L’infinito amore dei governanti per il popolo…

Dobbiamo andare oltre le apparenze, capire che tutto dipende da noi e vivere, semplicemente vivere. Abbiamo una fortuna unica e continuiamo a lamentarci di obblighi e restrizioni, invece di esplorare nuove strade, abbandonare i luoghi in cui tutto è visibile e prevedibile, creare delle alternative vere, tornare a essere umani e fantasticamente creativi. Siamo noi e solo noi i responsabili di tutto quello che accade, ogni tanto è bene ricordarlo.

Poche e sintetiche premesse prima che procediate alla lettura di questo mio scritto:

– Ogni riferimento a fatti, luoghi, situazioni o persone è puramente casuale

– È un racconto fantasy, naturalmente, che mi è venuto così, una mattina, leggendo qua e là qualche giornale

– Se scorgete nel testo una punta di amarezza e di ironia o avvertite una sfumatura tagliente, direi che potete annoverarvi tra chi ancora è capace di un sorriso, benché appunto amaro

Detto questo eccomi qui con questo mio scritto.


Siamo nel Paese XXX.

Si dice che esista un sito misterioso dove poter trovare i numeri di serie e di lotto delle fiale con la cura sperimentale che sono state inoculate ad appartenenti ai vertici alla guida del Paese, a rappresentanti istituzionali e non solo, o, ancora, a tutti coloro che ricoprono incarichi strategici, con tanto di consenso informato; e lo stesso varrebbe per gli ecclesiastici.

In quel Paese sono veramente tutti uguali.

Pensate che per questa iniziativa si sono rivolti addirittura al Garante della Privacy per sottoscrivere una liberatoria pur di dimostrare al popolo che hanno realmente dato il buon esempio. E il popolo sta facendo una raccolta firme per candidarli al Nobel per la Pace.

E’ l’ennesimo gesto d’amore e di trasparenza dedicato ai malfidati e agli ingrati.

Da veri condottieri hanno dato l’esempio e il corpo alla scienza.

Il potere spirituale e quello temporale in questa delicata fase storica stanno vivendo un idillio.

Nel Paese XXX hanno creato il governissimo al quadrato, la perfezione del pensiero unico, esattamente come accade in alcuni altri Paesi oggi alla ribalta della cronaca, con la differenza (del tutto marginale) che a XXX il potere secolare ha vinto su quello spirituale, mentre altrove è l’opposto.

Per favore non saltate sulla sedia per il paragone, leggetemi pazientemente.

A XXX hanno superato qualsiasi barriera del diritto, sono amministrati e guidati dai talebani laici dell’amore eterno. Oltre il PIL e la Statistica, oltre le religioni e le sperimentazioni, oltre ogni contratto sociale: finalmente ci sono loro che indicano la strada.

Le vie dell’emergenza a XXX poggiano sulla contingenza e mai sulla strategia: sono lastricate di DPCM e decreti legge e hanno obiettivi variabili e mobili.

Nel Paese XXX da marzo 2020 è stata completamente azzerata la Chiesa (consenziente e prostrata), da quando ha accettato di tenere chiusi i templi apparentemente in ossequio alle richieste secolari.

Un gesto con una profonda simbologia ed estremamente auto esplicativo: non c’è fede che tenga di fronte al malgoverno della sanità e all’inettitudine degli uomini.

I sacerdoti, in fuga dalle loro responsabilità morali, esattamente come tanti medici, confessavano per telefono, rintanati nelle canoniche, inventandosi l’estrema unzione virtuale come nei peggiori film di fantascienza.
Forse per questo le donazioni dei vivi sono un po’ calate, ma i lasciti…

A XXX non ci sono più i sacerdoti di una volta che magari torturavano gli eretici ma sfidavano la peste, la lebbra, la malaria e ne uscivano vincitori con il miglior placebo esistente: la Fede.

Ma si vuol mettere i virus di allora con quelli brevettati di oggi?

Questa generazione di sacerdoti ha inventato la vigile attesa religiosa laddove da secoli i templi erano un luogo da cui ripartire, un luogo in cui rifugiarsi.

Uomini di poca fede.

Da allora il sillogismo posto in essere, per recuperare credibilità (e forse soldi?) e visibilità è stato:
1 – fare la cura sperimentale (i sacerdoti la chiamano vaccino) è un atto d’amore

2 – il governo somministra il siero ai cittadini

3 – il governo ama i cittadini

Ripartono le donazioni. E passa la paura. A XXX un altro immenso atto d’amore concertato fra potere secolare e potere spirituale è il Green Pass. Permette a tutti di crescere interiormente provando realmente l’emarginazione proprio come nella fattoria degli animali (ora abitata da criceti) in cui tutti gli animali sono uguali ma ce ne sono di più uguali. Stanno provando quello che da occidentali ricchi e boriosi non credevano di dover mai provare, quello che provano i barboni quando d’inverno guardano dentro i ristoranti e aspettano che i camerieri buttino gli avanzi per recuperarli. Sicuramente il profilo morale di quella società migliorerà. Sicuramente impareranno un po’ di più ad accogliere e ascoltare (ma non tanto, perché passata la nottata tutto torna come prima). E’ un immenso atto d’amore quello di aver concesso a ogni suddito di guardarsi allo specchio e capire realmente cosa volesse fare della propria vita ma, soprattutto, cosa gli altri avrebbero voluto che facesse della sua vita e riflettere sull’assurdità della cosa. Nella storia dell’Umanità rare volte è stata concessa a un Popolo intero un’occasione del genere. Forse mai.

