiuti in discarica. «Secondo i dati dell’Ispra – ha detto Stefano Ciafani – nel 2012, il 40% dei rifiuti italiani finisce in discarica come media nazionale. E’ una media quindi significa che si sono alcuni comuni che inviano a smaltimento solo il 25% dei loro rifiuti, ce ne sono altri, come in Sicilia, che ne portano in discarica il 90%. Da 16 anni Legambiente , da quando c’è il decreto Ronchi, cerca di far applicare la norma della gestione integrata dei rifiuti. L’Italia, però, ne verrà capo se la politica farà mollare la presa alle lobby che ingessano il sistema. Il ciclo dei rifiuti italiano potrà finalmente seguire la gerarchia disposta dalla norma europea (le azioni di riduzione e riciclaggio prima del recupero dell’energia e dello smaltimento), quando il ciclo integrato dei rifiuti sarà fondato anche su una gerarchia economica. Cioè quando le opzioni di smaltimento in discarica e il recupero energetico diverranno trattamenti più costosi del riciclaggio e della riduzione». «Noi sappiamo benissimo che così non è in buona parte del paese. Il comune di Roma e di Genova, o tutti i comuni della Sicilia o della Puglia, continuano a smaltire in discarica a prezzi ridicoli. Quando si smaltisce una tonnellata di rifiuti a 70 euro, oppure a 50 (o a 45€ come a Trani, ndr), i comuni più volenterosi sono tentati comprensibilmente a far quadrare il bilancio inviando i loro rifiuti in discarica. Allora per far in modo che ci sia anche una gerarchia economica, e dunque che la discarica diventi il trattamento più costoso, bisogna effettuare una rimodulazione del sistema. Su questo la politica ha una straordinaria responsabilità». «Una norma del ’95 – ha concluso facendo un appello ai parlamentari – prevede un limite massimo di 25€ per l’ecotassa. Occorre eliminare questa soglia, in modo che le regioni possano disincentivare l’uso intensivo della discarica da parte dei comuni».

Fonte: eco dalle città

 

13 ottobre, Giornata Nazionale del Camminare 2013

Dopo l’importante successo del 2012, domenica 13 ottobre si celebra la seconda edizione della Giornata Nazionale del Camminare organizzata da FederTrek, in collaborazione con la rivista TREKKING&Outdoor e con il Patrocinio del Ministero dell’Ambiente, del MIUR e dell’ANCI: non mancate!375741

