“La terra è viva e guarisce”: gli ortolani degli chef lanciano un nuovo progetto

Dopo aver cambiato vita e portato in Italia la figura professionale del “culinary gardener”, gli “ortolani degli chef” Lorena Turrini e Davide Rizzi hanno avviato un nuovo progetto chiamato “Organismo Agricolo Vivente Terapeutico” con l’obiettivo di portare vitalità alla terra, all’ambiente e, di conseguenza, all’uomo. Organismo Agricolo Vivente. È questo il nome del nuovo progetto intrapreso da Lorena Turrini e Davide Rizzi, un’artista e un musicista che qualche tempo fa hanno deciso di mettersi in gioco e ripensare la loro vita professionale, scegliendo di dedicarsi alla produzione di cibo sano secondo i principi dell’agricoltura biodinamica e avviando il progetto chiamato “culinary gardener”.

Come “culinary gardener”, Davide e Lorena producono frutta e verdura nel loro orto-giardino biodinamico in Toscana a stretto contatto con gli chef al fine di fornire materie prime ad hoc per i loro piatti. Per chi non conosce questa figura professionale, il culinary gardener è il consulente-produttore personale di uno chef: in pratica, produttore e chef decidono insieme cosa seminare per creare un menù stagionale di verdure e frutti freschi, sani e ricchi di sostanze nutritive e scelgono insieme cosa coltivare per ottenere i sapori e i profumi ricercati dallo chef.LorenaTurrini_DavideRizzi

Davide Rizzi e Lorena Turrini

Originari di Modena, Davide e Lorena si occupano di orticoltura biodinamica dal 2010 e sono culinary gardener presso una società che possiede strutture di pregio in Toscana, nelle quali lavorano due chef stellati. “Dopo sette anni passati tra le dolci colline toscane collaborando con chef stellati”, ci spiegano, “abbiamo deciso di concederci un intenso anno di studio e collaborazione presso un istituto di ricerca di Udine. Abbiamo approfondito il mondo della biodinamica da un punto di vista più antroposofico, sviluppando un modo più ‘sensibile’ di dialogare con la natura, e abbiamo messo a punto un nuovo progetto che diventa completamento del primo: l’”Organismo Agricolo Vivente Terapeutico”, un progetto sostenibile a livello sociale-terapeutico ed economico, nel quale esistono un aspetto terapeutico-passivo e uno terapeutico-attivo”.

L’aspetto terapeutico-passivo dell’”Organismo Agricolo Vivente Terapeutico” è costituito dalla presenza di siepi con alberi di specie diverse, piantumate in base agli studi sulle consociazioni arboree, dove ogni pianta irradia una particolare “forza” che agisce come stimolo o riequilibrio per l’essere umano che si avvicina ad esse. La natura, lo sappiamo, ha capacità curative-terapeutiche ed è una fonte inesauribile di energia e forza vitale per l’uomo e gli animali. È importante la presenza di essenze a portamento verticale perché questa forma costituisce una specie di “antenna” atta a captare e trattenere le forze vitali che arrivano dal cielo. Inoltre, per amplificare queste forze bisogna seguire legge del ciclo chiuso: tutto va riciclato attraverso il compost, perché compostando si amplificano sia le forze vitali sia le naturali “difese immunitarie” dell’Organismo Agricolo rendendolo sano e longevo. Per quanto riguarda, invece, l’aspetto terapeutico-attivo ed economico, oltre all’orto vero e proprio, nell’Organismo Agricolo vengono inserite piante aromatiche (privilegiando le specie autoctone e naturalizzate) utilizzabili anche per produrre olii essenziali, piante a fioritura a scalare per la vendita di fiori recisi, essenze nettarifere per il miele e alberi da frutto, insieme a frutti antichi e autoctoni per realizzare succhi o marmellate.

