Trasferimento di scorie in Basilicata, imprecisa la spiegazione di Sogin: restano tanti punti oscuri

300 agenti hanno scortato un convoglio partito all’alba di ieri dalla Itrec di Rotondella (Mt): forse scorie nucleari dirette all’aeroporto militare di Gioia del Colle?centro_trisaia_di_rotondella-586x392

La versione della Gazzetta del Mezzogiorno

Secondo quanto riportato dalla Gazzetta del Mezzogiorno il comunicato della Sogin non riporta propriamente la verità (ciò non significa che riporti falsità, solo che è l’ennesimo incompleto tassello nella vicenda); secondo la Gazzetta il materiale trasportato in gran segreto, e con uno spiegamento di forze incredibile, da Rotondella a Gioia del Colle è in realtà nitrato di uranile, pare pochi grammi, un sale di uranio attraverso il quale si realizza la preparazione dell’esafluoruro di uranio nell’ambito della produzione di combustibile nucleare. Il nitrato di uranile è il risultato delle operazioni di riprocessamento condotte al centro Trisaia di Rotondella sulle ormai famose barre di uranio provenienti dal reattore Elk River del Minnesota, Stati Uniti. A causa della totale opacità di questa operazione, della quale nemmeno gli enti locali erano stati avvertiti, la Regione Basilicata ha convocato per venerdi prossimo il Tavolo della trasparenza sulle questioni nucleari, che il presidente De Filippo non convocava da due anni. C’è anche da chiedersi: a fronte delle informazioni inesistenti, dei dubbi sui materiali custoditi nel centro Trisaia di Rotondella e dei segreti che aleggiano attorno a quella zona, esiste un piano di evacuazione della popolazione in caso di incidente? Esiste un’informazione periodica dettagliata agli enti pubblici sui materiali contenuti nel centro? Esistono monitoraggi ambientali sulla radioattività nell’area della Trisaia? Perchè questi non sono mai stati resi pubblici?

Sogin: “rimpatriati materiali USA”

Aggiornamento 30 luglio 2013, ore 19:22 – Il clamore sollevato sul mistero del trasporto notturno di scorie nucleari dalla Sogin di Rotondella (Mt) all’aeroporto di Gioia del Colle (Ba), scortato da 300 agenti di polizia, parrebbe così risolto: è la stessa Sogin, in un breve comunicato stampa, a svelare l’arcano:

“In ossequio agli impegni presi dall’Italia in occasione del Vertice sulla Sicurezza Nucleare svoltosi a Seoul nel marzo del 2012, si è concluso oggi il rimpatrio negli Stati Uniti di materiali nucleari sensibili di origine americana, che erano custoditi in appositi siti sul territorio nazionale per attività di ricerca e di sperimentazione.
Il rimpatrio di tale materiale negli USA si inquadra nell’ambito dell’Accordo internazionale tra Stati Uniti e Comunità Europea dell’Energia Atomica (EURATOM) concernente l’utilizzo dell’energia nucleare a scopi pacifici.”

Il riferimento è agli 84 elementi di combustibile irraggiato uranio-torio provenienti dal reattore sperimentale statunitense Elk River, importanti in Basilicata tra il 1965 ed il 1970.

Basilicata, le scorie nucleari si muovono di notte in gran segreto

Nella notte silenziosa della Basilicata tra il 28 ed il 29 luglio (alle 3 del mattino) un convoglio carico, si teme, di scorie nucleari è uscito dalla Sogin/Itrec di Rotondella (Mt), scortato da 300 agenti (Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza): a bordo del “trasporto speciale” un grande mistero, trasportato in tre ore all’aeroporto militare di Gioia del Colle (Ba). La statale 106 Jonica è stata completamente ed abilmente presidiata dai 300 agenti di scorta, uno spiegamento di forze decisamente ingente in una regione piccola ed inoffensiva come la Basilicata che ha inevitabilmente reso evidente l’importanza del trasporto e della materia trasportata, su cui si sta tenendo uno strettissimo riserbo. Ciò che è certo, ovverosia non coperto dal Segreto di Stato, è che l’impianto Itrec è ubicato all’interno del Centro Enea Trisaia di Rotondella (MT) ed è stato costruito tra il 1965 e il 1970 dal Cnen (Comitato nazionale per l’energia nucleare). La Sogin, tra il 1969 e il 1971, in seguito ad un accordo tra il Cnen e la statunitense USAEC (United States atomic Energy commission) ha aperto le porte del centro ed accolto a tempo indeterminato ben 84 elementi di combustibile irraggiato uranio-torio provenienti dal reattore sperimentale statunitense Elk River.