Ma appartenere a quel popolo, del Paese XXX, che annovera intellettuali, condottieri, strateghi, santi, scienziati, rivoluzionari (e mi devo fermare perché non basterebbero 100 pagine per elencare tutti i nomi di quegli illustri), non è da tutti.
Ovviamente i Popoli mal guidati scelgono la via più facile, quella che illude e non risolve, quella che tampona e ha effetti collaterali. Non si curano le cause, le inefficienze, le incompetenze, ma gli effetti. Così tutto rimarrà invariato per il prossimo virus con la differenza (non banale), che la strada è stata già tracciata. Noi nel Paese XXX, invece; perché là sono fortunati, le premesse per un innalzamento del profilo morale e sociale ci sono tutte. Dopo un anno e più di spacconate mediatiche smentite quasi sempre dall’andamento statistico, hanno applicato il manuale della comunicazione d’emergenza sostituendo un politico con un tecnico. Non è cosa banale: in emergenza le persone si fidano dei tecnici e NON dei politici. Quando gli scienziati opinionisti della domenica hanno fatto il loro tempo (finalmente), il passo cambia: ora hanno un tecnico che parla raramente (altro modo per avere la massima attenzione) che, però, capisce di medicina come io di astrofisica, e una guida “spirituale” che prende posizioni in materia di salute pubblica che hanno il valore di una chiacchiera al Bar dello Sport, dato che non ne può parlare “ex cathedra”.

Ma sono tutti atti d’amore che permettono alle persone finalmente di capire di che pasta sono fatte e fin dove possono sopportare e accettare. Hanno una fortuna unica eppure continuano a lamentarsi di obblighi e restrizioni, invece di esplorare nuove strade, abbandonare i luoghi in cui tutto è visibile e prevedibile, creare alternative vere, tornare a essere umani e fantasticamente creativi. Sono loro e solo loro i responsabili di tutto quello che accade, ogni tanto è bene che se lo ricordino. Magari ascoltando la messa in tv e appuntandosi i punti salienti dell’omelia del presidente quando, dal pulpito, addita i peccatori seduti nei banchi in fondo.

Fonte: ilcambiamento.it

Massimo Ivaldo: da attore teatrale a raccontastorie nei parchi

Massimo è un attore teatrale che dopo essere sceso dai palchi di grandi teatri, dall’inizio del lockdown va in giro per parchi e vicoli, regalando poesie per infondere speranza e lenire la paura verso l’altro che si sta diffondendo tra adulti e bambini.

Massimo Ivaldo, conosciuto sul palco anche come dottor Nasello, è un artista dalle capacità poliedriche che ha vissuto molte vite in una, trasformandosi da animatore sociale ad attore teatrale di successo, a racconta storie per grandi e piccoli. Una persona, oltre che a un professionista, dotata di una resilienza e una creatività fuori dal comune. Oggi Massimo è uno scrittore di libri “per l’infanzia e per animi fanciulleschi”, autore, attore e produttore di opere teatrali e raccontastorie. Se vi ho incuriosito e lo volete conoscere, lo troverete nei vicoli e nei parchi liguri di ponente e genovesi a regalare con il suo banchetto itinerante poesie e limoni a passanti.

DALLA FORMAZIONE AL SUCCESSO

Nel suo sito Massimo si definisce come “Animattore teatrale artigianale, fatto in casa, nei banchetti coi libri per strada, nelle Case di Riposo e negli Ospedali pediatrici” e per essere tutto ciò servono una buona dose di talento e una fonte quasi inesauribile di entusiasmo: e a conoscerlo da vicino vien da pensare che sia proprio il suo caso. Ma la strada che ha seguito inizia molti anni fa. Lui stesso racconta così il suo percorso: «Sono un geometra che si è iscritto a lettere perché sognava di fare il giornalista sportivo. Mi sono laureato in lettere moderne e ho fatto una tesi sull’autarchia morettiana».

«Da sempre scrivo poesie e per lo più d’amore. Da che ho ricordi, la scrittura ha sempre smosso tante cose in me. Dopo la laurea ho iniziato a lavorare in una casa di riposo come animatore sociale, ma non volendo escludere le persone allettate o con problemi psichici ho cercato di reinventare il ruolo con un metodo nuovo. Da allora, attraverso il personaggio del dott. Nasello (che prende ispirazione dal mio grande naso) porto sorrisi nelle case di riposo e negli ospedali pediatrici».

Grazie a questo metodo di animazione, che prende spunto dalla clownterapia, Massimo inizia ad avvicinarsi al mondo del teatro, partecipando un po’ per gioco a un provino per entrare in una importante compagnia teatrale ligure. In quegli anni la compagnia partecipa a concorsi nazionali, arrivando tra le prime cinque in Italia grazie a spettacoli in diverse città della penisola. Sono gli anni per lui di grandi successi, riconoscimenti, scanditi da palcoscenici di grandi teatri. Vent’anni fa, però, il mondo delle compagnie teatrali inizia ad andargli stretto e decide di lasciarlo per provare a mettersi in gioco attraverso spettacoli scritti, recitati e prodotti in maniera autonoma. Da allora, attraverso collaborazioni occasionali, ha diretto e messo in scena diverse opere, cambiando però radicalmente il contesto: ovvero passando da teatri sontuosi a palchi nelle piazze cittadine, auditorium e palestre, ma soprattutto a scuole primarie. Dall’inizio del lockdown dello scorso anno, non potendo più andare a teatro o entrare nelle scuole e in luoghi chiusi, si può trovare Massimo in giro per parchi e vicoli, intento a fermare i passanti, regalare poesie, improvvisare racconti e regalare i limoni del suo albero, per infondere speranza e lenire la paura verso l’altro che si sta diffondendo tra adulti e bambini. Ed è così che da attore da palcoscenico Massimo si è trasformato per necessità a diffusore itinerante di cultura e amore.