“Abbiamo già progettato un paio di Organismi Agricoli“, ci raccontano Lorena e Davide, “che hanno due tipologie e due finalità completamente diverse e che sono attualmente in fase di realizzazione. A Novembre 2017 ad Ibiza abbiamo ideato il nostro primo progetto di “Organismo Agricolo Vivente Terapeutico” (presso una struttura) per soggiorni di riequilibrio terapeutico da stress lavorativo. A febbraio 2018 abbiamo iniziato una collaborazione con Coopattiva, storica cooperativa sociale modenese, per il progetto di un ‘Organismo Agricolo’ in ambito sociale a Nonatola (Modena) che estende su tre ettari. Non si tratta solo di un orto, ma di un intero organismo agricolo vivente costituito da frutteto, piccola vigna, piccoli frutti, bosco, siepe terapeutica, serre, punto ristoro. Abbiamo già lavorato con ragazzi in difficoltà psichiche e con bambini e adulti con disagio e conosciamo i benefici che il lavoro nella natura offre a queste persone, al fine di migliorarne le abilità e svilupparne di nuove”.Lorena4

“Viste le nuove richieste che ci sono arrivate sia in ambito sociale, (anche) per persone anziane e per gli orti scolastici, sia da privati ed aziende, abbiamo elaborato una sorta di “progetto base” da poter utilizzare in contesti diversi, personalizzandolo di volta in volta a seconda delle specifiche del luogo e delle esigenze dei fruitori. Il ‘modello’ è uguale per tutti: un ‘Organismo Agricolo Vivente Terapeutico’, del quale cambieranno di volta in volta le forme, gli aspetti terapeutici, che saranno tarati secondo le necessità specifiche, e l’attività economica, che dipenderà dai diversi obiettivi da raggiungere. Ci sarà sempre l’aspetto terapeutico-passivo e il lavoro quotidiano in agricoltura che è l’aspetto terapeutico-attivo”.

“Non abbiamo inventato nulla. La natura esiste da molto prima di noi ed è sempre lei la protagonista. L’orto sociale è già stato fatto e funziona bene: si è visto come il contatto con la natura ed il lavoro nell’orto porti grandi benefici alle persone. Noi abbiamo fatto un piccolo passo in avanti progettando Organismi Agricoli Viventi Terapeutici, non solo orto. Abbiamo studiato molto le forme da inserire che possono già di per sé ‘curare’. L’orto stesso, ad esempio, è a forma di pentagono, cioè la forma che riporta l’uomo all’armonia. Tutto origina dai solidi platonici nei quali si manifestano due forze: forze di disgregazione terrestri e forze di vita celesti. Quando disegniamo un Organismo Agricolo lo pensiamo sempre in analogia con il corpo umano. Ogni ‘organo’ del progetto corrisponde ad un organo del corpo umano. Portando armonia nell’organismo agricolo questa si riflette specularmente nel corpo umano ristabilendo l’equilibrio, quindi la salute fisica e mentale. Di conseguenza, inseriamo in percentuali ben precise il bosco, il frutteto, l’orto, il laghetto, le siepi ed ognuno di essi è direttamente collegato ad un organo del nostro corpo (polmoni, cuore, fegato, ecc.).

“Il nostro obiettivo e missione”, concludono Lorena e Davide, “è, da sempre, quello di portare vitalità alla terra, all’ambiente e di conseguenza all’uomo favorendo l’aumento del suo sistema immunitario anche con la qualità del cibo e la bellezza delle forme. Lo facciamo con i progetti di culinary gardener e ora anche con gli Organismi Agricoli Viventi Terapeutici. Il primo amore non si scorda mai: continuiamo a collaborare con gli chef, perciò non abbandoniamo il nostro progetto culinary gardener, ma lo arricchiamo e l’idea è quella di poter creare, un giorno, un Organismo Agricolo Vivente Terapeutico anche per gli chef”.

