Leggere le etichette: come riconoscere i veri prodotti biologici

alimenti-biologici-300x336

L’acquisto di alimenti biologici è una scelta fatta un numero sempre maggiore di famiglie italiane. Le ragioni di questa decisione possono essere varie, tra cui l’esigenza di poter accedere a prodotti sani e sicuri e la voglia di poter fare qualcosa in più per l’ambiente, nel rispetto dei suoi naturali processi di produzione e senza l’utilizzo di sostanze nocive per il terreno e per l’uomo. Una diffusione così ampia di cibi biologici, però, può avere anche un risvolto negativo: la contraffazione. Per questo, è necessario che i consumatori siano adeguatamente informati sugli strumenti messi a loro disposizione per il riconoscimento dei veri prodotti naturali. Lo strumento più potente in tal senso è l’etichettatura. L’Aiab, l’Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologicaha stilato una sorta di vademecum utile per guidare i consumatori nel riconoscimento dei veri prodotti biologici. Vediamo insieme allora quali sono alcuni dei punti principali a cui prestare attenzione, per riconoscere un alimento bio dall’etichetta. Innanzitutto, i Regolamenti e Documenti a cui ci si riferisce quando si parla di etichettatura biologica sono due: Regolamento CE 834/07 e CE 889/08, attualmente in vigore per l’Agricoltura biologica, e Regolamento CE 271/10, che definisce l’uso del nuovo logo europeo e modifica alcune norme di etichettatura. Il termine “biologico” può essere utilizzato solo per i prodotti che rispettino tali regolamenti. Le fascette, le etichette, gli imballaggi primari e secondari che accompagnano il prodotto fino al consumatore costituiscono “etichetta”, pertanto le indicazioni relative al metodo di produzione biologico devono sempre rispettare quanto previsto dai regolamenti CE 834/07 e CE 889/08 ed essere autorizzate da un organismo di controllo a sua volta autorizzato dal Ministero delle politiche agricole e forestali (Mi.P.A.A.F). Sui prodotti biologici certificati deve essere riportata in etichetta: la scritta “da Agricoltura Biologica” seguita da Nome (e facoltativamente il logo) dell’Organismo che esegue il controllo e suo numero di autorizzazione ministeriale. Codice dell’Organismo di Controllo. Codice dell’azienda produttrice e Numero di autorizzazione alla stampa dell’etichetta.

Possono contenere il riferimento di “biologico” in etichetta:

  1. il prodotto che è stato ottenuto secondo le norme dell’agricoltura biologica o è stato importato da paesi terzi nell’ambito del regime di cui ai Reg. CE 834/07 e CE 889/08;
  2. il prodotto i cui ingredienti non derivanti da attività agricola (additivi, aromi, preparazioni microrganiche, sale, ecc.) e i coadiuvanti tecnologici utilizzati nella preparazione dei prodotti rientrano fra quelli indicati nel Reg. CE 889/08
  3. il prodotto i cui ingredienti il cui ciclo produttivo sia totalmente libero da ogm
  4. la materia prima (ingrediente) «biologica» che non è stata miscelata con la medesima sostanza di tipo convenzionale
  5. il prodotto o i suoi ingredienti non sono stati sottoposti a trattamenti con ausiliari di fabbricazione e coadiuvanti tecnologici diversi da quelli consentiti nel regolamento del biologico, e che non abbiano subito trattamenti con radiazioni ionizzanti.

Come riportato da La Stampa, nel caso di prodotti con più ingredienti (ad esempio i biscotti), per poter utilizzare la dicitura “da Agricoltura Biologica” occorre che almeno il 95% degli ingredienti siano biologici certificati. Il restante 5% è rappresentato da una lista di ingredienti normalmente non certificabili (es. sale). Non è ammessa la miscela biologica e non biologica di un singolo ingrediente (es. farina). Esiste inoltre un marchio unico europeo per l’agricoltura biologica che contraddistingue gli alimenti prodotti nei paesi dell’Unione Europea. Il logo europeo si DEVE apporre ai prodotti chiusi confezionati ed etichettati, con una percentuale prodotto di origine agricola bio di almeno il 95%. È invece FACOLTATIVO nei prodotti con le stesse caratteristiche ma provenienti da paesi terzi. PROIBITO nei prodotti con un % bio inferiore al 95%. In questo caso l’etichettatura del prodotto riporterà queste informazioni: indicazioni necessarie per identificare la nazione, il tipo di metodo di produzione, il codice dell’operatore, il codice dell’organismo di controllo preceduto dalla dicitura “Organismo di controllo autorizzato dal Mi.P.A.A.F”. Meglio diffidare dei prodotti che riportano diciture “biologico” o “bio” che siano generiche e non dotate di una etichettatura chiara, che risponda ai criteri appena descritti.

(Foto: images.bidorbuy)

Fonte: ambientebio.it

Turismo eco sostenibile con le strutture selezionate da AIAB e Legambiente

Vacanze sostenibili e viaggi a impatto zero, una necessità che in tempo di crisi avanza prepotentemente.picnic-594x350

Grazie alla collaborazione tra AIAB e Legambiente nasce un protocollo per divulgare strutture per il turismo sostenibile attraverso l’istituzione di marchi di qualità quali Agriturismi Bio-Ecologici AIAB, garanzia AIAB Italia e Legambiente Turismo. L’idea è di fornire un catalogo completo che va dai viaggi a impatto zero fino a strutture ricettive amiche dell’ambiente che offrono ristorazione con prodotti provenienti dalla filiera a Km zero e biologica, ma anche soluzioni per il risparmio idrico o energetico, il tutto garantito e certificato da Aiab e Legambiente. Spiega Alessandro Triantafyllidis, presidente AIAB:
Difendere la biodiversità dell’ambiente rurale, promuovere la multifunzionalità dell’azienda agricola e garantire cibi con ingredienti totalmente biologici è la miglior sintesi tra ambiente naturale e società. Al turista attento e consapevole vogliamo garantire strutture che hanno scelto di operare, per se stesse e per i propri ospiti, nel rispetto dell’ambiente, convertendo le proprie produzioni al metodo dell’agricoltura biologica e, quindi, eliminando qualsiasi impiego di prodotti chimici di sintesi nella difesa delle colture o nelle fertilizzazioni. E che intendono garantire un’alta qualità ambientale dei servizi offerti riducendo l’impatto sul clima e sul consumo di energia. E al momento le strutture che hanno aderito al protocollo AIAB -LEGAMBIENTE ottenendo il riconoscimento del doppio marchio sono:

BioAgriturismo Il Gumo – Varese Ligure (SP)
BioAgriturismo Fiorano – Cossignano (AP)
BioAgriturismo Preggio
BioAgriturismo Le Mole sul Farfa – Mompeo (RI)
BioAgriturismo Fattoria Sant’Anna
Relais del Colle – Ripatransone (AP)
Agriturismo Il Duchesco – Alberese (GR)
Agriturismo Cascina Clarabella – Iseo (BS)
Azienda Agricola Terra di Vento – Montecorvino Pugliano (SA)

Via | Comunicato stampa