IL LINGUAGGIO E L’AMORE

Ascoltare i racconti di Massimo è un’esperienza densa di emozioni: gioia e risate sono intervallate da nostalgia e malinconia. Le storie che narra prendono spunto dai libri che ha scritto e rendono più che mai vivi e reali i personaggi umani e animali nelle loro avventure. Il linguaggio scelto dall’attore è tragico, ma allo stesso tempo comico, ed è in questo turbinio di emozioni che riesce a parlare ai suoi spettatori incontrati nelle vie di vita, tristezza, solitudine e bellezza della natura. Sempre con un filo conduttore: l’amore. «Per chi non l’ha trovato in maniera assoluta e per chi, come me, è alla continua ricerca dell’amore, l’espressione artistica è un’occasione per fotografarlo, viverlo e riviverlo, per poi trasfigurarlo attraverso la poesia, cercando di comprenderlo.»

GLI SPETTACOLI ITINERANTI

Negli scorsi anni Massimo aveva scritto e recitato altri spettacoli itineranti. Tra questi l’ultimo era “Pinocchio pinocchio”, in cui diversi attori, in diverse postazioni, raccontavano e interpretavano la storia del loro personaggio.«Mi hanno sempre affascinato gli spettacoli itineranti: il fatto di poter stare all’aperto, giocare un po’ con la scenografia componendola con materiali essenziali, recitando nei parchi, nei vicoli. Recito poesie e animo i miei racconti».

LE CAREZZE DELLE POESIE

Avvicinare per strada persone sconosciute in questo momento storico è più che mai complesso: la diffidenza e la paura del prossimo la fanno più che mai da padrone. «Fermarsi e parlare con uno sconosciuto – mi racconta Massimo – non è un comportamento tipicamente umano, quindi da sempre, ma oggi più mai, lo faccio con delicatezza e gentilezza».

«Cerco di essere incisivo, ma non pedante. Lo faccio chiedendo il permesso e regalando poesie e limoni senza chiedere nulla in cambio. Penso che se il mondo abbia sempre più paura e bisogno di qualcosa di rincuorante come una poesia, che è per me un atto d’amore, una carezza, con cui cerco di alleviare a modo mio il loro stato d’animo».

I LIBRI

Massimo ha pubblicato in questi anni di teatro, alcuni dei racconti scritti per le sue rappresentazioni. Ad oggi ha scritto sei libri: il primo è stato “Coccodina e gli altri volatili” edita dalla Fata Trac della Giunti, che non è più in stampa. LUCI (con illustrazioni Giorgia Atzen ed edito da Illustrazioni Corsare), La Storia Amorosa di Cecco e di Rosa (illustrazioni Giorgia Matarese, di KC Edizioni), Quando gli Animali parleranno agli uomini (e alle donne) (illustrazioni di Caterina Montanari, di KC Edizioni) e I GIOCHI DI… “Ancora una volta” (con disegni di Antonio De Vecchi, edito sempre da KC Edizioni). La cultura è in un momento davvero complesso: schiacciata, sorpassata, messa in secondo piano da tutto e tutti. Ma come ci ricorda Massimo è proprio l’arte il motore della speranza e della bellezza. Sosteniamo dunque insieme artisti come lui, che nonostante le difficoltà, cercano ogni ogni giorno di regalare sorrisi, poesie e limoni a persone sconosciute. Come? Acquistando i suoi libri, invitandolo nella piazza della vostra città, e ricambiando un po’ dell’amore che con fatica cerca di diffondere.

Fonte: https://www.italiachecambia.org/2021/04/massimo-ivaldi-attore-teatrale-raccontastorie-parchi/?utm_source=newsletter&utm_medium=email

«Aiutateci a tenere vivo il Centro dei Due Parchi»

L’appello lo lancia la cooperativa formata da giovani speleologi e alpinisti che ha trasformato in lavoro l’amore per la natura di giovani motivati. Il terremoto del centro Italia ha distrutto il Centro dei Due parchi, in provincia di Ascoli, dove si facevano attività rivolte ai giovani per sensibilizzarli all’amore per la natura. Ora il gruppo fondatore chiede aiuto per la ricostruzione.9555-10314

Forestalp è una piccola cooperativa nata nel 1984 dal desiderio di giovani speleologi e alpinisti di fare del loro amore per la natura, un lavoro. Nell’estate del 1979 parteciparono a un campo speleologico nel massiccio del Vercors e in quell’occasione, una visita a Grenoble a La Maison de la spéléologie fece loro scoprire che l’arrampicata, l’escursionismo, la speleologia potevano essere proposte da rivolgere alle scuole per far conoscere ai più giovani ciò che appassionava il gruppo fondatore e che poteva diventare un lavoro.

«L’idea era nata ed inizio’ una lunga storia di lavoro, di amicizia, di passioni che ci portò a gestire tante strutture ricettive nell’appennino marchigiano facendone dei centri per l’educazione e il turismo ambientali – spiegano i ragazzi di Forestalp – La nostra finalità, da sempre, è educare alla tutela della natura e per farlo non c’è cosa migliore che l’esperienza diretta. Si impara: il 10% di ciò che si legge; il 20% di ciò che si ascolta; il 30% di ciò che si vede; il 50% di ciò che si vede e sente; il 70% di ciò che si discute con gli altri; l’80% di ciò di cui si fa esperienza diretta. Abbiamo investito tanti anni di risorse e di formazione e siamo diventati tour operator, ente di formazione, centro di educazione ambientale, lavorando a fianco di insegnanti e scuole di tutta Italia. Dopo aver gestito tante strutture, finalmente nel 2004 arriva il Centro dei Due Parchi ad Arquata del Tronto (Ascoli Piceno) e si realizza un sogno: troviamo il posto che avevamo sempre cercato, nel cuore dell’Italia, nel punto di unione tra due parchi nazionali, un posto unico in Europa, nella valle dove si incontrano i monti Sibillini e i monti della Laga. Occorrono vari anni di sacrifici per far conoscere ed apprezzare la struttura e i luoghi circostanti e a giugno 2016 , finalmente vediamo i frutti di tanto lavoro: il primo anno con una primavera al completo per i soggiorni verdi scolastici, l’estate con tantissime prenotazioni, e tante scuole prenotate anche per l’autunno».