Fonte: http://www.italiachecambia.org/2018/07/terra-viva-guarisce-ortolani-chef-nuovo-progetto/?utm_source=newsletter&utm_campaign=general&utm_medium=email&utm_content=relazioni

Il Serraglio: una filiera di agricoltura locale e biodinamica

Passione per la natura, attenzione alla qualità dei processi produttivi e la ricerca di rapporti più autentici e diretti con i consumatori. L’Azienda Agricola Biodinamica Il Serraglio, una realtà che da 30 anni opera nel settore dell’agricoltura biodinamica proponendo beni alimentari, servizi e attività formative. Arriviamo al Serraglio col leggero affanno tipico di quando giriamo in camper e incastriamo interviste una dopo l’altra. Eravamo – Paolo, Daniel ed io – in giro da un po’ di giorni per la Romagna a girare video e quella mattina avevamo sconfinato in Emilia, provincia di Ferrara. Ci scusiamo per il ritardo ma Angelica ci guarda con aria comprensiva e dice “tanto siamo qui, prendetevela pure comoda” e chiede a sua madre di prepararci un caffè di benvenuto.

 

L’azienda agricola biodinamica Il Serraglio è una realtà storica, attiva fin dal 1983, portata avanti da una famiglia allargata composta da Marco e Renza, marito e moglie, i due figli Angelica e Daniele a cui si aggiungono alcuni lavoratori più o meno occasionali, fra cui Alessandro, il compagno di Angelica. Oltre al cane Yuri, festoso e giocherellone, grande protagonista della nostra intervista. È una di quelle aziende che, come si suol dire, riesce bene a combinare tradizione e innovazione. Questo si nota sia nel connubio in cucina – giacché Il Serraglio è anche un ristorante – fra i sapori tradizionali di Renza e l’innovazione culinaria di Alessandro, che ha studiato da chef, sia nelle tecniche avanzate di agricoltura biodinamica che vengono praticate. Inoltre si tratta di un’azienda a ciclo chiuso, che produce praticamente tutte le materie prima che servono per l’allevamento del bestiame e per il cibo del ristorante.IMGP2698

L’agricoltura biodinamica, per chi non la conoscesse, si basa su una serie di tecniche elaborate da Rudolf Steiner (già, lo stesso dell’educazione steineriana) che nascono dalla sua visione spirituale antroposofica dell’uomo e dell’universo. Esse tengono conto di molti fattori, fra cui l’influenza della luna, le interazioni interne al suolo e si basano su una visione olistica. Finita l’intervista ci invitano a fermarci per pranzo. Ravioli, insalata di zucca, pomodori appena colti: la decisione è presa, restiamo. Gli ingredienti sono genuini ed incredibilmente saporiti e vengono cucinati in una maniera sapiente, per esaltarne il gusto senza camuffarlo con troppi ingredienti. Faremo un po’ tardi anche all’intervista successiva, ma anche questa è la dura vita del giornalista.

Intervista: Daniel Tarozzi
Realizzazione video: Paolo Cignini

Fonte: http://www.italiachecambia.org/2017/11/io-faccio-cosi-190-serraglio-filiera-agricoltura-locale-biodinamica/?utm_source=newsletter&utm_campaign=general&utm_medium=email&utm_content=relazioni

Lunario agricolo per dummies: febbraio

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Finalmente ci siamo! Il mese di febbraio apre la nostra serie di mini-guide ai lavori da eseguire nell’orto e in giardino secondo i ritmi scanditi dal calendario lunare. Quello che inauguriamo vuole essere un piccolo vademecum per agricoltori provetti, semplici appassionati e amanti del verde, che ci accompagnerà per tutto l’anno, mese per mese, con suggerimenti utili alla coltivazione e alla cura delle nostre piante come insegnano i principi dell’agricoltura biodinamica che l’uomo ha fatto propri da millenni. Ci muoveremo, dunque, sulle tracce di antiche tradizioni contadine basate sull’alternanza delle fasi lunari e dei ritmi naturali della terra tentando di riscoprire assieme a voi i segreti della coltivazione praticata ‘secondo natura’. Siete pronti ad iniziare questo percorso ? Noi scommettiamo di sì!

