Epidemia da febbre Dengue in America centrale trasmessa dalle zanzare

Dall’Honduras al Costa Rica si moltiplicano i casi di febbre Dengue malattia trasmessa dalle zanzare172560558-594x350

La febbre Dengue è diventata una vera epidemia in America Centrale per cui si contano 120 mila casi e 60 morti. Le zanzare genere Aedes specie aegypti trasmettono il virus della Dengue che si distingue in 4 tipi diversi e che causa un rash simile al morbillo, febbre alta, dolore articolare e muscolare e cefalea e che in alcuni casi può evolvere in febbre emorragica. L’Organizzazione panamericana della Salute ha annunciato una esplosione di casi e un anno epidemico particolarmente aggressivo in America centrale e la situazione rischia di aggravarsi a causa della stagione delle piogge che iniziata a giugno termina a novembre. In questo periodo si sono avute particolari piogge abbondanti e temperature molto elevate il che ha favorito la proliferazione delle zanzare. A causa dei numerosi casi Honduras, Salvador e Costa Rica hanno già dichiarato alla fine di luglio lo stato di emergenza sanitaria. Ma resta l’Honduras il paese più colpito con 20 mila casi di contagio e 17 morti, ha richiesto l’aiuto della Croce Rossa. Non esiste un vaccino per la Dengue come riferisce l’ISS e si guarisce completamente in due settimane. Il virus non si trasmette da persona a persona. In Brasile hanno iniziato la sperimentazione umana di un vaccino contro la Dengue e lo studio durerà 5 anni su 300 volontari con un investimento di 100 milioni di dollari. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità ogni hanno si verificano tra i 50 milioni e i 100 milioni di casi in più di 100 paesi.

Fonte:  Le Monde

 

Caffè, un fungo minaccia la produzione messicana

Cafeteros messicani in allarme per l’Hemileia vastatrix, un fungo che sta distruggendo le piantagioni di caffè Immagine

Si chiama Hemileia vastatrix il fungo che sta devastando le piantagioni di caffè del Centro America. I cafeteros lo chiamano la “ruggine arancione” o la “ruggine del caffè” e la sua diffusione sta preoccupando i coltivatori per la velocità con la quale si sta allargando a macchia d’olio nelle piantagioni dell’America Centrale. Dopo Colombia e Brasile, infatti, il Messico è il terzo produttore mondiale di caffè. Le macchie giallognole hanno iniziato a comparire nell’agosto 2012, un focolaio trasportato dal vento che ha colto di sorpresa i coltivatori costringendolo a eliminare la metà delle piante. L’altitudine contribuisce a limitare i danni, ma l’aumento della temperatura e le alterazioni nelle stagioni delle piogge hanno favorito la diffusione di questo fungo che prolifera con il caldo e l’umidità. Nel 2012 la malattia ha causato un danno del 30% e, a un mese dalla stagione del raccolto, i coltivatori di caffè messicani temono che l’incidenza possa essere ancora maggiore quest’anno. Si calcola che in tutto il Paese siano stati colpiti 60mila ettari di coltivato: dal Chiapas agli stati di Veracruz e Puebla. Nel vicino Guatemala, da dove la “peste” del caffè sembra giungere in Messico, le perdite sono state nell’ordine di 270 milioni di dollari. In Costa Rica, Panama, Nicaragua, Repubblica Dominicana, El Salvador, Honduras, Giamaica e Perù si è perso sino al 40% del raccolto. Amecafe stima che in Messico si sia perso il 10%, ma a preoccupare maggiormente è l’impatto dell’Hemileia vastatrix sul raccolto 2012-2013. La “ruggine del caffè” ha un impatto devastante anche a livello sociale, privando i piccoli agricoltori dell’80% del loro reddito e costringendo i grandi produttori ad assumere meno lavoratori per la stagione dei raccolti. Perdite che hanno un impatto di non poco conto sull’economia nazionale.

Fonte:  El Pais