«Al Centro dei due Parchi lavorava a tempo pieno Sabrina, nostra socia da anni e poi Patrizia e Giovanna a part-time curavano l’accoglienza degli ospiti. Per i soggiorni e i gruppi ci pensavano altri soci: Maurizio, Fabrizio, Alberta e Carlo e poi tante guide escursionistiche ed educatori ambientali, Paride, Patrizia, Claudia, Simone, Fabrizio, Luca, Martina, Luca. Per i pranzi e le cene si andava da Salvatore e Cristina all’Osteria del Castello e per i pranzi al sacco il pane si prendeva al forno di Corrado e gli affettati e i formaggi all’alimentari di Daniela, tutti li, a Borgo di Arquata».

I due terremoti

«Il 24 agosto alle 3,36 il Centro dei Due Parchi trema insieme alle montagne – spiegano da Forestalp – e i 42 ospiti scappano dalla struttura che ha retto alla terribile scossa e tutti sono rimasti illesi. Il 2 settembre il Centro dei due Parchi e’ stato consegnato al Comune di Arquata del Tronto per ospitare chi da più di un mese ormai viveva in tenda e la nostra gestione è finita quel giorno.Nel frattempo abbiamo dovuto cercare e poi prendere in affitto, un magazzino per mettere le attrezzature che siamo riusciti a salvare, prima dal Centro dei Due Parchi, e poi dalla Domus Letitiae, dove ne avevamo spostate una parte grazie alla generosa disponibilità di Robertino e di tutti gli amici della Domus. Il 30 ottobre arriva la seconda potente scossa e questa volta Il Centro dei Due Parchi non regge e rende irrecuperabile tutto quello che vi rimaneva di nostro ed anche La Domus Letitiae crolla giù in macerie. Nonostante il grande senso di smarrimento abbiamo cercato di andare avanti, di tirarci su le maniche, di continuare a lavorare. Abbiamo organizzato escursioni e ciaspolate in inverno a Fiastra e Sassotetto scegliendo come punti di ritrovo i bar rimasti aperti per dare forza a chi è rimasto nonostante tutto».

La situazione attuale

«Ora di positivo, c’è che riparte la primavera e delle scuole hanno prenotato i nostri soggiorni, che stiamo organizzando in altri luoghi, ma la perdita del lavoro è tanta, il 70% del fatturato veniva dal Centro dei due Parchi e quel lavoro non c’è più. Il problema più grosso è che a settembre, ripartirà un mutuo che avevamo in corso e che il decreto ha sospeso per un anno».

«I 100.000 euro che chiediamo corrispondono a quel mutuo che avevamo preso per investire sul Centro dei Due Parchi per acquistare attrezzature, mobili, mountain bike, ma anche per fare tanti lavori di miglioramento della struttura. Quel mutuo, lo stavamo pagando con i proventi della struttura che ora non c’è più e con il lavoro che svolgevamo in quel territorio che avrà bisogno di tempo per risollevarsi dopo il terremoto, e non siamo più in grado di ripagarlo. Nessun ente pubblico ci ha aiutato e ci aiuterà e neanche lo Stato può fare nulla perché noi non siamo proprietari ma eravamo gestori, che hanno investito a spese proprie nella struttura. Abbiamo già rinunciato a tutto quello che potevamo, compresi tutti i mesi di stipendio da allora fino ad oggi per pagare i fornitori avendo perso gran parte del lavoro dell’autunno e della primavera».

La richiesta di aiuto

«Noi ce la stiamo mettendo tutta, ma per andare avanti abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti coloro che vorranno sostenerci» dicono da Forestalp, che ha avviato una raccolta di fondi sulla piattaforma Social Business World.

QUI per contribuire

Fonte: ilcambiamento.it

 

La lunga storia d’amore della dottoressa Sylvia Earle con la Natura

“La vita è un miracolo. Io sono un miracolo. Tutti lo sono. L’esistenza è qualcosa di cui godere come un dono, qualsiasi cosa accada”landscape-1490191018-searle-16bh-0332-v2gallerylederetouched

La dottoressa Sylvia Earle – oceanografa 82enne definita Sua Profondità – ha vissuto sott’acqua 10 volte in momenti diversi, ha scoperto centinaia di nuove specie, molte delle quali denominate in suo onore. Immersa in questa visione romantica, la sua vita è una missione: ricordare al mondo che gli oceani vanno preservati e protetti. In collaborazione con Rolex esploriamo il viaggio della dottoressa Earle, in parallelo con le esperienze di altre donne eccezionali come lei

Incontriamo la dottoressa Sylvia Earle

“Il miracolo dell’esistenza consiste nel fatto che in tutto l’universo, la Terra è la nostra casa. Possiamo andare al di fuori della sua atmosfera, tanti l’hanno fatto, ma non sette miliardi di persone. Dobbiamo riappacificarci con la vita sulla Terra e con l’idea di proteggere i suoi sistemi naturali.”1490191215-02-sylvia-earle-per-rolex

L’amore per la natura nell’infanzia

“Mia madre accoglieva uccelli, rane e scoiattoli feriti e li rimetteva in salute e li liberava. Ho pensato di voler fare la veterinaria, o qualcosa legato a piante e animali. Desideravo essere un’ambientalista prima che fosse coniata la parola per descriverlo.”

