Alberghi a rifiuti zero per un turismo più sostenibile

Supportare gli alberghi che intendono intraprendere un percorso di sostenibilità e riduzione dei rifiuti. Con questo obiettivo è stato presentato dal senatore Sergio Puglia il progetto “Accoglienza a rifiuti zero e turismo sostenibile”, un’iniziativa che punta a rilanciare l’esperienza della strategia “Hotel Rifiuti Zero”.

“Accoglienza a rifiuti zero e turismo sostenibile”. È questo il nome del progetto proposto dai senatori Sergio Puglia e Luisa Angrisani presentato per la prima volta in Senato il 20 settembre ed il giorno successivo a Pantelleria, nell’ambito di Passitaly, la manifestazione che celebra la produzione del passito naturale e le tradizioni locali.  

«Tutto nasce dall’idea di un amico esperto di turismo sostenibile, Antonino Esposito, che vive e lavora nella costiera sorrentina – ci spiega il senatore Sergio Puglia – È un consulente ambientale e suggerisce alle aziende non solo come comportarsi al fine di mettersi in regola con la normativa riferita alla gestione rifiuti ma soprattutto le accompagna verso un percorso di ecosostenibilità».

sorrento-2110066_960_720

Antonino Esposito è l’ideatore del progetto “Hotel & Ristoranti Zero Waste” lanciato a Sorrento con l’appoggio e la consulenza del movimento Zero waste.  

«Quest’idea nasce da lui ed io l’ho immediatamente abbracciata”, afferma Puglia presentandoci l’iniziativa appena lanciata. “L’idea è abbastanza semplice: ci sono dei grandi alberghi, partiti da Sorrento, che hanno avviato un percorso di sostenibilità. L’Hotel Conca Park a Sorrento per primo ha aderito al progetto “Hotel rifiuti zero”»

«Noi riteniamo – continua il senatore – che questo percorso debba essere ora sostenuto anche dalle istituzioni che dovrebbero predisporre dei controlli a livello locale per assicurarsi che il progetto vada nel verso giusto e dovrebbero prevedere delle condizioni fiscali che favoriscano le strutture che decidono di intraprendere questo percorso di sostenibilità. I grandi alberghi chiedono che vengano sostenute per prime le piccole strutture che normalmente, avendo guadagni limitati, non riescono ad investire in formazione e informazione ambientale. Le istituzioni potrebbero poi sostenere la formazione del personale e degli ospiti. Questo aspetto della sensibilizzazione degli ospiti e dei dipendenti è molto interessante, a mio avviso, perché può innestare un circolo virtuoso di buone pratiche. Per far sì che questo si realizzi vogliamo ora avviare un tavolo operativo che vorremmo divenisse permanente e fosse riconosciuto formalmente dal ministero». 

«Questo processo – conclude Puglia – sta partendo da Sorrento, perla del Mediterraneo, ma speriamo possa essere esteso presto a tutto il Paese perché, ricordiamolo, quando si tratta di turismo tutto il mondo volge lo sguardo all’Italia».

Fonte: http://www.italiachecambia.org/2019/10/alberghi-rifiuti-zero-turismo-sostenibile/?utm_source=newsletter&utm_campaign=general&utm_medium=email&utm_content=relazioni

Ecobonus: approvata la Legge di Bilancio 2017

Detrazioni maggiorate in condominio. In arrivo 47,5 miliardi per le infrastrutture e misure per periferie, Nuova Sabatini, piste ciclabili e post-Expoimmagine

Via libera alla Legge di Bilancio per il 2017.

Sono confermati la proroga dell’Ecobonus 65% e della detrazione 50% per gli interventi sulle singole unità immobiliari, il sismabonus e i bonus maggiorati per i condomìni. Via libera anche al credito di imposta per la riqualificazione degli alberghi, al Fondo Infrastrutture da 47,5 miliardi di euro e a una serie di misure per il risanamento delle periferie e il post-Expo.
Ecobonus 65% : Confermata la proroga di un anno, fino al 31 dicembre 2017, dell’Ecobonus 65% sugli interventi di efficientamento energetico delle singole unità immobiliari.

Gli interventi di efficientamento energetico nei condomini usufruiranno di bonus graduati in base all’entità dei lavori e ai risultati raggiunti. Si partirà quindi dal 65%, come nelle singole abitazioni, ma si potrà salire al 70% se l’intervento interessa almeno il 25% dell’involucro edilizio, ad esempio quando si dota l’edificio del cappotto termico. Gli incentivi potranno arrivare al 75% nel caso in cui l’intervento porti al miglioramento della prestazione energetica invernale ed estiva. Gli incentivi saranno validi per le spese sostenute dal 1° gennaio 2017 al 31 dicembre 2021. Le detrazioni saranno calcolate su un ammontare delle spese fino a 40mila euro moltiplicato per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio. Il rimborso avverrà in cinque anni anziché in dieci.

Detrazione 50% sulle ristrutturazioni

Il Bonus del 50% sugli interventi di ristrutturazione eseguiti sulle singole unità immobiliari e sulle parti comuni dei condomini sarà prorogato fino al 31 dicembre 2017.

Nei condomini il bonus fiscale parte dal 50%, ma può arrivare al 75% e 85% in presenza di miglioramenti di una o due classi di rischio riguardanti tutto l’edificio. Il tetto di spesa incentivabile sarà di 96mila euro moltiplicato per il numero delle unità immobiliari del condominio.

Riqualificazione alberghi e agriturismi

Per il 2017 e il 2018 sarà riconosciuto un credito di imposta del 65% per la riqualificazione delle strutture ricettive turistico alberghiere, inclusi gli agriturismi.