Il metodo biodinamico si basa principalmente sull’antica tradizione contadina di eseguire i lavori nell’orto o in giardino in armonia con le fasi lunari. Il principio è che queste influenzino direttamente la semina e la germogliazione delle piante poiché la capacità di penetrazione nel terreno dei raggi lunari sarebbe superiore a quella del sole. Al di là del fatto che la scienza concordi o no su questa teoria, il lunario agricolo può essere un ottimo strumento per far proprio questo metodo e coltivare secondo i ritmi della natura, evitando tra le altre cose l’uso di pesticidi e sostanze chimiche dannose sia per l’uomo che per l’ambiente. Vediamo, dunque, quali sono i lavori da eseguire nel mese di febbraio. Nel febbraio 2013 la luna sarà crescente dal 1° al 6 e dal 22 al 29calante dall’8 al 20. La fase crescente, come già sappiamo, è ideale per la crescita delle parti aree delle piante e per la germogliazione dei semi. Con la luna in fase crescente si possono raccogliere di buon mattino i vegetali a foglia (lattuga, spinaci, bietola) e a frutto (piselli, fagioli, zucche, pomodori). La fase calante va bene per la potatura di siepi e alberi da frutto, per il compostaggio e per tutte le attività legate all’apparato radicale delle piante: via libera quindi a innestitrapianti di alberi, per la messa a dimora di vegetali a radice come carote, rape e patate e alla potatura di alberi, vigneti e arbusti. Per quanto riguarda la potatura, bisogna tenere conto delle zone climatiche e delle temperature reali del periodo, onde evitare che successive gelate danneggino le gemme. Partendo da queste premesse, in fase crescente a febbraio semineremo all’aperto rucola, piselli,rucola, fave, spinaci, cece e metteremo a dimora gli asparagi e gli arbusti da frutto a radice nuda. In giardino si potranno preparare le talee di begonie, dalie, rose e viti e seminare le viole. In fase di luna calante semineremo cipolla, ravanelli, biete, barbabietole rosse, basilico, prezzemolo, aglio e sedano. Via libera alla potatura di meli, peri, peschi, mandorli e vite. In giardino eseguiremo la cimazione degli arbusti che hanno già perso i frutti, delle rose, delle ortensie e delle piante aromatiche impiantate.

Fonte: tuttogreen.it

Riforma della PAC, “l’Italia scelga un’agricoltura più sostenibile”

Le Associazioni del mondo ambientalista e dell’agricoltura biologica chiedono un incontro al Ministro Nunzia De Girolamo e alla Conferenza delle Regioni per l’applicazione in Italia della nuova PAC al fine di assicurare un futuro sostenibile all’agricoltura.2_agricoltura