Coltivare uno spirito avventuroso

“I miei genitori incoraggiavano la mia curiosità. Andava bene che corressi e giocassi nei boschi o sul fiume. Avevo la certezza che ci sarebbero stati per sempre e non mi sarebbe mai accaduto nulla. Se ne sono andati tanti anni fa, ma sono ancora qui.”

In questo video, la dottoressa Earle racconta la magia di trovarsi a centinaia di metri sott’acqua e l’importanza del preservare i nostri oceani attraverso iniziative come Hope Spots.

Essere parte della storia

“sono stata intervistata da “Life” per un servizio su vivere sott’acqua. Disi che  non c’era niente  che non potessimo fare anche noi donne,ad eccezione del farci crescere la barba. I muscoli c’entrano,ma l’aspetto eccezionale dell’essere umano è la capacità di risolvere problemi: puoi usare i muscoli del tuo cervello.

La scoperta costante

“Osservare la diversità della vita e ogni essere vivente è un miracolo. La vita è un miracolo. Io sono un miracolo. Tutti lo sono. La nostra esistenza è qualcosa di cui godere come un dono, qualsiasi cosa accada. Finché si è vivi, c’è un motivo per sperare e per essere felici.”

Testimone dell’evoluzione della figura femminile

“E’ un piacere speciale vedere una giovane donna diventare ingegnere e farsi rispettare, a testa alta, dagli uomini,vedere donne lavorare come capitani di vascello,capo-scienziate nelle spedizioni, e osservare persone che non stanno li a pensare” Oddio, lo sta facendo una donna!”

Il nostro ruolo per l’ambiente

“Siamo le creature più addomesticate di tutte, ma le creature selvagge che plasmano il modo in cui il mondo funziona sono in pericolo. Se lo sono loro, lo siamo noi. Abbiamo questo dono speciale: poter progettare come sarà il mondo tra 15, 500, 5000 anni.”

L’urgenza di proteggere la terra

“Solo ora stiamo iniziando a comprendere la connessione tra la nostra esistenza e il mondo naturale. Il nostro impatto sul mondo naturale minaccia la nostra esistenza. Se ami respirare, se ami avere dell’acqua dal cielo, se vuoi che la temperatura rimanga costante, non puoi non avere cura del mondo naturale”

Coinvolgere tutti in questa missione

“Candida i luoghi che ami per essere protetti come Hope Spot recandoti da Mission Blue. Chiedi ai tuoi capi di proteggere la natura. Istruisciti! Usa il tuo talento! Ognuno può fare la differenza!”

Fonte: http://www.elle.it/lifestyle/news/g1416024/la-lunga-storia-d-amore-della-dottoressa-sylvia-earle-con-la-natura/?slide=10

L’amore non può essere contro natura

“La natura non è un sentimento ma una realtà”. Come se la realtà fosse il contrario del sentimento, come se vi fosse irrimediabilmente una contrapposta e speculare immagine al negativo di ciò che chiamiamo Natura. Da dove arriva la frase? Da un commento sui social network all’articolo di Paolo Ermani “L’omofobia è contro natura”.amore_natura

Proviamo a riflettere su queste tre parole: Natura, Realtà, Sentimento. Chi di noi ha avuto la fortuna o la sciagura del Sentimento sa di non essersi mai sentito così vivo, reale, naturale, pieno di senso come in quel momento. Non c’è niente di più naturale e semplice del sentire. Il sentimento è la natura stessa, è nelle attrazioni, nelle sensazioni di “mai” e di “sempre” che ci attraversano nei nostri momenti migliori, che ci innalzano oltre i nostri limiti, che ci affondano nei nostri abissi oscuri. Non può essere il contrario della natura. Il sentimento è ovunque in Natura. Dentro e fuori di noi. Chi pensa a una Natura priva di sentire è perso in una dicotomia insanabile tra ciò che deve appartenere al naturale e ciò che è il suo contrario. Mentre mai la Natura se ne è posta il problema. La riproduzione non è l’unica necessità dettata dalla Natura. Ce ne sono altre: la libertà e la felicità. E tutte e due richiamano necessariamente a sé il sentimento, quella forza di attrazione soprannaturale, intima, carnale, spirituale che ci appartiene come esseri viventi tutti, in diverse forme, espressioni, intensità, caratteristiche… L’infelicità è contro natura, l’ostinarsi a vivere come se il mondo fosse di nostra proprietà, arrogarsi il diritto di decidere della vita e la morte di altri esseri viventi la cui fine non è necessaria alla nostra sopravvivenza, sporcare ogni cosa che tocchiamo, distruggere l’ambiente in cui viviamo, inquinare l’acqua e l’aria che respiriamo è contro natura. Pensare di essere superiori a un nostro simile, credere di doverlo giudicare, condannare in nome della nostra nascita, del nostro ruolo, della nostra fortuna, del nostro caso, della nostra cultura è contro natura. Torturarsi a fare un lavoro che non ci piace, che ci uccide pian piano senza saperlo o consapevoli nonostante tutto, ostinarsi in coazioni a ripetere che ci rendono macchine indifferenti e senza memoria è contro natura. Produrre per morire è contro natura. Continuare a non decidere, accettare il dolore inutile, senza scopo, eterno è contro natura. Mai come oggi il nostro modo di agire è stato contro natura. E l’unica risposta è l’amore per noi stessi, per gli altri, per il nostro pianeta. L’amore non può essere contro natura.

