Emergenza rifiuti di Norvegia e Svezia: da Oslo e Stoccolma ci rispondono che non c’è

Non è strano che la Norvegia rischi il cortocircuito energetico per mancanza di rifiuti da incenerire e paghi per bruciare i propri negli impianti svedesi? E infatti, nonostante la discussione sui giornali italiani, non c’è nessuna emergenza, almeno secondo l’Agenzia per l’Ambiente Norvegese che ha risposto alla nostra intervista73703269-594x350

Un Paese che rischia il tracollo energetico perché non sa cosa mettere negli inceneritori vende i propri rifiuti ai vicini di casa? C’era un’incongruenza tra l’articolo di Repubblica pubblicato il 6 maggio e l’intervista di Wired alla svedese Catarina Östlund, di novembre scorso. Repubblica titolava: “Vendeteci i rifiuti o restiamo al buio”. L’emergenza al contrario dei paesi nordici”. E apriva così: “La Norvegia ha un problema. Ha finito la spazzatura e non sa più come riscaldarsi e produrre energia…”. Ma allora perché appena sei mesi prima la Norvegia pagava 50 euro a tonnellata per smaltire i propri rifiuti negli impianti svedesi, come dichirato dalla Östlund? E’ cambiato qualcosa nel frattempo? La produzione di rifiuti è improvvisamente calata? Ne abbiamo parlato con Catarina Östlund della Swedish Environmental Protection Agency e con il norvegese Pål Spillum (Norwegian Climate and Pollution Agency).
E’ vero che i Paesi Scandinavi rischiano di andare incontro ad una crisi energetica a causa della mancanza di rifiuti da bruciare nei propri inceneritori? “No – risponde Pål Spillum – In Norvegia la termovalorizzazione dei rifiuti è una fonte di energia importante soprattutto per il riscaldamento domestico delle città più grandi, e in alcuni casi anche per i processi industriali. Ma esistono molte altre alternative, dall’idroelettrico al gasolio”. Idem per la Svezia. “Da noi l’incenerimento dell’indifferenziato garantisce circa il 20% dell’energia utilizzata per riscaldare gli edifici. Non direi proprio che ci sia preoccupazione nell’aria – risponde Catarina Östlund – l’importazione di rifiuti dall’estero è stata pianificata. E l’Europa abbonda di rifiuti conferiti in discarica…”.

Apparentemente, qualcosa non torna negli scambi di rifiuti scandinavi: la Norvegia importa rifiuti dal resto d’Europa, ma paga per smaltire i propri negli impianti svedesi? “E’ una questione di costi – continua la Östlund – alla Norvegia conviene spedire I rifiuti da noi in Svezia perché la tariffe applicate sono più basse”. “Sì. I comuni norvegesi esportano rifiuti – spiega Spillum – ma allo stesso tempo lo Stato importa indifferenziato per produrre energia, seppur in quantità decisamente più ridotte. Può sembrare un controsenso, ma la ragione è abbastanza semplice: i rifiuti sono ormai diventati una merce a tutti gli effetti, e per questo vengono bruciati negli impianti che possono garantire I prezzi più bassi, costi di trasporto inclusi. Nell’Europa del Nord il mercato dei rifiuti funziona come qualunque altro mercato: con l’unica differenza che se tu possiedi i rifiuti devi pagare per mandarli in un impianto di trattamento…”.
Quindi non c’è stato nessun tracollo improvviso nella produzione di rifiuti norvegese… “No, la produzione di rifiuti è stata in costante aumento nel corso del tempo – continua Spillum – e perfino negli ultimi anni, per quanto attorno al 2008 si sia registrato un leggero calo, dovuto alla crisi finanziaria. In ogni caso, la percentuale di rifiuti che sono stati avviati a riciclo e a recupero energetico – soprattutto a recupero energetico – è cresciuta decisamente di più della produzione”.

Fonte. Eco dalle città

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