Fonte: edilportale.com

 

Nidi da abitare, una notte nel parco ecco l’albergo biodegradabile

Al via nel Salento il progetto senza precedenti in Italia: dopo un concorso di idee per architetti dal 14 al 20 luglio, i rami e la paglia raccolti negli scorsi mesi saranno usati per costruire rifugi

di ANTONELLA GAETA 124531961-43043979-2264-41bc-9101-cf7787f04028

Dormire intorno a un ulivo, letteralmente, come farebbe una creatura della notte, un filo d’erba, un alito di vento. Un’immagine che potrebbe abitare una dimensione onirica e che, invece, inaspettatamente attiene a quella più pragmatica di un centinaio di persone che da domenica prossima al 20 luglio, costruirà i primi prototipi di un singolare albergo diffuso, completamente biodegradabile, il primo a essere costruito in un parco agricolo in Italia. Siamo nel Parco dei Paduli, 5.500 ettari di ulivi secolari, pajare, masserie, dolmen menhir tra Lecce, Leuca, Otranto e Gallipoli.
FOTO ECCO COME SARA’ / I PROGETTI

La zona dell’autocostruzione è nel territorio di San Cassiano, uno dei dieci paesi salentini che hanno dato vita al Parco; è un uliveto comunale e i due progetti di rifugio vincitori sono stati selezionati tra 38 pervenuti da tutt’Italia e dall’estero con il concorso di idee per architetti “Nidificare i paduli” (nell’ambito del progetto “Abitare i Paduli”, gestito dall’associazione Lua, che coordina il Laboratorio urbano Bollenti Spiriti “Terre di mezzo”). Si chiamano “Lovo” e “Nido dei Paduli” e da domenica a costruirli attraverso un workshop, oltre ai volontari, ci saranno anche i progettisti. Il primo classificato è “Lovo”, presentato da un gruppo di architetti under 29 attivi tra Parma e Brindisi che, come suggerisce il nome, rimanda alla circolarità di un uovo. Uno spazio luminoso, con tende fatte di rafia naturale, canapa e reti da raccolta delle olive intessute di nylon, una specie di membrane per proteggere dalle zanzare. Il tutto con effetto magico illuminato da lanterne a olio. Il secondo progetto è “Nido dei Paduli” presentato da un gruppo di studenti dell’Università di Firenze. Anche in questo caso, il rifugio abbraccia l’albero, ma con una struttura più solida fatta di canne, rami potativi e paglia. “Lovo” sarà costruito subito in tre elementi, per un totale di quattro “stanze” da minimo due persone ciascuna, poi a seconda del tempo e della riuscita si procederà alla moltiplicazione. Si provvederà presto a costruire anche le “menzioni speciali”, “Il Nido” e “Casseddha”. “I materiali utilizzati sono stati raccolti nello stesso parco sin da febbraio  –  racconta il responsabile dei Paduli, Mauro Lazzari  –  abbiamo messo da parte 100 tronchi da potatura, 10 mila canne, balle di paglie per rendere più morbidi i giacigli, sacchi di juta”. Dormire nei nidi sarà un’esperienza molto filosofica e una vecchia casa agricola tutta ecosostenibile, che autoproduce energia, recupera acque piovane e le usa anche per il rinfrescare gli ambienti sarà a disposizione dei viaggiatori per i servizi. “Non pensiamo a soggiorni da una settimana ma piuttosto da una notte: il progetto scaturisce dall’idea di una mobilità lenta, è corale e comprende cinque associazioni che si dedicano a ciascun segmento della vacanza, dall’arrivo in bicicletta, all’enogastronomia in masseria, all’osservazione delle stelle perché nei Paduli c’è un buio assoluto. Questa è una zona alternativa alla costa e predilige la destagionalizzazione”. Nel Parco, tra ottobre e novembre c’è la raccolta pubblica di olive che poi dà un olio totalmente biologico. E per le etichette d’autore (oltre che per pubblicare un’antologia) è ancora aperto il concorso letterario “Raccontare i paduli” cui hanno già aderito Omar Di Monopoli, Francesca Marciano, Simona Toma e Livio Romano (info parcopaduli. it).

Fonte: Repubblica Bari

E’ disponibile on line Albergabici 2013 la guida di Fiab alle strutture alberghiere amiche della bicicletta.

biciclette-turismo-620x320

Fiab ha da pochi giorni messo on line Albergabici la guida di strutture alberghiere a cui è stato riconosciuto lo status di Amici della bicicletta. La Guida è anche cartacea e sarà allegata al numero 2/2013 di BC la rivista della FIAB destinata ai soci. La guida è scritta oltre che in italiano anche in inglese e tedesco. Sono circa 200 strutture tra alberghi, B&B, ostelli, rifugi e agriturismo, sparsi per la Penisola che accolgono a braccia aperte turisti che viaggiano in bicicletta. Non che le altre strutture disdegnino l’accoglienza di ciclisti, ma gli alberghi selezionati da Fiab offrono una serie di servizi mirati. Vediamo quali sono, dopo il salto. Tra le prerogative e requisiti minimi degli alloggi selezionati da Fiab risultano: la possibilità di essere accolti anche per una sola notte ma escludo ad agosto; viene fornito un garage chiuso per le biciclette; sono fornite mappe cicloturistiche della zona; ci sono aree attrezzate per asciugare attrezzatura e capi di abbigliamento; c’è una piccola officina con attrezzi base per aggiustare le biciclette; il personale fornisce nomi e indirizzi di riparatori di biciclette all’occorrenza; la prima colazione è particolarmente sostanziosa per i ciclisti. Ma Albergabici è anche un progetto molto più ampio che proprio sul sito conta oltre 2000 strutture ricettive che offrono servizi dedicati ai cicloturisti e che sono consultabili per regione attraverso la ricerca nel database. Infine le strutture ricettive che sono amiche dei ciclisti espongono una targhetta di riconoscimento di adesione alla Fiab.

Fonte:  Fiab

12.4 Analisi di regressione per il costo dell’investimento nelle tecnologie specifiche

L’analisi di regressione è stata effettuata sul costo degli investimenti per tecnologie specifiche, utilizzando le stesse quattro variabili indipendenti. I risultati per ciascuna tecnologia e per le quattro variabili sono mostrati nella tabella 12.3.

Tabella 12.3 Risultati dell’analisi di regressione per il costo dell’investimento nelle tecnologie specifiche

12.3

I risultati per l’investimento complessivo per famiglia generalmente si riflettono nei risultati per le singole tecnologie: con tre t-test significativi per i “gradi giorno” e con due t-test significativi e due quasi significativi per “spesa familiare non alimentare e non energetica”.