 

Fonte: ilcambiamento.it

State con chi vi aiuta a crescere

Per la nostra salute mentale, è essenziale circondarci di persone che ci rispettino e ci accettino con i nostri pregi e difetti, senza cercare di modellarci a loro piacere.coppia-sotto-lombrello-jpg-500x298-500x298

In questo mondo complicato non sempre è facile trovare “gli incastri” giusti. Ancor meno incontrare persone che completino i nostri angoli, i nostri vuoti, che sostengano i nostri valori; insomma, i fedeli compagni che ci seguono per tutta la vita. State con chi conosce il peggio di voi, e proprio per questo, vi aiuta ogni giorno, ad essere migliore. State con chi vi dà motivo di sorridere ogni mattina quando aprite gli occhi, senza procurarvi infelicità, paura o preoccupazione. Sembra difficile da realizzare, ma ci sono sempre persone capaci di portare luce nei nostri momenti bui. Persone che sanno a cosa vanno incontro quando decidono di stare con voi, e non si parla solo di relazione di coppia.

Tutti abbiamo bisogno di sentirci rispettati e accettati dagli amici, dai familiari e dai nostri compagni. Poter contare su una buona rete sociale è importante altrettanto che nutrire la nostra autostima e volerci bene.

State con chi vi aiuta ad essere migliori

Le persone che si rifiutano di cambiare alzano muri davanti la propria crescita personale. Nessuno è un esempio di virtù assoluta, ma se c’è una caratteristica basilare dell’essere umano, è la capacità di migliorare, di apprendere costantemente e integrare le nuove informazioni al proprio bagaglio personale.

  • Lasciamo entrare nella nostra vita persone capaci di arricchirci, di guidare i nostri passi verso la crescita interiore.
  • Per essere nelle condizioni di migliorare, abbiamo bisogno di essere coscienti dei nostri errori e limiti. Qualcosa che si può raggiungere solo con un atto di umiltà.
  • State con chi, senza giudicarvi, criticarvi o punirvi, vi offre il suo esempio di comportamento e vi serve da guida per andare avanti con più sicurezza, con meno ansie e paure.

State con chi vi considera una persona indispensabile della propria vitacoppia-500x342-500x342

Spesso si dice che dobbiamo evitare l’attaccamento oppure che non dobbiamo metterci nelle condizioni di avere bisogno di qualcuno. Bene, rivedendo questo aspetto con maggiore obiettività, una cosa è chiara: per essere felici, abbiamo bisogno di certe persone.

  • È necessario saper distinguere tra il bisogno di avere accanto a noi le persone a cui vogliamo bene dal bisogno di “sottometterle alla nostra volontà”, limitando la loro libertà, la capacità di prendere decisioni e la possibilità di crescere.
  • Chi ha bisogno di voi, deve anche imparare a rispettarvi. Se siete indispensabili nella vita di una persona, questa dovrà offrirvi un affettoche non soffochi, ma che vi arricchisca.
  • State accanto a chi vi dimostra, ogni giorno, che siete importanti, a chi sia capace di rendervi felici senza imposizione, controllo o sfiducia.

State con chi illumina i vostri giorni bui

Chi di noi non ha in famiglia o tra gli amici la classica persona che quando arrivi con un problema, invece di aiutarti, ti mette davanti i tuoi errori, gli sbagli che hai fatto e che ti hanno portato ad avere questa difficoltà. Ci sono persone che, invece di cercare soluzioni, sanno solo umiliarci. Evitiamo di cercare il loro consiglio. Quando qualcosa va male nella vostra vita, scegliete con cura su chi cercare un aiuto, chi è veramente in grado di ascoltarvi. Contate sulle persone che sanno prendersi cura di voi e rispettarvi, dalla personalità aperta ed empatica. State con chi, lungi dal giudicarvi, vi mostra la sua comprensione, perché sa mettersi nei vostri panni. Queste persone, che hanno il dono di trasmettervi calma nei giorni difficili e coraggio quando vi sentite soli, non lasciatele scappare.

State con chi vi dimostra impegno e con chi non cambia le sue emozioni dall’oggi al domanidonna-che-pensa-500x342-500x342

Ci sono persone per cui concetti come stabilità, rispetto e impegno non hanno grande valore. Personalità che oggi sono un’esplosione di affetto e rispetto e domani mostrano il volto dell’indifferenza. Può succedere nelle coppie, ma anche in famiglia. Esistono persone le cui emozioni sono volubili, segnate da una scarsa maturità emotiva.

  • Nessuno ha diritto di riempirci di speranza oggi per togliercela domani, come se fossimo privi di sentimento. Queste sono, senza ombra di dubbio, le relazioni più distruttive e tossiche. Proteggiamoci tenendole a distanza.
  • State con chi dimostra una buona maturità emotivae sia stabile negli affetti, nei sentimenti e nelle parole.
  • Gli esseri umani hanno bisogno di sicurezza. Ecco perché è tanto importante avere intorno a noi persone che non cambiano opinione dalla sera alla mattina, che ci offrano un impegno stabile e un patto esplicito in cui i nostri progetti si realizzano e le speranze non si perdono.

Fonte: viverepiusani.com

Vince 7 milioni di sterline e aiuta gli orfani in Etiopia

Lei si chiama Jane Surtees e ha vinto alla lotteria 7 milioni di sterline. Con quei soldi ha deciso di aiutare gli orfani etiopi: «Io non dovrò mai più preoccuparmi del denaro, ora quei bambini orfani, vulnerabili senza colpa, vanno aiutati».