Secondo la Ola (Organizzazione Lucana Ambientalista) i dubbi che si tratti di materiale radioattivo sono molto pochi:

“[…] materiale radioattivo di cui se ne chiede di conoscere tipologia e quantità sarebbe stato traslocato da o per il centro Itrec di Rotondella verso o da l’aeroporto militare di Gioia del Colle. La Ola, come più volte denunciato, paventa la possibilità che ciò potrebbe preludere alla trasformazione del centro della Trisaia di Rotondella in deposito provvisorio delle scorie radioattive. Quanto accaduto questa notte palesa l’intenzione di procedervi lasciando all’oscuro le amministrazioni comunali ed i cittadini.”

Cosa, questa, in parte già esplicitata nel 2010, quando Nicola Maria Pace(ex procuratore capo di Matera), audito dalla Commissione bicamerale sul ciclo dei rifiuti dichiarò:

“[…] Mi riferisco alla giacenza per quanto riguarda l’impianto ITREC di Rotondella di 2,7 tonnellate di rifiuti radioattivi ad alta attività giacenti in strutture ingegneristiche di contenimento, che già vent’anni fa avevano mostrato i segni dell’usura ed erano già «scaduti», secondo il gergo tecnico utilizzato in sede di analisi di rischio, e che, essendo stati corrosi e avendo manifestato cedimenti strutturali, avevano dato luogo ai tre rilevanti incidenti nucleari. […]
L’ENEA ha sempre menato le cose per le lunghe immaginando una forma di solidificazione per cementificazione, ma all’epoca feci una consulenza per dimostrare al più alto livello scientifico possibile che la cementificazione non solo determinava un abnorme aumento dei volumi, fatto da evitare in materia di gestione del nucleare, ma esponeva i materiali al fenomeno del dilavamento, quindi a una possibilità di propagazione nell’ambiente.”

Una situazione drammaticamente descritta nel libro “La Peste Italiana – Il caso Basilicata” di Maurizio Bolognetti. Questa volta, è facile immaginare altri trasferimenti simili in passato, il trasloco non è passato inosservato agli ambientalisti (talvolta definiti “terroristi” nella Regione della remissione di tutti i peccati ambientali), che si sono immediatamente attivati per chiedere delucidazioni sul tema, invocando un sacrosanto principio di trasparenza (a maggior ragione quanto trasferiscono rifiuti nucleari nottetempo passandoti sotto la finestra di casa). Tutti, dallo stesso Bolognetti alla Ola, dal Comitato No Scorie Trisaia al M5s, si sono appellati al sottosegretario agli interni, il lucano Filippo Bubbico, chiedendo chiarimenti in materia:

“[…] vorremmo chiedere cosa hanno trasferito, nottetempo, dalla Trisaia di Rotondella all’aeroporto di Gioia del Colle o – e la cosa sarebbe di certo ancora più preoccupante per noi lucani – da Gioia del Colle alla Trisaia. E di domande senza risposta sulla Trisaia e su tutto quello che è ruotato attorno a quel centro ne abbiamo fatte tante e tante ancora vorremmo farne. Qualcosa ci ha raccontato la buon’anima del dott. Nicola Maria Pace. Resta di certo il mistero del Capitano Natale De Grazia, deceduto in circostanze misteriose. Ma anche quello, mistero era e mistero resterà.”

si chiede Bolognetti in un comunicato: una linea simile tenuta anche dalle associazioni, dai comitati, dai molti cittadini di Basilicata oramai stanchi dei silenzi istituzionali, delle perle ai porci dei bonus benzina e della situazione di degrado ambientale che attanaglia questo meraviglioso territorio.