Per interventi su solare termico, come era prevedibile, i “gradi giorno” non sono risultati significativi. Solamente la variabile “spesa familiare non alimentare e non energetica” ha un coefficiente quasi significativo.

Gli investimenti in solare termico offrono comunque un aspetto particolare. A causa della maggiore insolazione nel Sud Italia85, avremmo dovuto trovare più applicazioni nel sud che nel nord, ma questo non è riscontrabile nei dati osservati. Come indicato nella figura 11.4, ci sono quattro eccezioni nel Nord: Valle D’Aosta, Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia presentano un valore di investimento per famiglia nel solare termico più alto rispetto al Sud. Nel Sud, sei regioni presentano un valore di investimento medio per famiglia inferiore a quello registrato nel centro Italia, con la Sardegna unica eccezione.

Questo risultato mette in luce l’importanza dei fattori locali, non considerati nell’analisi in quanto di difficile quantificazione a livello regionale, quali la differente attenzione posta verso l’organizzazione di campagne locali di promozione e la differente presenza di installatori qualificati o di società di servizi energetici.

 

85 Si passa da circa 1.250-1.850 kWh/m2 di insolazione media

 

Figura 12.4: Costo medio di investimento nel solare termico, anni 2008-2010 (Euro/famiglia)

12.4

12.5 Conclusioni

Le principali indicazioni che è possibile trarre dalla combinazione dei risultati ottenuti risultano:

– Gli investimenti effettuati nel triennio sono fortemente correlati alla capacità di spesa delle singole famiglie. Sarebbe opportuno approfondire il tema di come effettuare interventi di efficienza energetica nelle famiglie con una bassa capacità di spesa.

– I gradi giorno influenzano in misura positiva il comportamento di investimento delle famiglie; questa relazione trova conferma nel minor investimento riscontrato nel sud Italia.

– Quest’ultimo punto non trova però conferma negli investimenti osservati per il solare termico, che avrebbero dovuto seguire un andamento collegato alla maggiore insolazione. Le motivazioni alla base di questa “anomalia” sono probabilmente legate ad una insufficiente disponibilità sul territorio di tecnologie, installatori e personale qualificato, nonché di campagne di informazione e promozione locali.

– Per capire meglio questi fenomeni locali, andrebbe rafforzata la raccolta sistematica di informazioni e dati dei programmi regionali di promozione dell’efficienza energetica, in collaborazione con i diversi stakeholder nazionali e locali (Regioni e Enti Locali, ENEA, distributori di energia, associazioni industriali/imprenditoriali, agenzie energetiche locali, ..).

– Inoltre, sarebbe opportuno accelerare le attività di qualificazione degli operatori nel campo dell’efficienza energetica, in particolare nel Sud e nelle aree rurali.

– Le decisioni di investimento non sono risultate strettamente ricollegabili a un’analisi di tipo economico tesa a valutare il rientro dell’investimento attraverso i risparmi ottenibili. Le stime del modello non hanno infatti evidenziato una correlazione significativa né con il ‘payback’ energetico né con la spesa famigliare energetica. Per poter raffinare l’analisi sarebbe opportuno raccogliere oltre al costo totale dell’intervento anche il costo per capacità energetica installata, che permette anche un’analisi dei prezzi.

 

Fonte: ENEA

12.3 Analisi di regressione e risultati ottenuti

E’ stata ipotizzata una relazione lineare tra le variabili elencate al paragrafo precedente e la stima del modello adottato ha prodotto i risultati evidenziati in tabella 12.1.

Tabella 12.1: Risultati dell’analisi di regressione

12.1

I coefficienti delle variabili indipendenti indicano che solo i gradi giorno e la spesa familiare non alimentare e non energetica sono statisticamente significativi, con un buon indice di accostamento del modello ai dati, come desumibile dai valori dell’R2 e R2 aggiustato.

Il test di F è significativo e la statistica di Durbin-Watson è accettabile.

Come risultato, utilizzando solo queste due variabili indipendenti significative, si ottiene un nuovo modello e un confronto tra i valori osservati e quelli ottenuti dalla regressione.

Tabella 12.2: Risultati della regressione lineare con le due variabili significative

12.2

I coefficienti standardizzati indicano che la variabile “spese familiari non alimentare e non energetiche” apporta un contributo al modello doppio rispetto a quello dei gradi giorno.

Figura 12.3: Confronto tra valori osservati dell’investimento totale per famiglie e i risultati dell’ analisi di regressione

12.3

Fonte:ENEA

12.2 Variabili dipendenti e variabili indipendenti

Disponendo le Regioni da nord a sud (fig.11.2), è possibile osservare un andamento discendente degli investimenti per famiglia.

La variabile dipendente utilizzata nelle analisi è stata “l’investimento medio per famiglia” per gli anni 2008-2010.

Questi valori possono essere ulteriormente suddivisi in relazione agli interventi oggetto dell’incentivo:

– isolamento orizzontale e verticale,

– infissi,

– solare termico,

– impianti termici,

– interventi integrati.

 

Quali variabili indipendenti sono state utilizzate quelle concernenti la situazione socio-economica della famiglia, con lo scopo di stabilire quali fattori potessero riferirsi all’investimento, quali escludere e su quali concentrare un eventuale approfondimento.

La prima variabile considerata per la decisione di investimento è stata la “spesa familiare” che, in parte, riflette la capacità della famiglia di sostenere la spesa per l’intervento che beneficia del meccanismo di detrazione fiscale80. In

particolare, è stato preso in considerazione il valore relativo alla “spesa media mensile familiare per non alimentare”81 (in euro correnti) depurato dal valore della “spesa media mensile per combustibili ed energia82”(in euro correnti).

Il secondo indicatore è quello relativo alla “spesa media mensile familiare per combustibili ed energia”, ipotizzando l’esistenza di una relazione positiva tra il valore della spesa e la propensione a ridurla quale probabile fattore motivante.

Come “proxy” per le famiglie con reddito imponibile insufficiente è stato utilizzato un indicatore di povertà, vale a dire il valore osservato per la variabile “incidenza di povertà relativa tra le famiglie” (valori percentuali)83.