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Jane Surtees una ragazza madre e aveva spesso cercato di immaginare cosa avrebbe fatto se avesse vinto alla lotteria e quando è veramente successo il suo gesto ha detto più di mille parole. Appena incassata la cifra, ha pianificato di aiutare gli orfani in Etiopia, come ha spiegato anche al Sun. E’ partita per la capitale etiope, Addis Abeba, e si è diretta all’orfanotrofio Kidan Mehret che accoglie 120 bambini. Il più piccolo ha 3 anni, il più grande 17. La struttura vive solo grazie alle donazioni e per questo ha sempre poco denaro a disposizione, tanto da poter garantire ai bambini solo tre piccoli pasti al giorno. La carne viene distribuita solo una volta la settimana e giocattoli e libri sono rari. Jane è stata particolarmente colpita dalla storia del quindicenne Workeneh Fanetay. Dopo avere perso i genitori a causa della tubercolosi, Fanetay era rimasto solo ad allevare il fratellino di 2 anni. Era uno dei tantissimi bimbi senzatetto della città e riusciva a comprare pochissimo cibo con il denaro che recuperava con piccoli lavoretti. Poi ha conosciuto la struttura Kidane Mehret e ora vive in una piccola casetta col fratello, coltiva ortaggi e frequenta la scuola. Per entrambi la vita è radicalmente cambiata. E tutto questo è stato reso possibile anche dall’aiuto fornito da Jane, che sta versando denaro agli orfani etiopi per migliorare la loro vita. La generosità e gli atti d’amore creano un flusso…la speranza è che sia inarrestabile!

 

Fonte: ilcambiamento.it

La storia di Aruna, il potere di trasformazione dell’amore e del servizio

“Seeds” è il bellissimo film che racconta la storia di Aruna Chauhan, cresciuta in una comunità di lebbrosi in India. La regista, Ellie Walton, da anni si dedica a raccontare storie significative di cambiamento e di amore.elliewalton_aruna_seeds

La storia di Aruna Chauhan è tutta da scoprire e racconta il potere di trasformazione dell’amore e del servizio. Aruna è cresciuta in una comunità di lebbrosi in India, ha trascorso l’infanzia nella durissima realtà delle periferie più povere, aveva abbandonato la fede nei suoi sogni e si era rassegnata ad un matrimonio combinato. Poi ha incontrato Jayeshbhai Patel, co-fondatore di Manav Sadhna, una ONG con sede al Gandhi Ashram ad Ahmedabad.

E’ stato lui a riconoscere le potenzialità di Aruna, che ha cominciato ad impegnarsi nella propria educazione assumendo un ruolo sempre più attivo nella gestione della comunità. Oggi è la prima donna della sua comunità ad essere stata ammessa all’università, fa volontariato e istruisce ed educa le ragazze e le giovani donne ad una prospettiva di vita completamente differente. Il film di Ellie Walton, “Seeds”, racconta questa storia e ci racconta anche che non importa da dove veniamo e cosa eravamo: tutti possiamo passare attraverso un cambiamento ed uscirne con la compassione che ci porta a metterci al servizio del prossimo e a crescere nell’amore e nella gratitudine. Ellie Walton, americana di Washington, da anni è impegnata a raccontare storie di impatto e grande profondità. Tra i suoi lavori troviamo Fly by light, che parla di quattro adolescenti con un passato burrascoso che entrano in un programma di educazione alla pace e ne escono trasformate. E ancora, Voices from within, sui malati di mente ospitati in alcune strutture cui viene data una telecamera per creare la loro storia di “redenzione”. “Seeds” è una storia personale e collettiva di grande trasformazione a fronte di grandi sfide, raccontata dalla prospettiva di Aruna. Il film la segue nella sua giornata nella comunità, attraverso le interazioni quotidiane, per far comprendere quanto il suo “essere lì in quel modo” ha arricchito una comunità che era priva di punti di riferimento positivi. Un grazie a Ellie e ad Aruna, il cui impegno diviene strumento affinché altri trovino la forza interiore per essere il cambiamento. Anche se sono una minoranza.

Fonte: ilcambiamento.it

L’amore ai tempi del sottocosto

La pubblicità ci induce a credere che il “prodotto” possa generare nell’essere umano la medesima estasi dell’amore, della relazione con un altro essere umano. Ma quando si arriva a questo, che rimane? Qual è il limite oltre il quale non si può andare? E soprattutto, quando abbiamo perso la sensibilità a tutto questo, cosa rimane di noi?titanic