La Giornata nazionale del Camminare nasce dalla volontà di sensibilizzare i cittadini e le istituzioni su temi oggi fondamentali, quali la qualità della vita nel territorio urbano e la riduzione delle emissioni inquinanti. Camminare, un gesto naturale e spontaneo in grado di apportare benefici psico-fisici alla salute delle persone (come dimostrano i numerosi studi dell’OMS) e all’Ambiente. Camminare permette inoltre di riscoprire e valorizzare le bellezze delle nostre città, dei centri e dei borghi storici, con i loro monumenti celebri, ma anche con gli angoli suggestivi e nascosti. Aiuta a rinnovare un legame affettivo e di appartenenza con il tessuto urbano e sociale. Nel 2012 la Giornata Nazionale del Camminare ha visto l’adesione di oltre 100 città, dalle grandi metropoli come Milano, Torino e Roma, alle città d’arte e di cultura come Firenze e Genova, fino ai piccoli borghi e paesi, dove sono stati organizzati percorsi, iniziative ed eventi con la regia delle amministrazioni locali e il coinvolgimento di tantissime associazioni e dei cittadini. Molti sono stati i Comuni che, in occasione della Giornata, hanno predisposto la chiusura al traffico privato di ampie zone del territorio urbano, per dar modo di organizzare visite guidate a piedi, giochi per bambini e momenti di sensibilizzazione sul valore del camminare come forma di mobilità sostenibile. Grande successo ha riscontrato anche la proposta di percorsi tematici, non solo nei centri storici ma anche nelle periferie o nei parchi cittadini. Visti i positivi risultati della prima edizione, sono già diverse le città che hanno confermato la loro adesione alla seconda edizione della Giornata Nazionale del Camminare, impegnandosi a costruire, insieme a FederTrek, un percorso di forte informazione e sensibilizzazione sull’importanza del camminare, sottolineando sia i benefici in termini psico-fisici che socio-economici. Quest’anno, vista l’entrata in vigore della legge n.10 del 14/01/2013 “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani”, le amministrazioni e le associazioni aderenti saranno invitate a proporre iniziative che valorizzino il rapporto fra il camminare e la riscoperta degli spazi di natura in città e l’importanza della loro presenza e conservazione per la qualità della nostra vita. Tematica quest’ultima rispetto alla quale la FederTrek si sta impegnando anche con il progetto nazionale “Città del Trekking”. In occasione della Giornata Nazionale del Camminare 2013 verrà assegnato il premio“Giornata del Camminare 2013” alle città che si saranno dimostrate più virtuose nell’attuazione di concreti progetti di mobilità, in grado di rendere le strade cittadine più vivibili e a misura di camminatore/ciclista. Altra importante novità sarà il coinvolgimento del mondo della scuola nelle celebrazioni della Giornata, in applicazione del Protocollo d’Intesa recentemente siglato da FederTrek e dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. In particolare a fine agosto il MIUR emanerà una circolare di invito ad aderire alla Giornata del Camminare e ad inserire nell’offerta formativa attività formative inerenti al tema con allegato un bando proposto da Federtrek per far realizzare agli studenti un video sui benefici del camminare. Anche in questa edizione FederTrek attuerà specifiche iniziative di promozione a livello nazionale e locale, come la realizzazione di uno spot video diffuso sia su internet che sui media tradizionali e il coinvolgimento dei testimonial come la scrittrice Susanna Tamaro, il Presidente della Società Italiana di Scienza dell’Alimentazione Pietro Migliaccio, la giornalista Grazia Francescato, il filosofo Duccio Demetrio e il vicepresidente del WWF Italia Raniero Maggini ed altri che si aggiungeranno. Da parte delle città, l’adesione alla seconda edizione della Giornata Nazionale del Camminare dovrà avvenire con una delibera di Giunta che recepisce il “Manifesto del camminare” disponibile sul sito www.giornatadelcamminare.org, dove troverete anche tutte le informazioni e gli approfondimenti relativi all’evento.

Fonte: eco dalle città

Firmato il protocollo nazionale “Orti Urbani”

A Padova è stato firmato il nuovo protocollo d’intesa del progetto Nazionale “Orti Urbani” avviato da Italia Nostra e ANCI. A sottoscrivere il protocollo il ministro delle Politiche agricole Mario Catania, il sindaco di Padova Flavio Zanonato e il presidente di Italia Nostra

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Il progetto nazionale “Orti Urbani”, promosso da Italia Nostra e dall’ANCI (Associazione dei comuni di Italia), compie un altro passo in avanti. Il 20 febbraio a Padova è stato infatti sottoscritto un nuovo protocollo d’intesa che stabilisce ancora più nel dettaglio quello che è lo scopo generale del progetto, ovvero la definizione di una modalità comune in tutta Italia su come impiantare o conservare un orto urbano. Alla firma è intervenuto il Ministro delle Politiche Agricole e Forestali Mario Catania, il presidente di Italia Nostra Marco Parini e il responsabile nazionale di “Orti urbani” Evaristo Petrocchi. Presenti inoltre l’assessore al Verde del Comune di Padova Andrea Micalizzi e il Sindaco di Padova Flavio Zanonato, che ha fatto le veci dell’ANCI. Il nuovo accordo, sottoscritto anche da Coldiretti e dall’associazione Res Tipica, prevede nuove attività di censimento dei terreni in aree urbane e periurbane inutilizzate e la creazione di un nuovo sito WEB informativo e gestionale che favorisca la diffusione di una agricoltura di qualità a servizio delle comunità e degli abitanti delle città. L’intento, fanno sapere da Italia Nostra, è che si arrivi ad “una migliore tutela del paesaggio agrario in modo attivo e propositivo, contro la cementificazione e la speculazione edilizia”.