Inoltre è stata valutata anche la possibilità che il clima stesso potesse avere un’influenza sulle decisioni di investimento, a causa delle maggiori esigenze di riscaldamento e isolamento del nord del paese. A tale proposito è stato calcolato un valore medio dei gradi giorno per ciascuna regione, utilizzato poi come variabile indipendente84.

Infine, è stato utilizzato il rapporto fra l’investimento medio e il risparmio di energia primaria ottenuto, per ciascuno dei tre anni. Su questo valore è stata calcolata la media dei risultati, da utilizzare come variabile indipendente per ciascuna regione. Questo indicatore, in un certo modo, misura l’attrattività dell’investimento indicandone un tempo di ritorno energetico; più alto è questo valore, minore sarà l’economicità dell’intervento.

 

80 Il tipo di incentivo utilizzato, vale a dire la detrazione fiscale del 55%, presuppone che una famiglia (per uno o più dei suoi componenti) abbia un reddito imponibile sufficiente a utilizzarla.

81 ISTAT (2008), Sistema di Indicatori Territoriali, Condizione economiche delle famiglie, anno 2008.

82 Idem.

83 Idem.

84 Valore media anni 2000-2009 dati Eurostat

fonte: ENEA

 

12 Analisi relativa agli investimenti effettuati con il meccanismo di detrazione fiscale del 55%

12.1 Introduzione

Nel seguito si riportano i primi risultati dell’attività di analisi mirata a identificare le variabili che hanno determinato gli investimenti all’interno del meccanismo di detrazione fiscale del 55% (DF55) a livello regionale.

I dati relativi agli investimenti76 provengono dai rapporti ENEA77 e dalle banche dati collegate alle domande di incentivazione pervenute78.

Figura 12.1: Valore totale degli investimenti effettuati nel triennio 2008-2010, suddivisione per regione (milioni di Euro)

12.1

Per riuscire a “spiegare” le differenze osservate su base regionale in figura 12.1, è stata ipotizzata una relazione tra il valore degli investimenti e le condizioni economiche e sociali delle famiglie nelle diverse regioni, caratterizzate per numero di famiglie residenti.

Per ciascuna regione è stato calcolato il valore degli investimenti complessivi per famiglia residente, utilizzando il numero medio di famiglie residenti per gli anni 2008, 2009, e 201079. I risultati sono mostrati nella figura 12.2.

 

76 Per evitare problemi legati all’avvio delle campagne regionali durante il primo anno ed avere un quadro generale della domanda, è stata considerata la somma degli investimenti effettuati negli anni 2008, 2009 e 2010.

77ENEA (2008, 2009, 2010), Rapporti: Le detrazioni fiscali del 55% per la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente 2008, Idem per 2010.

78 ENEA (2009), finanziaria2009.acs.enea.it

79 ISTAT (2008, 2009, 2010), Sistema di Indicatori Territoriali, Popolazione famiglie residenti al 31.12, per anni 2008, 2009, e 2010.

  Figura 12.2: Valore medio degli investimenti effettuati per il triennio 2008-2010 per famiglia residente, suddivisi per Regione

12.2

Fonte: ENEA

11.4 Gli strumenti finanziari a supporto dell’efficienza energetica: siamo già al mercato privato?

Prendendo a esempio i risultati ottenuti con il VAN di un intervento in efficienza energetica, un intervento pubblico può produrre due effetti: ridurre l’importo dell’investimento o può contribuire ad incrementare i “ricavi” dell’investimento. Nel primo caso si va a diminuire la componente negativa iniziale attraverso contributi in conto capitale o a fondo perduto, concessi dallo Stato nella fase iniziale o scaglionati nel tempo (es. DF 55%); nel secondo si accresce la componente positiva garantendo un tasso di attualizzazione inferiore a quelli di mercato. Inoltre, come per le fonti rinnovabili, anche per la promozione dell’efficienza energetica sono stati elaborati dei meccanismi di mercato, spesso basati proprio sui certificati bianchi, dove il numero di titoli ottenuti è proporzionale ai risparmi energetici conseguiti. Tra le principali motivazioni alla base degli incentivi vi è la portata degli effetti connessi all’efficienza energetica, i cui benefici economici si estendono al di là della diminuzione del costo delle bollette, contribuendo ad esempio allo sviluppo economico e alla creazione di posti di lavoro difficilmente delocalizzabili. Andrebbero infatti approfonditi anche gli effetti economici correlati agli interventi di risparmio energetico, aspetto che il decisore pubblico può determinare attraverso la redistribuzione dei benefici tra famiglie e imprese, per aree geografiche o per settori economici. I risultati di queste scelte possono ad esempio includere una riduzione dei costi per le famiglie a basso e medio reddito o incentivi alle piccole imprese, prevedere nuove opportunità occupazionali per i lavoratori svantaggiati o compensare le perdite sofferte dai settori meno efficienti. Unendo ai benefici di ordine sociale quelli ambientali e quelli associati alla potenziale capacità degli interventi di efficienza energetica di riuscire a ripagarsi da sé, l’intervento pubblico trova ancora un valido motivo di esistere, anche se devono essere differenti rispetto al passato le modalità e l’intensità di aiuto. A livello europeo, ad esempio, è in corso una forte promozione di tutte quelle iniziative che possono essere di supporto allo sviluppo di un mercato privato dell’efficienza energetica. In particolare, ad oggi, le partnership pubblico-private sono lo strumento considerato utile a stimolare la ripresa economica e a sviluppare un mercato privato. Già nel 2009 la Commissione Europea nell’ambito del VII Programma Quadro di ricerca lanciava tre partenariati pubblico-privati (PPP) al fine di promuovere la competitività e sostenere l’occupazione, garantendo al tempo stesso la trasformazione verso un’economia più verde e sostenibile. Alla conclusione della prima fase dei progetti PPP, la Commissione considera ancora attuale il problema della presenza di barriere non tecnologiche alla diffusione industriale dei nuovi prodotti. Per questo, sono stati presentati nuovi piani pluriennali di partenariati pubblico-privati che identificano le priorità di ricerca per il periodo 2014-2020 (Horizon 202067) che sono tuttora in fase di consultazione con gli stakeholders. In generale si può parlare di partenariato pubblico privato (PPP) quando un servizio pubblico o un’opera pubblica o di pubblica utilità sono realizzati tramite una partecipazione attiva di soggetti privati, durante tutto il ciclo di vita dell’opera68. Tipicamente è possibile suddividere i progetti sviluppati tramite PPP sulla base o meno di generare introiti commerciali in grado di coprire il costo dell’investimento. Per le ragioni espresse in precedenza, gli interventi in efficienza energetica rientrano tra i progetti in grado di autosostenersi. Di conseguenza questo tipo di approccio è stato considerato uno strumento in grado di offrire un contributo importante per il raggiungimento degli obiettivi al 2020, anche grazie a un supporto normativo già definito.

