GLI AMBIENTALISTI: A RISCHIO 10 ANNI DI POLITICA SUL CLIMA
Un Parlamento europeo spaccato ha respinto per soli 19 voti (334 a 315, con 63 astenuti) la proposta della Commissione europea di rinviare, in un mercato già inflazionato, le aste per 900 milioni di nuovi Ets, i cosiddetti “diritti di inquinare” che si dovranno emettere entro il 2015. Il “no” al congelamento ha provocato l’immediato crollo del prezzo dei crediti emissivi. Il costo di una tonnellata di CO2, già sceso sotto i 5 euro e considerato largamente insufficiente a finanziare la conversione verso un’energia verde, subito dopo il voto è precipitato di un ulteriore 34% a 3,41 euro.
Esultano le industrie ‘energivore’, i produttori petroliferi, i paesi che puntano su nuove centrali elettriche a carbone. E Confindustria osserva che questo “le imprese chiedevano a gran voce da tempo, in linea con la posizione di Businesseurope’. Per Amalia Sartori, presidente della Commissione Industria dell’Europarlamento che aveva dato parere negativo, ‘”n un momento come questo non si può aggiungere nulla ai costi dell’industria”.
Ma per gli ambientalisti è una tragedia. Di fatto e’ stato messo in dubbio il principio ‘chi-inquina-paga’ su cui si è fondata la politica ambientale europea negli ultimi dieci anni. E questo nel momento in cui altri paesi, dalla Cina all’Australia, hanno finalmente cominciato ad adottare il meccanismo Ets
Fonte: animali e ambiente nel cuore