Parto da un articolo di Paolo Ermani apparso su Il Cambiamento il 30 marzo scorso. L’articolo si riferisce a un video relativo a una pubblicità di Carrefour. Guardatelo con attenzione. E guardate con attenzione l’espressione dell’uomo che si trova in una sorta di estasi d’amore immerso in un letto di prodotti a marca Carrefour ma non solo. L’uomo è nudo, infatti, con gli occhi chiusi come a concentrarsi e a voler maggiormente godere di quelle sensazioni. Il viso rilassato, felice, appagato, le mani ancora alla ricerca di calore. Bello, vero? Bellissimo. Quell’espressione, quell’appagamento, quelle sensazioni che lui esprime così efficacemente, però, può darli solo il calore e la relazione con un altro essere umano. Lui è con gli occhi chiusi quasi ad immaginare il piacere di un abbraccio e invece l’abbraccio e il calore è quello di una montagna di prodotti che presto diventeranno spazzatura. Quasi l’eccitazione di comprare avesse sostituito un’eccitazione sana, tutta naturale e piena di calore, umana, essenziale, autentica. Guardatelo quell’uomo, è disperatamente solo. Solo a consolarsi con un calore surrogato e di plastica che non esiste.  È come se all’amore si fosse sostituito qualcos’altro. È come se dell’amore non avessimo neppure più bisogno. C’è qualcos’altro che può sostituirlo, più a buon mercato, sottocosto addirittura, mentre l’amore richiede forza, apertura e autenticità. Se facessimo uno zoom sul suo viso e solo sul suo corpo ci chiederemmo: dov’è l’essere umano che ispira quelle sensazioni e quel benessere? Dov’è la donna in questo spot? Non c’è. E’ sostituita da due bottiglie di passata di pomodoro che allargando l’immagine diventano quattro, poi sei, poi dieci. L’immagine ricorda quella splendida di The American Beauty. L’uomo è ad occhi chiusi. E, del resto, se disgraziatamente aprisse gli occhi correrebbe il rischio di realizzare improvvisamente e dolorosamente di essere finito, senza neanche accorgersene, in una realtà di rifiuti di plastica, lui stesso diventato prodotto da buttare. Disteso, sommerso, senza più difese, schiacciato dal suo peso e dalla spazzatura che lo ha sedotto, usato e poi gettato. In una discarica, badate bene, non in un letto di petali di rosa. Alla fine dello spot la sensazione è raggelante: di freddo, distanza, smarrimento. Nel secondo video il primo piano è ancora dell’uomo. Nudo, estasiato, ancora ad occhi chiusi, perso nelle sue sensazioni. Solo su un carrello come se fosse una nave. Davanti a sé non c’è la donna che ci immagineremmo ma un prodotto, inerme, freddo, spigoloso, artificiale.

Ricorda molto la scena d’amore bellissima del Titanic. Anche qui l’amore, quello carnale, vero, profondo, intimo viene associato all’acquisto. Al posto della donna da abbracciare l’uomo ha un prodotto. Anche qui la donna, il suo amore, il suo calore, la sua emozione, il suo corpo e tutto quello che può esprimere è sostituito da un prodotto da acquistare. La storia d’amore di Jack e Rose del film durerà oltre il tempo e oltre la morte. Così sembra dire lo spot anche di noi. Stessa emozione, stessa sensazione, stessa felicità quando acquistiamo quei prodotti. La promessa è interessante e basta recarsi in un supermercato. Di tutto il resto non abbiamo più bisogno. Il prodotto produce nell’uomo lo stesso benessere, la stessa estasi, direi, a giudicare dalla sua espressione, del contatto fisico e spirituale che può dare il contatto con una donna. Del resto basta chiudere gli occhi e immaginare. L’uomo ha gli occhi chiusi, ha perso totalmente il contatto con la realtà. Qui il carrello è la nave, il Titanic che affonderà da lì a poco. Il carrello Titanic affonderà, quindi, tirandosi dietro tutto ciò che ha dentro e trascinando a fondo anche l’uomo che vi si affida ad occhi chiusi, sicuro, felice e fiducioso, completamente ignaro e inconsapevole. I creativi si saranno resi conto che mai metafora fu più profetica di questa?

L’amore, l’emozione, il calore umano, sono perfettamente sostituibili da qualcosa che possiamo comprare al supermercato. Questo sembra essere il messaggio. Ma quando si arriva a questo, che rimane, mi chiedo? Qual è il limite oltre il quale non si può andare? E soprattutto, quando abbiamo perso la sensibilità a tutto questo, cosa rimane, mi chiedo, di noi?

L’articolo è stato ideato e realizzato da Marìca Spagnesi a seguito di un articolo di Paolo Ermani, dunque LLHT e il Cambiamento propongono insieme questo nuovo pezzo.

Fonte: ilcambiamento.it

Kevin Richardson abbraccia i suoi leoni in un magico e commovente video

L’incontro fortunato tra l’uomo che sussurra ai leoni Kevin Richardson e uno sponsor, la GoPro che pubblicizza la videocamera Hero3+, ha prodotto il video che vedete sotto con le immagini ravvicinate degli stupefacenti e affettuosi abbracci con i felini01

Kevin Richardson è l’uomo che ha sovvertito e infranto ogni regola in merito all’approccio con gli animali selvatici. Usa amore, comprensione e fiducia per stabilire con loro un legame emotivo che lo rende un amico da accettare e proteggere. Kevin Richardson si è laureato in Anatomia e Fisiologia e si è occupato di riabilitazioni post operatorie, quando circa 16 anni fa ha iniziato a lavorare in un parco che accoglieva leoni e da allora la sua vita e quella dei felini è totalmente cambiata. Richardson ha un suo metodo ma anche un talento naturale nel riconoscere le emozioni degli animali e con loro stabilisce rapporti unici. Ciò gli ha permesso di divulgare con estrema semplicità e naturalezza lo stato di grave pericolo che vivono i leoni che già decimati rischiano di essere presto inseriti nella lista delle specie a rischio estinzione. In Africa si contano tra i 15 mila e i 30 mila esemplari a seconda di chi fa i conti. Dunque ecco l’attività di Kevin Richardson come produttore di documentari, film e libri che usa per sostenere la sua associazione The Lion Whisperer che gestisce in Sud Africa il Wildlife Sanctuary, ossia una riserva per leoni. Grazie a questo suo talento è divenuto consulente per la Polizia in Sud Africa e riesce così a portare a casa molti successi in merito alla lotta al bracconaggio e al traffico illegale di leoni. Infine va detto che la caccia al leone non è particolarmente contrastata in Sud Africa poiché attira migliaia di turisti ogni anno nonostante lo scandalo sollevato nel 1997 con il reportage televisivo The Cook Report in cui veniva mostrata la caccia nel recinto a una leonessa.

Fonte: ecoblog