La nuova Direttiva Europea sull’efficienza energetica

 

La Direttiva Europea 2012/27/UE del 25/10/2012 sull’Efficienza Energetica (Energy Efficiency Directive -EED) nasce per garantire il raggiungimento degli obiettivi di riduzione e risparmio del 20% entro il 2020. Al suo interno sono raccolte alcune iniziative che avranno importanti riscontri sui settori di cui trattasi. Per il settore privato, è importante sottolineare l’obbligo per tutte le imprese che non sono PMI di sottoporsi ogni 4 anni ad audit energetici, “svolti in maniera indipendente da esperti qualificati e/o accreditati secondo criteri di qualificazione, o eseguiti e sorvegliati da autorità indipendenti conformemente alla legislazione nazionale”, per assicurare la massima trasparenza e soprattutto il massimo ritorno in termini di efficienza. Le imprese che non sono PMI e che attuano un sistema di gestione dell’energia (es. ISO 50001) o ambientale (es. ISO 14001) — certificato da un organismo indipendente secondo le pertinenti norme europee o internazionali — sono esentate dai requisiti di cui al paragrafo 4, a condizione che gli Stati membri assicurino che il sistema di gestione in questione includa un audit energetico sulla base dei criteri minimi fondati sull’allegato VI della Direttiva. Gli Stati Membri saranno chiamati anche a facilitare e promuovere un uso efficiente dell’energia anche da parte di piccoli clienti di energia e dalle utenze domestiche, incoraggiando anche cambiamenti comportamentali, ad esempio attraverso forme di incentivazione fiscale. Le imprese energetiche di pubblica utilità, i distributori di energia e le società di vendita di energia al dettaglio saranno chiamate a rispettare nel periodo 2014-2020 un obiettivo cumulativo di risparmio energetico, pari almeno all’1,5% annuo sul volume totale dell’energia venduta ai consumatori. Ogni Stato membro dovrà istituire un regime nazionale obbligatorio di efficienza energetica per garantire che distributori di energia e/o le società di vendita di energia al dettaglio conseguano, entro la fine del 2020, un obiettivo cumulativo di risparmio sugli usi finali dell’energia dell’1,5% sulla media dei volumi complessivi di vendita annuali anche se per questi obiettivi è prevista una certa flessibilità.

67 http://ec.europa.eu/research/horizon2020/index_en.cfm?pg=home&video=none

68 Il PPP non è definito né a livello nazionale né a livello comunitario, indica una vasta gamma di modelli di cooperazione tra il settore pubblico e quello privato. Per approfondimenti è possibile consultare il sito http://www.utfp.it

 

La Direttiva propone un ruolo molto importante anche per la Pubblica Amministrazione che, per i suoi edifici a partire dal primo gennaio 2014, dovrà rinnovare annualmente almeno il 3% della superficie coperta utile degli “edifici riscaldati e/o raffrescati posseduti ed occupati dal Governo centrale”, sia solo occupato che di proprietà, adeguandoli quantomeno ai requisiti minimi di prestazioni energetiche stabiliti. La norma sarà applicata in un primo momento a tutti gli edifici statali con una superficie coperta utile superiore ai 500 mq, abbassando la soglia a 250 mq a partire dal luglio del 2015, ma gli stati membri potranno anche decidere di coinvolgere le amministrazioni di livello inferiore. Inoltre è stato stabilito anche un impegno per gli acquisti pubblici affinché sia previsto l’utilizzo di prodotti, servizi ed immobili ad alta efficienza energetica e, in caso di bandi di gara per appalti di servizi con un contenuto energetico significativo, sia valutata la possibilità di concludere contratti di rendimento energetico a lungo termine che consentano consistenti risparmi. In Italia, la legge di conversione del Dl 7 maggio 2012, n.52, recante disposizioni urgenti per la razionalizzazione della spesa pubblica (Spending Review) all’articolo 14 stabilisce che le pubbliche amministrazioni, entro 24 mesi “sulla base delle indicazioni fornite dall’Agenzia del demanio, adottano misure finalizzate al contenimento dei consumi di energia e all’efficientamento degli usi finali della stessa, anche attraverso il ricorso ai contratti di servizio energia69 (…), e anche nelle forme dei contratti di partenariato pubblico privato (…). L’affidamento della gestione dei servizi energetici(…) deve avvenire con gara a evidenza pubblica (…)”. MLEI – PDA Nel servizio energia vi è la totale assunzione di responsabilità da parte di un soggetto terzo (la ESCo), che libera il beneficiario (in questo caso la pubblica amministrazione) da ogni rischio finanziario e soprattutto consente di ripagare l’intervento grazie ai risparmi conseguiti. In questo modo, le pubbliche amministrazioni possono realizzare interventi di efficientamento anche in assenza di risorse finanziarie proprie e con solo capitale privato. Il contratto di partenariato pubblico privato è un “contratto avente per oggetto una o più prestazioni quali la progettazione, la costruzione, la gestione o la manutenzione di un’opera pubblica o di pubblica utilità, oppure la fornitura di un servizio, compreso in ogni caso il finanziamento totale o parziale a carico di privati, anche in forme diverse, di tali prestazioni, con allocazione dei rischi ai sensi delle prescrizioni e degli indirizzi comunitari vigenti”

Il quadro che si delinea è di un intervento da parte dei privati, per capitali, servizi e tecnologie sul patrimonio pubblico. In questa situazione, stante anche la presenza di incentivi che si rifanno sulle tariffe dell’energia, il pubblico può essere in grado di contenere fortemente le proprie spese energetiche, migliorando al tempo stesso la qualità delle strutture.

