11.1 Considerazioni generali sul mercato dei finanziamenti per l’efficienza energetica
Gli interventi di efficienza energetica, secondo tutti gli scenari che prevedono una riduzione della concentrazione di CO2 in atmosfera rivestono un ruolo di particolare importanza50. Nonostante ciò, è ancora lontano un mercato dell’efficienza energetica che abbia una struttura e regole stabilite e condivise.
L’efficienza energetica offre la possibilità di ottenere importanti vantaggi economici per chi interviene, trasferendo sulla collettività i benefici ottenuti dai minori consumi di energia. Ad oggi, però, è ancora forte la presenza di barriere e ostacoli. Ad esempio, intervenire sull’efficienza non sempre è sinonimo di comportamento ad alto valore ambientale; le scelte in questo campo si integrano con gli altri settori, fino al punto di “confondersi” con essi e diluire numeri e portata degli effetti. Inoltre, è anche da segnalare la poca razionalità con cui alcuni agenti economici (su tutti le famiglie) ancora operano e che spesso si sposa con una scarsa maturità in termini di presenza sul mercato delle tecnologie efficienti (capacità di farsi conoscere). Il tutto si traduce in costi iniziali di investimento spesso più elevati del normale.
In questo senso, lo sviluppo di strumenti e programmi di finanziamento degli interventi di efficienza e risparmio energetico può rappresentare il vero pilastro per l’abbattimento di alcune delle barriere ancora presenti. Nonostante gli interventi di risparmio energetico portino infatti a una minore spesa nella gestione delle utenze, non sempre gli utilizzatori dell’energia dispongono o vogliono impegnare le risorse finanziarie necessarie alla realizzazione degli interventi, soprattutto durante un prolungato periodo di difficoltà economiche e finanziarie.
Tipicamente, gli investimenti in efficienza energetica possono essere intrapresi dalle famiglie, per il residenziale e per i trasporti, dalle aziende e dalla pubblica amministrazione. Se quest’ultima sconta le attuali politiche di bilancio di contenimento della spesa (anche se un investimento in efficienza energetica nasce proprio con questo obiettivo), le famiglie e ancor più il settore industriale non considerano ancora pienamente l’efficienza energetica tra le opzioni di scelta del portafoglio di investimenti. Le prime per motivi spesso legati a una limitata disponibilità di informazioni e alla difficoltà di riuscire a valutare correttamente la sostenibilità finanziaria degli investimenti, ovvero la capacità dell’intervento di ripagare il capitale investito, o il maggior capitale investito, attraverso la riduzione dei costi dell’energia.
Il settore industriale, invece, rimane focalizzato sulla redditività di breve periodo delle attività “core”, che spesso sono in competizione con gli interventi di efficienza energetica proprio nell’allocazione delle risorse finanziarie a disposizione dell’impresa. Secondo Vattenfall e McKinsey51, gli interventi di efficienza energetica sono realizzati con un profitto o con “costi negativi” per l’utente, vale a dire che si posizionano come i migliori possibili per raggiungere l’abbattimento delle emissioni di gas serra a costi ragionevoli. In questo caso, non dovrebbe sempre essere ovvio il motivo per cui si considera ancora necessario il ricorso agli aiuti pubblici.
Ragionando in termini economici, se questi interventi possono essere realizzati ottenendo dei profitti ragionevoli, l’efficienza energetica dovrebbe essere una questione di finanziamenti tra privati che ricorrono al mercato, ma uno dei settori più importanti del capitalismo globale, quello delle banche private, è stato solo marginalmente coinvolto nel campo dell’efficienza energetica.. La relazione UNEP (2009) su efficienza energetica e settore finanziario sostiene: “L’analisi e il dibattito sulle potenzialità dell’efficienza energetica non sono accompagnati da capitale che fluisce verso quelle opzioni di efficienza energetica, né da una politica chiara e un contesto normativo stabile. Tuttavia, i driver a lungo termine (prezzi dell’energia e cambiamenti climatici) hanno iniziato a sollevare la questione dell’efficienza energetica all’ordine del giorno sia nell’agenda politica e che in quella della finanza privata”. Nonostante ciò ancora oggi quasi tutti gli esempi di programmi di efficienza energetica appartengono a iniziative pubbliche, non a privati.
Vi sono diverse ragioni per cui le istituzioni finanziarie private non partecipano in modo significativo al finanziamento dell’efficienza energetica. La più importante sembra essere la difficoltà di aggregare i piccoli investimenti in pacchetti finanziari in grado di attrarre il loro interesse. A tale proposito l’UNEP (2009) sostiene che “le istituzioni finanziarie del settore privato sono molto interessate all’efficienza energetica… ma è difficile ottenere il livello di scala necessario a rendere le attività specifiche di efficienza energetica attraenti sul mercato, così da garantirsi delle opportunità di finanziamento”, cosa che è accaduta ad esempio per il finanziamento di grandi investimenti in energie alternative, che sollevano l’investitore dai costi di transazione, abbastanza elevati per progetti diffusi sul territorio.
Per la valutazione dell’investimento, utilizzando il tipico strumento del VAN, il valore netto dei risparmi ottenuti nel corso della vita utile di un intervento in efficienza energetica è fortemente influenzato dal tasso di attualizzazione scelto. In questo, se un soggetto pubblico può permettersi di utilizzare un approccio svincolato dalle dinamiche di mercato, le famiglie e le imprese sono necessariamente influenzate da ciò che accade sia per quanto riguarda la disponibilità e il costo delle tecnologie che per gli strumenti finanziari potenzialmente a disposizione.
Mantenendo il più possibile la suddivisione tra strumenti per la Pubblica Amministrazione, le famiglie e il settore produttivo, si vuole qui svolgere un’analisi del mercato finanziario collegato all’efficienza energetica con lo scopo di individuare gli strumenti offerti da soggetti privati o le esperienze in cui il privato ne sia promotore anche in collaborazione con uno o più soggetti pubblici.
50 Piano d’Azione Italiano per l’Efficienza Energetica (2011)
51 The carbon productivity challenge (2008)
Fonte: ENEA