Parole di soddisfazione sono state in particolare espresse dal Ministro Catania e dal Sindaco di Padova sulla validità del progetto, “che ha favorito la riqualificazione di spazi abbandonati o degradati entro le città metropolitane, per destinarli con gli orti ad occasioni di socializzazione tra i cittadini orticoltori, di consumo a Km zero di prodotti delle terra. Fornendo anche innegabili vantaggi in termini di risparmio economico fondamentali in tempi di crisi come questi”. Orti Urbani è un progetto nazionale avviato nel 2006 e si rivolge a tutti coloro che, privati o enti pubblici, possiedono delle aree verdi da destinare all’ “arte del coltivare” nel rispetto della memoria storica dei luoghi e delle regole “etiche” stabilite da Italia Nostra e dall’ANCI. Partendo dalle linee guida elaborate dalla Facoltà di Agraria dell’Università di Perugia, l’idea non è solo quella di elaborare una modalità comune per la cura di un orto urbano, ma anche che questo venga concepito come un di “parco culturale, teso a recuperare specie in via di estinzione ma anche a coltivare prodotti di uso comune con metodologie scientifiche. Prodotti che potrebbero poi essere anche venduti dagli interessati a prezzi economici nella logica di accorciare la filiera dal produttore al consumatore”.

Fonte: eco delle città

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Firmato a Roma protocollo d’intesa tra Anci e Associazione Comuni Virtuosi

07/02/2013 — AMBIENTE: FIRMATO A ROMA PROTOCOLLO D’INTESA TRA ANCI E ASSOCIAZIONE COMUNI VIRTUOSI

Delrio: “Migliorare la qualità urbana si può ma occorrono piani strutturali”

 

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“La firma di questo protocollo rappresenta un esempio di cambiamento dal ‘basso’. Un’azione verso una migliore qualità della vita che nessuno ci ha imposto. E’ su questo genere di cambiamento che Anci guarda per migliorare le nostre realtà urbane e puntare ad uno sviluppo sostenibile”. Così il presidente dell’Anci, Graziano Delrio, durante la conferenza stampa di presentazione del protocollo d’intesa tra Anci e l’associazione Comuni virtuosi.
L’accordo ha la finalità di promuovere nei municipi italiani lo sviluppo di progetti e di iniziative per sensibilizzare alla formazione ambientale, alla tutela e valorizzazione della biodiversità, alla promozione del risparmio energetico e delle energie rinnovabili e al riuso e riciclo dei rifiuti.
“In Europa – ha ricordato Delrio facendo l’esempio della Germania – i governi puntano forte sull’autosufficienza energetica e sulle fonti rinnovabili. Da noi questo non accade e si preferisce procedere per decreto. Occorrono invece – ha proseguito il presidente Anci – piani strutturali ad impatto zero per un cambiamento ‘vero’ che in questo caso non può non passare dal coinvolgimento pieno dei Municipi italiani”.
Delrio ha poi auspicato che anche in Italia si vada verso un percorso di “autonomia energetica” una strada che secondo il presidente Anci “aprirebbe a nuovi mercati, penso all’efficientamento degli edifici pubblici, e di conseguenza ad un processo di sviluppo”. “Lavoreremo per mettere a valore questo genere di iniziative – ha concluso Delrio – perché la casa dei Comuni italiani è sempre aperta quando ci sono iniziative come questa che puntano a migliorare la qualità della vita e delle amministrazioni”.
Per l’associazione Comuni virtuosi (che conta 70 municipi medio-piccoli) hanno partecipato il presidente e sindaco di Monsano, Gianluca Fioretti e il coordinatore dell’associazione e assessore di Colorno, Marco Boschini. Per entrambi l’importanza dell’accordo con Anci sta nella opportunità di diffondere sul tutto il territorio nazionale le buone pratiche sperimentate nei Comuni già aderenti ai Comuni virtuosi. “Vogliamo offrire a tutte le amministrazioni le nostre esperienze per costruire, nonostante le difficoltà economiche di questo periodo, strumenti utili per gestire e far crescere i nostri territori in chiave sostenibile ed efficiente”.

Fonte: Anci