Il settore privato, invece, riesce ad acquisire e testare le competenze tecniche e finanziarie necessarie poi a costruire un mercato privato dell’efficienza energetica, eliminando le barriere ancora presenti. I partenariati sono previsti anche a livello europeo, inserendosi in particolare in quel filone di attività rivolte alle amministrazioni locali. A livello europeo sono state create le strutture PDA (Project Development Assistance Facilities) con lo scopo di aiutare le autorità pubbliche a raggiungere i loro obiettivi di pianificazione energetica (sostenibile). Lo scopo di una PDA è garantire il sostegno all’ente pubblico in tutte quelle attività necessarie a preparare e mobilitare gli investimenti, quali studi di fattibilità, la gestione dei rapporti con le parti interessate, l’ingegneria finanziaria, la redazione del “business plan”, la definizione delle specifiche tecniche e delle procedure di appalto, per una dimensione finanziaria degli interventi che può andare da qualche migliaio di euro a diversi milioni.

Figura 11.6: Le PDA facilities introdotte con il programma “Intelligent Energy70

11.6

69 Il “contratto servizio energia” è una particolare tipologia contrattuale che può essere proposta nell’ambito della fornitura di un servizio energetico. I requisiti e le prestazioni che qualificano il contratto servizio energia sono contenuti nell’Allegato 2 del Dlgs 115/2008.

70 http://ec.europa.eu/energy/intelligent/getting-funds/elena-financing-facilities/index_en.htm

MLEI-PDA

È una linea di finanziamento all’interno del programma Energia intelligente per l’Europa (IEE) per la creazione di strutture di assistenza per lo sviluppo di progetti (PDA facilities) per gli investimenti in energia sostenibile a livello locale. L’obiettivo è quello di assistere le autorità pubbliche – regioni, città, comuni o raggruppamenti di coloro – e gli enti pubblici per lo sviluppo di progetti di energia sostenibile bancabili71. Il finanziamento concesso, minimo 400.000 Euro, è sottoposto al vincolo di veder bandita la gara per la realizzazione dell’intervento entro tre anni, pena la restituzione di quanto ricevuto.

Il fondo ELENA

È un programma di assistenza tecnica gestito dalla Banca Europea per gli Investimenti (BEI). Lo scopo del fondo è di fornire assistenza tecnica alle amministrazioni pubbliche per investimenti sul proprio territorio orientate alla diminuzione delle emissioni di gas serra. Comprende il finanziamento di studi di fattibilità, analisi di mercato, l’elaborazione di piani finanziari, audit energetici e la predisposizione di piani d gara per appalti pubblici ma anche la definizione di programmi e politiche energetiche. Il fondo garantisce la copertura del 90% di questi costi iniziali ma richiede un effetto leva di un fattore pari almeno a 20 tra investimento iniziale e investimenti successivi, per interventi di taglia intorno ai 50 milioni di euro.

Il fondo ELENA – KfW

È un fondo pilota istituito per sostenere iniziative di minore dimensione. Lo strumento è gestito dal gruppo bancario tedesco KfW che fornisce assistenza tecnica e sovvenzione a quelle banche locali che decidono di finanziare investimenti locali nelle fonti di energia rinnovabili e dell’efficienza energetica per edifici pubblici e privati (inclusi alloggi privati, abitazioni sociali e illuminazione pubblica), per la costruzione di reti di teleriscaldamento, nel settore dei trasporti, nel settore ICT e altro.

Il fondo CEB – ELENA

Il fondo CEB-ELENA si rivolge a quegli enti pubblici che intendono sviluppare l’efficienza energetica e/o progetti di energia rinnovabile nel campo “dell’edilizia sociale” al quale è improntata l’assistenza tecnica fornita dal CEB-ELENA. Pertanto, consente agli enti pubblici che non ne avrebbero la capacità finanziaria, di investire per attività di miglioramento dell’efficienza energetica negli alloggi sociali esistenti o negli edifici pubblici, come la sostituzione delle finestre, la ristrutturazione delle facciate e dei tetti, nonché la riqualificazione delle reti di teleriscaldamento urbano.

Anche in questo caso, tra le attività ammissibili vi sono quelle relative al perfezionamento di studi di mercato e fattibilità, business plan, audit enegetici, la preparazione di procedure di gara e di modelli contrattuali.

Fondo Marguerite

Il Fondo Marguerite72 svolge le stesse funzioni per la parte relativa ai trasporti ibridi.

Il fondo europeo per l’efficienza energetica EEE-F

Nasce a fine 2010 su proposta della Commissione Europea. Il fondo ha ricevuto in dote circa 146 milioni di Euro proveniente dall’European Energy Programme for Recovery e integra agli aspetti finanziari, un’assistenza tecnica (TA) e misure di informazione. È un fondo aperto a tutti Stati membri e ad altre istituzioni finanziarie pubbliche e private, in Italia vi ha aderito la Cassa Depositi e Prestiti. L’EEEF investe in progetti di risparmio energetico, efficienza energetica e energie rinnovabili, soprattutto in ambito urbano73 che siano in grado di soddisfare le normali richieste del mercato finanziario. Il Fondo segue infatti i principi di sostenibilità e fattibilità tipici delle istituzioni finanziarie a cui aggiunge anche considerazioni ambientali. Per questo ha previsto ingenti investimenti per le attività di assistenza tecnica, offerte dall’iniziativa congiunta ELENA (European Local Energy Assistance). Dell’intera dotazione, circa 20 milioni di euro sono stati destinati all’assistenza connessa alla predisposizione tecnica e finanziaria dei progetti che vogliono sviluppare partenariati pubblico/privati. I fondi sono utilizzati per coprire il 90% dei costi iniziali, con l’obiettivo di realizzare programmi di un importo pari ad almeno 50 milioni di euro e un fattore leva pari almeno a 20.

 

71 http://ec.europa.eu/energy/intelligent/getting-funds/call-for-proposals/how-to-apply/index_en.htm

72 http://www.margueritefund.eu/fundoverview.php?pageid=6

73 Gli investimenti, proposti da autorità locali e regionali, possono includere misure di risparmio energetico in edifici pubblici e privati, impianti di cogenerazione ad alto rendimento, impianti di teleriscaldamento o per il raffrescamento, interventi sul trasporto urbano, la modernizzazione di infrastrutture pubbliche quali l’illuminazione e le “smart grid” e investimenti nelle energie rinnovabili con un potenziale innovativo per la crescita.