Il tavolo unitario delle 14 Associazioni ambientaliste e dell’agricoltura biologica (AIAB, Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, FAI, Federbio – Upbio, FIRAB, Italia Nostra, Legambiente, LIPU, Slow Food, Touring Club Italiano, Pro Natura, Società Italiana Ecologia del Paesaggio, WWF) che da settembre 2012 lavora all’elaborazione di proposte per una riforma della PAC in grado di assicurare un futuro sostenibile all’agricoltura chiede un’incontro al Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Nunzia De Girolamo e agli Assessori all’Agricoltura e all’Ambiente che coordinano le relative Commissioni della Conferenza delle Regioni, per presentare le loro richieste sulle decisioni che il Governo dovrà assumere d’intesa con le Regioni per l’attuazione della riforma della PAC nel nostro paese e sull’ impostazione dell’accordo di partenariato per la programmazione dei fondi Europei 2014 – 2020 e la definizione dei PAN pesticidi. Le 14 Associazioni valutano negativamente l’accordo che il 25 giugno scorso il Parlamento Europeo, il Consiglio Europeo e la Commissione Europea hanno raggiunto sulla riforma della PAC. Una delle poche cose positive dell’accordo è che le nuove regole comunitarie lasciano una buona possibilità di scegliere agli stati membri nell’applicazione della nuova PAC come ad esempio la flessibilità dei fondi tra i due pilastri, la definizione dell’agricoltore attivo, il tetto massimo degli aiuti e le misure per i giovani agricoltori e su queste opportunità il tavolo vuole contribuire con alcune proposte fra quali la prima è usare la flessibilità dei fondi tra i due pilastri per spostare il 15% dal primo al secondo, vero strumento per lo sviluppo sostenibile delle imprese e del territorio. “L’accordo raggiunto a livello europeo non ha prodotto la riforma della PAC attesa dai cittadini e dalla componente più avanzata del mondo agricolo che in questo momento di crisi economica chiedevano una svolta radicale verso un nuovo modello agricolo in grado di premiare le aziende più virtuose, che producono i maggiori benefici per la società, cibo sano, tutela dell’ambiente e capacità di creare lavoro per i giovani. Adesso ci sono alcune scelte che spettano all’Italia e che possono cercare d’interpretare le aspettative e le richieste della maggioranza dei cittadini per un’agricoltura più sostenibile, attenta ai beni comuni e all’interesse generale e su queste scelte chiediamo di essere ascoltati per poter contribuire portando le nostre proposte”, ha dichiarato la portavoce del Tavolo Maria Grazia Mammuccini.pesticidi9__

Tra l’altro proprio ieri la Conferenza delle Regioni ha approvato la posizione sul negoziato per l’applicazione della Riforma della PAC con aspetti coerenti con le posizioni del tavolo e con un principio di fondo condivisibile e cioè che fino ad oggi non si è colto a livello nazionale un indirizzo politico vero mentre è assolutamente necessario in questa fase realizzare scelte chiare individuando priorità e strategie adeguate alla crisi economica che vivono le imprese agricole e l’intero sistema economico. Adesso quindi il Governo, d’intesa con le Regioni, dovrà definire il quadro strategico di riferimento per la programmazione di tutti i Fondi Comunitari per il periodo 2014 – 2020 e le 14 Associazioni auspicano che per la definizione dell’accordo di partenariato siano opportunamente coinvolte tutte le Associazioni del mondo agricolo, compreso quelle del biologico, e quelle di protezione ambientale attraverso forme di partecipazione non solo formali ma sostanziali. Le 14 Associazioni chiedono infine che in questo contesto sia completato il processo di definizione del Piano di Azione Nazionale (PAN) per l’uso sostenibile dei fitofarmaci. Infatti c’è una stretta relazione tra questo e la definizione delle misure agroambientali della nuova programmazione dello Sviluppo Rurale. Sul PAN pesticidi, dopo una prima consultazione delle parti sociali ed economiche interessate completata nei primi mesi del 2013, il processo per l’adozione del PAN si è bloccata in attesa che venga approvata dal Consiglio tecnico scientifico previsto dalla direttiva comunitaria e per il quale il Ministero dell’Agricoltura deve produrre il Decreto che ne formalizza la costituzione. Tra l’altro sul PAN le 14 Associazioni hanno prodotto osservazioni e proposte che mettono in primo piano la salute dei cittadini e degli agricoltori, la qualità dell’ambiente e delle aree rurali, la sicurezza alimentare e adesso vogliono di nuovo sottoporre queste proposte all’attenzione del Ministro Nunzia De Girolamo e degli Assessori all’Agricoltura e all’Ambiente che coordinano le relative Commissioni della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome affinché si facciano garanti della corretta ed esaustiva applicazione della Direttiva comunitaria sui pesticidi.

Fonte: il cambiamento