Fonte: ecoblog

 

Farmaci, venti consigli per l’estate

detail-pills1

 

L’estate è arrivata, e per l’occasione l’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) ha diramato una serie di semplici regole da osservare per conservare, trasportare e assumere in tutta sicurezza i farmaci durante la stagione calda. Eccoli riassunti nel “ventalogo” diffuso dall’Agenzia (mentre per gli approfondimenti è possibile consultare il dossier su Farmaci & Estate sul sito dell’Aifa).

1. Qualora l’aspetto del medicinale che si utilizza abitualmente appaia diverso dal solito o presenti dei difetti (presenza di particelle solide in sospensione o sul fondo, cambio di colore o odore, modifica di consistenza), consulta il medico o il farmacista prima di assumerlo. Tieni presente che non sempre l’aspetto, l’odore o il colore del medicinale rivelano se si è verificata un’alterazione. Pertanto non assumerlo se hai dubbi sull’integrità del prodotto. Segnala al medico qualsiasi malessere, anche lieve, in concomitanza con una terapia farmacologica, perché non tutti i farmaci possono avere effetti facilmente correlabili al caldo.

2. Nel caso di un farmaco presente in diverse forme farmaceutiche e in assenza di specifiche controindicazioni (ad esempio la difficoltà di deglutizione), sono preferibili le formulazioni solide rispetto a quelle liquide che, contenendo acqua, sono in genere maggiormente sensibili alle alte temperature (termolabili).

3. Per essere certo di conservare il medicinale nel modo corretto, leggi attentamente le modalità di conservazione indicate nelle informazioni del prodotto. Qualora queste non siano specificate, conserva il medicinale in luogo fresco e asciutto a una temperatura inferiore ai 25°.

4. Nel caso non sia possibile conservarlo in frigo e, in caso di viaggi o soggiorni fuori casa, trasportalo in un contenitore termico. Agenti atmosferici come eccessiva luce e/o sbalzi di temperatura possono infatti deteriorare i medicinali. Evita sempre, comunque, di esporli a fonti di calore e a irradiazione solare diretta.

5. Se esponi i medicinali per un tempo esiguo (una o due giornate) a temperature superiori a 25° non ne pregiudichi la qualità, ma, per un tempo più lungo, ne riduci considerevolmente la data di scadenza. Se invece la temperatura di conservazione è specificatamente indicata, non rispettarla potrebbe addirittura renderli dannosi per la salute.

6. Evita l’uso di contenitori (portapillole) non esplicitamente destinati al trasporto di farmaci, in quanto potrebbero facilmente surriscaldarsi o rilasciare sostanze nocive ed alterare così le caratteristiche del medicinale. Estrai dal contenitore originale (flacone, blister, etc) solo la dose destinata alla somministrazione quotidiana

7. Se acquisti farmaci, non tenerli per ore in auto al caldo e portali a casa appena puoi. Se hai bisogno di conservare i medicinali di emergenza in auto, chiedi al tuo farmacista di consigliarti un contenitore sicuro che ti consentirà di mantenere il farmaco alla corretta temperatura. Anche farmaci comuni possono produrre effetti potenzialmente dannosi se esposti a temperature troppo elevate.

8. Se soffri di una patologia cronica come il diabete o di una malattia cardiaca, un’alterazione di una dose di un farmaco fondamentale, come l’insulina o la nitroglicerina, può essere rischiosa. Ricorda che i farmaci a base di insulina vanno conservati in frigorifero. In caso di lunghi viaggi o se hai necessità di tenerli in auto per emergenza, conservali in un contenitore sicuro che li mantenga alla giusta temperatura. Presta particolare attenzione anche con gli antiepilettici e gli anticoagulanti. Piccole modificazioni in farmaci come questi possono fare una grande differenza per la tua salute. Alcune alterazioni che potrebbero verificarsi in antibiotici e/o aspirina potrebbero causare danni ai reni o allo stomaco. Ma non è tutto: una crema a base di idrocortisone, ad esempio, per effetto del calore potrebbe separarsi nei suoi componenti e perdere di efficacia.