 

La facility ha l’obiettivo di migliorare l’accesso ai finanziamenti (pubblici e privati) diminuendo il rischio collegato a tali investimenti, grazie alla rigorosa progettazione dell’intera architettura di progetto.

JESSICA – Joint European Support for Sustainable Investment in City Areas

I Fondi utilizzati per le iniziative di carattere energetico attingono anche dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR), che prevede tra le attività la promozione di investimenti pubblici e privati volti a ridurre le disparità esistenti tra le diverse regioni dell’Unione europea. Oltre alle iniziative dirette, lo strumento FESR può sovvenzionare programmi finanziari promossi dagli Stati membri. Questi nominano un’autorità di gestione (a livello nazionale, regionale o ad altro livello) che provvederà a informare i potenziali beneficiari, selezionare i progetti e, in generale, monitorarne l’implementazione. Gli investimenti in questione, che possono assumere la forma di fondi propri, prestiti e/o garanzie, sono effettuati tramite fondi di sviluppo urbano e, se necessario, attraverso fondi di partecipazione.

In quest’ambito JESSICA è un’iniziativa della Commissione europea (tramite il FESR) realizzata in collaborazione con la Banca europea per gli investimenti (BEI) e la Banca di sviluppo del Consiglio d’Europa (CEB) orientata alla promozione dello sviluppo urbano sostenibile mediante meccanismi di ingegneria finanziaria. Il metodo previsto prevede l’accorpamento delle sovvenzioni destinate ai programmi di riqualificazione e sviluppo urbano (compreso il settore dell’edilizia popolare), con i prestiti e i finanziamenti da parte di banche, migliorando di fatto l’accesso al credito per gli attori che si occupano della riqualificazione urbana. I contributi del Fondo europeo per lo sviluppo regionale (FESR) vengono allocati a Fondi per lo sviluppo urbano (FSU) che li investono in partenariati pubblico-provato o altri progetti inclusi in un piano integrato per lo sviluppo urbano sostenibile. Tali investimenti possono essere concessi sotto forma di azioni, prestiti e/o garanzie. L’iniziativa JESSICA assicura la sostenibilità a lungo termine della sua azione attraverso il carattere rotativo del contributo nei progetti; i rendimenti degli investimenti sono reinvestiti in nuovi progetti di sviluppo urbano, con un evidente effetto moltiplicativo. JESSICA promuove lo sviluppo della sostenibilità urbana offrendo sostegno a progetti nelle seguenti aree delle infrastrutture urbane, inclusi i trasporti, per i siti e il patrimonio culturale, per il risanamento di aree dismesse, la creazione di nuovi spazi commerciali per i settori PMI, IT e/o R&D, la realizzazione di edifici universitari e il potenziamento dell’efficienza energetica. Ad oggi l’iniziativa JESSICA è in corso di attuazione in diversi Stati e regioni dell’Unione Europea.

Le iniziative collegate alla BERS

Anche per quanto riguarda la regione di competenza della Banca Europea per la Ricostruzione e lo sviluppo74, diversi studi evidenziano un potenziale di mercato dell’efficienza energetica. Ciò nonostante questo potenziale economico non viene utilizzato e la presenza di una serie di barriere frena anche qui gli investimenti. I progetti ammissibili, rivolti al settore dell’efficienza energetica nell’industria possono riguardare impianti di cogenerazione “on site” per l’utilizzo di calore per i processi e di elettricità, interventi di miglioramento tecnologico degli impianti di produzione e di distribuzione del vapore e/o dell’aria compressa, interventi di recupero del calore dai processi produttivi, interventi sull’isolamento termico, interventi sui motori elettrici, il miglioramento dell’efficienza dei sistemi illuminanti e l’introduzione o il miglioramento dei sistemi di controllo e gestione dell’energia.

L’attuale sistema incentivante della BERS prevede:

 I Climate Investment Funds (CIF), strumenti di finanziamento globali volte a promuovere e sostenere la transizione verso basse emissioni di carbonio e lo sviluppo resistente ai cambiamenti climatici con investimenti erogati attraverso banche multilaterali di sviluppo (BMS).

 Un nuovo programma per supportare le aziende ad attuare Sistemi di Gestione integrata dell’efficienza energetica (EEMS).

 Un programma per il cofinanziamento fino al 50 per cento per l’acquisto di attrezzature / strumentazione e il costo di installazione relativa a EEMS in determinati settori.

 il Programma regionale per l’efficienza energetica per il settore Corporate – per fornire il supporto di audit energetico per il comparto agro-alimentare;

 Un programma di efficienza energetica per il settore pubblico.

74 http://www.ebrd.com/pages/homepage.shtml

 

