4.5.1 Stato ed evoluzione dell’efficienza energetica
– Consumi energetici
Il sistema agroalimentare, nella sua accezione più ampia di agricoltura ed industria alimentare, richiede per la produzione di una chilocaloria di cibo fino a 10 chilocalorie di energia fossile oltre all’energia necessaria per l’estrazione, la raffinazione e il trasporto24 del prodotto petrolifero.
24 Rifkin, 2002.
La destagionalizzazione dei prodotti e la commercializzazione di prodotti alimentari complessi, caratterizzati da forti quantità e qualità di servizi incorporati, hanno contribuito ad aumentare oltre ai costi energetici anche quelli ambientali dei prodotti agroalimentari. Recenti indagini riportano che il consumo di energia associato a un chilogrammo di cibo pronto per mangiare risulta tra 2 MJ e 220 MJ in relazione al tipo di cibo (animale o vegetale), alle tecniche e tecnologie di coltivazione, trasformazione e trasporto25. Per le produzioni in serra, un chilogrammo di pomodoro nei Paesi del Nord-Europa richiede fino a 26,73 MJ ed emette 1459,4 g di CO2/kg mentre un chilogrammo di lattuga richiede circa 22,9 MJ ed emette 1250 g di CO2/kg. Per le stesse colture, si registrano valori inferiori fino a un terzo nei paesi del Sud-Europa26. Questi dati, risultano significativi se consideriamo che nel 2009, in Italia, è stato stimato uno spreco di circa 20 milioni di tonnellate di prodotto tra frutta, verdura e cereali, tra prodotto non raccolto dagli agricoltori o sprecato dalla GDO (Grande Distribuzione Organizzata) e dai consumatori. Secondo stime OCSE – che attribuiscono complessivamente al sistema agroalimentare europeo il valore dell’11% in termini di trasporto, consumi indiretti, preparazione e conservazione, distribuzione e stoccaggio ai consumi finali di energia (pari a 120,9 Mtep, Eurostat 2009) – abbiamo per il sistema agroalimentare nazionale un consumo totale finale di energia pari a 16,43 Mtep (tabella 4.4).
Tabella 4.4: Consumi energetici totali del sistema agro-alimentare in Italia (2009)
I consumi finali di energia (termica ed elettrica) nel settore agricolo, che si riferiscono all’impiego di gasolio, fitosanitari, fertilizzanti e materiali plastici (sia nelle serre che per la pacciamatura), per l’anno 2011, risultano pari a 2,25 Mtep (tabella 4.5).
25 Saunders et al., 2007
26 Saunders et al., 2006
Tabella 4.5: Consumi energetici dell’agricoltura – Anno 2011
L’intensità energetica, calcolata rispetto al valore aggiunto del settore agricoltura è pari a 0,12 ktep/M€, rispetto allo 0,08 della Francia e allo 0,17 della Germania27 (la media europea si colloca a 0,15). Per le coltivazioni ortive in serra e in pieno campo l’indice di efficienza energetica, in termini di rapporto tra energia immessa nel processo di produzione vegetale e valore energetico del prodotto, è riportato nella tabella 4.6.
Tabella 4.6: Efficienza energetica della coltivazione di ortive in serra e in pieno campo
Per sostenere l’innovazione del settore Agricoltura, sia mediante lo strumento dei titoli di efficienza energetica, sia attraverso la diffusione di tecniche di risparmio di energia, ENEA-UTEE ha previsto:
– lo sviluppo di cinque schede tecniche specifiche per il sistema agricolo, nell’ambito del meccanismo dei certificati bianchi al fine di consentire il trasferimento di tecnologie energetiche sostenibili;
– la realizzazione di azioni mirate al risparmio di energia mediante interventi di efficienza energetica.
I risparmi di energia stimati sono pari 2,1 Mtep, con una riduzione di circa 6 MtCO2 (figura 4.24).
27 Fonte: rapporto Energia e Ambiente ENEA, 2009
Figura 4.24: Interventi per l’Efficienza Energetica in agricoltura
– La produzione di bioenergia (energia da biomassa)
Indagini condotte da ENEA28 stimano al 2020, dalle filiere agro energetiche, una potenzialità di energia da biomassa vegetale superiore a 10 Mtep (figura 4.25) con una riduzione di emissioni di gas serra di circa 30 MtCO2.
Figura 4.25: Potenziale energetico (ktep)
Le emissioni totali di gas serra generate dall’agricoltura rappresentano il 10% delle emissioni totali in Europa, con le emissioni nette di CO2 pari a 57 Mt, a saldo dei 13 Mt sequestrate dall’agricoltura con i processi di produzione vegetale (per l’Italia, l’accumulazione netta di carbonio nel suolo e nelle foreste italiane è stimata pari a 1.253 Mt29).
28 Bonari et al., 2010; Campiotti et al., 2011
29 Ciccarese et al., 1998
Fonte:ENEA
L’ha ribloggato su Orto del Sole.
Interresante ed importante divulgare informazioni specifiche per un pubblico selezionato che riflette su costi e risparmi globali. Più difficile incidere sui comportamenti e sugli stili di consumo di un pubblico più vasto stretto tra crisi economica e mancanza di cultura.
Bello diffondere la pratica della produzione locale portata avanti da tante piccole realtà diffuse sul territorio
sei stato nominato
http://balconefiorito.wordpress.com/2013/03/28/liebster-blog-award/