9. Se utilizzi farmaci in forma pressurizzata (spray), evitane l’esposizione al sole o a temperature elevate e utilizza contenitori termici per il trasporto.

10. Qualsiasi tipo di striscia per test diagnostici, come ad esempio quelle utilizzate per verificare i livelli di zucchero nel sangue, la gravidanza o l’ovulazione, è estremamente sensibile all’umidità, che potrebbe causarne l’alterazione e dare una lettura non corretta. Evita di conservarle in luoghi umidi o eccessivamente caldi.

11. I farmaci per la tiroide, i contraccettivi e altri medicinali che contengono ormoni sono particolarmente sensibili alle variazioni termiche. Questi sono a volte a base di proteine, che per effetto del calore cambiano proprietà. Anche in questo caso conservali in ambienti freschi e a temperatura costante.

12. Sebbene sia difficile immaginare temperature di congelamento in piena estate, tieni presente che anche il freddo eccessivo può causare alterazioni dei farmaci. L’insulina, ad esempio così come i farmaci in sospensione, possono perdere la loro efficacia se congelati. Non conservali a temperature inferiori ai 2° C.

13. Non inserire farmaci diversi in una sola confezione e non mescolarli in uno stesso contenitore per risparmiare spazio in valigia: potresti avere poi delle difficoltà a riconoscere la data di scadenza, la tipologia del medicinale e il dosaggio.

14. Se devi affrontare un lungo viaggio in auto, trasporta i farmaci nell’abitacolo condizionato e/o in un contenitore termico. Evita invece il bagagliaio che potrebbe surriscaldarsi eccessivamente.

15. Durante il viaggio in aereo, colloca i farmaci nel bagaglio a mano. In caso di flaconi liquidi di medicinali già aperti, mantienili in posizione verticale. Se sei in terapia con farmaci salvavita porta in cabina tali medicinali con le relative ricette di prescrizione, poiché potrebbe essere necessario esibirle nelle fasi di controllo.

16. Se devi necessariamente spedire dei medicinali scegli sempre le compresse o comunque forme solide.

17. Alcuni farmaci possono causare reazioni da fotosensibilizzazione (reazioni fototossiche o fotoallergiche che solitamente sono costituite da manifestazioni cutanee come dermatiti, eczemi, ecc.) a seguito dell’esposizione al sole. Controlla attentamente le istruzioni in caso di assunzione di: antibiotici (tetracicline, chinolonici), sulfamidici, contraccettivi orali (pillola), antinfiammatori non steroidei (Fans), prometazina(antistaminico).

18. Evita l’esposizione al sole dopo l’applicazione di gel/cerotti a base di ketoprofene (fino a due settimane dopo il trattamento) o creme a base di prometazina, queste ultime spesso utilizzate per le punture di insetti o allergie cutanee; in caso lava accuratamente la zona interessata, in modo da evitare la comparsa di macchie o, peggio, vere e proprie ustioni. Per tutti gli altri medicinali in forma di gel/crema verificane la compatibilità con l’esposizione al sole.

19. Il caldo può provocare l’abbassamento della pressione anche in soggetti ipertesi, pertanto la terapia dell’ipertensione arteriosa(ACE inibitori in associazione o meno con diuretici, sartani, calcio antagonisti, diuretici, beta bloccanti, bloccanti dei recettori alfa adrenergici) e di altre malattie cardiovascolari potrebbe richiedere un riadattamento da parte del medico/specialista nel periodo estivo. Tieni presente che le terapie in corso non vanno mai sospese autonomamente; una sospensione anche temporanea della terapia senza il controllo del medico può aggravare severamente uno stato patologico. È opportuno, inoltre, effettuare un controllo più assiduo della pressione arteriosa.

20. Intorno agli occhi, nel periodo estivo, non utilizzare prodotti che con il calore potrebbero entrare a contatto con la superficie oculare (creme o pomate non idonee all’uso oftalmico).

Fonte:  Aifa