Project Bond ed efficienza energetica

La “Europe 2020 Project Bond Initiative” è stata lanciata nel 2011 dalla Commissione Europea all’interno della strategia 2020 per una crescita “intelligente sostenibile e inclusiva”. L’iniziativa prevede l’utilizzo di “nuovi” strumenti finanziari, i project bond, vale a dire dei prestiti obbligazionari emessi all’interno di operazioni di finanza di progetto (project financing) con cui si vanno a coprire le necessità di finanziamento a lungo termine di progetti di grandi dimensioni, promossi in alcuni settori chiave delle infrastrutture, compresa l’energia. I flussi di cassa previsti dalla gestione dell’opera devono poter garantire il rimborso del finanziamento e le garanzie prestate sono collegate esclusivamente al progetto finanziato. Il project bond interviene dalla fase di realizzazione dell’opera, a differenza di una classica obbligazione e tra i progetti potenzialmente eleggibili sono previsti anche quelli di efficienza energetica. In questo caso, come già visto per altri strumenti, la particolarità dell’intervento sarà connessa alla necessità di aggregare più interventi, sparsi sul territorio e riconducibili a un numero elevato di soggetti diversi. Anche qui sarà necessario definire strumenti progettuali in grado di rendere accessibili questi progetti al mercato privato dei capitali. La European Investment Bank75, nella fase pilota, fornisce un finanziamento o una garanzia sui bond per aumentare la probabilità di rimborso del debito da parte della società veicolo, riducendo i rischi legati alla generazione di cash flow da parte del progetto, sia nella fase di costruzione sia nella successiva fase operativa. Il finanziamento o la garanzia offerta dalla EIB rappresenta una percentuale del totale finanziato tramite project bond, fino a un massimo del 20% di tutto il debito senior che, se utilizzata, la linea di credito della EIB prende la forma di debito subordinato, a sua volta rimborsato tramite la generazione di cash flow del progetto e in via anticipata rispetto all’equity. Gli obiettivi della fase pilota di questa iniziativa sono quelli di stimolare l’investimento nei settori delle infrastrutture ritenuti strategici a livello UE e di incentivare l’intervento di capitali privati su progetti a medio lungo termine, che siano in grado di generare un cash flow stabile e un ritorno economico sufficiente a ripagare e remunerare adeguatamente gli investimenti. L’obiettivo è quello di attrarre una categoria di investitori che in Europa difficilmente entrerebbero in questo genere di progetti, evitando comunque di creare nuovi strumenti finanziari potenzialmente pericolosi per gli investitori. La normativa comunitaria, illustrata in precedenza, è già stata recepita in Italia attraverso il Dl 24 gennaio 2012, n. 1: il decreto ha modificato l’articolo 157 del Testo unico sugli appalti pubblici (D.lgs 163/2006) con l’introduzione per le società di progetto della possibilità di emettere titoli di debito, previa autorizzazione degli organi di vigilanza. I project bond potranno però essere sottoscritti esclusivamente dagli investitori qualificati e non potranno essere trasferiti a soggetti diversi da essi (come ad esempio fondi pensione).

11.5 Conclusioni

L’efficienza energetica potrebbe essere un ottimo investimento per i finanziatori privati. Offre infatti interessanti prospettive per quanto riguarda il ritorno economico, contribuisce in misura significativa allo sviluppo sociale e alla tutela ambientale e gode ancora di una serie di incentivi e possibilità offerte dai principali soggetti istituzionali europei. Nell’attuale fase di transizione da un periodo di meccanismi di mercato a un mercato privato dell’efficienza energetica è il settore pubblico che deve svolgere una funzione di traino nei confronti delle famiglie e delle imprese ma, diversamente dal passato, può farlo senza dover investire ingenti risorse finanziarie a fondo perduto. Le risorse pubbliche, infatti, sono sempre più scarse e dovrebbero essere indirizzate verso quelle situazioni in cui esiste un rischio di creare distorsioni, come ad esempio la lotta alla povertà energetica. Per quei progetti che possono risultare profittevoli, esistono già oggi una serie di strumenti e meccanismi in grado di attrarre gli investitori privati, in questo caso gli incentivi servono principalmente a mitigare il rischio associato e a rendere profittevoli anche quegli interventi che altrimenti dovrebbero essere sostenuti interamente dai governi. Questi ultimi dovranno essere capaci di guidare la transizione e l’ingresso degli operatori finanziari evitando il più possibile la creazione di strumenti speculativi. Gli attuali trend di crescita dei costi dell’energia, il miglioramento delle tecnologie di controllo e trasmissione dei dati e l’esperienza guadagnata dal settore finanziario in questa fase di transizione, rappresentano influenti driver per lo sviluppo di un mercato privato dell’efficienza energetica.

75 http://ec.europa.eu/economy_finance/financial_operations/investment/europe_2020/index_en.htm

Fonte:ENEA

 

11.3 Il problema del risparmio energetico nel settore industriale

Il tema dell’efficienza energetica nei processi industriali è comunque di grande attualità, ad esempio la proposta di Strategia Energetica Nazionale (SEN) pone l’efficienza energetica come priorità, soprattutto per quanto riguarda gli investimenti associati. Per la maggior parte dei casi il costo marginale di produzione di energia da fonti alternative è superiore a quello del risparmio energetico, ma gli investimenti contabilizzati nei sistemi di produzione sono di gran lunga più alti. Secondo quanto dichiarato dall’ABI Lab65 dal 2007 al 2011 incluso si è avuta un’erogazione di credito nei confronti delle fonti rinnovabili e per l’efficienza energetica di circa 20 miliardi di euro. Di questi, solo 500 milioni sono stati erogati per l’efficienza energetica. In un investimento di EE, il ritorno non è caratterizzato da nuovi ricavi quanto dai minori costi sostenuti in futuro e si basa proprio sull’esistenza di consumi energetici di un’attività per produrre cash flow anche in futuro. L’azienda finanziata, ma anche il consumatore finale o la pubblica amministrazione, deve prevedere che questi risparmi siano in tutto o in parte utilizzati per ripianare il capitale investito, con un meccanismo in cui di solito si inserisce l’attività delle ESCo. In un periodo congiunturale difficile, dove anche la possibilità di accedere al credito da parte delle imprese ha segnato un forte rallentamento, il sistema finanziario preferisce evidentemente orientarsi verso quegli interventi in grado di generare un flusso di cassa in modo svincolato dall’attività tipica dell’impresa. In questo senso, un impianto alimentato a fonti rinnovabili può continuare a produrre reddito anche quando l’attività d’impresa è ferma per mancanza di commesse.

Figura 11.5: Percentuale netta di imprese manifatturiere che sperimentano un peggioramento delle condizioni di accesso al credito. Gennaio 2011 – Marzo 2012

11.5

Fonte: ISTAT Rapporto annuale 2012 – La situazione del Paese

Gli incentivi si orientano quindi a ridurre il più possibile il tempo di ritorno degli investimenti in efficienza energetica, anche attraverso degli aiuti “indiretti”. Ad esempio, il governo inglese ha previsto una serie di tecnologie ad alta efficienza che godono di un ammortamento fiscale ridotto a un solo anno66.

 

65 http://qualenergia.it/articoli/20121026-il-problema-accesso-al-credito-per-rinnovabili-ed-efficienza_energetica

66 http://etl.decc.gov.uk/etl/about/

Fonte: ENEA